"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...
"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...
"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Tale concordare o non concordare dell’asserzione rappresentativa viene quin<strong>di</strong> rimandato entro<br />
“un aperto, la cui apertura non è creata dal rappresentare, ma viene da esso via via occupata e<br />
assunta solo come un campo <strong>di</strong> riferimento (Bezug)” 755 . Ma il conformarsi dell’“asserire<br />
rappresentativo” in quanto “libero offrirsi a una <strong>di</strong>rettiva vincolante è possibile solo se si è liberi per<br />
ciò che in un’apertura è manifesto. (…) L’essenza della verità, compresa come conformità<br />
dell’asserzione, è la libertà” 756 , la quale “lascia che l’ente sia sempre quell’ente che è. La libertà<br />
ora si scopre come il lasciar-essere l’ente” 757 .<br />
Una tale libertà non coincide con l’arbitrio umano <strong>di</strong> fare o non fare (libertà “positiva” o<br />
“negativa”) ciò che si ritiene con questo o quell’ente, ma è piuttosto “il lasciarsi coinvolgere nello<br />
svelamento dell’ente in quanto tale. La svelatezza [non più Entdecktheit ma Un-verborgenheit], a<br />
sua volta, è custo<strong>di</strong>ta nel lasciar-si coinvolgere e-sistente, grazie a cui l’apertura dell’aperto, ossia il<br />
«ci» dell’esser-ci, è ciò che è” 758 . Da una tale custo<strong>di</strong>a della verità in quanto svelatezza dell’ente in<br />
totalità prende avvio “l’e-sistenza dell’uomo storico” e dunque “nasce la storia” 759 .<br />
Chiarisce infatti <strong>Heidegger</strong>: “Ma se l’esserci e-sistente, in quanto lasciar-essere l’ente, libera<br />
l’uomo per la sua «libertà», in quanto essa soltanto gli sottopone delle possibilità (<strong>degli</strong> enti) da<br />
scegliere e gli impone delle necessità (<strong>degli</strong> enti), allora a <strong>di</strong>sporre della libertà non è l’arbitrio<br />
umano. L’uomo non «possiede» la libertà come una sua proprietà, ma tutt’al più il contrario: la<br />
libertà, l’esser-ci e-sistente e svelante, possiede l’uomo in un modo così originario che solamente<br />
essa consente (gewährt) a un’umanità il riferimento all’ente nella sua totalità, il quale soltanto<br />
fonda e caratterizza ogni storia. Solo l’uomo e-sistente è storico. La «natura» non ha storia” 760 .<br />
Fin qui sostanzialmente arrivava già Essere e tempo: l’esserci è quell’ente che esistendo come<br />
libero progetto ha già sempre aperto un varco per l’accadere dell’essere in quanto comprensione del<br />
suo senso.<br />
Ora, però, ciò che <strong>Heidegger</strong> inizia qui a depotenziare è precisamente il carattere <strong>di</strong> progetto <strong>di</strong><br />
tale libertà e, con essa, dell’accadere della non-verità (e dunque della verità) in senso originario 761 ,<br />
lasciando tuttavia oscura, ci sembra, la natura del rapporto tra quest’ultima e il vero e il falso<br />
dell’asserzione: “Poiché tuttavia la verità è essenzialmente libertà, l’uomo storico, nel lasciar-essere<br />
l’ente, può anche non lasciarlo essere per quell’ente che è, e per come esso è. In questo caso l’ente<br />
755<br />
Ivi, p. 140.<br />
756<br />
Ivi, pp. 141-142.<br />
757<br />
Ivi, p. 143.<br />
758<br />
Ivi, p. 145 (corsivo nostro).<br />
759<br />
Cfr. ibid.<br />
760<br />
Ivi, pp. 145-146.<br />
761<br />
In Essere e tempo una tale possibilità era ancora attribuita alla libertà dell’esserci <strong>di</strong> progettarsi in maniera autentica<br />
o inautentica, come <strong>di</strong>ce <strong>Heidegger</strong> chiaramente in un passo da noi già parzialmente riportato: “Attraverso chiacchiera,<br />
curiosità ed equivoco [cioè le modalità inautentiche del comprendersi] lo scoperto e l’aperto cadono nei mo<strong>di</strong> delle<br />
contraffazione e della chiusura. L’essere-per l’ente non è <strong>di</strong>ssolto ma sra<strong>di</strong>cato. L’ente non è nascosto del tutto, anzi è<br />
scoperto, ma ad un tempo contraffatto”, id., Essere e tempo, cit., p. 273.<br />
194