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"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

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Wertphilosophie, nelle sue origini a partire da Lotze fino a Cohen e poi a Windelband, Rickert e<br />

Lask – è infatti la <strong>di</strong>stinzione operata per primo da Windelband, ma resa a sua volta possibile da<br />

quella brentaniana tra giu<strong>di</strong>zio e rappresentazione, tra giu<strong>di</strong>zi e valutazioni, laddove la <strong>di</strong>fferenza<br />

fondamentale consiste nel fatto che “il pre<strong>di</strong>cato del giu<strong>di</strong>zio è una «determinazione fissa, ricavata<br />

dal contenuto dell’oggettivamente rappresentato», il pre<strong>di</strong>cato della valutazione è una «relazione<br />

che rimanda a una coscienza la quale pone uno scopo»” 305 , e cioè quello del raggiungimento<br />

vali<strong>di</strong>tà universale ad opera della “coscienza normale”.<br />

Ciò comporta la fatale conseguenza <strong>di</strong> una separazione artificiale (teoretica) – che nel suo<br />

‘canone storiografico’ <strong>Heidegger</strong> considererà sempre peculiare <strong>di</strong> tutta la moderna filosofia della<br />

soggettività a partire da Cartesio, fatta salva, tramite la me<strong>di</strong>azione dell’Einleitung <strong>di</strong>ltheyana,<br />

l’importanza <strong>di</strong> Agostino nel determinare lo spostamento dell’occhio platonico, che nella paidéia<br />

alla orthótes mira pur sempre al carattere <strong>di</strong> manifestatività della physis, verso l’inquietum cor<br />

nostrum, il foro interiore in cui nel <strong>di</strong>alogo con Dio per primo si pone l’esigenza della certezza della<br />

salvezza 306 – impossibile poi a ricomporsi per via costruttiva, tra fatto e norma, essere e dover-<br />

essere, logica (normativa) e psicologia, soggetto e oggetto (poi esserci e mondo), separazione dalla<br />

quale “i <strong>di</strong>fensori del metodo teleologico sono per così <strong>di</strong>re affascinati (…) e non si accorgono che<br />

teoreticamente hanno solo rotto i ponti tra le due sfere per stare sconsolati su una delle due rive” 307 .<br />

Il cortocircuito del metodo teleologico <strong>di</strong>venta particolarmente evidente nell’opera <strong>di</strong> Rickert, in<br />

cui, tra le prime due e<strong>di</strong>zioni del Gegenstand der Erkenntnis, rispettivamente del 1892 e del 1904, e<br />

la terza del 1915, segnatamente nello Zwei Wege der Erkenntnistheorie del 1909, è possibile<br />

riscontrare l’influenza <strong>di</strong> Lask e delle Ricerche Logiche <strong>di</strong> Husserl; quest’ultimo, con la sua<br />

relazione <strong>di</strong> Heidelberg del 1909, Gibt es ein Primat der praktischen Vernunft in der Logik? 308 ,<br />

aveva operato “in fondo una ripetizione della «Critica <strong>di</strong> ogni logica normativa» che Husserl ha<br />

fornito nel primo volume delle Ricerche Logiche” 309 .<br />

<strong>Heidegger</strong> è come sempre ra<strong>di</strong>cale nel denunciare le carenze del metodo del vecchio maestro: “I<br />

<strong>di</strong>fetti principali <strong>di</strong> questa assenza <strong>di</strong> metodologia [!] – ancora da analizzare – si manifestano nel<br />

fallimento riguardo a un aspetto necessario del complesso problematico – rispetto al problema del<br />

soggetto – e soprattutto nel fatto che anche la seconda via risente necessariamente <strong>di</strong> quei <strong>di</strong>fetti,<br />

mentre i risultati, che dovrebbero concordare con quelli del primo, sono <strong>di</strong> tipo ancora più<br />

305<br />

Ivi, p. 153; le citazioni <strong>di</strong> <strong>Heidegger</strong> sono tratte dall’opera <strong>di</strong> W. WINDELBAND, Was ist Philosophie?, in Prälu<strong>di</strong>en,<br />

cit., I, p. 29.<br />

306<br />

Su questi passaggi cfr. M. HEIDEGGER, Nietzsche, Pfullingen 1961, ed. it. a cura <strong>di</strong> F. Volpi, Milano 1994, pp. 881-<br />

887 (Il mutamento della verità nella certezza).<br />

307<br />

M. HEIDEGGER, Per la determinazione della filosofia, cit., p. 62.<br />

308<br />

E. LASK, Gibt es ein Primat der praktischen Vernunft in der Logik?, in Bericht über den III. Internationalen<br />

Kongreß für Philosophie zu Heidelberg, 1-5 settembre 1908 (a cura <strong>di</strong> Th. Elsenhans), Heidelberg 1909.<br />

309<br />

Ivi, p. 181; sul rapporto tra Rickert e Husserl si veda G. GIGLIOTTI, Dal giu<strong>di</strong>zio alla rappresentazione. Rickert e le<br />

domande della fenomenologia al neokantismo, in S. BESOLI - M. FERRARI - L. GUIDETTI (a cura <strong>di</strong>), Neokantismo e<br />

fenomenologia, cit., pp. 39-61.<br />

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