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4. IL REGGAE E IL MITO DELLA JAMAICA.
IL RITRATTO DEL GAMBIA
Banjul, Gambia, 2009
Il movimento Rastafari è un movimento religioso il cui nome deriva
dall'amarico Ras, “capo”, “condottiero” e Tafari, “colui che sarà temuto”,
nome di nascita dato a Hailé Sellassié I, imperatore d'Etiopia dal 1930 al
1974, personaggio ritenuto sacro e la cui discendenza sarebbe da
ricondursi (secondo la tradizione etiopica) ai re biblici Salomone e
Davide. Il movimento è per alcuni una vera e propria religione; per altri
una filosofia che tende ad una vera e propria ideologia. I credenti di
questo movimento sono i rastafariani, meglio conosciuti come rasta. In
Jamaica (terra a cui il rastafarismo è legato) l'80% della popolazione è di
religione cristiana, numerose sono infatti le chiese anglicane, metodiste,
battiste, cattoliche e ortodosse etiopi. In tutte le chiese, come accadde in
quelle americane, i canti Gospel, contribuirono a coscientizzare i fedeli
sulla loro condizione e a ridare valore alla tradizione e alla cultura delle
comunità nere. In seguito all'emancipazione dalla mentalità schiavista e
dal colonialismo, si crearono, agli inizi del XX secolo, differenti
movimenti “etiopisti” in cui l'interpretazione della Bibbia venne spesso
rimessa in causa. Fu Marcus Garvey, un giamaicano emigrato negli Stati
Uniti, ad Harlem, e uno dei primi combattenti per la causa afroamericana
(il cui pensiero fu alla base dei Black Panthers) che fece
spesso allusione all'Etiopia nei sui discorsi, profetizzando l'imminente
incoronazione di un re africano. E il 2 novembre 1930, in Etiopia, fu