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"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

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<strong>di</strong>e modernen philosophischen Theorien, Heidelberg 1911, apparsa in «Literarische<br />

Rundschau für das katholische Deutschland», XXXIX (1913), Sp. 178-179.<br />

3. F. BRENTANO, Von der Klassifikation der psychischen Phänomene. Neue , durch Nachträge<br />

stark vermehrte Ausgabe der betreffenden Kapitel der Psychologie vom empirischen<br />

Standpunkt, Leipzig 1911, apparsa in «Literarische Rundschau für das katholische<br />

Deutschland», XL (1914), Sp. 223-224.<br />

4. C. SENTROUL, Kant und Aristoteles. Ins Deutsche übertragen von L. HEINRICHS, Kempten-<br />

München 1911, apparsa in «Literarische Rundschau für das katholische Deutschland», XL<br />

(1914), Sp. 330-332.<br />

5. Kant-Laienbrevier. Zusammengestellt von F. GROSS, München 1912 2 , apparsa in<br />

«Literarische Rundschau für das katholische Deutschland», XL (1914), Sp. 376-377.<br />

Prive <strong>di</strong> rilevanza dal punto <strong>di</strong> vista teoretico sono le recensioni delle opere qui elencate ai punti<br />

1 e 5. Le altre, pur non presentando novità <strong>di</strong> rilievo rispetto alle Neuere Forschungen, offrono<br />

spunti <strong>di</strong> un qualche interesse a conferma <strong>di</strong> quanto detto finora a proposito della recensione<br />

maggiore. Analizziamoli brevemente. L’opera del Bubnoff è in sostanza una ricostruzione<br />

‘teortetica’ modernizzante della storia della filosofia – ed è significativo già solo l’interesse <strong>di</strong><br />

<strong>Heidegger</strong>, peraltro già riscontrato, per tale tipo <strong>di</strong> ‘storie della filosofia’ – condotta sul principio<br />

guida dell’antitesi tra temporalità (reale) e atemporalità (ideale), la quale mette capo alla formazione<br />

<strong>di</strong> due vere e proprie “Weltanschauungen” fondate rispettivamente sull’essere e sul <strong>di</strong>venire,<br />

rappresentate all’origine della filosofia occidentale rispettivamente da Parmenide e Eraclito.<br />

L’antitesi si riproduce, secondo il Bubnoff – che manifesta in tal modo <strong>di</strong> non far coincidere<br />

l’antitesi tra concezioni basate sull’essere e sul <strong>di</strong>venire con quella tra idealismo e realismo,<br />

cercando piuttosto, proprio come <strong>Heidegger</strong>, una me<strong>di</strong>azione tra i due – nei “sistemi” definiti<br />

entrambi significativamente “idealistici” <strong>di</strong> Platone ed Aristotele. Platone, infatti, non risolverebbe<br />

il dualismo nemmeno con la sua tarda dottrina della χώρη (misto), e allo stesso modo fallirebbe<br />

Aristotele col suo concetto <strong>di</strong> entelechia, poiché essa ha il suo telos ultimo nel motore immobile,<br />

definito pura “replica” della platonica idea del bene 113 . “Dopo i greci – [secondo un vero e proprio<br />

topos storiografico dell’epoca] – il problema non ha fatto importanti progressi fino a Kant,<br />

113<br />

A tal proposito osserva ancora Volpi: “(…)è interessante osservare che, ancora una volta, il giovane <strong>Heidegger</strong> viene<br />

a contatto con un frainten<strong>di</strong>mento della filosofia aristotelica, con una sua interpretazione <strong>di</strong> tipo accademico-platonica:<br />

il von Bubnoff respinge infatti Aristotele, perché la sua teoria del primo motore immobile sarebbe una replica dell’idea<br />

del bene platonico”; F. VOLPI, <strong>Heidegger</strong> e Brentano, cit., p. 98.<br />

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