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"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

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privativo, come a-letheia, <strong>di</strong>s-velatezza (Un-verborgenheit nella successiva traduzione<br />

heideggeriana) cioè a partire da un coessenziale rapporto della verità col nascon<strong>di</strong>mento.<br />

Chiarita tale connessione fondamentale, inten<strong>di</strong>amo ora analizzare più in dettaglio la rilettura<br />

heideggeriana – poiché abbiamo visto fin dall’inizio <strong>di</strong> questo saggio i continui tentativi da parte <strong>di</strong><br />

<strong>Heidegger</strong> <strong>di</strong> venire a capo del problema dei significati dell’essere in Aristotele attraverso la lettura<br />

<strong>di</strong> Brentano, Külpe e i neoscolastici, Husserl, Lask e poi ancora Husserl – della concezione<br />

aristotelica della verità, e dunque del logos apofantico, condotta, come <strong>Heidegger</strong> <strong>di</strong>rà in Essere e<br />

Tempo, con un triplice intento decostruttivo: innanzitutto, mostrare la non originarietà del giu<strong>di</strong>zio –<br />

ma poi, vedremo, della stessa intuizione – quale luogo elettivo del darsi della verità; in secondo<br />

luogo denunciare l’infondatezza della concezione dell’essenza della verità come adaequatio; in<br />

ultimo smentire l’attribuzione della paternità delle precedenti tesi ad Aristotele 495 .<br />

Ciò è possibile fare analizzando la prima parte del corso heideggeriano del ’26 sulla logica 496 ,<br />

de<strong>di</strong>cata a Il problema della verità nella fase decisiva dell’inizio della logica filosofante e le ra<strong>di</strong>ci<br />

della logica tra<strong>di</strong>zionale, in cui, ancora una volta, è possibile osservare, esposte molto più<br />

<strong>di</strong>ffusamente, le tesi del celebre paragrafo 44 <strong>di</strong> Essere e Tempo. Prima però riteniamo necessaria<br />

ancora una considerazione: non ignoriamo certo il fatto che ora <strong>Heidegger</strong> giochi a sua volta<br />

Aristotele ‘contro’ Husserl stesso in senso anti-soggettivistico e anti-teoretico, sfruttando in questa<br />

<strong>di</strong>rezione – come emerge fin dal Natorp Bericht, autentico programma filosofico-ermeneutico<br />

dell’<strong>Heidegger</strong> che ha ormai maturato una sua prospettiva tutt’affatto personale – l’orientamento<br />

aristotelico alla prassi, focalizzando cioè l’analisi sui concetti fondamentali <strong>di</strong> phronesis, techne,<br />

poiesis, sophia, e tuttavia, coerentemente con la nostra premessa iniziale, ci limiteremo alle<br />

questioni logico-veritative, recuperando in parte più avanti i temi summenzionati a proposito della<br />

specifica concezione heideggeriana dell’essenza ermeneutica della verità. Nella proposizione,<br />

dunque, e segnatamente in quella forma del tutto peculiare <strong>di</strong> proposizione in cui consiste il giu<strong>di</strong>zio<br />

– per cui risulta da subito la necessità <strong>di</strong> una <strong>di</strong>stinzione tra quest’ultimo e l’enunciazione in<br />

generale – viene comunemente identificato il luogo della verità, cioè “l’ambito cui la verità<br />

originariamente e propriamente appartiene, quel che rende possibile la verità come tale” 497 .<br />

Secondo <strong>Heidegger</strong>, in realtà, tale tesi, che viene ricavata da un celebre passo aristotelico (De<br />

interpretatione, 4, 17 a 1-3) va esattamente invertita: “posto che si stabilisca una connessione tra<br />

lógoj (proposizione) e verità, [Aristotele] definisce la proposizione servendosi della verità, più<br />

495 Cfr. id., Essere e Tempo, cit., p. 265.<br />

496 Per un’analisi dettagliata <strong>di</strong> questo corso si veda F. Chiereghin, Essere e Verità. Note a «Logik. Die Frage nach der<br />

Wahrheit» <strong>di</strong> <strong>Martin</strong> <strong>Heidegger</strong>, cit. Per una ricognizione complessiva del rapporto <strong>Heidegger</strong>-Aristotele, non<br />

recentissima, ma riteniamo ancora valida nella sostanza, si veda invece F. Volpi, <strong>Heidegger</strong> e Aristotele, cit. Sulla<br />

lettura fenomenologica <strong>di</strong> Aristotele da parte <strong>di</strong> <strong>Heidegger</strong> si veda T. Sheehan, <strong>Heidegger</strong>, Aristotle and<br />

Phenomenology, in «Philosophy Today», XIX (1975) 2, pp. 87-94.<br />

497<br />

M. <strong>Heidegger</strong>, Logica. Il problema della verità, cit., p. 85.<br />

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