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Dakar, interno taxi, 2010
3.2. LE CONFRATERNITE SUFI
L’Islam è in Senegal la religione più praticata e la stragrande
maggioranza dei musulmani senegalesi appartiene a una confraternita.
Quattro quelle più importanti: la Tijaniyya, la Muridiyya, la Qaridiyya e
la Layenne. Tutte ruotano attorno a un leader carismatico, il marabutto.
Il talibé, ovvero il fedele, ne segue gli insegnamenti e i valori che ruotano
attorno a: fede, umiltà, carità e lavoro. Ogni confraternita ha la sua
festività: i muridi festeggiano il “Magal”, cioè l’annuale pellegrinaggio a
Touba, mentre i tijani festeggiano il “Gamou”, il pellegrinaggio a
Tivaouane.
L’appartenenza a una confraternita è ereditaria e legata all’appartenenza
etnica (la maggior parte dei tijani è toukouleur, i layenne sono quasi
interamente lebou, i muridi wolof); questo non vuol dire che la scelta di
aderire a una confraternita non possa essere personale. Ogni fedele è
infatti libero di passare da una confraternita all’altra qualora lo desideri.
Capire il funzionamento della società senegalese vuol dire capire il
meccanismo di una realtà complessa che non si riduce meramente
all’aspetto religioso ma mescola assieme Dio e Stato, economia e
politica, misticismo e profitto.
Le confraternite nascono da una sorta di adattamento dell’Islam ai
costumi locali e alle gerarchie di potere esistenti nell’Africa occidentale
pre-coloniale. A capo di queste strutture politiche vi erano capi tribù a cui
erano stati attribuiti poteri divini e che, con il passare del tempo, avevano
assunto il ruolo di guide spirituali. Il marabutto è diventato pian piano un
intercessore tra Allah e i suoi discepoli e l’intermediario tra i fedeli e il
potere pubblico, svolgendo il ruolo di una potente lobby.
Il marabutto è considerato al tempo stesso un leader spirituale, un saggio,
un profeta ed è spesso un grande proprietario terriero. All’origine la sua
funzione era essenzialmente educativa (insegnare la religione attraverso
lo studio del Corano), ma col tempo ha subito un’evoluzione notevole.