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Brevi<br />
“Onda Pazza” a rischio chiusura<br />
Un appello per consentirle ancora di trasmettere.<br />
Le sottoscrizioni sono arrivate solo da<br />
Roma in su. La solidarietà per la web radio anticamorra<br />
“Onda Pazza”, a rischio chiusura a<br />
causa della mancanza di fondi, è targata Centro-Nord.<br />
Per Michele Langella, responsab<strong>il</strong>e<br />
dell’emittente e presidente dell’associazione<br />
Arci di San Giovanni a Teduccio, quartiere ad<br />
est di <strong>Napoli</strong>, la vera follia è questa.<br />
“La radio ha accumulato un debito di ottom<strong>il</strong>a<br />
euro a causa del mancato pagamento dell’affitto<br />
dei locali. Da giugno mancheranno completamente<br />
i fondi per <strong>il</strong> pagamento delle<br />
utenze telefoniche e della rete elettrica. “E’<br />
triste che neanche una quota sia arrivata dal<br />
Sud – spiega Michele –. Non una sola sottoscrizione<br />
da <strong>Napoli</strong>, Palermo o Bari. E pensare<br />
che una signora di Roma, che si chiama Lisa,<br />
ha donato ben duem<strong>il</strong>a euro con la sua associazione.<br />
Al nostro appello, invece, <strong>il</strong> Mezzogiorno<br />
non ha risposto. Forse incide la paura<br />
per le attività di contrasto alla criminalità che<br />
portiamo avanti”<br />
L’emittente nasce dalla collaborazione con<br />
l’Arci e <strong>il</strong> Centro di musica e cultura Peppino<br />
Impastato. Si batte contro la dispersione scolastica<br />
e l’abbandono dei minori a rischio.<br />
Ad aver realizzato <strong>il</strong> sogno di una radio web<br />
contro la camorra è un gruppo di ragazzi poco<br />
più che ventenni. Ci siamo autotassati finchè<br />
abbiamo potuto. Con l’incremento delle attività,<br />
abbiamo dovuto prendere in affitto altri<br />
locali e ora non riusciamo a far fronte alle<br />
spese. L’indifferenza riguardo al pericolo di<br />
chiusura di radio “Onda Pazza” oramai è un<br />
fatto – prosegue Michele –. Neanche le istituzioni<br />
ci ascoltano, <strong>il</strong> presidente della Repubblica<br />
<strong>Napoli</strong>tano non ha ancora risposto<br />
al nostro appello”.<br />
“Una mob<strong>il</strong>itazione che prevede un piccolo<br />
contributo, anche di dieci euro a persona, potrebbe<br />
salvare radio Onda Pazza e consentire<br />
<strong>il</strong> pagamento delle utenze per la messa in<br />
onda dei programmi e <strong>il</strong> mantenimento dei<br />
corsi per i ragazzi. E’possib<strong>il</strong>einviareipropriaiuti<br />
al conto corrente 00000120809 o con un bonifico<br />
all’ Iban IT 47 L0501803400000000120809 (Banca<br />
Etica di <strong>Napoli</strong>, intestato all’Arci di San Giovanni).<br />
“Queste cifre sono contenute anche nell’appello<br />
che Michele Langella ha fatto girare sul<br />
web. Si tratta dell’estremo passo per evitare<br />
la chiusura.<br />
Chiediamo a chi può e vuole, un contributo<br />
economico che ci permetta di proseguire<br />
nelle nostre attività – osserva Michele - e di<br />
mantenere aperto un luogo fondamentale<br />
per quei tanti ragazzi che rischiavano e rischiano<br />
di essere coinvolti e irretiti da quella<br />
piovra che è <strong>il</strong> mondo della malavita organizzata”.<br />
<strong>il</strong>. urb.<br />
Sede di radio Onda Pazza<br />
Indennità di carcere per famiglie di spacciatori<br />
speciale indennità, un vero e proprio sussidio,<br />
che varia a seconda dell’importanza dell’aff<strong>il</strong>iato<br />
al clan e che vengono pagate,<br />
naturalmente, dai boss. IN base ad<br />
un’agenda sequestrata ad Anna Cerrone,<br />
viene stab<strong>il</strong>ito che l’indennità settimanale<br />
non può essere inferiore ai 100 euro. Se la famiglia<br />
da assistere è di qualcuno particolarmente<br />
nella gerarchia, si arriva ai 150 e anche<br />
ai 200 euro alla settimana.<br />
Mafioso “uomo di pace”<br />
“E’ un uomo di pace! Ha fatto del bene a<br />
tutti!”, così urlava una donna, che inveiva<br />
verso agenti di Polizia. Colpevoli, questi ultimi,<br />
di portare in carcere Giovanni Tegano.<br />
E’ accaduto a Reggio Calabria <strong>il</strong> 27 apr<strong>il</strong>e<br />
scorso e l’uomo tenuto stretto fra due poliziotti<br />
era un boss della ‘ndrangheta, considerato<br />
fra i 30 latitanti più pericolosi. Scovato<br />
dopo 17 anni di latitanza, Tegano è fra i pochi<br />
sopravvissuti alla guerra di mafia che, fra l’88<br />
e <strong>il</strong> ’91, aveva lasciato a terra 600 morti. Condannato<br />
all’ergastolo, <strong>il</strong> mafioso è stato applaudito<br />
da centinaia di persone assiepate<br />
davanti alla Questura di Reggio Calabria.<br />
Ortofrutta: patto mafia-camorra<br />
Un vero e proprio regime di monopolio.<br />
‘Ndrangheta, camorra, mafia: insieme per ge-