09.06.2013 Views

"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

oggettivi, <strong>di</strong>rettamente evidenti, «il cui contenuto presenta le relazioni più generali tra il pensiero<br />

intenzionale e l’oggetto (nel senso logico)»” 39 . Il terzo argomento, quello metodologico, sostiene<br />

infine che se fine della scienza è la vali<strong>di</strong>tà e certezza assoluta delle sue tesi, questa non può essere<br />

costruita su princípi assunti arbitrariamente, poiché certezza ed evidenza possono appartenere<br />

soltanto al dato offerto imme<strong>di</strong>atamente nella coscienza. Tuttavia, commenta ancora <strong>Heidegger</strong>, “si<br />

deve osservare che <strong>di</strong> puri dati <strong>di</strong> fatto (anche <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zi considerati come atti psichici) non si può<br />

pre<strong>di</strong>care la certezza. I dati <strong>di</strong> fatto appunto o sono o non sono. Certe sono solo le conoscenze, e<br />

queste, come abbiamo visto sopra, non si possono conseguire unicamente traendole dai dati <strong>di</strong><br />

coscienza” 40 .<br />

Diverso il <strong>di</strong>scorso per quanto riguarda il fenomenismo, il quale, meno ra<strong>di</strong>calmente rispetto al<br />

coscienzialismo, ammette possibilità e realtà <strong>di</strong> una posizione del reale ma non la sua definizione<br />

scientifica, posto com’è sotto la X sconosciuta della cosa in sé. Interessante, a tal proposito, la<br />

lettura heideggeriana <strong>di</strong> Kant – soggetta, come noto, fino al Kantbuch del ’29 a molteplici<br />

oscillazioni – che manifesta, suo malgrado, un’eccessiva <strong>di</strong>pendenza proprio da quelle<br />

interpretazioni soggettivistico-psicologistiche della filosofia kantiana che da Herbart e Schpenauer<br />

arrivavano fino a Wundt, e che <strong>Heidegger</strong> in<strong>di</strong>viduerà sempre più come il suo stesso bersaglio<br />

polemico. Solo <strong>di</strong> qui, inoltre, appare comprensibile l’ambiguità precedentemente rilevata nei<br />

confronti della filosofia trascendentale: “Il classico rappresentante del fenomenismo è Kant.<br />

Secondo lui, cioè, le con<strong>di</strong>zioni trascendentali della conoscenza intuitiva e intellettiva recano un<br />

carattere soggettivo genetico-apriorico, com’egli cercò <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrarci nella sua ‘dottrina<br />

trascendentale <strong>degli</strong> elementi’. (…) L’affermazione <strong>di</strong> un comportamento mo<strong>di</strong>ficante <strong>di</strong> queste<br />

forme in senso soggettivo rimane un’ipotesi puramente dogmatica. (…) Kant ha rinunciato lui<br />

stesso alla sua tesi, secondo la quale si potrebbe pensare solo ciò che è intuitivo, e quin<strong>di</strong> l’intelletto<br />

non avrebbe alcun oggetto specifico, quando fece oggetto della sua ricerca i concetti puri<br />

dell’intelletto e la loro deduzione” 41 . In sostanza, l’applicazione delle categorie al dato sensibile,<br />

pure riconosciuto come “fondamento materiale” della conoscenza, opererebbe in Kant una sua<br />

ulteriore soggettivizzazione, la cui insufficienza è resa evidente, tra l’altro, dalla considerazione del<br />

fatto che la logica opera per lo più con materiale non intuitivo quale concetti, giu<strong>di</strong>zi e sillogismi. Si<br />

pone pertanto ad <strong>Heidegger</strong> come “<strong>di</strong> fondamentale importanza fissare esattamente il rapporto tra<br />

39<br />

Ibid. Anche questo passaggio sembra richiamare molto da vicino quanto Husserl afferma poco oltre il passo citato in<br />

precedenza: “Ma se si confonde la legge con il giu<strong>di</strong>care, con la conoscenza della legge, l’ideale con il reale, la legge si<br />

presenta allora come una forza che determina il nostro corso <strong>di</strong> pensiero. Si comprende come si possa aggiungere qui<br />

una seconda confusione, e cioè quella tra la legge come membro della causazione e la legge come regola della<br />

causazione”; E. HUSSERL, Ricerche Logiche, cit., I, p. 84.<br />

40<br />

Ivi, p. 141.<br />

41<br />

Ivi, pp. 141-142.<br />

13

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!