Tesi dottorato Transborder Policies Chiara Barison.pdf - OpenstarTs ...

di jihad contro l’occupazione straniera dei territori africani.
La confraternita tijian ispirò la resistenza anti-colonialista e antiimperialista
di Omar Tall, che affrontò le truppe francesi attorno al 1850
al confine tra Senegal, Mali e Guinea. Il sufismo ebbe fin da subito un
grande seguito tra le popolazioni degli stati dell’Africa occidentale,
specialmente in Senegal. Le varie confraternite che si erano pian piano
fatte conoscere, cominciavano a diventare il fulcro della vita politica e
sociale di questi paesi. La solo eccezione era rappresentata dalla Guinea
di Sékou Touré, il quale aveva categoricamente bandito le confraternite
sufi 132 .
Invece, nelle città dei paesi sotto dominio francese da Nouakchott a
Dakar, da Bamako a Niamey, la politica anti-colonialista diffusa dagli
ordini sufi si sviluppò esponenzialmente. Diverse erano però le prese di
posizione da parte dei marabutti rispetto al potere statale: si passava
dall’intransigenza di un anti-colonialismo pro-nazionalista di Omar Tall,
alla politica accomodante di Malik Sy (patriarca della confraternita della
Tijaniyya senegalese di Tivaouane), fino ad arrivare al collaborazionismo
di Séydou Nourou Tall. È proprio durante il periodo coloniale che l’Islam
sufi rafforzò la sua identità ponendosi come alternativa al potere politico
francese e diventò parte integrante della cultura popolare.
Alla fine del periodo coloniale le tariqa erano un fenomeno presente sia
nelle grandi città che nelle campagne.
132 R. Mbaye, l’Islam au Sénégal, tesi di dottorato, Università UCAD, Dakar, 1976.