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"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

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Ciò è quanto farà Lotze nel terzo libro della sua Logik reinterpretando la teoria platonica delle<br />

idee e attribuendo ad esse il carattere della vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> un contenuto logico in<strong>di</strong>pendente dal suo<br />

essere attualmente pensato o partecipato da un ente reale, problema che veniva così <strong>di</strong> fatto svuotato<br />

<strong>di</strong> senso. La <strong>di</strong>stinzione tra gli ambiti logico, psicologico, ontologico e metafisico era così compiuta,<br />

e si capisce <strong>di</strong> qui come abbiano potuto prendere avvio da un lato il logicismo <strong>di</strong> tanta parte della<br />

filosofia tra Otto e Novecento, e dall’altro, sostanzialmente con Windelband e Rickert, la filosofia<br />

dei valori, da intendersi, appunto, non in senso innanzitutto etico, ma come criteri teoretici <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduazione e delimitazione <strong>di</strong> ambiti <strong>di</strong> indagine nella totalità del reale, utilizzabili<br />

principalmente – ma non esclusivamente – nell’ambito delle scienze dello spirito col concetto <strong>di</strong><br />

“relazione a valore” 73 .<br />

Inoltre, la raggiunta autonomia del logico come ciò che vale, permetteva a Lotze <strong>di</strong> rivedere la<br />

teoria kantiana dello schematismo e con esso l’autonomia e insieme il rapporto tra categorie e<br />

intuizione, insufficiente, a suo <strong>di</strong>re, nel ritenere le categorie applicabili ai soli dati d’esperienza.<br />

Lotze <strong>di</strong>stingueva così il conoscere, che necessita sempre dei dati d’esperienza, dal pensare in<br />

quanto rivolgersi del momento formale del pensiero a se stesso: “A partire da questa concessione, le<br />

forme logiche, la cui essenza è quella <strong>di</strong> essere le «leggi della connessione <strong>di</strong> ogni contenuto»,<br />

finiscono per assolvere a una funzione puramente astrattiva che, prescindendo dalla parte materiale<br />

o intuitiva delle categorie, consente <strong>di</strong> assegnare al pensiero il carattere <strong>di</strong> una «tecnica (Technik)»<br />

che «può abbandonarsi al gioco in<strong>di</strong>pendente delle sue capacità». Ciò che in tale contesto prende<br />

fisionomia è la <strong>di</strong>stinzione tra categorie riflessive e categorie costitutive, che verrà successivamente<br />

ripresa ed evidenziata da Windelband e da Lask” 74 .<br />

<strong>Heidegger</strong> accoglie dunque l’istanza lotzeana – “che in tutto il decorso della storia della<br />

filosofia non ha ancora trovato sod<strong>di</strong>sfazione” 75 – <strong>di</strong> indagare lo statuto <strong>di</strong> questo ambito della<br />

vali<strong>di</strong>tà delimitandolo tanto rispetto al sensibile quanto al metafisico, confermando così <strong>di</strong> intendere<br />

tutt’altro che formalmente la logica, così come nient’affatto formalmente intendeva Lotze – e<br />

intenderà anche Lask – le sue <strong>ricerche</strong> logiche: “La questione fondamentale della logica si volge ora<br />

alle con<strong>di</strong>zioni del sapere in genere. La logica è teoria della teoria, dottrina della scienza. Essa<br />

stu<strong>di</strong>a, accanto all’elemento teoretico originario, ai concetti fondamentali (categorie), alle loro<br />

relazioni e alla loro sistematica, la struttura logica delle scienze singole, cerca <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care i momenti<br />

<strong>di</strong>stintivi del loro costituirsi e del loro metodo, le circoscrive l’una rispetto all’altra come province<br />

specifiche e mira infine <strong>di</strong> nuovo nel sistema delle scienze all’unità” 76 .<br />

73 Su questo cfr. M. FERRARI, Il Neocriticismo, Roma-Bari 1997.<br />

74 S. BESOLI, Il valore della verità, cit., p. 56.<br />

75 M. HEIDEGGER, Scritti filosofici, cit., p. 157.<br />

76 Ibid.<br />

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