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“Quella Preside è come una terrorista”
Eugenia Carfaro, una ventata di legalità al Parco Verde
di Raffaella Maffei
Napoli (12-04-2010) - “Siamo in trincea... Per
loro sono una terrorista, perché mi sono ripresa
la scuola”, dice Eugenia Carfora, la dirigente
dell’istituto comprensivo Raffaele
Viviani, nel cuore del Parco Verde. E che la
sua osservazione sia concreta lo dimostrano
due episodi. La settimana scorsa è apparsa
una scritta che diceva : “Non vogliamo i pentiti
a Parco Verde”. Inoltre, nei giorni scorsi
una troupe del TG1 è stata aggredita e non
ha potuto girare immagini.
A Parco Verde si arriva con la Nola-Villa Literno,
l’uscita è Caivano, un paese nel napoletano
di quarantamila abitanti, che dallo
scorso 15 maggio viene guidato dal nuovo
sindaco Antonio Falco.
Parco Verde è un mondo a sé - 5mila persone
in circa 250 mila metri quadrati -, 750
abitazioni divise in lotti a colori: giallo, verde
e rosa.
Scatole di cemento e cartongesso, popolate
con le deportazioni del post terremoto. All’entrata
c’è un ranch, realizzato da alcuni residenti,
con un cavallo, un asino, le balle di
fieno e dei manichini travestiti da cowboy.
È in armonia con l’erba incolta e i cumuli di
spazzatura accantonati lungo le strade. Il
tasso di disoccupazione giovanile è alle stelle
(50%), l’evasione scolastica pure. Più che la
scuola i ragazzi frequentano la sala giochi o
le comitive di quelli più grandi, che prestano
servizio alla criminalità organizzata. Secondo
le Forze dell’Ordine circa il 30% sono pregiudicati.
Sono attive una decina di piazze di
spaccio – sono soprattutto le donne a occuparsene
-, i signori della criminalità fanno affari
d’oro con eroina, cocaina e gli altri
stupefacenti, ma anche con la ricettazione.
Non passa un anno senza che la lista dei
morti ammazzati in quelle strade si allunghi.
“Ricordo bene il 13 luglio del 2007, quando
ho accettato la sede di Parco Verde per la nomina
a dirigente scolastico – racconta la preside
Carfora -. Sei matta, non sai a cosa vai
incontro, mi dissero. Nel tornare a casa passai
per quel luogo tanto discusso, piansi
senza lacrime. C’era una ditta che aveva vinto
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Territorio
“UnafrazionediCaivanodoveè
praticamente sparita l’evasione
scolastica.Genitorigiàdenunciati
ammettono: E’ una grande
donna. Intanto la sua scuola è a
rischiochiusura”
l’appalto di ristrutturazione della scuola nel
2005. Ma con gli anni era diventata ricettacolo
di armi, siringhe infette e topi – continua
-. Nessuno dei dipendenti veniva più a lavorare.
Ho denunciato tutti. Persino l’ex sindaco,
Papaccioli, ha passato un paio di
pomeriggi a potare gli alberi, insieme agli
operai, i bidelli, il custode e alcuni volontari”.
Un ampio atrio, i distributori di bibite, il parcheggio
e il verde curato. Gli alunni hanno
tinteggiato l’atrio, dove campeggia la scritta:
Parco Verde riparte da qui. Dal 29 settembre
del 2007, giorno dell’inaugurazione, la preside
Carfora non permette di saltare un solo
giorno di scuola.
Per rimediare a genitori poco presenti nella
vita dei figli, la mattina sveglia il parco con un
altoparlante e diffonde nell’etere Radetzky o
Mameli.
Se gli studenti non arrivano in classe per le
nove, da soli o accompagnati, li manda a
prendere da bidelli, insegnanti o va di persona.
È sufficiente che lei, “la terrorista”, urli
un solo nome – il segretario - perché si inoltri
la denuncia per evasione scolastica alle
Forze dell’Ordine. La scuola è aperta anche
il pomeriggio per i laboratori e i ragazzi possono
usufruire della mensa, con 2 euro e 50
ciascuno. “Il mio obiettivo è fargli trascorrere
a scuola quanto più tempo possibile”,
spiega.
“Quando sto qui mi sento in un altro mondo,
ma appena esco non mi sento più io”, dice
A.C., 12 anni e già fidanzata con un ragazzo