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"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

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Quanto, tuttavia, la precedente formazione teologica fosse stata decisiva nel delinearsi <strong>degli</strong><br />

interessi filosofici <strong>di</strong> <strong>Heidegger</strong> – e proprio a favore <strong>di</strong> questi ultimi, fino al punto da produrre in lui<br />

un vero e proprio corto circuito che lo porterà, come noto, a una separazione ra<strong>di</strong>cale tra teologia e<br />

filosofia, giungendo poi a ricomprenderle come intrecciate sotto il comune denominatore della<br />

metafisica – è ancora <strong>Heidegger</strong> stesso a ricordarlo attraverso la figura <strong>di</strong> Carl Braig 9 , professore <strong>di</strong><br />

dogmatica presso l’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Friburgo, il cui manuale Dell’essere. Compen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ontologia,<br />

<strong>Heidegger</strong> aveva già avuto modo <strong>di</strong> conoscere durante l’ultimo anno <strong>di</strong> liceo (1908/09) presso il<br />

Berthold-Gymnasium <strong>di</strong> Friburgo, e le cui lezioni avrebbe successivamente potuto seguire nel<br />

periodo universitario: “Dopo quattro semestri abbandonai lo stu<strong>di</strong>o della teologia e mi de<strong>di</strong>cai<br />

interamente alla filosofia. Seguii poi ancora un corso <strong>di</strong> teologia negli anni dopo il 1911, quello <strong>di</strong><br />

dogmatica <strong>di</strong> Carl Braig. A ciò mi spinse l’interesse per la teologia speculativa (...). Da lui sentii<br />

parlare per la prima volta (...) dell’importanza <strong>di</strong> Schelling e Hegel per la teologia speculativa in<br />

opposizione alla dottrina della scolastica. Così entrò nell’orizzonte della mia ricerca la tensione tra<br />

ontologia e teologia speculativa come l’armatura della metafisica” 10 . Tuttavia, tale ricchezza <strong>di</strong><br />

istanze e influssi teologico-filosofici dovette inizialmente coagularsi per <strong>Heidegger</strong> intorno<br />

all’allora dominante – a Friburgo, ma non solo – problematica logica ed erkenntnistheoretisch,<br />

promossa principalmente ad opera <strong>di</strong> quel neokantismo cosiddetto sud-occidentale o del Baden che<br />

aveva in Wilhelm Windelband e nel suo allievo Heinrich Rickert i suoi maggiori esponenti.<br />

9<br />

“Carl Braig (10.2.1853 Kanzach – 24.3.1923), dal 1894 al 1919 professore a Friburgo, dopo essersi occupato <strong>di</strong> Lotze<br />

(Das philosophische System von Lotze, Freiburg 1884), si era de<strong>di</strong>cato alla composizione <strong>di</strong> manuali filosofici:<br />

Enzyclopä<strong>di</strong>e der theoretischen Philosophie (Freiburg 1886), ma soprattutto i Grundzüge der Philosophie, <strong>di</strong>visi in tre<br />

parti, 1. Vom Denken. Abriß derLogik (Freiburg 1896), 2. Vom Sein. Abriß der Ontologie (Freiburg 1896) e 3. Vom<br />

Erkennen. Abriß der Noetik (Freiburg 1897). Egli aveva parlato per primo in Germania <strong>di</strong> modernismo (Modernstes<br />

Christentum und moderne Religionspsychologie, Freiburg 1907). Altre sue opere minori sono il <strong>di</strong>scorso inaugurale Die<br />

Freiheit der philosophischen Forschung (Freiburg 1894) e una monografia su Leibniz (Leibniz. Sein leben und seine<br />

Bedeutung, Freiburg 1901). Particolare importanza riveste nella <strong>Heidegger</strong>-Forschung il manuale <strong>di</strong> ontologia citato. In<br />

esso è sposta una teoria dell’essere che, sia pure in elementi esteriori, avrà influenza sul giovane <strong>Heidegger</strong>. Qui, ad<br />

esempio, sono da trovare riuniti i vari passi <strong>di</strong> Aristotele sulla plurivocità dell’essere, il famoso τò òν λέγεται πολλαχως<br />

ricorrente ovunque nei testi heideggeriani (BRAIG, Vom Sein, cit., p. 21), passi <strong>di</strong> Tommaso e Agostino (ibid., passim.).<br />

qui si trova anche l’etimologia della parola ‘essere’ da φύω a ειναι (ibid., p. 20), come <strong>Heidegger</strong> la proporrà in<br />

Einführung in <strong>di</strong>e Metaphysik”, cit. in F. VOLPI, <strong>Heidegger</strong> e Brentano, Padova 1976, pp. 69-70. Sull’origine teologica<br />

dei primi interessi filosofici heideggeriani si ricor<strong>di</strong>no anche le seguenti in<strong>di</strong>cazioni fornite ugualmente dallo stesso<br />

<strong>Heidegger</strong> in M. HEIDEGGER, Unterwegs zur Sprache, Pfullingen, 1959, ed. it. a cura <strong>di</strong> A. Caracciolo, In cammino<br />

verso il linguaggio, Milano 1973, pp. 89-90: “La mia familiarità col termine «ermeneutica» risale al tempo in cui<br />

stu<strong>di</strong>avo teologia. Il problema che allora soprattutto mi tormentava era quello del rapporto tra la Parola della Sacra<br />

Scrittura e il pensiero teologico-speculativo. Era, se vuole, lo stesso rapporto che tra linguaggio ed Essere, solo velato e<br />

per me inaccessibile così che, tra giri e sviamenti, invano cercavo un filo conduttore. Senza questa provenienza<br />

teologica mai sarei giunto sul cammino del pensiero.(…) Più tar<strong>di</strong> trovai il termine «ermeneutica» in Wilhelm Dilthey,<br />

nella sua teoria delle scienze storiche”, e in ID, Ontologie (Hermeneutik der Faktizität), Frankfurt a.M., 1988, ed. it. a<br />

cura <strong>di</strong> E. Mazzarella, Napoli 1992, p. 13: “Compagno <strong>di</strong> ricerca è stato il giovane Lutero e modello Aristotele che<br />

quello o<strong>di</strong>ava. Alcune scosse me le <strong>di</strong>ede Kierkegaard e gli occhi me li ha aperti Husserl”.<br />

10<br />

M. HEIDEGGER, Il mio cammino <strong>di</strong> pensiero e la fenomenologia, cit., pp.189-190.<br />

5

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