"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...
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Lo scritto <strong>di</strong> Brentano è un’e<strong>di</strong>zione ampliata della ben altrimenti nota – anche grazie alla<br />
me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> Husserl – Psychologie vom empirischen Standpunkt del 1874. In essa vengono<br />
<strong>di</strong>stinti i vari fenomeni psichici in “rappresentazioni”, “giu<strong>di</strong>zi” e “relazioni affettive” (Brentano li<br />
definisce anche “interesse” o “amore”), a seconda del modo del loro riferimento all’oggetto<br />
intenzionale e non secondo il tipo d’oggetto stesso. A Brentano spetta cioè, come noto, il merito <strong>di</strong><br />
aver scoperto l’intenzionalità come carattere specifico della coscienza. Ora, si ha rappresentazione<br />
quando un oggetto ci è presente, giu<strong>di</strong>zio quando qualcosa è accettato come vero o respinto come<br />
falso, relazioni affettive sono invece tutti i fenomeni psichici che si rapportano ad un oggetto in<br />
termini <strong>di</strong> buono-cattivo. Brentano pone “al primo posto” nell’or<strong>di</strong>ne fondazionale la<br />
rappresentazione, il fenomeno insieme “più semplice” e “più generale”, poiché il giu<strong>di</strong>zio e l’amore<br />
devono sempre presupporla, mentre al secondo posto c’è il giu<strong>di</strong>zio, poiché esso “ha per base la<br />
rappresentazione, ma non i fenomeni <strong>di</strong> amore e o<strong>di</strong>o” 121 . Secondariamente rispetto al suo oggetto,<br />
ogni fenomeno psichico si rivolge anche a se stesso, per cui si deve ritenere che ogni attività è<br />
un’attività relazionale complessa. Nel gioco delle ascendenze, dell’opera <strong>di</strong> Brentano ci sembra<br />
interessante in particolare quest’ultimo punto, cioè il primato della rappresentazione rispetto al<br />
giu<strong>di</strong>zio, primato che ispirerà lo stesso Husserl, e poi <strong>Heidegger</strong>, nel porre la datità dell’oggetto “in<br />
carne ed ossa”a fondamento <strong>di</strong> qualunque ‘teoria’.<br />
In questa fase, tuttavia, <strong>Heidegger</strong>, come si è visto, è ancora orientato in senso opposto, cioè<br />
verso il primato del giu<strong>di</strong>zio e alla vali<strong>di</strong>tà del suo contenuto, ragion per cui, pur riconoscendo a<br />
Brentano <strong>di</strong> aver aperto il campo alla fenomenologia <strong>di</strong> Husserl, lo ascrive sostanzialmente allo<br />
psicologismo 122 : “La logica si muove nella sfera del significato. La psicologia del giu<strong>di</strong>zio può<br />
conseguire il suo cammino coscientemente finalizzato solo quando sia assicurata la logica del<br />
giu<strong>di</strong>zio. E allora anche la classificazione dei fenomeni psichici dovrebbe prendere un’altra<br />
<strong>di</strong>rezione. In assoluto, si posporrà il compito della classificazione rispetto a una previa esplorazione<br />
fenomenologia della «coscienza». Ma Brentano, a mio avviso, offre appunto alla fenomenologia un<br />
forte, anche se non <strong>di</strong>retto, impulso e in<strong>di</strong>cazioni valide, in particolare in rapporto agli Erlebnisse <strong>di</strong><br />
tipo «emozionale», scarsamente stu<strong>di</strong>ate in psicologia. (…) Quando Brentano si guarda da<br />
con<strong>di</strong>videre le conseguenze relativistiche dello psicologismo, egli ha ragione. Tuttavia egli rimane<br />
psicologista” 123 .<br />
Il testo del belga Charles Sentroul è un tentativo, condotto da prospettiva neoscolastica, <strong>di</strong><br />
mettere a confronto Aristotele e Kant al fine <strong>di</strong> mostrare la superiorità del primo, laddove però<br />
entrambi vengono fatti convergere su una posizione critico-metafisica <strong>di</strong> stampo realistico analoga a<br />
121<br />
Ivi, p. 194.<br />
122<br />
Del resto, sarà lo stesso <strong>Heidegger</strong> a ricordare come<br />
123<br />
Ivi, p. 196-197.<br />
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