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Tesi dottorato Transborder Policies Chiara Barison.pdf - OpenstarTs ...

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“Non avrei mai pensato che andare al lavoro sarebbe stato come fare un giro a Gardaland.<br />

Trasferirmi di casa ha comportato una rivoluzione totale che è passata attraverso un<br />

disorientamento a cui non ero più abituata. Dakar è un puzzle di quartieri ed ognuno di questi<br />

quartieri è un mondo a parte, uno spazio chiuso dove tutti conoscono tutti. Facile dunque per<br />

un nuovo arrivato essere riconoscibile, in più se straniero. Integrarsi nella vita di un quartiere<br />

non è né automatico, né evidente; al contrario richiede tempo, fatica, fiducia, battibecchi,<br />

chiaccherate, centinaia di tè ed altrettanti thiebou dienn mangiati di casa in casa. Una volta<br />

conquistata la fiducia si entra pian piano nella rete di quartiere e da lì ci si guadagna una sorta<br />

di lasciapassare non scritto che permette la libertà totale di movimento al suo interno.<br />

Impossibile avere a quel punto problemi di alcun tipo. Il proprio quartiere è la propria<br />

famiglia e i membri di una famiglia sono sempre pronti a prendere le difese di uno dei suoi<br />

figli in caso di bisogno.<br />

Fadia è stato il quartiere più ostico, perfino più ostico di Pikine. La gente, chiusa e diffidente,<br />

ha impiegato mesi ad accettare la mia presenza. Poi, pian piano, le prime diffidenti aperture e<br />

i primi inviti nelle case. Lasciare proprio in quel momento un quartiere che avevo finalmente<br />

vinto mi è costata fatica, mi ero quasi affezzionata al caos inquinato di Case Bi, ai baye fall<br />

della daara vicina, ai venditori pigri e lenti della Brioche Dorée. E poi mi ero appena fatta<br />

degli amici e avevo ritrovato a Fadia la mia vita di Pikine, l'uscire di casa la sera per trasferire<br />

le chiappe nel muretto della casa vicina, passare ore osservando il via vai della gente<br />

mangiando uova fritte e pane, noccioline e cocco, sorseggiando caffé Touba. Io, così<br />

tremendamente complicata, amo la noiosa vita semplice delle periferia. <strong>Chiara</strong> arriva a stupire<br />

<strong>Chiara</strong>. Adesso che me ne sono andata scopro dai miei pochi amici di Fadia che in quartiere si<br />

parlava di me fin dal mio primo giorno. Tutti mi conoscevano, tutti sapevano dove abitavo,<br />

tutti commentavano me, i miei modi, i miei atteggiamenti, i miei litigi, i miei spasimanti e si<br />

lanciavano supposizioni su di me e la mia vita, se fossi in vacanza, se fossi sposata con uno di<br />

Fadia emigrato in Italia, se e ancora se. Uffa. Mi sono dovuta trasferite a Cité Dijli Mbaye, un<br />

angolo tranquillo di Yoff che dà sul mare, quartiere residenziale di senegalesi bene e bianchi<br />

benestanti che lì hanno comprato la casa per le vacanze. Io a Yoff stono come un filo di<br />

spinaci nei denti al primo appuntamento, l'alito da cipolla nel bel mezzo di una conversazione<br />

in un viaggio in macchina, il vestito da sexy pin up in un incontro di vecchi parenti siciliani,<br />

un punk in un lounge bar di fighetti in pieno centro a Milano. Uffa. Tutto è così<br />

tremendamente ordianto, le case con i giardini, i guardiani seduti composti, le persone<br />

silenziose e poco socievoli. L'unica cosa che mi salva è il mare, lì, di fronte a me, notte e<br />

giorno. Però, che due palle anche il mare se intorno a lui non c'è vita. Voglio Pikine, Pikine e<br />

ancora Pikine. Non appena avrò qualche soldo mi prenderò un appartemento nel bel mezzo di<br />

Eco Taff oppure una stanza sopra il mercato di Sandaga. Solitaria di natura rifuggo la<br />

solitudine come la peste, per questo ho bisogno di caos, di movimento, di gente energica e<br />

vitale, chiassosa, invadente, fastidiosa, rissosa, che mi circondi e che mi soffochi. È come se il<br />

loro movimento mi facesse muovere di conseguenza. La vita altrui riaccende magicamente<br />

una vita che in me si è spenta anni addietro. Grazie Senegal. Grazie stressante, invadente,<br />

irruento Senegal. Io e te siamo come due capre che si scornano ma che si cercano, si<br />

rincorrono, giocano, si feriscono. Ho il sudore che scende lungo le guance, non so mai se per<br />

il caldo o per il fastidio di occhi sempre puntati. Il mio trasferimento ha comportato il dover<br />

riadattarmi ad uno spazio, il dovermi riproporre come abitante di quel luogo, il dover imporre<br />

la mia presenza in quanto <strong>Chiara</strong>, l'italiana che in Senegal ci vive e che non è una turista, non<br />

è ricca e non è alla ricerca di un marito, fidanzato, compagno, amante baye fall rasta.<br />

Purtroppo lo stereotipo vuole noi ragazze bianche facile prede di un prototipo ben stabilito di<br />

senegalese: il genere roots, underground, rasta da spiaggia, canna in mano e pantaloni a<br />

schacchi colorati. Le senegalesi dicono con quell'aria frivola, affaticata e annoiata che è tipica<br />

loro che “le toubab raccattano tutto quello da cui noi fuggiamo”, mentre i ragazzi affermano<br />

che “i bravi ragazzi non usciranno mai con una bianca, loro cercano i fumatori di erba o i<br />

suonatori di tamburi che girano per le spiaggie o che cercano turiste a Saly e Mbour”.<br />

Sebbene il mio percorso di studi mi porti a rigettare qualsiasi diceria e pettegolezzo, devo dire<br />

che una parte di me, forse quella senegalizzata, mi trova d'accordo. In effetti i ragazzi rasta<br />

qui in Senegal hanno il loro discreto successo con turiste e straniere di vario tipo, età,<br />

provenienza. Ecco perché la maggior parte dei famosi antiquaires (appellativo che indica chi<br />

cerca turisti per business o per qualsiasi altro tipo di interesse) sono per la maggior parte dei<br />

giovani rasta o prototipi locali del Mastro Lindo tanto conosciuto nelle nostre pubblicità.<br />

Questa è la fase più complicata, essere accettata in quanto semplice nuova abitante del<br />

quartiere. Il sudore scende e scende ancora. Menopausa precoce? No, non credo, mi urtano in<br />

maniera incredibile il girarsi delle persone al mio passaggio, i commenti, le risatine delle<br />

senegalesi, i sorrisini, i mille pssssss, chérie, bébé, Madame Dakar, la gazelle, l'espagnole,<br />

l'italienne, la française, l'americaine, con cui mi chiamano. Ridatemi Pikine, ridatemi perfino

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