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L’incognita del futuro e la quesone morale<br />
La sfiducia della gente cresce come <strong>il</strong> senso d’impunitàdi<br />
Giuseppe Ambrosio*<br />
Sarà <strong>il</strong> 2010 ricordato come l’anno della rinascita della questione morale? Sarà la storia<br />
a dircelo. Quel che è certo è che non c’è un bel clima in Italia, con <strong>il</strong> fiorire di alcuni<br />
scandali che sembrano interessare i più alti livelli della politica, dell’imprenditoria, e<br />
squarciano <strong>il</strong> velo di patinata ipocrisia che dagli anni ’90 ad oggi aveva coperto l’emergenza<br />
corruzione che purtroppo è connaturata al nostro Paese. Di fronte alla marea<br />
montante di notizie sempre più incredib<strong>il</strong>i che rivelano come nella vita pubblica la corruzione<br />
non sia mai scomparsa, anzi sia più fiorente che mai, <strong>il</strong> cittadino comune avverte<br />
sempre più bisogno di legalità. Saranno le associazioni, la cosiddetta società<br />
civ<strong>il</strong>e l’ultimo baluardo di legalità? Si direbbe di sì, guardando <strong>il</strong> fiorire di iniziative,<br />
specchio che riflette una vitalità ed una voglia di legalità che la società esprime, a volte<br />
urla, ed a cui la politica non riesce, non sa dare risposta. Anzi, si ha sempre di più l’impressione<br />
che la politica non sia affatto sintonizzata con gli umori del cittadino, anzi<br />
viaggi su frequenze completamente differenti. Certo tutto si poteva immaginare qualche<br />
anno fa, ma non che un governo di destra – almeno così si dichiara – fosse <strong>il</strong> promotore<br />
di un consistente indebolimento degli strumenti giuridici per combatterela<br />
criminalità e i reati.E non si tratta solo dei perversi effetti di qualche norma pensata<br />
per venire incontro all’esigenza giudiziaria del singolo, ma anche e soprattutto nel non<br />
fornire o nel sottrarre i mezzi necessari a chi deve assicurare <strong>il</strong> rispetto delle norme,<br />
la civ<strong>il</strong>e convivenza, prevenire <strong>il</strong> crimine, amministrare la giustizia.E se lo Stato non<br />
riesce ad assicurare giustizia, <strong>il</strong> senso di impunità fa sì che da un lato che la sfiducia ed<br />
<strong>il</strong> disincanto della gente aumenti, dall’altro che crolli l’effetto deterrente della pena<br />
con le conseguenze che tutti possiamo immaginare. Del resto, se la percezione dell’<strong>il</strong>legalità<br />
sfiora addirittura lo Stato, o chi lo incarna, che produce norme ad hoc per giustificare<br />
l’infrazione delle regole, e magari negare ai cittadini diritti riconosciuti da<br />
altissimi tribunali dello stesso Stato – parlo del decreto ‘interpretativo’ salva liste, ma<br />
anche della scandalosa soluzione trovata per negare ai cittadini <strong>il</strong> rimborso del canone<br />
di depurazione delle acque reflue, e di quella analoga che si sta trovando per neutralizzare<br />
la sentenza sull’Iva da restituire sulla tassa rifiuti – allora <strong>il</strong> comune cittadino<br />
sente montare un senso di sconcerto. Se addirittura lo Stato plasma delle leggi per sanare<br />
le sue <strong>il</strong>legalità, dove andremo a finire? La domanda dell’uomo della strada non<br />
è peregrina, solo un f<strong>il</strong>o populista, ma aderente al vero.Ed allora quello che la gente<br />
chiede è quello che non trova nella vita pubblica attuale: rigore morale, rispetto dei diritti,<br />
tempestività nel reprimere i reati, certezza della pena; in una parola legalità,<br />
senza ombre, su nessuno, senza incrinature, su niente. Senza infingimenti, perché questo<br />
è uno dei parametri su cui si misura <strong>il</strong> livello di civ<strong>il</strong>tà di una società.<br />
6<br />
Editoriali<br />
*direttore editoriale di Comunicare <strong>il</strong> Sociale