scarica il pdf - CSV Napoli

Manifestan in piazza Duomo durante il corteo di Libera a Milano
Squadra Mobile di Milano dispone di una
mappa dove ogni centro di una certa importanza,
compreso tra il capoluogo e il confine
con la Svizzera, è colonizzato. A scorrere la
lista ci si imbatte in cognomi tristemente noti
con il marchio di ‘ndrine. Trezzano sul Naviglio,
Cesano Boscone e Buccinasco sono il
“regno” dei Barbaro-Papalia di Platì, l’area dell’Ortomercato
è sotto lo scacco dei Morabito-
Bruzzaniti-Palamara, il territorio di Legnano è
nelle mani delle cosche dei Novella e Rispoli. E
così via, fino a non lasciare scoperto neanche
il più piccolo comune. Si stringono alleanze
con Cosa nostra e con la Camorra, e si riproducono
nei quartieri modelli sociali tipici delle
zone di provenienza.
“Dobbiamo dimenticare l’idea del mafioso
coppola e lupara – ha recentemente affermato
Alberto Nobili, Procuratore aggiunto di
Milano e uomo di prima linea nel contrasto
alla criminalità organizzata al nord – Nel settentrione
la ‘ndrangheta ha una presenza consolidata
con una marcata penetrazione nel
circuito economico. Le famiglie hanno una
forte capacità di rigenerazione. Si possono arrestare
i nonni, i padri e i figli, ma poi ci sono i
nipoti pronti a portare avanti le tradizioni.
Siamo alla seconda e terza generazione di malavitosi.
Gente non più trapiantata, ma che è
Inchieste
nata e cresciuta proprio in questi territori”.
A metterlo nero su bianco è anche il Sostituto
procuratore di Milano, Ferdinando Pomarici:
“Il modus operandi delle cosche calabresi - ha
scritto nella sua relazione inviata a dicembre
2009 alla Commissione parlamentare antimafia
- integra una forma di controllo sociale e
ambientale selettiva e strettamente funzionale
alla conduzione del programma criminoso
in un’area geografica diversa per cultura,
mentalità e abitudini rispetto a quella di origine.
Un’attività estremamente pericolosa per
la sua occulta pervasività e per gli effetti provocati
sulle persone e sul mercato, la cui turbativa
esercita gravi compromissioni anche
sull’economia”.
Neanche la politica sembra immune alla colonizzazione
malavitosa. L’ultimo episodio ha
portato in carcere lo scorso febbraio l’ex sindaco
di Trezzano sul Naviglio (in quota centrosinistra)
e un consigliere comunale del
Popolo della Libertà. Secondo l’accusa avrebbero
preso tangenti per agevolare gli affari
della Kreiamo, una società immobiliare probabilmente
legata alla famiglia Papalia. Appalti
di ogni genere dietro cui sembra
nascondersi l’ombra della ‘ndrangheta.
Intorno ai clan viaggiano anche le commesse e
i lavori per le grandi opere: alta velocità ferroviaria
e ampliamento dell’autostrada A4 in
25