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Dal Centro al Nord la mappatura delle mafie
Gli insediamenti di cosche, clan e ‘ndrine lungo lo stivale
di Lara Vardanni
Fenomeni territoriali, ma non solo. È notorio
che la criminalità organizzata meridionale è
fortemente radicata al proprio territorio di
appartenenza, da cui trova linfa ed in alcuni
casi anche la propria ragion d’essere; ma è altrettanto
accertato che ‘ndrangheta, camorra
e mafia estendono i loro interessi, prevalentemente
economici, anche nel resto d’Italia e
talvolta varcano i confini nazionali.
Al fenomeno sono dedicati una serie di dossier
territoriali mirati su alcune delle principali
città italiane.
Particolarmente preoccupante lo scenario relativo
a Roma e Milano.
Come si evince dalla mappa su Milano, in
questa zona viene praticato qualunque tipo
di attività illecita. Gli enormi proventi di questi
affari, secondo un meccanismo ben collaudato,
avviano una seconda fase
dell’organizzazione: ingenti quantità di denaro
vengono infatti ripulite con attività legali:
ristoranti, club, bar, autosaloni, negozi di
abbigliamento, finanziare, grandi magazzini.
La presenza di associazioni a delinquere, fenomeno
storicamente presente in Lombardia,
è caratterizzato da gruppi criminali
affiliati ai clan malavitosi di Campania, Calabria
e Sicilia, che spesso si intrecciano, sovrapponendosi,
anche nelle medesime zone,
specialmente nel centro cittadino. La stessa
DIA ha evidenziato come vi sia una presenza
massiccia di elementi collegati alla ‘ndrangheta.
La zona orientale della Regione, soprattutto
le Province di Bergamo e Brescia, sono territorio
di conquista per le mafie straniere, specie
albanese e nigeriana.
Concentrandoci sulla città di Milano scopriamo
che la città rimane sotto l’influenza
di una strana pax mafiosa tra le varie mafie
italiane.
La ‘ndrangheta rimane la mafia dominante in
Lombardia e quindi anche nel suo capoluogo,
occupando i territori a sud-ovest, come i centri
di Buccinasco e Cesano Boscone, con le famiglie
Papalia, Mazzaferro e Di Giovine e i
territori a est, come la zona dell’ortomercato
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Inchieste
“Dalla Chinatown di Milano
alle cosche dei Castelli
Romani e della Magliana,
come la malavita meridionale
è riuscita a infiltrarsi”
di via Lomboroso, un vero e proprio quartier
generale della ‘ndrangheta, con il clan Morabito-Bruzzantini-Palamara.
La zona a nord del capoluogo lombardo, invece,
è il quartier generale di Cosa Nostra
specialmente nei territori di San Siro.
Vicino al centro città si sono sviluppate invece
tutte le mafie straniere come la cinese, nella
zona di Chinatown, quella nordafricana, nella
zona fashion di Corso Como, quella albanese
e quella rumena nelle vicinanze della Stazione
Centrale.
Non manca certo anche un’infiltrazione importante
in città anche della camorra, con la
famiglia Zagaria, del clan dei Casalesi, specialmente
nella zona sud-est e sui territori attigui
ai Navigli.
“Tale situazione fa pensare ad una diversificazione
della strategia della criminalità organizzata,
di cui ancora non comprendiamo i
contorni, ma che chiaramente viene sottovalutata
da parte delle Istituzioni”, commenta
la sociologa Monia Napolitano, che ha coordinato
la redazione dei dossier.
Recentissima (29 aprile) la presentazione del
dossier relativo alla capitale, aggiornato con i
dati del numero verde antiusura della Provincia
di Roma.
Accanto alle forme di criminalità organizzata
classica – si evidenzia nello studio – si assiste
oggi a Roma e nel Lazio a fenomeni di alleanze
e all’espansione di nuovi patti criminali
tra infiltrazioni nostrane e altre di diversa
etnia. Oltre a mafia, ’ndrangheta, camorra,
evidenti sono gruppi criminali identificabili
come le “nuove mafie”. Cinesi, nigeriani, al-