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Tesi dottorato Transborder Policies Chiara Barison.pdf - OpenstarTs ...

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ene il proprio progetto e lavorarci. Non bisogna sedersi ed aspettare perché il futuro non<br />

appartiene a chi dorme ma a chi si alza presto e qui i giovani dormono fino alle due del<br />

pomeriggio e ti dicono poi che la vita è dura.<br />

Anche negli USA la vita non è facile, guardiamo allora il caso di Barack Obama, per un nero<br />

già non è facile, i democratici poi era da tempo che non erano al potere ma ha vinto e per<br />

quanto ne dicano su di lui, se l'è meritato. Quindi perché non possono riuscirci anche altri? Se<br />

uno è riuscito, tutti possono riuscire. In qualsiasi ambito esso si trovi, produttore, rapper,<br />

ballerino. Bisogna tracciare il proprio cammino, darsi degli obiettivi e cercare di raggiungerli.<br />

Il problema qui è che i giovani passano tutto il loro tempo a lamentarsi mentre per esempio io,<br />

il tempo che perderei nel criticare, lo utilizzo per i progetti su cui lavoro. Posso allora criticare<br />

ma mi devo anche dare da fare per produrre qualcosa che possa essere utile al cambiamento.<br />

Qui la gente non è responsabile, non fa il lavoro seriamente, ma pretende che arrivi l'aiuto da<br />

fuori. Io credo che ci sia una grande incomprensione di base tra stato e giovani. Il sistema<br />

politico attuale è uno dei maggiori problemi del paese. Il governo pensa che tutti i giovani<br />

siano poco seri ed inaffidabili e i giovani pensano che il governo non faccia nulla per aiutarli.<br />

I giovani della periferia senza lavoro sono considerati solo prima delle elezioni, passate le<br />

elezioni nessuno si interessa più a loro.<br />

Il governo dovrebbe invece aprire gli occhi e cercare di finanziare progetti credibili e solidi.<br />

Se tutti i giovani decidessero di partire in Italia o in Francia, non rimarrebbe più nessuno qui,<br />

le donne non troverebbero più un marito e anche questo è un problema; non ci sarebbero più<br />

giovani che potrebbero lavorare per costruire il paese. Tutti i miei ex compagni di liceo, per<br />

esempio, sono in Europa. Siamo rimasti solo in due in Senegal. Tutti gli altri sono partiti e ti<br />

parlano su messanger dicendoti che lì è difficile, che è complicato integrarsi, mentre qui tutti<br />

pensano che varcata la frontiera italiana, francese, danase hai raggiunto l'El Dorado, che<br />

raccoglierai i soldi per strada.<br />

No, io ho visto in Europa che gli europei stessi lavorano faticosamente per sopravvivere. La<br />

mattina presto i metro sono pieni, mentre qui alle quattro di mattina la gente rientra dalle<br />

discoteche e non hanno magari nulla da mangiare. È difficile da spiegare. Qui la gente<br />

continua a dire che se l'Europa è lì dove sta è perché ha mangiato sulle spalle dell'Africa.<br />

Sì, è vero, ma allora cosa dire della Cina? Anche la Cina è stata colonizzata dai giapponesi ma<br />

oggi è il contrario, è la Cina a colonizzare il mondo. Anche se la storia è stata inclemente, è<br />

possibile rovesciare la storia, riscriverla. L'Africa è il futuro, dicono. Io non ci credo<br />

tanto ma credo che io potrò essere il futuro nel mio ambito.” 203<br />

203 Dalle mie note su campo. Pikine, maggio 2009.<br />

<strong>Chiara</strong> e Matador, Mauritania, 2009

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