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Tesi dottorato Transborder Policies Chiara Barison.pdf - OpenstarTs ...

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agli altri il suo percorso migratorio, andato a buon fine. La gente rispetta gli emigrati, loro<br />

sono e restano quelli che ce l'hanno fatta.<br />

[…..] Khadim rappresenta l'emigrato tipo, dieci anni di Italia, gli anni come ambulante senza<br />

documenti, gli anni di lavoro con il permesso di soggiorno falso e poi finalmente, i tanto<br />

agoniati documenti e il lavoro in fabbrica, momenti chiave nel percorso migratorio di un<br />

immigrato e che automaticamente vogliono dire la possibilità, non solo di tornare a casa, ma<br />

anche di cominciare quello per cui la maggior parte dei senegalesi emigra, il commercio.<br />

Il permesso di soggiorno permetterà di iniziare un percorso transnazionale di andate e ritorni<br />

tra Senegal e paesi occidentali (ma non solo, anche India ed Emirati Arabi) grazie ai quali<br />

verranno creati piccoli business legati al commercio. […..] Camminando per le strade di un<br />

qualsiasi quartiere, da Pikine a Parcell, da Liberté a Sandaga, tutto è commercio, tutto è una<br />

continua compra vendita di prodotti arrivati da Italia, Francia, Spagna. Tanti i piccoli negozi,<br />

in generale stanze ai primi piani delle case, trasformati in magazzini, con nomi fantasiosi che<br />

ricordano il paese da cui i prodotti arrivano (o si presume arrivino) come “Don Pino<br />

meubles”, “Bello Italia”, “Spain-Senegal” e chi più ne ha più ne metta. [….] L'economia<br />

informale che si regge su mille piccoli business è ciò su cui un'intera società si erge, solida ed<br />

instabile al tempo stesso, fatta di mille piccoli ingranaggi e meccanismi che cambiano<br />

velocemente, a seconda delle mode e delle richieste. “Profumi e meches di capelli veri si<br />

vendono come il pane” dice l'amico di Khadim e come dargli torto, ripenso a tutti i pomeriggi<br />

passati da Aida e le altre amiche di Baobab, sedute attorno ad un tavolo di una piccola corte<br />

interna. Di volta in volta, un passaggio continuo di donne, vicine, amiche, cugine, non si<br />

capisce mai bene la differenza, che arrivano con il loro carico di tutto: costumi, deodoranti,<br />

magliette, slip, anelli, inviati dai mariti all'estero e che loro rivendono, di casa in casa.<br />

Imprenditrici fai da te ma che permette loro di mettere da parte un piccolo gruzzolo e, in un<br />

certo senso, di imparare ad essere indipendenti [....]”. 112<br />

Il primo passo di questo vero e proprio esodo è l'arrivo nella grande città,<br />

nell'immensa periferia di Dakar, dove vivono oltre 4 milioni di persone<br />

sui 14 milioni complessivi dell'intero Senegal.<br />

Tutti i giorni famiglIe venute dall'interno del Senegal, dalla Guinea o dal<br />

Mali depositano i loro bagagli e la loro vita in questo enorme<br />

agglomerato di casette basse costruite con materiali di recupero, per lo<br />

più abusivamente, in mezzo alla sabbia e in riva al mare; un territorio<br />

vastissimo formato da tanti quartieri in un insieme di strade e di sabbia<br />

intrecciate fra loro nel disegno irripetibile di un'architettura spontanea.<br />

Cité Fadia, Dakar, 2010<br />

112 C.<strong>Barison</strong>, A lezione di economia dai vù cumprà, http://blog.libero.it/Dakarlicious/, 2010.

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