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clusioni. Entro quarantacinque giorni dal deposito
delle conclusioni della commissione
d’indagine, il Prefetto, sentito il comitato
provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica
integrato con la partecipazione del procuratore
della Repubblica competente per
territorio, invia al Ministro dell’interno una
relazione nella quale si dà conto della eventuale
sussistenza delle infiltrazioni. Lo scioglimento
viene disposto con decreto del
Presidente della Repubblica, su proposta del
Ministro dell’interno, previa deliberazione
del Consiglio dei ministri entro tre mesi dalla
trasmissione della relazione. Lo scioglimento
di un consiglio comunale o provinciale comporta
la cessazione dalla carica di consigliere,
di sindaco, di presidente della provincia, di
componente delle rispettive giunte e di ogni
altro incarico comunque connesso alle cariche
ricoperte. Sono inoltre sciolti gli incarichi
di revisore dei conti e i rapporti di
consulenza e di collaborazione coordinata e
continuativa che non siano stati rinnovati
dalla commissione straordinaria entro quarantacinque
giorni dal suo insediamento. Le
differenze rispetto alla vecchia procedura
sono sostanzialmente tre: gli elementi da cui
emergono i collegamenti o i condizionamenti
di tipo mafioso, che determinano lo
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Italia
scioglimento dei consigli degli enti locali, devono
essere “concreti, univoci e rilevanti”.
Gli amministratori locali che con le loro condotte
abbiano determinato lo scioglimento
del consiglio dell’ente locale non possono essere
ricandidati nel primo turno elettorale
successivo allo scioglimento nelle elezioni.
Infine, la non candidabilità deve essere dichiarata
con un provvedimento definitivo di
carattere giurisdizionale. Secondo Trocchia
le nuove norme presentano luci ed ombre.
“Le ultime modifiche consentono di colpire
anche la contiguità e le responsabilità dei dirigenti,
ma ora si è stato destrutturato il carattere
preventivo della norma, rendendo
più difficile e articolato lo scioglimento dei
comuni. E le commissioni di accesso sono
state del tutto depotenziate, escludendo
dalla loro composizione, come fino ad oggi,
rappresentanti delle forze dell’ordine, ossia
carabinieri, finanzieri, poliziotti o membri
della Dia”, osserva.