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Ingroia: “Viviamo in emergenza democratica”<br />
“A rischio l’eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge”<br />
di Rosario Pastore<br />
Giudice Ingroia, a che punto è la lotta alla<br />
malavita organizzata?<br />
Sono stati fatti passi avanti e mi riferisco innanzitutto<br />
al controllo del territorio. E questo<br />
grazie all’abnegazione e al grandissimo lavoro<br />
delle forze dell’ordine, che hanno consentito,<br />
specialmente nel territorio di Palermo, di effettuare<br />
un efficace contrasto al controllo del<br />
territorio da parte della mafia. Una grande<br />
professionalità che ha consentito anche di accorciare<br />
i tempi di latitanza dei grossi mafiosi.<br />
Sul piano dell’efficienza, sono stati fatti<br />
enormi passi avanti.<br />
Il fenomeno della collusione fra malavita organizzata<br />
e politica è ancora preoccupante? E<br />
se sì, in che misura?<br />
Ecco, in questo particolare settore della lotta<br />
alla mafia, non si sono fatti significativi passi<br />
avanti. Poiché la malavita organizzata si è venuta<br />
a trovare in difficoltà nel controllo del<br />
territorio, è diventata essenzialmente mafia<br />
finanziaria. Si è rivolta al mondo economico,<br />
inserendosi in maniera preoccupante. Che<br />
cosa è accaduto? Che la mafia è entrata essenzialmente<br />
nei salotti buoni di Palermo ed<br />
ha intrecciato rapporti sempre più stretti con<br />
<strong>il</strong> mondo politico. Creando <strong>il</strong> fenomeno di una<br />
collusione che si è fatta veramente preoccupante.<br />
A questo proposito, lei in più occasioni ha<br />
parlato della necessità di un’anagrafe dei<br />
conti correnti bancari. A che cosa servirebbe?<br />
Nelle indagini di tipo finanziario, ci troviamo<br />
ancora a dover combattere con tempi estremamente<br />
lunghi. Prima di avere informazioni,<br />
passano a volte anche mesi. Un’anagrafe dei<br />
conti a disposizioni degli uffici delle Procure<br />
consentirebbe un’integrazione immediata<br />
delle indagini, con la radiografia dello stato finanziario<br />
dell’indagato. Considerato, come<br />
dicevo prima, che oggi la mafia è essenzialmente<br />
di tipo finanziario, è fac<strong>il</strong>e arguire di<br />
quanto si snellirebbero le indagini liberate<br />
dai vincoli bancari.<br />
Secondo lei, la società civ<strong>il</strong>e ha ancora paura<br />
della mafia?<br />
40<br />
Interviste<br />
“Lalottaallamafiahabisogno<br />
di continuità, che può essere<br />
assicurata solo dalla politica.<br />
Manca un progetto autentico<br />
in materia”<br />
Credo che la paura della mafia sia un po’ calata.<br />
Vedo un atteggiamento sempre più coraggioso.<br />
Un nuovo collaboratore, qualche<br />
settimana fa, mi diceva che sempre più attualmente<br />
è <strong>il</strong> mafioso che comincia ad avere<br />
paura della società civ<strong>il</strong>e. Oggi ci troviamo di<br />
fronte alla denuncia della vittima del pizzo,<br />
per esempio. Questo è un passo avanti. Il problema<br />
non è più la paura della mafia ma la<br />
convenienza a mettersi dalla sua parte. Conviene<br />
pagare e affiancare la mafia invece di<br />
affrontare le noie di una denuncia dell’estorsore,<br />
di recarsi dal magistrato, di prendere<br />
parte a un processo. In definitiva, in questo<br />
momento non c’è <strong>il</strong> problema di vincere la<br />
paura della mafia ma di abbattere un atteggiamento<br />
di convivenza o di convenienza.<br />
Recentemente, c’è stata polemica fra lei e <strong>il</strong><br />
direttore del TG1, Augusto Minzolini. Ci<br />
vuole riassumere i termini della questione?<br />
Tutto è nato dalla distorsione di un mio intervento.<br />
In esso, avevo espresso le mie preoccupazioni<br />
per le sorti della democrazia,<br />
rispetto a una legislazione che, con le in iniziative<br />
sul processo breve e sulle intercettazioni,<br />
sempre meno uguale e sempre più<br />
disuguale e che non garantisce, quindi, a mio<br />
parere, un ‘effettiva eguaglianza di fronte alla<br />
legge, che è un principio fondamentale della<br />
nostra Carta Costituzionale. Si può contrastare<br />
la mafia solo con una legislazione che<br />
sui guadagna <strong>il</strong> massimo della fiducia e del rispetto<br />
dei cittadini. Non tocca alla magistratura<br />
assumersi compiti che non le spettano.<br />
Tocca, piuttosto, ai cittadini farsi parte attiva,