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Gli imprenditori vessa dallo strozzinaggio<br />

Si calcola che siano 532m<strong>il</strong>a le famiglie a rischio nel Mezzogiorno<br />

di Beniamino Daniele<br />

È ancora terrorizzato per quello che ha subito<br />

in tutti questi anni e non vuole che si sappiano<br />

<strong>il</strong> suo vero nome e dove vive. Giuseppe,<br />

nome di fantasia, è un imprenditore<br />

del Casertano. Opera e lavora nella terra dei<br />

casalesi, dove ha una ditta di lavorazione del<br />

marmo che più volte ha subito attentati intimidatori<br />

da parte della camorra. Qualche<br />

anno fa si è deciso a denunciare i suoi estorsori,<br />

ma da quel momento si può dire che<br />

siano cominciati i suoi veri problemi.<br />

A “taglieggiarlo” stavolta è quella che defini-<br />

“La vicenda di Giuseppe, che<br />

opera nel Casertano: spesso<br />

sonoleBanchechespingono<br />

fralebracciadegliusurai.Dopo<br />

la mia denuncia, mi è stato<br />

revocato<strong>il</strong>fido”<br />

sce la “criminalità legalizzata”, <strong>il</strong> sistema delle<br />

banche. “In molti casi sono proprio loro che<br />

ti spingono tra le braccia degli usurai - dice<br />

Giuseppe - e quando ti decidi a denunciare,<br />

in barba a tutti i protocolli d’intesa, ti creano<br />

una miriade di altri problemi. A me, per<br />

esempio, sono stati revocati i fidi e sono tornato<br />

alla situazione disperata di partenza”.<br />

Secondo una ricerca dalle associazioni antiracket<br />

e dei contribuenti effettuata nel 2008,<br />

la totalità delle persone finite nelle grinfie<br />

degli usurai aveva prima contattato istituti di<br />

credito con esito negativo e, una volta denunciati<br />

gli estorsori, sono rarissime le banche<br />

che aiutano gli imprenditori.<br />

Eppure per difendere e poi sostenere le vittime<br />

del racket e dell’usura sono stati firmati<br />

numerosi accordi e protocolli d’intesa.<br />

Nel 2003 Ministero dell’Interno, Commissario<br />

straordinario di Governo per <strong>il</strong> coordinamento<br />

delle iniziative antiracket e antiusura,<br />

30<br />

Inchieste<br />

l’Associazione bancaria italiana (Abi), le associazioni<br />

di categoria, associazioni e fondazioni<br />

antiusura a i Confidi firmarono <strong>il</strong><br />

“Protocollo d’intesa per la prevenzione dell’usura<br />

e la migliore ut<strong>il</strong>izzazione delle risorse<br />

del fondo speciale antiusura”.<br />

Quattro anni dopo, nel 2007, Ministero dell’Interno,<br />

Banca d’Italia, Abi e alcuni soggetti<br />

istituzionali e sociali sottoscrissero un altro<br />

accordo quadro per rendere più proficuo <strong>il</strong><br />

rapporto di collaborazione.<br />

Carta straccia, tutto inut<strong>il</strong>e. Secondo gli im-<br />

“Inuliiprotocollid'intesatra<br />

Ministero dell'Interno, Banca<br />

d'Italia, Abi e altre istuzioni.<br />

C'è chi è stato costreo a<br />

vendere, ma anche chi non si<br />

arrende”<br />

prenditori finiti nella morsa della criminalità,<br />

i protocolli sono inefficaci e in tutti i casi le<br />

banche si guardano bene dal rispettarli.<br />

Ma a cosa ci riferiamo quando parliamo di<br />

racket e di usura? Secondo i dati raccolti dalle<br />

associazioni antiracket e dei contribuenti, si<br />

tratta di un problema che coinvolge 300.000<br />

commercianti dei quali 160.000 pagano regolarmente<br />

<strong>il</strong> ‘pizzo’ e 140.000 sono preda<br />

degli strozzini, per un giro d’affari complessivo<br />

di 2 m<strong>il</strong>ioni e 600m<strong>il</strong>a euro.<br />

Non sono solo i proprietari di attività<br />

commerciali a essere taglieggiati.<br />

Niente e nessuno sembra sfuggire ai<br />

tentacoli della ‘piovra’ e, secondo la ricerca,<br />

a finire nelle maglie della criminalità<br />

sarebbero anche i cosiddetti<br />

insospettab<strong>il</strong>i: notai, commercialisti,<br />

studi professionali e abitanti di condomini<br />

che regolarmente pagano la tassa<br />

dell’<strong>il</strong>lecito.

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