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"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

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La psicologia si configura dunque per Maier quale “scienza legislativa fondamentale” rispetto<br />

alla stessa logica, la quale è sì “scienza normativa”, ma in senso “critico-teleologico”, avente cioè<br />

come scopo il raggiungimento della vali<strong>di</strong>tà universale nella “coscienza della necessità logica” 139 ,<br />

coscienza che si applica tanto agli atti conoscitivi quanto a quelli emozionali e la cui ra<strong>di</strong>ce ultima è<br />

“«la volontà etica, la volontà dell’ideale morale (…) [fondata] nella natura dello spirito<br />

pensante»” 140 .<br />

La sezione su Marty e Brentano, al quale il primo si rifà 141 , riprende in considerazione il testo<br />

già affrontato nella recensione a questi de<strong>di</strong>cata, nel quale, si ricorderà, egli <strong>di</strong>stingueva i fenomeni<br />

psichici da quelli fisici in base alla loro intenzionalità, cioè in base al loro riferirsi ad un oggetto non<br />

necessariamente reale e al modo <strong>di</strong> tale riferimento. Brentano aveva così classificato i fenomeni<br />

psichici in rappresentazioni, giu<strong>di</strong>zi e moti dell’animo, laddove è sulle prime che si fondano gli altri<br />

fenomeni psichici, giu<strong>di</strong>zi compresi, i quali accettano (verità) o rifiutano (falsità) un contenuto<br />

rappresentativo. In questo modo Brentano aveva preso le <strong>di</strong>stanze da tutte quelle teorie del giu<strong>di</strong>zio<br />

che vedevano in esso necessariamente un’attività analitica o sintetica; tanto la rappresentazione può<br />

avere un contenuto composto quanto il giu<strong>di</strong>zio averne uno semplice, come nel caso del desiderare<br />

e dell’aborrire. Da ciò, secondo <strong>Heidegger</strong>, “Brentano trae l’importante conclusione che, se il<br />

giu<strong>di</strong>zio non si <strong>di</strong>rige necessariamente a una congiunzione <strong>di</strong> rappresentazioni, neppure la<br />

«pre<strong>di</strong>cazione» può essere una parte costitutiva essenziale del giu<strong>di</strong>zio” 142 .<br />

In questo modo Brentano – il quale, si ricor<strong>di</strong>, era assertore <strong>di</strong> una interpretazione univocista <strong>di</strong><br />

Aristotele fondata sul primato dell’ousía – poteva inoltre porre una sostanziale identità tra il senso<br />

della copula nei giu<strong>di</strong>zi esistenziali positivi e negativi e quello delle proposizioni categoriche, per<br />

cui la proposizione “«Un uomo è malato» ha lo stesso significato che «Un uomo malato è» o<br />

«Esiste un uomo malato» ” 143 . Ciò implica che la copula non ha alcun significato autonomo e che il<br />

concetto <strong>di</strong> esistenza, lungi dall’essere un pre<strong>di</strong>cato, deriva da atti <strong>di</strong> riconoscimento secondari<br />

rispetto al giu<strong>di</strong>zio. Ora, oltre a riba<strong>di</strong>re lo psicologismo <strong>di</strong> Brentano nonostante le sue affermazioni<br />

in contrario, <strong>Heidegger</strong> fa notare come il senso del riconoscere e del rifiutare è qui del tutto<br />

indeterminato, poiché non tiene conto del fatto che il senso della copula – e dunque dell’esistenza –<br />

è <strong>di</strong>verso a seconda dei giu<strong>di</strong>zi e del loro oggetto, e che nel giu<strong>di</strong>zio, in realtà, ciò che viene<br />

riconosciuto non è solo l’esistenza <strong>di</strong> un soggetto grammaticale, ma anche il suo “esser-tale”<br />

(Sosein) espresso dal pre<strong>di</strong>cato nella sua relazione al soggetto; tale relazione, ancora, non è ma<br />

139 Ivi, p. 61.<br />

140 Ivi, p. 63.<br />

141 Di Marty si prendono in considerazione le Untersuchungen zur Grundlegung der allgemeien Grammatik und<br />

Sprachphilosophie, Bd. I, Halle 1908 e gli articoli Über subjektlose Sätze, in «Vierteljahrsschrift für wissenschaftliche<br />

Philosophie», Bd. VIII (1884), XIX (1895).<br />

142 Ivi, p. 76.<br />

143 Ibid.<br />

36

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