09.06.2013 Views

"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

"ricerche logiche" di Martin Heidegger - FedOA - Università degli ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

itenuto, che in quanto riempimento identificante si caratterizza come evidenza” 389 . Un primo<br />

risultato <strong>di</strong> tale analisi è il superamento del “tipo tra<strong>di</strong>zionalmente mitologico <strong>di</strong> evidenza” 390 ,<br />

quello cioè che la lega ai vissuti <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio come “un segno che compare talvolta nell’anima e<br />

annuncia che il processo psichico al quale esso si presenta collegato sarebbe vero, in certa misura<br />

come in annuncio <strong>di</strong> un dato psichico, per cui al giu<strong>di</strong>zio corrisponderebbe all’esterno qualcosa <strong>di</strong><br />

reale” 391 .<br />

Così, ritiene <strong>Heidegger</strong>, intenderebbe Rickert il sentimento dell’evidenza che si realizza nel<br />

giu<strong>di</strong>zio, precisamente a causa del <strong>di</strong>sconoscimento dell’intenzionalità in genere e, nello specifico,<br />

del carattere intenzionale del “cogliere identificante” che dona l’evidenza.<br />

Inoltre – e non si può non pensare nuovamente al debito <strong>di</strong> Lask, con il suo principio della<br />

determinazione materiale della forma, rispetto alle Ricerche Logiche – essendo caratterizzata <strong>di</strong><br />

volta in volta dall’identificazione <strong>di</strong> un determinato ambito cosale con un altrettanto determinato<br />

modo d’accesso intenzionale e possibilità <strong>di</strong> riempimento, l’evidenza ha carattere “regionale”, per<br />

cui – e ciò non è privo <strong>di</strong> rilievo in rapporto alla querelle, al tempo ancora accesissima, scienze<br />

naturali-scienze dello spirito – “è un controsenso voler trasferire una possibilità <strong>di</strong> evidenza – per<br />

esempio quella matematica – su altri mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> coglimento” 392 . E tuttavia, la regionalità non inficia il<br />

carattere universale e fondante dell’evidenza, in quanto essa è cioè “una funzione universale<br />

dapprima <strong>degli</strong> atti che donano un oggetto, in seguito <strong>di</strong> tutti gli atti (evidenza della volontà,<br />

evidenza del desiderio, evidenza dell’amore e della speranza). Essa non è limitata ad enunciati,<br />

pre<strong>di</strong>cazioni, giu<strong>di</strong>zi” 393 .<br />

In questo modo la fenomenologia può reinterpretare il tra<strong>di</strong>zionale concetto <strong>di</strong> verità come<br />

adaequatio nel senso dell’“identificazione mostrante” (ausweisende Identifizierung) tra<br />

l’intenzionato (intellectus) e l’intuito (res), laddove però bisogna tenere ben fermo che l’intuito non<br />

è la res in senso cosale – nel qual caso non si capirebbe in fondo la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> questa concezione<br />

rispetto ad un realismo più o meno critico –, ma sempre questa stessa cosa in un determinato modo<br />

<strong>di</strong> datità, in questo caso come intuito, in se stesso o in carne ed ossa 394 : “Adaequatio, intesa in senso<br />

fenomenologico, significa questa adeguazione nel modo del portare-a-coincidenza” 395 .<br />

389<br />

Ibid.<br />

390<br />

Ibid.<br />

391<br />

Ibid.<br />

392<br />

Ivi, p. 64.<br />

393<br />

Ibid.<br />

394<br />

Anche in questo caso è Husserl stesso a intendere la sua concezione della verità nel suo triplice articolarsi, come<br />

vedremo tra breve, nel senso <strong>di</strong> una rilettura dell’adaequatio: “Contenuto rappresentante e contenuto rappresentato<br />

formano qui un’unità identica. E ogni qual volta un’intenzione rappresentazionale ottiene il proprio riempimento ultimo<br />

per mezzo <strong>di</strong> questa percezione idealmente compiuta, si produce allora l’autentica adaequatio rei et intellectus:<br />

l’oggettualità è effettivamente «presente» o «data» proprio così come è stata intenzionata; non è più implicita nessuna<br />

intenzione parziale che sia priva del proprio riempimento”; E. HUSSERL, Ricerche Logiche, cit., II, pp. 419.<br />

395<br />

M. HEIDEGGER, Prolegomeni alla storia del concetto <strong>di</strong> tempo, cit., p. 65.<br />

100

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!