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"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

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quella del Külpe: “Il problema della conoscenza in Aristotele ha un carattere critico-metafisico.<br />

Aristotele è arrivato al criticismo attraverso la metafisica, Kant alla sua metafisica attraverso il<br />

criticismo” 124 . Su tali basi anche il Sentroul rilegge modernamente la dottrina della verità<br />

aristotelica come producentesi esclusivamente nell’ambito del giu<strong>di</strong>zio, ma interpreta poi<br />

l’adaequatio come concordanza tra il giu<strong>di</strong>zio e la verità ontologica (non la res, bensì la relazione<br />

tra la cosa a la sua essenza). Al contrario <strong>Heidegger</strong>, il quale prende posizione a favore <strong>di</strong> Kant,<br />

<strong>di</strong>mostrando <strong>di</strong> aver definitivamente abbandonato non il tentativo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione tra realismo e<br />

idealismo ma la sua soluzione neoscolastico-critica a favore <strong>di</strong> quella trascendentale 125 , sostiene che<br />

“la verità ontologica non risolve il problema, ma non fa che porlo acutizzato una seconda volta” 126 .<br />

Ma l’acquisizione <strong>di</strong> maggiore interesse <strong>di</strong> questa recensione è la teoria della copula – che per il<br />

Sentroul significa identità – come valere del contenuto pre<strong>di</strong>cativo <strong>di</strong> un soggetto logico, teoria con<br />

la quale <strong>Heidegger</strong> va oltre la stessa teoria della copula <strong>di</strong> Lask come “relatività in genere”:<br />

“L’«essere» della copula, concepito «come segno <strong>di</strong> identità oggettiva» (p. 78) assolutizza una<br />

«relazione» (identità), facendone la relazione del giu<strong>di</strong>zio. Questa non si deve cogliere ancor oltre?<br />

Il carattere fondamentale dell’«essere» della copula non sta nel valere?” 127 . La risposta a tale<br />

domanda, già qui sicuramente retorica e che ne anticipa la personale soluzione heideggeriana, verrà<br />

da <strong>Heidegger</strong> esplicitata nella <strong>di</strong>ssertazione <strong>di</strong> dottorato che dobbiamo ora seguire da vicino.<br />

‘Senso ed Essere’: Die Lehre vom Urteil im Psychologismus.<br />

Pur non presentando novità decisive nell’evoluzione concettuale del giovane <strong>Heidegger</strong>, la<br />

<strong>di</strong>ssertazione <strong>di</strong> dottorato del 1914 permette ciò non<strong>di</strong>meno <strong>di</strong> valutarne l’assestamento sulla<br />

centralità del giu<strong>di</strong>zio in una <strong>di</strong>rezione che abbiamo visto, nella recensione a Sentroul, porsi in<br />

maniera personale tra Rickert e Lask. Abbiamo tuttavia intitolato ‘Senso ed Essere’ il presente<br />

paragrafo, non senza forzare, poiché, come si vedrà, ciò che più ci sembra interessante in questo<br />

scritto è il progressivo farsi avanti, attraverso la teoria della copula come vali<strong>di</strong>tà e del suo senso nel<br />

giu<strong>di</strong>zio, del problema ontologico come “senso del senso”, secondo una formulazione che ricorda<br />

molto quelle dell’<strong>Heidegger</strong> maturo. In questo caso ci pare che si debba dar cre<strong>di</strong>to ad <strong>Heidegger</strong> ed<br />

124<br />

Ivi, p. 198.<br />

125<br />

Afferma ancora <strong>Heidegger</strong>: “l’impostazione della teoresi della scienza finora manca alla filosofia aristotelicoscolastica”;<br />

Ivi, p. 206.<br />

126<br />

Ivi, p. 205.<br />

127 Ibid.<br />

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