"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...
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icorderà, con la teoria dei due mon<strong>di</strong> <strong>di</strong> Lotze – cui <strong>Heidegger</strong> stesso aveva aderito nel tentativo <strong>di</strong><br />
risolvere il problema fin dall’inizio squisitamente ontologico della molteplicità dei mo<strong>di</strong> dell’essere<br />
– e proseguita dal neokantismo, laddove il valore sarà sempre più identificato con l’“irreale” 319<br />
opposto all’essere in quanto ‘realtà’, secondo una genealogia concettuale che <strong>Heidegger</strong> non<br />
smetterà mai <strong>di</strong> ‘decostruire’ fenomenologicamente, inizia dunque a rivelarglisi insufficiente,<br />
viziata com’è da eccessi teoretici che hanno da lungo tempo occultato e preso il posto, nell’analisi,<br />
delle cose stesse alle quali la fenomenologia intende tornare.<br />
Già qui, pertanto, <strong>Heidegger</strong> afferma il carattere ermeneutico-esistenziale del conoscere,<br />
sottolineandolo con la separazione dell’alfa privativo nel termine greco per ‘verità’: “L’esser vero<br />
(Þ-λήθεια) come tale non «vale» (…), nella verità in quanto verità io vivo. Non afferro l’esser vero<br />
in e attraverso un prender-valore” 320 . Inoltre, in tale <strong>di</strong>slocamento della verità dal piano della<br />
vali<strong>di</strong>tà all’Erlebnis storico-fattuale è tanto più implicito che non è più il giu<strong>di</strong>zio – e quin<strong>di</strong> il<br />
prender posizione valutante rispetto ad una associazione rappresentativa – il luogo in cui essa<br />
eminentemente si dà a vedere, ma nemmeno lo sono le Weltanschauungen che concretamente si<br />
realizzano sul piano storico, come ancora nella tesi <strong>di</strong> abilitazione <strong>Heidegger</strong> declinava il suo<br />
progetto <strong>di</strong> una metafisica dello spirito vivente.<br />
E tuttavia, l’orientamento storico che allora iniziava a delinearsi sotto l’influsso dell’istanza<br />
<strong>di</strong>ltheyana dell’esplicitazione della connessione essenziale <strong>di</strong> Erlebnis, espressione e comprensione,<br />
lungi dall’essere abbandonato viene, come noto, ulteriormente ra<strong>di</strong>calizzato e giocato in funzione<br />
pre ed anti-teoretica: “L’aver vali<strong>di</strong>tà è in fondo un fenomeno oggettivamente costituito che<br />
presuppone la intersoggettività e anche la coscienza storica in senso generale! Acquisire vali<strong>di</strong>tà,<br />
<strong>di</strong>ventar-vero non è affatto un prender-posizione” 321 . Questo il nuovo piano guadagnato da<br />
<strong>Heidegger</strong> nel confronto-approfon<strong>di</strong>mento con la fenomenologia. Qual è, ora in positivo, l’idea<br />
genuina della filosofia in quanto scienza <strong>di</strong> principio? Per impostare la risposta a tale domanda<br />
<strong>Heidegger</strong> riparte dal problema metodologico ultimo e più elementare sul quale lo stesso metodo<br />
costruttivo neokantiano, così come quello descrittivo <strong>di</strong> Dilthey e Natorp e per certi versi anche<br />
husserliano 322 , si era arenato: il problema della datità originaria: “Con la descrizione non vado oltre<br />
319<br />
H. RICKERT, Gegenstand, III, cit., p. 259, cit in M. HEIDEGGER, Per la determinazione della filosofia, cit., p. 197.<br />
320<br />
Ivi, pp. 56-57; a tal proposito ha osservato limpidamente Eugenio Mazzarella: “La Kriegsnotsemester avvia questa<br />
condensazione del campo concettuale «fatticità» proponendo il superamento della «circolarità» formale tra materiale<br />
empirico e norma ideale, tra fatto e valore, in cui esita contrad<strong>di</strong>ttoriamente l’istanza neokantiana <strong>di</strong> autodefinizione<br />
trascendentale della filosofia come scienza originaria senza presupposti, in <strong>di</strong>rezione dell’unico ra<strong>di</strong>camento<br />
effettivamente possibile per un’autopresupposizione della filosofia in cui essa non <strong>di</strong>penda da nessun’altra scienza e<br />
dall’oggetto apprestatogli da nessun’altra scienza: nella <strong>di</strong>mensione preteoretica, fattizia dell’Io pienamente storico<br />
come Umwelterlebnis”; E. MAZZARELLA, <strong>Heidegger</strong> a Friburgo, in ID., Ermeneutica dell’effettività. Prospettive ontiche<br />
dell’onotologia heideggeriana, Napoli 1993, pp. 24-25.<br />
321<br />
M. HEIDEGGER, Per la determinazione della filosofia, cit., p. 58.<br />
322<br />
“Qual è ora l’autentico significato della circostanza che entrambe le soluzioni [quella realistico-critica e quella<br />
idealistico-oggettiva, n.d.a.] si attengono al fatto delle scienze della natura? Non si tratta solamente del naturalismo, così<br />
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