09.06.2013 Views

Tesi dottorato Transborder Policies Chiara Barison.pdf - OpenstarTs ...

Tesi dottorato Transborder Policies Chiara Barison.pdf - OpenstarTs ...

Tesi dottorato Transborder Policies Chiara Barison.pdf - OpenstarTs ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

“Anche oggi non c'è corrente a Sandaga. Ormai stò imparando a vivere senza elettricità e<br />

questo non fa che aumentare la mia percezione della sua importanza. Il più grande regalo che<br />

il Senegal mi ha fatto è stato il riappropriarmi dell'utilità delle cose.<br />

Come un bambino che a tastoni cominicia a farsi la propria idea di realtà, anche io ho<br />

imparato nuovamente ad associare ad ogni oggetto, attività, relazione, la sua giusta posizione.<br />

E così un marciapiede dove poter camminare con i miei adorati tacchi diventa motivo per cui<br />

essere felici; così come un amico con la macchina che possa venire a prendermi per uscire,<br />

senza essere abbligata a cercare un taxi in minigonna nel pieno della notte; o sedermi<br />

comodamente sulla tazza di un gabinetto tranquilla sapendo che c'è lo sciacquone.<br />

Che bell'esempio di riappropriazione di senso. Ironia a parte, c'è qualcosa di infinitamente<br />

importante in questo processo di riscoperta delle cose. Noi, figli di quel benessere che ci ha<br />

resi così materialisti e aridi, soli e poveri, spiritualmente e culturalmente, avevamo forse<br />

bisogno di perdere questo benessere che davamo per scontato, per imparare a<br />

riconquistarcelo. La mancanza di elettricità mi ha dato l'opportunità di pensare, leggere,<br />

scrivere, riflettere. Tutte attività intellettive che tendiamo ormai a trascurare.<br />

Seduta su un gradino di fronte al mio piccolo negozio a Sandaga, filosofeggio sulla vita e il<br />

suo senso. Come me, seduti in sedie di plastica colorate, i miei vicini di negozio, tutti maschi,<br />

chiacchierano, ridono, accennano passi di 'mbalax e di lotta, mandano messaggi con il<br />

cellulare. Spesso stanchi e annoiati questi giovani uomini lasciano scivolare le ore, i giorni, i<br />

mesi. La loro vita sembra essere in stand-by. E questa perenna attesa che qualcosa arrivi e<br />

possa cambiare all'improvviso un'intera esistenza sembra essere l'aspetto che colpisce di più<br />

chi viene in Senegal, com'era successo poi anche a me. Leggendo Nietzsche, nelle mie lunghe<br />

giornate da etnografa/commerciante a Sandaga, ho trovato all'improvviso la risposta. Il grande<br />

filosofo ce ne aveva fatto dono già da tempo, scrivendolo nero su bianco nel suo libro Al di là<br />

del bene e del male. Così scrive: "IL PROBLEMA DI CHI ASPETTA- C'è bisogno di colpi di<br />

fortuna, nonché di una gran varietà di circostanze imprevedibili, perché un talento superiore,<br />

in cui s'annida addormentata la soluzione di un problema, passi all'azione al momento giusto -<br />

insomma riesca, per così dire, a “eruttare”. Di solito questo non accade, e in ogni angolo della<br />

terra vi son seduti quelli che aspettano, che nemmeno san bene cos'è che li fa aspettare.<br />

Talvolta il richiamo del risveglio arriva troppo tardi, quel caso che rende lor “lecita” l'azione -<br />

quando, cioè, il fiore della giovinezza s'è consunto, come l'energia da impiegar nell'azione,<br />

per via del loro giacer lungamente seduti; quanti, per l'appunto, nel momento in cui<br />

“balzarono in piedi”, avvertiron l'orrore d'aver torpide le membra e greve lo spirito! “È troppo<br />

tardi”- si dissero, senza più credere in se stessi, ormai per sempre vani. [....] Forse il genio non<br />

è affatto un caso raro: rare son le cinquecento mani di cui necessita per tiranneggiare il kairos-<br />

il momento giusto- ed apparecchiar la trappola al caso". Finisco di scrivere questa citazione e<br />

mi ritrovo a leggerla e rileggerla. La risposta che cercavo era riferita ad una questione mia<br />

rispetto all'atteggiamento di perenne attesa in cui sembrano giacere i senegalesi o la risposta<br />

nei confronti di me stessa? Non ho forse io per prima questo stesso atteggiamento disilluso,<br />

stanco, annoiato rispetto alla vita? E questo aspettare che qualcosa prima o poi arrivi è un<br />

atteggiameto che è retaggio culturale, sociale, storico o è semplicemente spiegabile rispetto<br />

alla provenienza? O, più semplicemente esso è il filo conduttore che accomuna tutta una<br />

generazione di giovani di ogni parte del mondo, me compresa? Le nostre vite in un stand-by<br />

globalizzato o un periodo storico in stand-by? Solo Nietzsche, forse, potrebbe rispondere”. 185<br />

185 C. <strong>Barison</strong>, Vite in stand-by, http://blog.libero.it/Dakarlicious/, 2010.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!