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Isaia Sales, scriore<br />
di vigliaccheria dei rappresentanti della Chiesa<br />
o di qualcosa di più profondo? Anche chi non<br />
crede riconosce alle religioni un presidio morale<br />
contro <strong>il</strong> male. Tutte le religioni tentano,<br />
ciascuna a proprio modo, di contenere <strong>il</strong> male<br />
che si sprigiona dall’uomo. Ancora di più ciò<br />
viene riconosciuto alla religione di Cristo. Ma<br />
se degli assassini non provano neanche rimorso<br />
per quello che fanno, si fanno <strong>il</strong> segno<br />
della croce prima di ammazzare, vuol dire che<br />
una credenza religiosa è riuscita a dare buona<br />
coscienza ai mafiosi e a farli sentire legittimati<br />
nelle loro azioni.<br />
L’ossessione della Chiesa per i peccati legati<br />
alla sfera sessuale l’ha privata nel Sud del<br />
ruolo di guida nella lotta alle più agguerrite<br />
organizzazioni criminali che <strong>il</strong> nostro Paese ha<br />
prodotto nella storia. La scomunica è stata<br />
usata sia per i suoi avversari ideologici (socialisti,<br />
comunisti) sia per coloro che non rispettano<br />
le sue prescrizioni in materia<br />
sessuale e matrimoniale. Un divorziato non<br />
può accedere ai sacramenti ma un Provenzano,<br />
un Riina sì. Anzi, ad alcuni capi mafia i<br />
sacramenti sono stati portati nel loro rifugi di<br />
ricercati. Non è venuto <strong>il</strong> momento di risolvere<br />
radicalmente questa storica contraddizione?<br />
Contributi<br />
Sepe in controtendenza:<br />
“Denunciate i criminali“<br />
Pompei, 11 maggio scorso. Nella sala del teatro<br />
“Di Costanzo Mattiello” dell’Istituto Bartolo<br />
Longo, davanti a una platea di 25 vescovi e 600<br />
sacerdoti arrivati da ogni parte della Campania,<br />
<strong>il</strong> cardinale Crescenzio Sepe ha lanciato un monito<br />
destinato a destare scalpore. L’arcivescovo<br />
di <strong>Napoli</strong> è estremamente chiaro nel suo invito.<br />
“Uscite dalle chiese, andate per le strade e denunciate<br />
i camorristi senza dargli tregua”.<br />
L’incontro era stato organizzato dalla Conferenza<br />
Episcopale Campana, con la Facoltà di Teologia<br />
dell’Italia Meridionale, in occasione dell’Anno Sacerdotale<br />
voluto da Benedetto XVI.<br />
“Quello della camorra - ha proseguito Sepe - è<br />
un cancro maligno che bisogna assolutamente<br />
estirpare. La criminalità organizzata sta soffocando<br />
i territori della regione e delle città. Per<br />
questo, bisogna assolutamente che lasciamo sagrestie<br />
e stanze vescov<strong>il</strong>i e andiamo in mezzo alla<br />
gente”.<br />
Il cardinale ha chiaramente aggiunto che le sue<br />
parole erano rivolte a tutti. Non solo ai preti delle<br />
frontiere o ai parroci che operano nei quartieri<br />
diffic<strong>il</strong>i della città.<br />
“Perché - ha spiegato - <strong>Napoli</strong> è una città di frontiera.<br />
Non ha zone franche. La camorra è presente<br />
nelle zone disadattate così come in quelle<br />
della media e alta borghesia. Riscontriamo la<br />
presenza della malavita organizzata a Scampia<br />
così come al Vomero o a Pos<strong>il</strong>lipo”.<br />
“La gente - ha detto ancora <strong>il</strong> cardinale - ci chiede<br />
delle risposte e dobbiamo essere in grado di dargliele.<br />
Bisogna, dunque, lasciare le sagrestie e le<br />
eleganti stanze vescov<strong>il</strong>i ed andare in mezzo agli<br />
altri, affrontando le sfide che arrivano dal nostro<br />
territorio, specialmente in questo particolare<br />
momento di crisi economica e sociale”.<br />
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