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"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

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consolidate, a loro volta, obbiettivamente in virtù del patrimonio o consistenza (Bestand) oggettivo<br />

dell’espressione linguistica, dei significati e delle <strong>di</strong>rezioni del loro adempimento” 279 .<br />

Ebbene, questo complesso intrico <strong>di</strong> questioni che, se siamo riusciti a mostrarlo, si riconoscerà<br />

costituire fin dall’inizio l’impulso e l’approccio metafisico al pensiero da parte <strong>di</strong> <strong>Heidegger</strong>, lo<br />

spinge in ultimo a debordare consapevolmente dall’angusto piano della teoria della conoscenza e<br />

dalla relativa teoria del giu<strong>di</strong>zio come luogo privilegiato in cui porre la questione prima ed ultima –<br />

teleologica sì, ma anche <strong>di</strong> principio, se la filosofia deve essere scienza fondamentale, secondo i due<br />

movimenti che saranno poi quelli dell’ontologia fondamentale e dell’ontologia in quanto tale –<br />

dell’intero da cui il pensiero nasce e in cui alla fine ritorna 280 : “Non è possibile vedere nella sua<br />

vera luce la logica e i suoi problemi in genere, se il contesto, a partire dal quale essa viene<br />

interpretata, non <strong>di</strong>viene un contesto translogico. La filosofia non può a lungo andare far a meno<br />

della sua propria ottica, la metafisica. Per la teoria della verità ciò significa il compito <strong>di</strong> una<br />

interpretazione metafisico-teleologica, <strong>di</strong> carattere ra<strong>di</strong>cale della coscienza. (…) Il soggetto nel<br />

senso della teoria della conoscenza non spiega il significato metafisicamente più importante dello<br />

spirito, tanto meno il suo pieno contenuto. (…) Lo spirito vivente è, come tale, per essenza spirito<br />

storico nel senso più ampio del termine. La vera Weltanschauung è molto lontana dalla pura<br />

esistenza puntuale <strong>di</strong> una teoria avulsa dalla vita” 281 .<br />

Questo è anche il presupposto per affrontare la questione, anticipata nell’introduzione, <strong>di</strong> una<br />

comprensione delle varie epoche storiche e, in questo caso, della Weltanschauung me<strong>di</strong>evale la<br />

quale, pur nella sua grande attenzione alla molteplicità straor<strong>di</strong>nariamente ricca della sua esperienza<br />

vissuta conserva un orientamento teleologico, e dunque una tensione costante tra immanenza e<br />

trascendenza, tempo ed eternità, mondo e Dio, mutamento e assoluta vali<strong>di</strong>tà, tensione che<br />

<strong>Heidegger</strong> vede esemplificata nell’opposizione, a suo <strong>di</strong>re errata, tra mistica 282 e scolastica, e la cui<br />

soluzione è affidata al compito <strong>di</strong> un confronto <strong>di</strong> principio con Hegel: “Le due coppie <strong>di</strong> «opposti»<br />

279<br />

Ivi, p. 165.<br />

280<br />

Cfr. M. HEIDEGGER, Essere e Tempo, cit.<br />

281<br />

Ivi, pp. 249-251. Anche rispetto a tale ultima istanza metafisica <strong>Heidegger</strong> riconosce importanza e limiti dell’opera<br />

<strong>di</strong> Lask, al quale, tra l’altro, spetta il merito <strong>di</strong> aver destituito <strong>di</strong> senso il problema dell’applicazione delle categorie:<br />

“Proprio perché Lask ha fatto emergere i problemi <strong>di</strong> struttura della teoria del giu<strong>di</strong>zio e delle categorie, egli è stato<br />

tanto irresistibilmente sospinto dal contesto dei suoi problemi vero i problemi metafisici, senza che questo fatto gli sia<br />

risultato pienamente consapevole. E proprio nel suo concetto <strong>di</strong> oggetto caratterizzato dall’elevarsi al <strong>di</strong> là della<br />

contrarietà od opposizione (Übergegensätzlichkeit) sta un elemento fecondo in cui varie teorie della conoscenza, ancora<br />

per molti rispetti <strong>di</strong>vergenti, potrebbero convergere. In rapporto a ciò, le <strong>di</strong>fficoltà connesse con il problema<br />

dell’opposizione (Gegensatz) e del valore, il problema dell’interpretazione ontica e dell’apprensione logica dell’<br />

«oggetto» non possono essere misconosciute. In una concezione trascendentale-ontica cosiffatta del concetto <strong>di</strong><br />

oggetto, perde poi il suo senso il problema della «applicazione» delle categorie”; Ivi, p. 250.<br />

282<br />

Circa la mistica <strong>Heidegger</strong> <strong>di</strong>chiara già qui <strong>di</strong> voler “mostrare in altra occasione come appena da questo punto <strong>di</strong><br />

vista, in rapporto con la metafisica del problema della verità, (…) la mistica <strong>di</strong> Eckart riceva la sua spiegazione e<br />

valutazione filosofica”; Ivi, p. 255. (nota 2). Sul tema della mistica nel testo su Scoto, ma in genere nel giovane<br />

<strong>Heidegger</strong> si vedano J.D. CAPUTO, Phenomenology, Mysticism and the «Grammatica Speculativa»: A Study of<br />

<strong>Heidegger</strong>’s Habilitationsschrift, cit.; S. POGGI, La logica, la mistica, il nulla. Una interpretazione del giovane<br />

<strong>Heidegger</strong>, cit.<br />

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