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la dottrina platonica del linguaggio - Rocco Li Volsi – Saggi

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possiede, poiché allo stesso modo in cui noi possiamo immaginare più cerchi di diverso diametro o costruirli al tornio, altrettanto<br />

possiamo fare con <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> ‘dipinta’ nell’immaginazione ed esteriorizzata “<strong>del</strong><strong>la</strong> voce emettendo una parte”. 27<br />

<strong>Li</strong>nguaggio fonetico e <strong>linguaggio</strong> immaginato non sono dunque diversi, perché l’immaginazione è per P<strong>la</strong>tone il diaframma<br />

<strong>del</strong>l’anima nei confronti <strong>del</strong>le cose sensibili: essa è <strong>la</strong> facoltà di avere immagini, e prima di tutto le immagini dei sensi. La paro<strong>la</strong><br />

pronunciata è per ciò <strong>la</strong> stessa paro<strong>la</strong> immaginata, ora ‘tradotta’ in suono. 28<br />

Il paragone <strong>del</strong>le facoltà con una ‘linea’ divisa in quattro parti, che troviamo <strong>del</strong> libro sesto <strong>del</strong><strong>la</strong> Politeia, contribuisce a chiarire il<br />

problema. P<strong>la</strong>tone distingue l’opinione, che ha come oggetto <strong>la</strong> specie visibile (sensibile), dal<strong>la</strong> conoscenza, che ha come oggetto <strong>la</strong><br />

specie intellegibile: <strong>la</strong> prima si divide in immaginazione e credenza, che hanno come oggetti le immagini e le cose; <strong>la</strong> seconda, in<br />

ragione discorsiva e intelletto, che hanno come oggetti le scienze ipotetiche e il principio.<br />

Lo schema è il seguente:<br />

o p i n i o n e * c o n o s c e n z a<br />

immaginazione credenza * ragione discorsiva intelletto<br />

-------------------------+------------*----------------------------+----------<br />

immagini cose * scienze ipotetiche principio<br />

specie visibile * specie intellegibile<br />

Questa ‘linea retta’ esprime un processo ‘circo<strong>la</strong>re’, se noi riconosciamo che dal principio derivano gli intellegibili propri <strong>del</strong>le<br />

scienze, e da questi sorgono le cose e le loro immagini, le quali sono colte dal<strong>la</strong> immaginazione, che dà luogo al<strong>la</strong> credenza, e <strong>la</strong><br />

credenza diviene conoscenza, fino a giungere all’intelletto che coglie il principio.<br />

Ma nel presentare il ‘pittore’ e lo ‘scrittore’ <strong>del</strong>l’anima, Socrate, come abbiamo visto, precisa che prima avviene <strong>la</strong> ‘scrittura’, poi<br />

<strong>la</strong> ‘pittura’. Vi è dunque questa sequenza nei nostri discorsi: scrittura interiore, pittura interiore, pittura esteriore (paro<strong>la</strong> orale o<br />

scritta). Dal punto di vista <strong>del</strong>l’apprendimento invece, è sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong>l’immaginazione che si passa dalle immagini <strong>del</strong>le cose al<strong>la</strong><br />

credenza <strong>del</strong>le cose stesse, sia essa <strong>del</strong>le cose sensibili sia <strong>del</strong>le parole udite; mentre, per passare dall’opinione al<strong>la</strong> conoscenza, il<br />

materiale <strong>del</strong>l’opinione deve venire sottoposto al<strong>la</strong> ‘connessione’ razionale mediante <strong>la</strong> ragione discorsiva, per giungere tramite <strong>la</strong><br />

dialettica al principio.<br />

La genesi <strong>del</strong><strong>la</strong> conoscenza si attua secondo <strong>la</strong> successione presente nel<strong>la</strong> ricerca di cosa sia ‘conoscenza’ che si svolge nel<br />

Teeteto: dal<strong>la</strong> sensazione (immaginazione) all’opinione vera (credenza), da questa al<strong>la</strong> stessa opinione vera unita al<strong>la</strong> ragione. In<br />

quanto opinione vera unita a ragione, <strong>la</strong> conoscenza risulta poi essere:<br />

1. una manifestazione <strong>del</strong> “proprio pensiero, mediante <strong>la</strong> voce, con verbi e nomi, effigiando nelle parole che fluiscono dalle <strong>la</strong>bbra,<br />

come in acqua o specchio, l’immagine <strong>del</strong>l’opinione”;<br />

2. re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> “esposizione di ciascuna cosa per mezzo dei suoi elementi” (cioè, re<strong>la</strong>tiva ad un intero);<br />

3. con l’indicazione di “un segno onde <strong>la</strong> cosa di cui si domanda differisce da tutte le altre”. 29<br />

Condizione necessaria per il raggiungimento <strong>del</strong><strong>la</strong> conoscenza è <strong>la</strong> dialettizzazione <strong>del</strong>l’opinione vera mediante ‘nessi’. 30 La<br />

ragione dianoetica, per i nessi in cui si muove, è <strong>la</strong> facoltà ‘discorsiva’, <strong>la</strong> facoltà <strong>del</strong> <strong>linguaggio</strong>, di quel <strong>linguaggio</strong> interiore che<br />

determina ‘partitamente’ il proprio oggetto nell’immaginazione, e che lo manifesta, attraverso essa, nel<strong>la</strong> voce o nel<strong>la</strong> scrittura. Siamo<br />

giunti così al<strong>la</strong> distinzione tra ‘paro<strong>la</strong>’ per natura e ‘paro<strong>la</strong> per convenzione, e al Cratilo che esplicitamente ce ne pone il problema.<br />

Socrate, che aveva invitato ironicamente Ermogene ad affidarsi ai sofisti, “pagando loro denari e riconoscenza per giunta”,<br />

aggiunge:<br />

Se neppure questo ti soddisfa, da Omero bisogna imparare e dagli altri poeti. ERM. Che cosa dice, o Socrate, Omero sui nomi, e dove? SOCR.<br />

In molti luoghi; ma soprattutto e meglio in quelli dove distingue i nomi che alle stesse cose dànno gli dèi e gli uomini. Forse non credi<br />

ch’egli dica in questi luoghi qualcosa di grande e di mirabile sul<strong>la</strong> giustezza dei nomi? Giacché è chiaro che gli dèi, quanto al<strong>la</strong> giustezza dei<br />

nomi, adoperano proprio quelli che sono tali per natura. 31<br />

Dopo aver presentato alcuni casi in cui le stesse cose vengono denominate da dèi e da uomini con nomi diversi (“Xaénjov (Xanto),<br />

dice Omero, lo chiamano gli dèi, e gli uomini Skaémandrov (Scamandro)”), 32 Socrate distingue ancora tra nomi dati dagli uomini e<br />

27<br />

Crat. 383 a; Epist. VII 342 a ss. La distinzione che viene fatta è <strong>la</strong> seguente: idea (cerchio in sé), conoscenza (intellezione e scienza <strong>del</strong> cerchio), immagine<br />

(cerchio disegnato, ecc.), definizione, nome (‘cerchio’).<br />

28<br />

Pensiamo, ad esempio, ad un discorso pronunciato mentalmente o sognato: l’udito ode senza <strong>la</strong> mediazione <strong>del</strong>l’orecchio. In altri termini, l’immaginazione è <strong>la</strong><br />

facoltà che separa e unisce <strong>la</strong> realtà esteriore e <strong>la</strong> realtà interiore rispetto all’anima.<br />

29<br />

Theaet. 206 d; 207 c; 208 c. Il Teeteto è un altro dei dialoghi p<strong>la</strong>tonici non compresi, che per ciò passa per dialogo aporetico. In generale, non si riesce a cogliere<br />

di P<strong>la</strong>tone se non quanto egli formalmente dice, ma non quello che nasconde in ciò che dice. Nel caso di questo dialogo, si prende al<strong>la</strong> lettera quanto Socrate viene<br />

sostenendo contro le ipotesi <strong>del</strong> giovane Teeteto, e si perde l’ovvia considerazione che <strong>la</strong> negazione di singole posizioni non esclude di necessità che possano essere<br />

vere nel loro organico complesso. Così, è vero che <strong>la</strong> conoscenza non è né sensazione, né opinione vera, né opinione vera unita a ragione, ma è vero solo perché <strong>la</strong><br />

conoscenza è proprio tutte queste cose unite progressivamente: essa è una sensazione che diviene opinione vera, <strong>la</strong> quale viene fatta propria dal<strong>la</strong> ragione, secondo le<br />

tre condizioni che abbiamo sopra riportato, e cioè, esporre il proprio pensiero, nel<strong>la</strong> totalità <strong>del</strong>le sue parti, ciascuna <strong>del</strong>le quali detrminata da definizione.<br />

30<br />

In realtà, i nessi possono essere presenti anche nel<strong>la</strong> semplice opinione, così come all’interno <strong>del</strong>l’opinione si possono dare <strong>del</strong>le definizioni, ma essi<br />

rappresentano <strong>la</strong> struttura specifica <strong>del</strong><strong>la</strong> stessa ragione; e sono proprio i nessi che conducono <strong>la</strong> conoscenza fino al principio. Credo anzi che proprio nei nessi (che<br />

sono <strong>la</strong> modalità per cui <strong>la</strong> ragione è dianoetica) occorra riconoscere <strong>la</strong> struttura razionale <strong>del</strong>le parti di quell’intero che è l’identico presente nell’anima. Nel Parmenide<br />

il filosofo di Elea dice così: “Ogni cosa, io direi, è così in re<strong>la</strong>zione ad ogni cosa: o è identica o è diversa; e se non è né l’uno né l’altro, rispetto a qualche cosa, sarà una<br />

parte di ciò con cui sta in una siffatta re<strong>la</strong>zione, oppure in rapporto a questa starà come il tutto rispetto a una sua parte.” Parm. 146 b. Tutta <strong>la</strong> dialettica si dispiega da<br />

questi due contrari, che caratterizzano l’anima umana in quanto composta di identico (intelletto) e diverso (immaginazione), dei quali il primo è un intero, per <strong>la</strong><br />

partecipazione all’intero Intellegibile, e il secondo è il luogo in cui si manifestano le parti. I nessi vengono ad essere le modalità dialettiche che <strong>la</strong> ragione di necessità<br />

utilizza nel trattare dei contrari, a partire appunto dalle coppie diverso-identico, parte-intero.<br />

31<br />

Crat. 391 c-e.<br />

32<br />

Crat. 391 e. Si tratta <strong>del</strong> fiume che scorreva presso Troia.<br />

4

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