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Un’aula della Scuola del Parco Verde
del parco, da poco uscito da una comunità
penale per minori.
“Non mi piace la scuola, ma mi obbligano a
venire, così qualcosa ho imparato anche
senza la mia volontà”, dice A.C., 15 anni e ancora
in terza media. Non frequentava e i genitori
sono stati denunciati. Silvana, la madre,
oggi commenta: “È una grande donna. I soldi
li prende comunque, vengono o no i nostri
figli a scuola. Non vorrei se ne andasse”.
La scuola rischia la chiusura, le iscrizioni per il
prossimo anno scolastico non sono sufficienti
per la formazione di una classe.
“Sono arrivate solo 12 iscrizioni – racconta la
preside -. Preferiscono mandare i figli fuori
dal quartiere, perché sanno che nelle altre
scuole se non frequentano, nessuno va a
prenderli a casa o li denuncia e hanno meno
poliziotti in giro”.
La dirigente della Viviani conosce tutti i suoi
alunni. Li passa in rassegna quando gira per le
aule a controllare gli assenti. Gli vieta l’uso
del cellulare in classe, sequestra monili e oggetti
pericolosi.
Sulla scrivania ha un cestino con foulard, collane
e orecchini appariscenti, catene e persino
un manganello di gomma. “Restituirò
questa roba a fine anno, tranne l’arma”, dice.
“Il dirigente Eugenia Carfora è una persona
da ammirare – commenta il Comandante
della Stazione dei Carabinieri, Giuseppe Fari-
Territorio
nola -, con lei ho condiviso ansie e speranze,
anche perché siamo arrivati qui nello stesso
periodo. Guidiamo campi diversi, ma camminano
parallelamente verso l’educazione alla
legalità.
Parco Verde è “off limits”
per i pen della Camorra
Su un muro, campeggia bene in vista questa
scria: “Vietato l'accesso ai pen”. E' il benvenuto
che viene a quan si accostano al
Parco Verde di Caivano. Un luogo sconsigliabile
ai deboli di caraere. I numeri dicono
che, su 4.000 abitan, il 35% è composto da
pregiudica. Non per niente, il posto viene
denominato "piazza dei carcera". Qui la
droga si vende 24 ore su 24. Tu i proven
vengono devolu alle famiglie dei detenu. I
clan rinunciano alla percentuale della vendita
della droga. E’ pracamente una legge camorrisca.
Chi non vuole adeguarsi, chi vuole
meere in tasca i soldi dello spaccio, non può
assolutamente operare in piazza dei carcera.
Niente penri, in definiva, e nessun
guadagno per chi opera nel mondo della
doga. Le famiglie di chi sta dentro devono sopravvivere
con queste avità.
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