09.06.2013 Views

"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

senso: anche il darsi (Gegebenheit) rappresenterebbe già una determinazione categoriale. Qui si<br />

presentano «i problemi logici più elementari» che, come Rickert osservava una volta, «si schiudono<br />

solo allo stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> logica che coinvolge nell’ambito della sua ricerca anche il conoscere<br />

‘prescientifico’»” 263 .<br />

Ora, secondo l’idea husserliana <strong>di</strong> una “grammatica pura” 264 , i mo<strong>di</strong> significan<strong>di</strong> devono<br />

possedere in sé e apriori le leggi della loro combinazione (constructio), determinandone la<br />

congruitas, la quale “non poggia sul contenuto oggettivo speciale dei singoli significati che si tratta<br />

appunto <strong>di</strong> congiungere, ma si fonda sulle forme <strong>di</strong> significato in re (sachlich) ‘anteriori’” 265 . Essi<br />

devono pertanto essere intesi “teleologicamente” quali principî della constructio, in senso<br />

materiale, formale, efficiente e finale; il principio materiale è costituito dai constructibilia, cioè gli<br />

elementi semplici in quanto materia della constructio; il principio formale, che “attua l’unio <strong>degli</strong><br />

elementi” 266 è dato invece dalla funzione della forma; il principio efficiente si sud<strong>di</strong>vide in<br />

immanente ed extrinsecum, laddove il primo è dato ancora dalle “possibilità <strong>di</strong> collegamento”<br />

intrinseche dei significati, il secondo invece dall’attività dell’intelletto; il principio finale è<br />

“l’esprimere <strong>di</strong> ciò che è dato nella coscienza, e che, come oggetto della conoscenza, è determinato<br />

categorialmente, cioè rappresenta un intero o ‘tutto’ dotato <strong>di</strong> correlazioni” 267 . Così Scoto definisce<br />

pertanto la constructio: “constructio est constructibilium unio ex mo<strong>di</strong>s significan<strong>di</strong> et ab intellectu<br />

causata ad exprimendum mentis conceptum compositum finaliter a<strong>di</strong>nventa” 268 . Bisogna però tener<br />

ferma la <strong>di</strong>stinzione tra i significati e le loro leggi apriori <strong>di</strong> composizione da un lato, e il senso al<br />

quale spetta propriamente il valore <strong>di</strong> verità attuabile solo nel giu<strong>di</strong>zio dall’altro; rispetto a<br />

quest’ultimo i significati forniscono tuttavia, come si è visto, il ‘materiale da costruzione’ e<br />

contribuiscono a preformare il senso del giu<strong>di</strong>zio, per cui anche nell’ambito del significato si attua<br />

un valore che <strong>Heidegger</strong>, con Lotze, definisce “valore sintattico”, dal quale anche il valore <strong>di</strong> verità<br />

<strong>di</strong>pende 269 . È così possibile per <strong>Heidegger</strong> operare anche un ultima delimitazione della teoria del<br />

significato rispetto alla logica e alla dottrina della scienza in generale: “Attraverso questo rapporto<br />

delle categorie <strong>di</strong> significato con il senso del giu<strong>di</strong>zio, esse acquisiscono un’importanza potenziata,<br />

263<br />

M. HEIDEGGER., La dottrina delle categorie e del significato in Duns Scoto, cit., p. 151.<br />

264<br />

<strong>Heidegger</strong> rimanda qui a E. HUSSERL, Ricerche Logiche, cit., vol. II, parte I, pp. 294-342 (ed. tedesca): “La<br />

<strong>di</strong>stinzione tra significati in<strong>di</strong>pendenti e non in<strong>di</strong>pendenti e l’idea della grammatica pura”. In particolare qui il seguente<br />

passo <strong>di</strong> p. 295: “Le leggi del complesso <strong>di</strong> significato determinano che cosa esige la pura unità del senso, cioè secondo<br />

quali forme a priori significati <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse categorie si uniscano a formare un significato, invece <strong>di</strong> produrre un non senso<br />

caotico. La grammatica moderna crede <strong>di</strong> dover e<strong>di</strong>ficare esclusivamente sulla psicologia e su altre scienze empiriche.<br />

Per contro, si fa strada la visione che l’antica idea [corsivo dell’Autore] <strong>di</strong> una grammatica universale, e più<br />

specificamente a priori, consegue una giustificazione, un fondamento indubbio attraverso la nostra <strong>di</strong>mostrazione che<br />

esistono leggi a priori, determinanti le possibili forme <strong>di</strong> significato, e comunque consegue una sfera <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà con<br />

determinati confini”; cit. in. M. HEIDEGGER., La dottrina delle categorie e del significato in Duns Scoto, cit., p. 158.<br />

265<br />

Ivi, p. 158.<br />

266<br />

Ivi, p. 156.<br />

267<br />

Ivi, p. 157.<br />

268<br />

Ibid.<br />

269<br />

Ivi, p. 166.<br />

62

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!