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"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

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partire dal metodo critico <strong>di</strong> Kant, “si capovolse in una <strong>di</strong>alettica costruttiva” 300 , e <strong>di</strong> Hegel,<br />

ideatore <strong>di</strong> una “speculazione che scivola via su fatti che la <strong>di</strong>sinteressano, tipica <strong>di</strong> ogni <strong>di</strong>alettica<br />

deduttiva” 301 alla quale si avvicinerebbero “i marburghesi” 302 – la giusta esigenza metodologica<br />

della “preliminare fornitura del materiale”, cioè l’esigenza o la necessità che la valutazione si<br />

eserciti sempre in conseguenza <strong>di</strong> una previa datità, che la filosofia dei valori trova negli ambiti<br />

della psicologia e della storia: “La scelta, dunque, che sottostà al criterio del riferimento ideale al<br />

pensiero universalmente valido (e vero), presuppone già la datità <strong>di</strong> ciò che va scelto, <strong>di</strong> ciò che va<br />

valutato teleologicamente. La fondazione assiomatico-teleologica perderebbe ogni senso senza un<br />

qualcosa da scegliere che sia già pre-dato e dunque più in generale giu<strong>di</strong>cabile. La psicologia e la<br />

storia superano la mancanza fondamentale del metodo <strong>di</strong>alettico attraverso la loro funzione<br />

metodologica del preliminare fornire il materiale” 303 .<br />

Ma, ancora, per selezionare e valutare il materiale nella sua eterogeneità caotica, la conoscenza<br />

deve pur sempre presupporre il valore come ideale normativo in riferimento a cui essa, in quanto<br />

valutazione, solo può procedere a tale selezione. Ecco il punto critico che l’analisi heideggeriana del<br />

metodo teleologico della filosofia dei valori vuole mettere in luce, e che segna l’abbandono, da<br />

parte <strong>di</strong> <strong>Heidegger</strong>, della concezione della verità come vali<strong>di</strong>tà, fenomeni che in tale filosofia si<br />

rimandano contrad<strong>di</strong>ttoriamente l’un l’altro senza giungere ad una chiarificazione <strong>di</strong> principio della<br />

loro essenza, ciò in cui consiste la circolarità ‘inautentica’ del metodo neokantiano. Se la filosofia,<br />

come scienza del sapere in quanto tale, non può mai iniziare con un determinato ambito oggettuale,<br />

ma solo dal fatto stesso del sapere, cioè da se stessa, ciò comporta necessariamente la circolarità<br />

inelu<strong>di</strong>bile del suo procedere, circolarità che, come mostrerà <strong>Heidegger</strong> in Essere e Tempo, può<br />

essere ‘risolta’ solo con una chiarificazione ra<strong>di</strong>cale dei presupposti stessi <strong>di</strong> volta in volta in gioco<br />

nel conoscere 304 , ciò che la filosofia dei valori, nel rimando del dato alla norma, della logica alla<br />

psicologia, e dunque della verità al valore e viceversa, mancherebbe del tutto.<br />

Il fondamento ultimo sul quale il metodo della filosofia dei valori si basa – e che <strong>Heidegger</strong><br />

ricostruisce, nel corso del semestre successivo su Phänomenologie und transzendentale<br />

300<br />

Ivi, p. 46.<br />

301<br />

Ivi, p. 49.<br />

302<br />

“E’ vero che, proprio a fianco <strong>di</strong> questo «empirismo trascendentale», la scuola – scientificamente molto significativa<br />

– «dei Marburghesi» si muove, in una nuova <strong>di</strong>rezione, verso una <strong>di</strong>alettica che porta molto vicino a Hegel”; ibid.<br />

303<br />

Ivi, pp. 49-50. Nell’istanza della preliminare fornitura del materiale, Kisiel vede ancora l’influsso del principio<br />

laskiano della determinazione materiale della forma il quale, una volta chiarita la ‘cattiva circolarità’ del metodo<br />

teleologico neokantiano, determinerà, come si vedrà poco oltre, il <strong>di</strong>slocamento dell’indagine fenomenologica<br />

heideggeriana alla più originaria sfera del preteoretico; T. KISIEL, Why Students of <strong>Heidegger</strong> Will Have to Read Emil<br />

Lask, cit., pp. 221-222.<br />

304<br />

Già in apertura del corso, circa l’impostazione del problema dell’idea <strong>di</strong> filosofia, <strong>Heidegger</strong> aveva infatti<br />

sottolineato come “il metodo scientifico originario non si può dedurre da una scienza derivata, essa stessa non<br />

originaria. Il tentativo dovrebbe condurre ad un evidente controsenso. (…) Bisogna avere presente senza ambagi il<br />

circolo che è annidato nell’idea <strong>di</strong> scienza originaria. Non c’è modo <strong>di</strong> sfuggirvi, a meno che non ci si voglia sottrarre<br />

all’insi<strong>di</strong>a con un’astuzia della ragione, cioè con un controsenso occulto, e dunque rendere il problema illusorio sin<br />

dall’inizio”; ivi, pp. 27-28.<br />

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