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Don Luigi Cio
Le mafie presenti si evolvono. La capacità di
cambiamento non va sottovalutata. Sta nascendo
una quinta mafia molto borghese.
Una mafia di colletti bianchi, di finanziarie.
Un sistema criminale che fa da banca a piccole
e medie imprese.
La legge 106/96 prevede l’uso sociale dei
beni confiscati alle mafie. Come avete vinto
questa battaglia?
E’ una legge di iniziativa popolare , sono
state raccolte un milione di firme dall’associazione
Libera. La legge prevede che i beni
immobili possono essere assegnati dai comuni,
a titolo gratuito, a comunità, associazioni
di volontariato e cooperative sociali.
E’ vero che oggi i beni confiscati sono utilizzati
a discrezione dei governi locali e non
sempre per il sociale?
Chiariamo. Il 36 % dei beni che non può essere
utilizzato, si trova sotto ipoteca delle
banche. Bisogna trovare un modo per togliere
le ipoteche e metterli in vendita. Per
ora i termini per la vendita sono stati prorogati.
Se dopo alcuni mesi il bene non viene utilizzato,
è messo all’asta?
Prima sì. Oggi l’asta è stata annullata. Molti
pensavano che in questo modo il bene veniva
ricomprato dalle stesse organizzazioni.
Attraverso dei prestanome?
Interviste
Esatto. Il 30% dei beni è intestato a prestanome.
Ma c’è dell’altro.
Cosa?
Un problema trasversale che Libera si è impegnata
a risolvere in collaborazione con il
Parlamento europeo. La Confisca a uso sociale
a livello europeo.
Cioè?
Le grandi famiglie criminali investono all’estero
i loro contanti. Dobbiamo portare in
Europa l’esperienza legislativa della confisca
dei beni ai mafiosi ed il loro utilizzo sociale.
E’ cambiato qualcosa con la nascita della
Agenzia?
Il 16 marzo 2010 è stata inaugurata l’Agenzia
Nazionale dei beni sequestrati e confiscati
alla mafia e ritengo sia un segnale importante.
Ora è necessario che sia efficace ed
operativa. Resta un dubbio.
Quale?
Riguarda la Finanziaria 2006 sulla confisca
dei beni ai corrotti. Vorremmo sapere quali
sono i provvedimenti presi.
Situazione del governo oggi?
Il governo dovrebbe dedicare maggiore attenzione
al terzo settore, che spesso deve
farsi carico delle situazioni senza l’appoggio
dello stato.
Se le cose non funzionano è colpa del governo?
Non dobbiamo mai generalizzare. Tutti devono
rispettare le leggi. Siamo tutti responsabili,
lo stato deve fare la sua parte ma noi
cittadini dobbiamo assumerci le nostre responsabilità.
Don Luigi, l’obiettivo è di non fermarsi mai?
C’è un’Italia che si muove, ci sono milioni di
ragazzi che lottano insieme contro le mafie,
che si impegnano per usare la propria libertà
per liberare chi non ce l’ha.
I giovani al primo posto?
Si. Bisogna dar spazio alla creatività dei ragazzi,
alla loro intelligenza. Un esempio? La
manifestazione Reggio. Questo è solo uno
dei tanti slogan per far capire alle persone
che il cambiamento è in ognuno di noi.
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