09.06.2013 Views

"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Essere nel mondo significa dunque per <strong>Heidegger</strong> “immedesimarsi, in modo non tematico e<br />

secondo la visione ambientale preveggente, coi riman<strong>di</strong> costitutivi dell’utilizzabilità propria della<br />

totalità dei mezzi” 677 .<br />

Come può essere ora ulteriormente formalizzata ontologicamente tale totalità dei riman<strong>di</strong><br />

dell’utilizzabilità in cui consiste la mon<strong>di</strong>tà del mondo? Il fatto che un utilizzabile abbia sempre uno<br />

specifico rimando e sia a sua volta inserito in una totalità <strong>di</strong> riman<strong>di</strong>, vuol <strong>di</strong>re che esso stesso<br />

possiede il carattere dell’“essere-rimandato”, cioè che “esso ha con sé, presso qualcosa il suo<br />

appagamento. L’essere dell’utilizzabile intramondano consiste dunque nella sua “appagatività”,<br />

laddove “il «presso-che» sussiste l’appagatività è l’«a-che» dell’utilità e il «per-che»<br />

dell’impiegabilità” 678 .<br />

Inoltre, ciascun uso, con il suo “a-che”, può rimandare a sua volta ad un’ulteriore appagatività.<br />

Il martello, ad esempio, si appaga nel martellare, il martellare nel costruire, il costruire nel ripararsi.<br />

Pertanto – e ancora una volta – “quale appagatività sussista con un utilizzabile, è determinabile solo<br />

nell’ambito <strong>di</strong> una totalità <strong>di</strong> appagatività. La totalità <strong>di</strong> appagatività, ciò che, ad esempio, in una<br />

officina costituisce l’utilizzabile nella sua utilizzabilità, è «anteriore» al singolo mezzo” 679 .<br />

Si dà, tuttavia, un “a-che primario” oltre il quale non vi è più nessun rimando <strong>di</strong> appagatività,<br />

poiché esso costituisce in realtà l’“in-vista-<strong>di</strong>-cui” ultimo <strong>di</strong> ogni impiegare, ed è l’essere<br />

dell’esserci stesso, cioè le sue possibilità d’essere. Ciò implica che con la totalità dei riman<strong>di</strong> in cui<br />

consiste il mondo (l’“in-vista-<strong>di</strong>-cui”, il “per-che”, l’“a-che”, il “presso-che”) è sempre già con-<br />

scoperto a se stesso – e scoperto sempre innanzitutto in una determinata “situazione emotiva”<br />

(Befindlichkeit) 680 – l’essere dell’esserci stesso in quanto essere nel mondo. Il mondo, a sua volta, è<br />

aperto come l’“in-cui” dell’esistere come <strong>Heidegger</strong> lo intende, l’ex-sistere (Existenz), lo stare già<br />

sempre fuori (“estatico”) presso il mondo e non nel dentro <strong>di</strong> una soggettività: “L’in-che della<br />

comprensione autorimandantesi, in quanto è ciò rispetto-a-cui è lasciato venir incontro l’ente nel<br />

modo <strong>di</strong> essere dell’appagatività, è il fenomeno del mondo” 681 .<br />

677<br />

Ivi, p. 103.<br />

678<br />

Ivi, p. 113; si vede bene dunque, in relazione a quanto <strong>di</strong>scusso nelle note precedenti, come la struttura del mondo sia<br />

ben più complessa e articolata del semplice rapporto mezzo-scopo (um-zu).<br />

679<br />

Ibid.<br />

680<br />

“Nello stato emotivo l’Esserci è già sempre emotivamente aperto come quell’ente a cui esso è consegnato nel suo<br />

essere in quanto essere che esso, esistendo, ha da essere. «Aperto» non significa però riconosciuto come tale. (…) Il<br />

primo carattere ontologico essenziale della situazione emotiva è pertanto il seguente: la situazione emotiva apre<br />

l’Esserci nel suo esser-gettato e, innanzi tutto e per lo più, nella forma della <strong>di</strong>versione evasiva. (…) La tonalità<br />

emotiva ha già sempre aperto l’essere-nel-mondo nella sua totalità, rendendo così possibile un <strong>di</strong>rigersi verso…(…)<br />

Qui si rivela il secondo carattere essenziale della situazione emotiva. Essa è un modo esistenziale fondamentale della<br />

cooriginaria apertura del mondo, del con-Esserci e dell’esistenza; e ciò perché l’esistenza è, per essenza, essere-nelmondo.<br />

(…) Alla situazione emotiva è connesso un’aprente remissione al mondo in cui possiamo incontrare ciò che ci<br />

procura affezioni. Sul piano ontologico fondamentale dobbiamo affidare la scoperta originaria del mondo alla<br />

«semplice tonalità emotiva». L’intuizione pura, anche se penetrasse nelle più intime strutture dell’essere <strong>di</strong> ciò che è<br />

semplicemente-presente, non potrebbe mai scoprire qualcosa <strong>di</strong> minaccioso”, ivi, pp. 172-176;<br />

681<br />

Ivi, p. 116.<br />

172

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!