"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...
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La verità è un fenomeno essenzialmente relazionale, laddove però la relazione non è da<br />
intendersi tra un processo psichico reale, sia esso il giu<strong>di</strong>zio o la rappresentazione, e il contenuto<br />
ideale <strong>di</strong> questo stesso giu<strong>di</strong>care e rappresentare, “non c’è alcun raffronto <strong>di</strong> rappresentazioni né fra<br />
<strong>di</strong> loro né rispetto a una cosa reale. (…) La giustificazione [Ausweisung] ha a che fare soltanto con<br />
lo scoprimento dell’ente stesso, con l’ente nel «come» del suo svelamento [Entdecktheit]” 733 .<br />
Fin qui <strong>Heidegger</strong> riprende sostanzialmente la concezione husserliana della verità che egli<br />
stesso aveva fatto propria nei Prolegomeni in quanto identificazione mostrante (ausweisende<br />
Identifizierung), cioè come identità tra l’ente nel come del suo essere inteso e questo ente stesso, tra<br />
intentio e intentum 734 . Si potrebbe così <strong>di</strong>re che l’asserzione, come tutte le altre modalità <strong>di</strong><br />
rapportamento ontiche, scopre (entdeckt) l’ente nel suo essere “in quanto” – poiché abbiamo visto<br />
tale struttura appartenere all’ente stesso – mentre l’esserci esistente ‘apre’ (erschließt) o fonda<br />
ontologicamente tale scoprimento dell’ente. Tuttavia, poco più avanti <strong>Heidegger</strong>, conformemente al<br />
senso primario (apofantico in quanto delotico) dell’asserzione, afferma: “Che un’asserzione sia vera<br />
significa: essa scopre l’ente in se stesso: enuncia, manifesta, «lascia vedere» (Þpófansij) l’ente<br />
nel suo esser-scoperto. Esser-vero (verità) dell’asserzione significa essere-scoprente” 735 . E ancora<br />
oltre: “Esser-vero in quanto esser-scoprente è una maniera <strong>di</strong> essere dell’Esserci. Lo scoprire è un<br />
modo <strong>di</strong> essere dell’essere-nel-mondo. Il prendersi cura preveggente ambientalmente, o anche solo<br />
osservante inattivamente, è uno scoprimento dell’ente intramondano. Questo si fa allora scoperto. In<br />
quanto tale, è «vero» in un senso secondo. Primariamente vero, ossia scoprente, è l’Esserci. Verità<br />
nel senso secondo non significa esser-scoprente (scoprire) ma esser-scoperto (stato <strong>di</strong><br />
scoprimento)” 736 .<br />
Come è facile rilevare, qui <strong>Heidegger</strong> non solo, come vede bene Tugendhat, lascia da parte il<br />
“così-come”, nella definizione della verità dell’asserzione, per vedere solo più il suo carattere<br />
scoprente, facendo così un “uso ambiguo” del termine ‘scoprire’, dato che, “al contrario <strong>di</strong><br />
Aristotele cui si richiama, [<strong>Heidegger</strong>] non <strong>di</strong>stingue esplicitamente questi due concetti, [lo<br />
Þlhqeúein dallo Þpofaínesqai], il significato ampio e quello ristretto <strong>di</strong> «scoprire»” 737 ; ma,<br />
inoltre, nel secondo passaggio riportato, <strong>Heidegger</strong> non <strong>di</strong>stingue più nemmeno, almeno<br />
terminologicamente – perché, si deve riconoscere, ed è quanto abbiamo cercato <strong>di</strong> argomentare fin<br />
733<br />
Ivi, p. 269; non sia qui fuorviante la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> traduzione rispetto ai Prolegomeni; ciò che Chio<strong>di</strong> rende con<br />
‘giustificazione’ (Ausweisung) non è altro che l’identificazione mostrante (ausweisende Identifizierung) dei<br />
Prolegomeni. Eppure è significativa, in Essere e tempo, l’espunzione dell’identificazione per far risaltare solo più il<br />
senso apofantico primario del mostrare.<br />
734<br />
Su tali questioni ci rifacciamo alle analisi, che sostanzialmente con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo, <strong>di</strong> Ernst Tugendhat, i cui saggi Der<br />
Wahrheitsbegriff bei Husserl und <strong>Heidegger</strong>, Bonn, 1967 ed il più recente e sintetico L’idea heideggeriana <strong>di</strong> verità,<br />
cit., costituiscono ormai un vero e proprio classico storiografico, esemplificativo <strong>degli</strong> approcci filosofico-analitici al<br />
problema heideggeriano della verità.<br />
735<br />
M. <strong>Heidegger</strong>, Essere e tempo, cit., p. 269.<br />
736<br />
Ivi, p. 271.<br />
737<br />
E. Tugendhat, L’idea heideggeriana <strong>di</strong> verità, cit., p. 319.<br />
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