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Tesi dottorato Transborder Policies Chiara Barison.pdf - OpenstarTs ...

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Riassumendo, potremmo dire che l'immersione in profondità e<br />

l'osservazione partecipante necessitano del beneficio del dubbio e, di<br />

conseguenza, di un'investigazione lunga, minuziosa ed attenta. Questa<br />

passerà attraverso l'osservazione della realtà studiata con gli occhi di chi<br />

abitualmente la vive, prendendone parte a tutti gli effetti. Il vantaggio del<br />

ricercatore è di avere quella sensibilità e quell'attenzione in più rispetto a<br />

particolari e dettagli che invece possono sfuggire a chi li vive<br />

quotidianamente perché diventati talmente meccanici e abitudinari da<br />

passare inosservati.<br />

Questo tipo di ricerca necessita di due elementi essenziali: lo spazio e il<br />

tempo. Il ricercatore dovrà fisicamente recarsi dov'è il luogo che intende<br />

analizzare e dedicarvi tempo, il più tempo possibile, cercando di<br />

adattarsi, integrarsi, vivere la realtà da lui studiata.<br />

Il luogo sarà definito campo e la parola campo, indicherà allo stesso<br />

modo un luogo e un oggetto di ricerca: il ricercatore sta sul campo,<br />

ritorna dal campo o è al suo primo campo 14 .<br />

Come dice l'antropologo Hannertz nel suo libro La diversità culturale,<br />

“L'efficacia dell'inchiesta su campo non sta tanto nelle ricerca<br />

consapevole e attiva, quanto nell'apprendimento spontaneo. Per questo,<br />

se pure è importante preoccuparsi della metodologia, l'arte del lavoro su<br />

campo non si impara sui libri. Quando siamo immersi in una cultura<br />

differente dalla nostra, essa ci informa ci forma più di quanto non faccia<br />

a credere la nostra memoria cosciente e organizzata. È quello che si<br />

chiama il sapere per familiarizzazione o per impregnazione” 15 .<br />

Per la realizzazione della tesi sono stati portati dunque avanti i punti<br />

salienti della ricerca socio-antropologica dando un'importanza primaria al<br />

campo (essere sul campo per un lungo periodo di tempo - tre anni -;<br />

osservare e descrivere minuziosamente il campo e gli attori coinvolti;<br />

utilizzare strumenti alternativi come foto/video/musica).<br />

Riprendendo dunque le azioni chiave della ricerca socio-antropologica<br />

sopra citate posso dire di aver:<br />

• OSSERVATO luoghi, azioni, conversazioni, relazioni, sia in<br />

Senegal che in Gambia;<br />

• PARTECIPATO alla vita delle comunità dove mi sono trovata ad<br />

abitare di volta in volta, sempre svelando il mio ruolo di ricercatrice e le<br />

ragioni della mia presenza;<br />

• ANNOTATO tutto ciò che era possibile annotare: conversazioni,<br />

gesti, attività, reazioni a situazioni particolari, utilizzando sia supporti<br />

cartacei che audio-visivi;<br />

• INTERVISTATO sia nell'ambito delle interviste previste dalla<br />

ricerca, sia fuori dalla scaletta, in situazioni non previste. Il supporto<br />

utilizzato è stato sia cartaceo che audio-visivo;<br />

• LETTO documenti scritti, ufficiali e ufficiosi, libri di testo e<br />

articoli di giornale, nonché annotazioni personali di informatori<br />

privilegiati e diari autobiografici;<br />

• DESCRITTO minuziosamente: incontri, persone, dialoghi,<br />

impressioni, al fine di mantenere vivo il ricordo di quanto visto, sentito,<br />

appreso. Il tutto è stato poi riportato su file nel mio computer.<br />

14 M. Augé, J-P. Colleyn, L'antropologia del mondo contemporaneo, Elèuthera, Bologna, 2006.<br />

15 U. Hannertz, La diversità culturale, Il Mulino, Bologna, 2001.

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