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Il ritorno delle sigarette di contrabando<br />
L’aumento dei prezzi ha riportato le “bionde” in strada<br />
di Walter Medolla<br />
Li vedevi agli angoli delle strade, mimetizzati<br />
tra le auto parcheggiate e i banconi dei mercati<br />
rionali. Venditori di fumo. O meglio venditori<br />
di sigarette, tutte in bella vista sulle<br />
bancarelle: Marlboro, Merit, Camel, Chesterfield.<br />
La scelta era vasta e i prezzi modici.<br />
In origine, nel secondo dopoguerra, le casse<br />
di sigarette venivano trafugate dalle basi m<strong>il</strong>itari<br />
degli alleati. “Americane, americane”<br />
gridavano i venditori per attirare l’attenzione.<br />
Il mercato poi si è evoluto con <strong>il</strong> grosso<br />
contrabbando degli anni settanta, gli scafi<br />
blu, i marsigliesi e le rotte che portavano<br />
dritti dritti al porto franco di Tangeri.<br />
Due le generazioni cresciute col mercato <strong>il</strong>legale<br />
del contrabbando. Tutto liscio fino alla<br />
fine degli anni ’90, quando la lotta tra contrabbandieri<br />
e forze dell’ordine ha iniziato a<br />
mietere vittime. Una vera e propria guerra<br />
con la malavita organizzata che attrezzava<br />
mezzi corazzati per <strong>il</strong> trasporto delle<br />
“bionde” dalla costa Ionica a quella tirrenica.<br />
Si, perché le sigarette alla fine del secolo<br />
scorso arrivavano dai balcani. Le rotte <strong>il</strong>legali<br />
erano cambiate a causa dell’inasprimento<br />
dei controlli sul mare mediterraneo. Gli spostamenti,<br />
allora, avvenivano su gomma. La<br />
merce arrivava di notte sulle coste della provincia<br />
di bari e caricata sui blindati e trasferita<br />
verso la Campania. Nell’Agosto del 1999<br />
<strong>il</strong> collega Roberto Buonavoglia raccontava,<br />
dalle colonne del Corriere, dello speronamento<br />
da parte dei contrabbandieri ai danni<br />
di un auto con tre donne a bordo: “a un incrocio<br />
si sono imbattute nell’ autocolonna di<br />
mezzi blindati che procedeva a fari spenti e a<br />
velocita’ sostenuta. All’ improvviso una jeep<br />
ha travolto e distrutto la loro vettura.Quello<br />
di ieri e’ solo l’ ultimo degli incidenti per <strong>il</strong><br />
contrabbando di sigarette. Pochi giorni fa, a<br />
Casamassima, gli “arieti del contrabbando”,<br />
per sfuggire a un inseguimento dei finanzieri,<br />
hanno seminato sull’ asfalto centinaia di<br />
chiodi mandando fuori strada trenta auto”.<br />
L’atteggiamento dei contrabbandieri era una<br />
sfida allo stato. La controffensiva non tardò<br />
ad arrivare con una vera e propria m<strong>il</strong>itariz-<br />
72<br />
Territorio<br />
zazione della provincia di Bari. I baschi verdi<br />
della Guardia di Finanza in meno di un anno<br />
riuscirono a smantellare l’organizzazione<br />
messa su da Camorra, Sacra Corona e mafia<br />
Albanese per <strong>il</strong> controllo del traffico di sigarette.<br />
Sarà per l’opprimente crisi economica, ma a<br />
<strong>Napoli</strong> negli ultimi mesi si rivedono agli angoli<br />
delle strade le bancarelle con le sigarette<br />
di contrabbando. Ora i pacchetti “parlano<br />
un’altra lingua”, non sono più le americane,<br />
bensì le ucraine, le bulgare e le rumene. I rifornimenti<br />
arrivano da lì, come arrivano<br />
nuove marche di sigarette tipiche di questi<br />
paesi. Il rischio è la non autenticità dei prodotti,<br />
sigarette finte con tabacco contaminato<br />
o non controllato. Proprio come fanno<br />
in Cina dove vengono copiate i pacchetti di<br />
Marlboro che poi vengono immessi nel circuito<br />
del contrabbando italiano. Secondo un<br />
rapporto della Banca mondiale, <strong>il</strong> 30% delle<br />
sigarette esportate cade nelle maglie del contrabbando.<br />
Il giro economico conta centinai<br />
di m<strong>il</strong>ioni di euro nel circuito <strong>il</strong>legale. Cifre da<br />
capogiro, che se veicolate in modo giusto potrebbero<br />
fruttare introiti tali da risanare <strong>il</strong> debito<br />
pubblico di un paese in difficoltà.