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"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

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sappiamo dalle analisi del precedente capitolo, i tre sensi della percezione non rivelano una mera<br />

equivocità semantica, poiché nella “cosa che essi nominano, si ha <strong>di</strong> mira una prospettiva volta a<br />

volta <strong>di</strong>versa. (…) La parola «percezione» significa, in maniera più esplicita, un rivolgersi<br />

percettivo verso il percepito, in modo che il percepito in quanto tale venga compreso nel suo esser-<br />

percepito. (…) Ma questa non è forse una vuota tautologia? Un tavolo è un tavolo. Il nostro<br />

enunciato, anche se provvisorio, è però più <strong>di</strong> una tautologia. Esso vuol <strong>di</strong>re che la percezione e il<br />

percepito nel suo esser-percepito si appartengono reciprocamente. Parlando <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigersi-verso<br />

percettivo noi affermiamo che la connessione dei tre momenti della percezione caratterizza questo<br />

<strong>di</strong>rigersi verso. Esso costituisce per così <strong>di</strong>re l’ossatura dell’intero fenomeno della «percezione»” 574 .<br />

Tale struttura del <strong>di</strong>rigersi-verso è quanto la fenomenologia denomina e chiarisce come<br />

intenzionalità o struttura intenzionale della coscienza, intendendo con ciò – come ora si esprime<br />

<strong>Heidegger</strong> – “che ogni rapportarsi-a e ogni esser-<strong>di</strong>retti-verso – [ogni intentio] possiede il suo<br />

specifico a-che del rapportarsi e verso-che dell’esser-<strong>di</strong>retto” 575 , il suo specifico intentum. Tuttavia<br />

– e con ciò si inizia ad intravedere quella più ampia ‘ripetizione’ ermeneutico-esistenziale<br />

dell’intenzionalità e dunque del concetto <strong>di</strong> verità la cui analisi abbiamo più volte procrastinato nel<br />

presente capitolo – anche la struttura intenzionale della coscienza, e quin<strong>di</strong> della percezione, non è<br />

in ultima analisi chiarificabile in base a se stessa o – come in Husserl, a parere <strong>di</strong> <strong>Heidegger</strong> – sul<br />

fondamento <strong>di</strong> una ontologia del tutto tra<strong>di</strong>zionale (cartesiana) della soggettività che la interpreti<br />

come sostanzialità, seppur dotata <strong>di</strong> pensiero, cioè, in ultima istanza, a partire dal modo d’essere<br />

dell’ente semplicemente esistente sottomano 576 . Bisogna dunque “chiedersi come si configuri<br />

questa struttura dell’intenzionalità, ma soprattutto come essa si fon<strong>di</strong> ontologicamente sulla<br />

costituzione fondamentale dell’esserci” 577 .<br />

Innanzitutto, però, vanno ancora chiariti <strong>degli</strong> equivoci riguardanti l’intenzionalità. Anche<br />

quando se ne accetta la struttura relazionale, costituita dai momenti dell’intentio e dell’intentum, si<br />

tende infatti ad interpretarla nei termini <strong>di</strong> una relazione tra un soggetto ed un oggetto<br />

effettivamente presenti nel processo percettivo, come se “la relazione intenzionale (…) [fosse] un<br />

qualcosa che si aggiunge al soggetto solo grazie al sussistere dell’oggetto” 578 , ciò che <strong>Heidegger</strong><br />

definisce “oggettivazione a rovescio” 579 .<br />

assolutamente chiara e precisa, Dilthey, con la <strong>di</strong>fferenza che allora proprio quella psicologia che si riteneva scientifica,<br />

l’antecedente della psicologia attuale, combatté e rigettò nel modo più violento il progetto <strong>di</strong>ltheyano sostenendo che<br />

non era scientifico”, M. <strong>Heidegger</strong>, I problemi fondamentali della fenomenologia, cit., pp. 46-47.<br />

574<br />

Ivi, p. 52.<br />

575<br />

Ivi, p. 54.<br />

576<br />

Per le critiche, da parte <strong>di</strong> <strong>Heidegger</strong>, all’antropologia fenomenologica <strong>di</strong> Husserl, ma anche <strong>di</strong> Scheler, si veda M.<br />

<strong>Heidegger</strong>, Prolegomeni alla storia del concetto <strong>di</strong> tempo, cit., Parte preparatoria, Capitolo terzo, Il primo sviluppo<br />

della ricerca fenomenologica e la necessità <strong>di</strong> una riflessione ra<strong>di</strong>cale in se stessa a partire da se stessa.<br />

577<br />

M. <strong>Heidegger</strong>, I problemi fondamentali della fenomenologia, cit., p. 54.<br />

578<br />

Ivi, p. 55.<br />

579<br />

Cfr. ivi, p. 60.<br />

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