CAPO DI CUIB - Fiamma Tricolore Canicattì
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CORNELIU ZELEA CODREANU CAPO DI CUIB
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CORNELIU ZELEA CODREANU<br />
<strong>CAPO</strong> <strong>DI</strong> <strong>CUIB</strong>
Introduzione<br />
Un improvvisato biografo di Corneliu Z. Codreanu ha usato, per<br />
definire la dottrina che ispira il Libretto del capo di cuib 1 ,<br />
l'espressione di «umanesimo integrale» 2 .<br />
A nostro parere non può esservi, a proposito dell'insegnamento<br />
esposto nel Libretto, definizione più erronea che questa, se si<br />
tiene presente che nel testo in questione Codreanu fissa le<br />
linee per un trascendimento della condizione umana, non certo<br />
per una sua assolutizzazione. La legge dell'educazione, una<br />
delle sei leggi fondamentali del cuib, suona così: «Devi<br />
diventare un altro. Un eroe». Perciò, di dottrina dell'eroismo<br />
integrale sarebbe se mai il caso di parlare. Eroe e uomo nuovo 3<br />
sono sinonimi nell'insegnamento di Codreanu, che sembra<br />
riproporre, in termini meno terrestrizzati, il tema nietzschiano<br />
del Superuomo: «Aspettiamo questo uomo questo eroe, questo<br />
gigante... Il movimento legionario... è una scuola spirituale da<br />
cui, se vi entrerà un uomo, all'altro termine dovrà uscire un<br />
eroe».<br />
Le direttive che Codreanu fornisce per la realizzazione<br />
dell'uomo nuovo conferiscono al Libretto del capo di cuib, con il<br />
loro carattere simbolico, l'aspetto di un rituale iniziatico: il<br />
legionario deve compiere un viaggio irto di difficoltà attraverso il<br />
monte della sofferenza, la selva delle fiere selvagge e la palude<br />
dello sconforto. Si leggano con la massima attenzione le pagine<br />
relative a queste tre prove: ci si renderà conto che non ci si<br />
trova di fronte né a della retorica né a della letteratura, ma che<br />
si ha a che fare con la rappresentazione di un viaggio<br />
attraverso gli Inferni, cioè con la descrizione di una delle fasi<br />
dell'iniziazione reale. La condizione di «vero legionario» può<br />
essere conseguita superando le tre prove e intraprendendo<br />
«l'opera dolce, l'opera benedetta per la costruzione dalle<br />
fondamenta della nuova Romania».<br />
Viene spontaneo ravvisare in ciò una stretta analogia coi<br />
«viaggi notturni» presenti nelle diverse tradizioni, non ultimo<br />
quello di Dante Alighieri; anzi, ci pare più esatto affermare che<br />
l'uso del medesimo simbolismo riflette l'unità della dottrina<br />
contenuta nei vari insegnamenti tradizionali, presentandoci il<br />
legionarismo romeno come una delle forme particolari<br />
attraverso cui è stato conservato, nel mondo europeo<br />
contemporaneo, qualche bagliore della Tradizione.<br />
Quest'ultima affermazione potrebbe sembrare gratuita o,<br />
quanto meno, arrischiata, qualora non fossimo in grado da<br />
dimostrare che il paese in cui la Guardia di Ferro si trovò ad<br />
operare, la Romania, aveva conosciuto in precedenza la realtà<br />
di una trasmissione iniziatica e il suo successivo occultamento.<br />
La «prova» che rende legittima tale asserzione è un documento<br />
di folclore, e il folclore, come si sa, è il custode di una somma di<br />
elementi riferentisi a un piano trascendente e spesso iniziatico 4 .<br />
Ci riferiamo a una ballata popolare romena (o meglio, alla<br />
variante romena di una leggenda diffusa in un'area più vasta)<br />
relativa alle pratiche dell'arte muratoria, nella quale ci è stato<br />
trasmesso il mito della Donna nella pietra. Tale simbolo -come<br />
quelli della vergine prigioniera che attende un liberatore o della<br />
vedova che ha perduto il suo uomo e aspetta un nuovo signoreesprime<br />
l'idea dell'eclissi della Tradizione 5 .<br />
L'azione di Codreanu significò dunque un tentativo di<br />
restaurazione eroica della spiritualità olimpico-solare. Di ciò il<br />
movimento legionario fu pienamente consapevole, e tale<br />
consapevolezza è dimostrata dal fatto che la sua iconografia<br />
conferisce tratti eroici alla figura del Capitano, inserendo<br />
personaggi superumani nelle scene raffiguranti la nascita di<br />
Codreanu 6 . Se non ci si lascia trarre in inganno dal linguaggio<br />
cristiano di tale iconografia (linguaggio che la Guardia di Ferro<br />
utilizzò a fini exoterici), si comprenderà che in tal modo l'origine<br />
di Codreunu veniva equiparata a quella delle stirpi eroiche<br />
generate dall'unione di dei e donne mortali.
Per convincersi di come l'insegnamento tradizionale fosse<br />
realmente passato nelle mani dell'organizzazione legionaria, si<br />
considerino l'ortodossia e la coerenza con cui nel Libretto viene<br />
esposta la dottrina riguardante la preghiera o appello agli<br />
antenati. La preghiera non è da Codreanu cristianamente<br />
concepita come l'atto devozionale del credente che aspetta un<br />
osso dalla misericordia del suo padrone, ma è intesa, nel solco<br />
dell'insegnamento tradizionale, come una freccia lanciata con<br />
sapienza, intelletto e dottrina contro l'orecchio di Dio. La<br />
preghiera, nell'insegnamento legionario è un magico atto di<br />
potenza che attrae irresistibilmente dai cieli le forze misteriose<br />
del mondo invisibile, gli spiriti degli antenati: «Chiamale, attirale<br />
con la potenza del tuo spirito e esse [queste forze] verranno».<br />
Questo modo di pregare, col relativo porre l'accento sulla<br />
potenza, non tradisce nessun languore di donnicciole, nessun<br />
sentimentalismo di tipo cristiano, ma, al contrario, si riconnette<br />
a una forma regale di spiritualità. Il potere necessitante che<br />
Codreanu attribuisce alla preghiera, onde essa vince le energie<br />
occulte e le costringe ad intervenire, ha caratterizzato ogni<br />
formulazione eroica della tradizione regale: da Plotino -per il<br />
quale la preghiera produce il suo effetto secondo un rapporto<br />
deterministico 7 - ad Agrippa -secondo coi le forze astrali<br />
agiscono solo per un legame naturale di necessità 8 -<br />
all'ermetismo in generale, dove si nota l'assenza di ogni<br />
elemento «religioso» o comunque estraneo alla legge di causa<br />
ed effetto.<br />
Altrove 9 si è accennato al fatto che anche la concezione<br />
legionaria del sacrificio rinvia a un tipo da spiritualità antitetico a<br />
quello manifestatosi attraverso il cristianesimo.<br />
Secondo Mircea Eliade, il quale è stato assai vicino agli<br />
ambienti della Guardia di Ferro, il significato di ogni sacrificio<br />
umamo -e di ogni sacrificio in genere- «dev'essere ricercato<br />
nella teoria arcaica della rigenerazione periodica delle forze<br />
sacre» 10 : la vittima viene immolata per impedire l'esaurimento<br />
della potenza sucrua. In altre parole, l'uomo «tradizionale»<br />
ripete, sacrificando l'atto creativo che ha dato vita al mondo,<br />
alla vegetazione, ecc. Riteniamo di non stabilire un'analogia<br />
fantasiosa, se affermiamo che il legionario sacrifica se stesso<br />
per rigenerare la stirpe e impedirne la scomparsa:<br />
Fedeli al Capitano, lieti noi ci immoleremo; sui cadaveri nemici<br />
costruirem la nuova patria 11 ; e in un altro canto legionario: la<br />
Stirpe chiede un nuovo sacrificio: Codreanu, vieni a noi! 12<br />
Nella convinzione che il sacrificio è fecondo di per se stesso e<br />
che esso genera immancabilmente i suoi frutti Codreanu scrive<br />
nel Libretto del capo di cuib: «Dopo la sofferenza viene sempre<br />
la vittoria. Chi saprà soffrire, quegli vincerà». E i legionari<br />
scelsero di divenire vittime sacrificali nel momento stesso in cui<br />
proclamarono che «la quantità di sacrificio fatto determina la<br />
vittoria» 13 .<br />
Il Libretto del capo di cuib ha, si è detto, l'aspetto di un manuale<br />
liturgico. L'importanza che il rituale ricopre nel movimento<br />
legionario non è sfuggita a Z. Barbù, uno scrittore a cui in altra<br />
sede 14 è stata riconosciuta una lucidità difficilmente<br />
riscontrabile presso altri saggisti attratti dal fenomeno<br />
codreanista. Scrive tra l'altro il Barbu: «Tutte le loro assemblee<br />
iniziavano e si concludevano con rituali magici di canto e<br />
spesso di danza». E ancora: «Uno dei corpi scelti principali<br />
della Guardia di Ferro era la cosiddetta Squadra della Morte,<br />
composta da giovani fanatici pronti a uccidere e a essere<br />
uccisi. Il loro rango e la loro missione erano fortemente<br />
istituzionalizzati, o meglio, ritualizzati». Inoltre l'autore interpreta<br />
come un «assassinio rituale» la punizione inflitta al traditore<br />
Stelescu 15 .<br />
Il Libretto del capo di cuib è tutto informato di questo carattere<br />
rituale; esso stabilisce, in gran parte, il susseguirsi di formule e<br />
gesti inerenti a un rito, così come un rito è la seduta del cuib, il<br />
cui svolgimento viene scrupolosamente descritto nelle prime<br />
pagine del manuale. Con il medesimo rigore viene fissata la
liturgia che i legionari devono osservare nel loro impegno<br />
solenne, mentre il resoconto particolareggiato dell'impegno dei<br />
primi legionari ci dà un'idea dell'alta tensione spirituale che<br />
dovette caratterizzare le cerimonie di questo ordine<br />
aristocratico e iniziatico.<br />
La Legione è un'organizzazione basata sull'ordine e la<br />
disciplina.<br />
La Legione è animata da un nazionalismo puro, scaturito<br />
dall'amore senza limiti per la Stirpe e per il Paese.<br />
La Legione vuole ridestare alla lotta tutte le energie creatrici<br />
della Stirpe.<br />
La Legione difende gli altari della Chiesa che i nemici ci<br />
vogliono demolire.<br />
La Legione si inginocchia davanti alle croci dei prodi e dei<br />
martiri della Stirpe.<br />
La Legione sta, scudo incrollabile, intorno al Trono, i cui Voivodi<br />
e Re si sono sacrificati per la difesa ed il bene della Patria.<br />
La Legione vuole costruire, con spiriti forti e braccia robuste, un<br />
Paese potente, una nuova Romania.<br />
Note<br />
Bucarest,<br />
Maggio 1933<br />
1- Abbiamo preferito conservare il termine originale rumeno,<br />
perché non esistono vocaboli italiani che riproducano<br />
fedelmente il senso che esso riveste nell'organizzazione<br />
legionaria. Si veda a tal proposito l'Appunto del traduttore in:<br />
Codreanu, Guardia di Ferro, Ed. di Ar, Padova 1972.<br />
2- Carlo Sburlati, Codreanu il Capitano, Roma 1970; p. 78.<br />
3- È interessante osservare come la parola d'ordine legionaria<br />
dell'uomo nuovo sia stata ripresa dall'attuale regime romeno,<br />
che per alcuni versi sembra seguire le indicazioni fornite a suo<br />
tempo dalla Guardia di Ferro.<br />
4- Cfr. quanto scrive il Guénon: «Quando una forma<br />
tradizionale è sul punto di estinguersi, i suoi ultimi<br />
rappresentanti possono benissimo affidare volontariamente a<br />
quella memoria collettiva [...] ciò che altrimenti andrebbe<br />
irrimediabilmente perduto. È insomma il solo modo di salvare<br />
quel che può ancora, in certa misura, essere salvato. E, in pari<br />
tempo, l'incomprensione naturale delle masse è una garanzia<br />
sufficiente a che quel che possedeva un carattere esoterico...<br />
sussista come una specie di testimonianza del passato per<br />
coloro che in un'altra epoca saranno capaci di comprenderlo».<br />
René Guénon, Le Saint Graal, in «Le Voile d'Isis», fasc. 170,<br />
1934, p. 48.<br />
5- Per quanto concerne la leggenda rumena, si veda: C. Mutti,<br />
Canti e ballate popolari ungheresi, Parma 1972; pp. 95-104.<br />
6- Si veda, ad esempio, l'icona pubblicata in: E Codreanu,<br />
Guardia di Ferro, cit., p. 322.<br />
7- Plotino, Enneadi, IV, 4, 42; 26.<br />
8- Cornelio Agrippa, De occulta Philosophia, II, cap. 60; III, cap.<br />
32.<br />
9- Legionarismo romeno, in: Codreanu, Guardia di Ferro, cit.<br />
10- Mircea Eliade, Trattato di storia delle religioni, Torino, 1972;<br />
p. 359.<br />
11- I Canti della Guardia di Ferro, «Quaderni del Veltro»,<br />
Bologna 1972.<br />
12- Il nazionalsocialismo romeno da Codreanu a Ceausescu,<br />
«Quaderni del Veltro», Bologna 1974.<br />
13- È legittimo domandarsi in quale maniera il sacrificio di<br />
Codreanu, di Mota, di Marin e di altre centinaia di legionari<br />
abbia potuto propiziare alla stirpe romena le «forze misteriose<br />
del mondo invisibile». In altre parole, quale risultato è stato<br />
conseguito con l'immolazione di tante vittime sacrificali? A noi<br />
non pare fuor di luogo sostenere che uno degli effetti del
sangue versato dai legionari lo si possa scorgere nella<br />
progressiva depurazione della classe dirigente romena<br />
dall'elemento ebraico, depurazione iniziata in modo massiccio<br />
coi processi antisionisti del 1953-'54 e terminata col siluramento<br />
di Apostol Stoica (vero nome: Gerschwin), avvenuto nel 1969.<br />
Con Stoica è stato rimosso da un incarico importante<br />
(segreteria dei sindacati) l'ultimo ebreo che occupasse in<br />
Romania un posto di rilievo. Inoltre l'attuale classe dirigente<br />
romena, impegnata nel difficile compito di attivare le migliori<br />
tendenze della stirpe (l'arduità dell'impresa è aumentata dalla<br />
scomparsa dell'élite legionaria, che riassumeva in sé le energie<br />
più positive), valorizza oggi la tradizione latina della Romania.<br />
Innalzando ovunque lupe capitoline e monumenti a Traiano,<br />
favorendo la produzione dei film di soggetto romano,<br />
ravvivando in ogni maniera presso il popolo il mito di Roma, il<br />
regime di Bucarest sotto alcuni aspetti sembra avere per divisa<br />
quella frase di Codreanu che suona così: «Noi siamo fra coloro<br />
che credono che il sole non sorge a Mosca, ma a Roma.<br />
14- Si veda l'Avvertenza in: Codreanu, Diario dal carcere, Ed. di<br />
Ar, 1970.<br />
15- Cfr. il saggio di Z. Barbu pubblicato nel volume Il fascismo<br />
in Europa, a cura di S. J. Woolf, Bari 1968.<br />
Prima parte<br />
La seduta del cuib. Le leggi. La<br />
bandierina. L'iniziativa. L'esecuzione<br />
degli ordini.<br />
Camerati, All'appello lanciato per riorganizzarci tutti in cuiburi<br />
avete risposto in numero soverchiante. «Pamîntul<br />
Stramosesc» 1 pubblicherà, nell'ordine, i nomi dei cuiburi dando<br />
loro la necessaria approvazione. Venite da tutto il paese e da<br />
tutti gli strati sociali. In maggioranza siete contadini e lavoratori.<br />
Punto 1.<br />
Ora tutti sapete che cosa sia un cuib: un gruppo d'uomini sotto<br />
il comando di un singolo. Il cuib non ha comitato. Esso ha solo<br />
un capo che comanda, un corrispondente che porta la<br />
corrispondenza, un cassiere che raccoglie i contributi e un<br />
corriere che tiene i rapporti con altri cuiburi e con il capocircondario.<br />
Tutti costoro, come veri fratelli, obbediscono al loro<br />
camerata che adempie la funzione di capo cuib. (Vedi Pentru<br />
legionari 2 , parte intitolata «La Legione Arcangelo Michele»,<br />
capitolo «I primi inizi d'organizzazione»).<br />
Punto 2. I doveri del corrispondente, del corriere e<br />
del cassiere del cuib.<br />
Il corrispondente tiene la corrispondenza del cuib sotto gli ordini<br />
del capo di cuib. Egli scrive e invia le lettere.
Il corriere tiene i rapporti fra i membri del cuib, o fra due cuiburi,<br />
o fra cuib e diversi capi gerarchici. Egli porta i pacchi con<br />
opuscoli, riviste, manifesti, giornali ecc. dalla stazione o dalla<br />
posta e li distribuisce ai membri. Sta agli ordini del capo di cuib.<br />
Il cassiere si preoccupa di incassare una certa somma (almeno<br />
un leu al mese) da ciascun membro. Oppure contributi di altro<br />
genere. Anch'egli sta agli ordini del capo di cuib.<br />
Punto 3. Le sei leggi fondamentali del cuib.<br />
Queste sono state largamente trattate nelle vecchie direttive del<br />
cuib (direttive abolite totalmente con la pubblicazione del<br />
presente opuscolo).<br />
Le enumeriamo qui:<br />
1) La legge della disciplina: sii legionario disciplinato, ché<br />
solo in questo modo sarai vittorioso. Segui il tuo capo<br />
nella buona e nella cattiva fortuna.<br />
2) La legge del lavoro: lavora. Lavora ogni giorno. Lavora<br />
con amore. Ricompensa del lavoro ti sia non il<br />
guadagno, ma la soddisfazione di aver posto un mattone<br />
per la gloria della Legione e per il fiorire della Romania.<br />
3) La legge del silenzio: parla poco. Parla quando bisogna.<br />
Di' quanto bisogna. La tua oratoria è l'oratoria<br />
dell'azione. Tu opera; lascia che siano gli altri a parlare<br />
4) La legge dell'educazione: devi diventare un altro. Un<br />
eroe. La tua scuola, fattela tutta nel cuib. Conosci bene<br />
la Legione.<br />
5) La legge dell'aiuto reciproco: aiuta il tuo fratello a cui è<br />
capitata una disgrazia. Non abbandonarlo.<br />
6) La legge dell'onore: cammina soltanto per le vie indicate<br />
dall'onore. Lotta, e non essere mai vile. Lascia agli altri le<br />
vie dell'infamia. Piuttosto di vincere per mezzo di un'infamia,<br />
meglio cadere lottando sulla strada dell'onore.<br />
Punto 4. La bandierina del cuib.<br />
Ogni cuib ha una sua bandierina tricolore, di seta. Dimensioni:<br />
cm. 40 x 40. Lunghezza dell'asta: 1 metro e dieci cm. Sopra,<br />
una croce. Sulla seta ci sarà scritto:<br />
Cuib ......<br />
Distaccamento ......<br />
Circondario ......<br />
Questa bandierina non si porta mai fuori; essa rimane in casa,<br />
nella sede del cuib. Sulla seta si mettono delle «stelle», una,<br />
due, tre,... fino a 7 stelle.<br />
La bandiera con sette stelle è una bandiera carica di gloria. Le<br />
stelle le accorda soltanto il Capo della Legione, su proposta dei<br />
capi di circondario oppure di propria iniziativa. Una stella sulla<br />
bandiera significa una grande lotta a cui il cuib ha preso parte,<br />
lotta in cui il cuib si è distinto, si è comportato con dignità.<br />
Affinché le bandiere siano tutte uguali e fatte dello stesso<br />
materiale, è bene che i capi di cuib le richiedano al capo di<br />
circondario, e che questi le richieda alla Centrale, a Bucarest.<br />
Quand'è che un cuib può avere la sua bandiera? A un cuib non<br />
si può consegnare la bandiera se non dopo 6 mesi di regolare<br />
attività.<br />
Perciò un cuib non può avere la bandiera senza l'approvazione<br />
del capo di circondario.<br />
Punto 5. Sui rapporti.<br />
Il capo di cuib deve redigere un rapporto settimanale dopo ogni<br />
seduta di cuib.<br />
Questo rapporto si stenderà secondo il modulo che verrà<br />
consegnato dai capi di circondario.<br />
Il rapporto deve comprendere i seguenti dati:<br />
1. Nome del cuib e data della seduta.<br />
2. Presenze e assenze alla seduta.
3. Contributi dei membri.<br />
4. Iniziative e realizzazioni del cuib nel corso di una<br />
settimana, e cioè:<br />
a) Diversi contributi in denaro a vantaggio della<br />
Legione.<br />
b) Abbonamenti ai diversi fogli legionari, e<br />
specialmente a «Libertatea» 3 . Acquisti di giornali,<br />
opuscoli e libri legionari.<br />
c) Vendita della stampa legionaria.<br />
d) Giorni di lavoro nei cantieri e nei campi legionari.<br />
e) Formazione di nuovi cuiburi.<br />
f) Marce, riunioni al campo, visite ad altri cuiburi.<br />
A- Il rapporto viene redatto dal capo di cuib e vien<br />
consegnato, entro 24 ore, al capo di distaccamento insieme<br />
con i contributi.<br />
Nella località in cui si trova la sede dell'Organizzazione di<br />
Circondario i rapporti si possono consegnare direttamente al<br />
segretario dell'Organizzazione.<br />
B. I capi di distaccamento consegnano al capo di settore,<br />
fra il primo e il 4 di ogni mese, i rapporti ricevuti nello spazio di<br />
un mese dai cuiburi del Distaccamento, insieme con i contributi.<br />
C. I capi di settore consegnano al capo di circondario, tra<br />
il 4 e il 7 di ogni mese, i rapporti dei capi di cuib del loro settore,<br />
ricevuti dai capi di distaccamento, insieme con i contributi.<br />
D. Il capo di circondario elabora, sulla base dei rapporti<br />
dei capi di cuiburi del circondario, un quadro della situazione<br />
generale del circondario in quel mese. Nel medesimo tempo,<br />
egli forma una classifica generale dei cuiburi del circondario, la<br />
classifica dei cuiburi nel settore e la classifica dei settori.<br />
Il capo di circondario redige un rapporto mensile che consegna<br />
in duplice copia, tra il 7 e il 13 di ogni mese, al Capo di<br />
Regione.<br />
Il rapporto del capo di circondario deve comprendere:<br />
1. Il numero dei cuiburi.<br />
2. I cuiburi di nuova fondazione.<br />
3. Il numero dei membri.<br />
4. L'aumento rispetto al mese precedente.<br />
5. Il numero di sedute del cuib.<br />
6. Il numero dei presenti.<br />
7. Il numero degli assenti.<br />
8. I contributi.<br />
9. Contributi diversi.<br />
10. Pubblicazioni e abbonamenti.<br />
a) Valore delle entrate.<br />
b) Valore del materiale diffuso a pagamento.<br />
c) Valore del materiale diffuso gratis.<br />
d) Saldo.<br />
e) Somma che resta da pagare.<br />
11. Cantieri.<br />
a) Giorni di lavoro.<br />
b) Valutazione del lavoro in denaro.<br />
12. Campi.<br />
a) Giorni di lavoro.<br />
b) Valutazione del lavoro in denaro.<br />
13. Marce: in chilometri-uomo (si moltiplica il numero dei<br />
chilometri effettuati per il numero dei membri partecipanti).<br />
14. Iniziative.<br />
15. Delegazioni.<br />
16. Ore di guardia.<br />
17. Difficoltà interne all'organizzazione: litigi, incomprensioni,<br />
trasgressioni diverse dei legionari.<br />
18. Misure prese per il superamento delle difficoltà<br />
presentatesi.<br />
19. Correnti di simpatia, avversità e indifferenza.<br />
20. I punti deboli dell'organizzazione e le misure prese per il<br />
suo rafforzamento in questi punti.<br />
21. La tenuta, il comportamento dei legionari nella società.
22. Attacchi nemici -calunnie, aggressioni, abusi delle autoritàregistrati.<br />
Nomi delle persone che ci attaccano e loro indirizzi.<br />
E. Il Capo di Regione redige, sulla base dei rapporti di<br />
circondario ricevuti, una classifica dei circondari della regione e<br />
un quadro della situazione generale della regione.<br />
Il Capo di Regione presenta alla Centrale, per il servizio dei<br />
militanti, fra il 13 e il 17 di ciascun mese, un rapporto con la<br />
situazione generale della Regione comprendente esattamente<br />
già stessi punti del rapporto del capo di circondario.<br />
Nel medesimo tempo il Capo di Regione presenta, uno per<br />
volta, i rapporti dei capi di circondario.<br />
Punto 6. Quando si riunisce il cuib.<br />
Tutti i cuiburi di legionari di tutto il paese si riuniscono ogni<br />
sabato sera; il giorno successivo è domenica, sicché tutti<br />
possono trattenersi un po' più del solito. Ma, se ce n'è bisogno,<br />
il cuib può riunirsi in qualunque momento il capo lo chiami a<br />
raccolta, in qualunque giorno della settimana.<br />
Punto 7.<br />
La vita del cuib.<br />
Il cuib riunito è un tempio. Entrando in cuib ti spogli di tutte le<br />
piccole questioni e consacri per un'ora i tuoi puri pensieri alla<br />
Patria. L'ora della seduta del cuib e l'ora della Patria. La<br />
completa armonia deve risultare non solo dall'amicizia dei<br />
legionari riuniti, ma soprattutto dalla loro comunanza d'ideale.<br />
Là, in cuib, si innalzeranno preghiere a Dio per la vittoria della<br />
Legione, si canteranno i canti insegnati dalla Legione, si parlerà<br />
dei morti: martiri, eroi, caduti per la Legione, compagni morti<br />
nella fede legionaria, amici, genitori, nonni e antenati -<br />
rievocando le anime loro.<br />
In linea generale, in cuib non si darà luogo a discussioni<br />
accese, violente, a polemiche. Parlare il meno possibile,<br />
meditare il più possibile: nulla deve turbare la maestà del<br />
silenzio e della perfetta comprensione. Si faranno esercizi di<br />
silenzio completo.<br />
Punto 8. Prima preoccupazione: LA PUNTUALITÀ.<br />
Se il capo di cuib fissa la seduta alle 9, tutti devono disporre i<br />
loro impegni in modo da non venire né troppo presto né troppo<br />
tardi. Nessuno faccia aspettare l'altro. Il legionario deve essere<br />
uomo di parola. Quando ha dato una parola, deve mantenerla.<br />
Il paese è pieno di gente che dice molte parole, ma che non<br />
mantiene mai quanto dice. Quando prometti qualcosa, pensaci<br />
bene. Se credi di non potere, dillo francamente: è meglio!<br />
Punto 9. Seconda preoccupazione: IL CUORE PURO.<br />
Il Legionario, quando viene in cuib, deve avere il cuore puro.<br />
Non vi si rechi con propositi di lite, di risentimento, poiché in<br />
cuib nessuno ha il permesso di litigare. Quando il legionario<br />
avrà voglia di battersi, vada fra i nemici.<br />
Le cose grandi e buone si operano con cuore puro, poiché,<br />
laddove è cuore puro, lì c'è Dio, mentre dove esiste un cuore<br />
malvagio, là si è ficcato il diavolo. Perciò dove c'è un cuore<br />
malvagio nemmeno il lavoro produce buoni risultati: tutto va alla<br />
rovescia. Di chi sarchia con cuore cattivo si dice che nemmeno<br />
il granoturco cresce sul suo terreno.<br />
Punto 10. L'INIZIO DELLA SEDUTA.<br />
All'ora stabilita, dopo che i membri del cuib si sono radunati, il<br />
capo del cuib si alza e grida con voce militaresca:<br />
Camerati!
A questo segnale tutti scattano in piedi. Volgono la faccia a<br />
oriente e salutano col braccio teso: e un saluto al cielo, alle<br />
altezze, e al sole, simbolo della vittoria della luce e del bene.<br />
Il capo del cuib dice con voce lenta -e gli altri ripetono tutti dopo<br />
di lui:<br />
1. Preghiamo Dio.<br />
2. Pensiamo al nostro Capitano.<br />
3. Eleviamoci, con il pensiero, agli spiriti dei martiri:<br />
Motza, Marin,<br />
Sterie Ciumetti<br />
e di tutti i nostri camerati caduti per la Legione<br />
o morti nella fede legionaria.<br />
4. Crediamo nella resurrezione della Romania legionaria e<br />
nella distruzione del muro di odio e di viltà che la<br />
circonda.<br />
5. Giuro che non tradirò mai la Legione.<br />
Punto 11.<br />
Con quali argomenti inizia la seduta il capo di cuib?<br />
1. Con la parte informativa. Novità.<br />
Quali notizie ha ricevuto dalla Centrale o dal circondario, ecc.<br />
Che cosa è avvenuto nel paese.<br />
Che cosa è avvenuto nel villaggio (politica del villaggio), in città,<br />
in fabbrica, in facoltà.<br />
In quale situazione si trovano le diverse forze politiche<br />
nemiche. Aumentano, rimangono stazionarie, regrediscono.<br />
Come procede nel paese la nostra Legione.<br />
A queste novità ogni membro del cuib porta anche egli le novità<br />
di cui è a conoscenza.<br />
2. Ordini pervenuti:<br />
Quali ordini sono stati dati. Che cosa fanno gli altri legionari del<br />
paese. Come prosegue la lotta legionaria.<br />
3. Lettura di Pamîntul Stramosesc e degli altri giornali legionari.<br />
Pamîntul Stramosesc deve esser letto per intero. In esso si<br />
trova il vero spirito legionario.<br />
Vi si rinvengono tutti gli ordini dati dalla centrale come le<br />
migliori informazioni riguardanti il movimento in tutto il paese.<br />
Parimenti, si leggeranno i fogli legionari locali.<br />
4. L'educazione dei militanti.<br />
Il legionario dovrà sapere che la Legione vincerà tutti i partiti,<br />
tutti gli ostacoli che troverà sul proprio cammino.<br />
Che tutti i legionari sono pronti a compiere qualsiasi sacrificio<br />
con gioia.<br />
Che la Legione ha un programma preciso che verrà reso noto<br />
al tempo opportuno.<br />
Che con la realizzazione di questo programma il paese sarà<br />
rigenerato. Che i legionari faranno di questa Romania una terra<br />
bella e ricca.<br />
Che i legionari sono chiamati da Dio dopo secoli di oscurità e di<br />
soprusi a suonare la tromba della resurrezione della stirpe<br />
romena.<br />
Il capo di cuib cercherà di radicare profondamente nello spirito<br />
di tutti i militanti del cuib la fede in Dio, nella Patria e nella<br />
missione della nostra stirpe.<br />
Punto 12. Quali argomenti si possono ancora<br />
discutere nei cuiburi.<br />
Nei cuiburi, quando c'è il tempo, si discutono anche altri<br />
problemi.<br />
Ecco alcuni temi di discussione di interesse agricolo:<br />
1) Come si potrebbe ottenere un raccolto migliore (grano,<br />
mais, vite ecc.).<br />
2) Quali risultati si raggiungono se concimiamo la terra?<br />
3) È bene seminare sempre lo stesso genere di cereali?
4) Si potrebbe fare in modo che il villaggio si acquisti una<br />
trebbiatrice?<br />
5) Come si può realizzare un prezzo migliore per i prodotti<br />
agricoli?<br />
6) Come dobbiamo allevare il bestiame, affinché i nostri<br />
compagni di lavoro non soffrano disagi?<br />
7) L'avicoltura non potrebbe recare proventi al contadino,<br />
assicurandogli anche un'alimentazione migliore?<br />
8) Come riuscire ad abbellire il villaggio, migliorare le strade<br />
e i ponti, aver cura della chiesa, dei cimiteri, della scuola?<br />
Ecco alcuni temi di discussione per i cuiburi di ragazze e<br />
signore (Cetatzui) 4 .<br />
1) Il ruolo della donna legionaria nella nuova Romania.<br />
2) I diritti e i doveri della donna legionaria.<br />
3) La sorella legionaria come madre.<br />
4) La sorella legionaria come moglie.<br />
5) La sorella legionaria come militante.<br />
6) La sorella legionaria e la disciplina.<br />
7) La donna legionaria e la donna moderna.<br />
8) Come si potrebbe dare un'alimentazione più nutriente<br />
alla famiglia.<br />
9) Quanto più si è esperte nell'arte culinaria, tanto meno si<br />
è conosciute fra la gente.<br />
10) La pulizia della casa e la cura dei bimbi.<br />
11) Come si potrebbe confezionare in casa tutto<br />
l'abbigliamento.<br />
12) L'educazione dei figli. - In chiesa. La Confessione e la<br />
S.ta Eucaristia. L'amore per la cultura, la luce, il lavoro, la<br />
terra.<br />
Cuiburi intellettuali.<br />
Ecco i temi delle conferenze tenute dal cuib AXA 5 di Bucarest<br />
1. L'antisemitismo nella Legione. La differenza tra legionari<br />
e nazisti. (Ion I. Motza).<br />
2. Il problema delle minoranze nello Stato romeno.<br />
3. L'insegnamento nello Stato legionario.<br />
4. Il problema morale nella vita pubblica della Romania. Gli<br />
scritti immorali.<br />
5. L'educazione morale del legionario.<br />
6. Carattere di legionario.<br />
7. La politica agraria. La Riforma Finanziaria.<br />
8. Il problema operaio nello Stato legionario.<br />
9. Il capitale e il lavoro romeno.<br />
10. Industria e agricoltura.<br />
11. La chiesa nello Stato legionario. Il prete.<br />
12. La politica estera della Romania.<br />
13. La Legione e il Marxismo.<br />
14. L'esercito.<br />
I cuiburi studenteschi e le Fratzii de Cruce 6 .<br />
1. La differenza fra la politica dei partiti e la politica della<br />
Legione.<br />
2. La differenza di organizzazione fra il sistema dei partiti e<br />
il sistema della Legione.<br />
3. Affinità tra fascismo e movimento legionario.<br />
4. Punti di contatto fra hitlerismo e movimento legionario.<br />
5. I giudei costituiscono un pericolo senza rimedio?<br />
6. I vantaggi dello spirito di disciplina.<br />
7. Perché il movimento legionario può salvare il paese e<br />
perché gli altri movimenti politici non possono salvarlo?<br />
8. Perché il nazismo non può vincere?<br />
9. Il contadino nello Stato legionario.<br />
10. L'operaio nello Stato legionario.<br />
11. Chi è Benito Mussolini.<br />
12. Chi è Adolf Hitler.<br />
13. 7<br />
14. Chi è stato Lenin.<br />
15. L'educazione fisica, fattore principale dell'educazione<br />
legionaria.<br />
16. Il fascismo prima e dopo il 1922.
17. Che cosa sono i Balilla? Loro organizzazione.<br />
18. Il canto legionario.<br />
19. la Francia nazionalista e la Francia socialista.<br />
20. Come si possono combattere le mire dell'Ungheria sulla<br />
Transilvania?<br />
21. Come si può stroncare il tentativo di influenza russa sulla<br />
Bessarabia?<br />
22. Come è possibile rafforzare le frontiere con la Bulgaria?<br />
23. Come riuscire a salvare il Maramures?<br />
24. Può esistere un'arte legionaria?<br />
25. Lo Stato legionario e i Romeni d'oltre confine.<br />
Cori.<br />
I cuiburi formati di legionari più giovani impareranno le marce<br />
legionarie e canteranno durante la riunione.<br />
Punto 13. Decisioni.<br />
Alla fine della seduta si prendono le decisioni. Ogni seduta<br />
deve terminare con risoluzioni precise, cioè occorre indicare ad<br />
ogni legionario che cosa bisogna fare fino alla prossima<br />
riunione. Il cuib opera: a) secondo gli ordini ricevuti dai<br />
comandanti; b) di propria iniziativa (decisione che esso prende<br />
da solo). Il capo di cuib può assumere l'iniziativa in diverse<br />
direzioni.<br />
1) Allargamento dell'organizzazione, cioè fondazione di<br />
nuovi cuiburi.<br />
2) Raccolta di fondi per mezzo di feste, vendite di opuscoli<br />
ecc. (oltre alla raccolta di denaro, che è permessa<br />
soltanto tra i militanti delle nostre organizzazioni).<br />
3) Distribuzione fra il pubblico non legionario (dopo un piano<br />
ben precisato) della letteratura legionaria.<br />
Ogni cuib ha, davanti a sé, un certo numero di persone<br />
conosciute. Può trattarsi di amici, di persone indifferenti o di<br />
nemici. Il cuib prepara una lista con i loro nomi e indirizzi, poi si<br />
propone di convincerli gradualmente e di educarli nella fede<br />
legionaria. Allora invia a ciascuno l'alimento spirituale: libri,<br />
riviste, articoli giornali fotografie, cori, tutto materiale ben<br />
studiato, secondo lo spirito e la disposizione mentale della<br />
persona che lo leggera. Una persona può essere influenzata da<br />
un certo libro, un determinato articolo, un certo giornale e<br />
rivista. Un'altra, da certi altri.<br />
Perciò il cuib deve stare attento a non gettate via nulla. Deve<br />
dare materiale anche al nemico? Sì. Perché dopo quello che<br />
leggerà oggi, domani, dopodomani, esso comincerà a dubitare.<br />
E il nemico che dubita sarà sconfitto.<br />
Questo cibo spirituale non si invia mai una sola volta. Il cuib si<br />
preoccupa degli uccelli finché questi non mettano le ali.<br />
Quando il loro spirito e cresciuto nella fede, allora pieni di<br />
riconoscenza verranno, ti cercheranno: che devo fare adesso?<br />
Risponderai:<br />
«Fa anche tu quel che ho fatto io. Anche tu alimenta altri, così<br />
come io ho alimentato te».<br />
Il materiale (opuscoli, libri ecc.) a volte si vende, ma il più delle<br />
volte la gente lo troverà a casa gratuitamente, fornito dal cuib<br />
con i suoi scarsi mezzi economici. E senza sapere chi l'ha<br />
mandato. Poiché il cuib dà, segue l'effetto e non dice chi<br />
manda. Solo alla fine si saprà. Grande gioia proverà un cuib<br />
per ogni persona che avrà tolto al nemico e avrà portato nel<br />
mondo della fede legionaria.<br />
Cito il cuib «Avanguardia 13, n. 3», che durante un mese e<br />
mezzo ha distribuito 37 volumi di «Pentru legionari» e 15 di<br />
«Cranii de lemn» 8 .<br />
I cuiburi di legionarie, di fanciulli, di legionari ricchi o poveri,<br />
ciascuno secondo le proprie forze, possono compiere<br />
quest'opera provocando risultati straordinari per la Legione.<br />
4. Il cuib può prendere l'iniziativa di un cantiere. Cioè può<br />
riparare un ponte rotto, un fosso, una strada, una staccionata,<br />
può aiutare un bambino ammalato, riparare la casa di un
vecchio o di una vedova. Prendersi cura delle tombe<br />
abbandonate. Così, in ogni seduta il capo del cuib porrà questo<br />
imperioso interrogativo:<br />
Che fare per rendere più grande la nostra organizzazione?<br />
Come possiamo aiutare la Legione?<br />
Ogni militante del cuib pensa e uno dice: fondiamo altri cuiburi<br />
nel vostra villaggio, oppure -se e studente- in facoltà, ecc. Un<br />
altro dice: nel villaggio vicino non esiste nessun cuib, andiamoci<br />
e fondiamone uno. Un altro dice: aiutiamo economicamente la<br />
Legione. Col denaro i legionari doteranno l'organizzazione di<br />
tutto ciò che le è necessario per la lotta; dobbiamo avvertire il<br />
Capo della Legione per sapere dove ci indirizza (a sostenere<br />
un giornale, a comprare una camionetta, a stampare opuscoli<br />
ecc.).<br />
L'opera di ogni cuib e di grande importanza. Non è possibile<br />
che un cuib si costituisca e poi non faccia più nulla, non dia<br />
cioè più nessun segno di vita. Il cuib che non agisce, che non si<br />
muove e non dà segni di vita è passato nel registro della<br />
Legione sul capitolo Cuiburi morti.<br />
Punto 14. L'iniziativa del capo di cuib.<br />
L'iniziativa è il fiore più bello che un comandante può portare. Il<br />
capo che assume sopra di sé la responsabilità dell'iniziativa<br />
deve sapere che essa può determinare l'ingrandimento<br />
dell'organizzazione, ma può causare anche molto danno,<br />
secondo che un capo se ne serva bene o male. Egli non ha, in<br />
special modo, il permesso:<br />
a) di stampare alcunché in nome dell'organizzazione senza<br />
l'approvazione dell'Ufficio Centrale della Stampa<br />
Legionaria.<br />
b) Di scrivere ordini o lettere dal contenuto sconsiderato,<br />
che possano essere male interpretate da coloro cui si<br />
indirizzano o dagli avversari.<br />
c) Di gettare la sua unità in azioni disordinate, baldorie,<br />
gozzoviglie o azioni scandalose ecc.<br />
d) Non ha il permesso di trattare e neppure di concludere<br />
alcun accordo politico con persone di altri gruppi, senza<br />
l'approvazione diretta del Capo della Legione.<br />
e) In generale un capo, come anche un legionario, deve<br />
stare attento a non promuovere nessuna azione che<br />
potrebbe mettere in pericolo, danneggiare o disonorare la<br />
Legione.<br />
Quando si prende l'iniziativa?<br />
a) L'iniziativa si prende quando non esiste nessun ordine<br />
preciso dato dai capi gerarchici. Se c'è un ordine si<br />
esegue l'ordine.<br />
b) Se nel frattempo la situazione è cambiata, il capo di cuib,<br />
come ogni comandante, dietro sua responsabilità,<br />
prenderà misure di propria iniziativa, riflettendo però con<br />
lucidità, affinché l'organizzazione ne ritragga il maggior<br />
vantaggio possibile.<br />
c) Se per caso c'è, sul luogo, un capo legionario più<br />
autorevole del capo di cuib, il capo di cuib non ha più<br />
iniziativa. Il comando, l'iniziativa e la responsabilità le<br />
prende il legionario di grado più elevato.<br />
Fuori dei casi qui previsti, il capo di cuib possiede un'ampia<br />
iniziativa. Egli prenderà decisioni in base al potere che gli è<br />
dato, in armonia con tutti i militanti del cuib, allo scopo di servire<br />
la causa legionaria. Subito dopo aver preso un'iniziativa, ne<br />
riferisce a1 Capo di distaccamento. Dopo averla eseguita,<br />
comunica: «Porto a vostra conoscenza che la decisione, da noi<br />
presa, di eseguire... è stata oggi da me portata a termine, con<br />
nostra gioia di averla potuta condurre a buon fine».<br />
Il Capo della Legione valuta un capo legionario secondo la sua<br />
capacità di iniziativa. I capi migliori e i cuiburi migliori sono<br />
quelli che assumono le iniziative migliori e le portano a termine.
Punto 15. L'esecuzione degli ordini.<br />
Quando un legionario o un cuib ricevono un ordine, è questione<br />
d'onore eseguirlo, passando attraverso l'acqua e attraverso il<br />
fuoco, qualora ce ne sia bisogno. In questo modo si misura la<br />
dignità legionaria. Quando il Capo della Legione da il segnale di<br />
una battaglia legionaria (lo sono state, per esempio: l'acquisto<br />
di una camionetta, la pubblicazione di un giornale, l'acquisto di<br />
una tipografia), i cuiburi, gareggiando fra di loro come api in<br />
laboriosità e in velocità, devono rispondere con quello che<br />
ognuno può dare. In simili occasioni tutti i cuiburi devono<br />
gareggiare tra loro in una corsa entusiasta verso la vittoria<br />
legionaria. Quale sarebbe l'efficienza di un cuib rimasto fuori<br />
della lotta, senza aver portato il minimo aiuto, il minimo<br />
sacrificio? Da queste lotte si può vedere chi merita di essere<br />
orgoglioso, nel nuovo mondo legionario, e chi deve restare<br />
dove si trova.<br />
Punto 16. Chiusura della riunione.<br />
I militanti del cuib si levano in piedi col viso rivolto ad oriente.<br />
Salutano con il braccio teso verso il cielo. Tutti ripetono con il<br />
capo di cuib:<br />
Giuro che non tradirò mai la legione.<br />
In seguito i legionari si separano, con la gioia nel cuore e col<br />
pensiero alle decisioni che devono eseguire. Nella riunione<br />
successiva si vedrà quanto è stato realizzato della decisione<br />
presa.<br />
Punto 16 bis. La marcia legionaria.<br />
La domenica e tutti i giorni di festa i cuiburi di ogni categoria<br />
(Fratzii, Cetatzui ecc.) devono abituarsi a partire per la marcia.<br />
Noi non conosciamo la nostra terra. Alcuni non conoscono<br />
nemmeno il villaggio vicino. Nei giorni di festa, sotto la pioggia<br />
o col bel tempo, d'inverno o d'estate, dobbiamo uscire in mezzo<br />
alla natura. La terra romena deve diventare un formicaio in cui<br />
si incontrino, su tutte le strade, migliaia di cuiburi che marciano<br />
in ogni direzione. All'ora della funzione religiosa, ci si fermi nella<br />
chiesa che si trova sul cammino. Ci si fermi dai camerati dei<br />
villaggi vicini. La marcia è salutare. La marcia ristora e ridà<br />
vigore ai nervi e allo spirito. Ma soprattutto la marcia è il<br />
simbolo dell'azione, dell'esplorazione, della conquista<br />
legionaria. La marcia si fa in ordine: passo marziale.<br />
Note<br />
1- La terra degli avi.<br />
2- Uscito nelle Edizioni di Ar col titolo Guardia di Ferro (Padova,<br />
1973).<br />
3- La libertà.<br />
4- Cittadelle.<br />
5- L'asse.<br />
6- Fratellanze di croce.<br />
7- Il n. 13 indica che la persona su cui i legionari dovrebbero<br />
informarsi alle riunioni di cuib è... C. Codreanu, indicato col n.<br />
13, numero della Legione.<br />
8- Crani di legno. Si tratta di un libro di Ion Motza.
Seconda parte<br />
Sull'organizzazione<br />
Quante specie di cuiburi ci sono. Loro inquadramento.<br />
Punto 17. Il cuib superiore e la famiglia di cuiburi.<br />
Ogni militante del cuib, dopo essere stato diverso tempo in un<br />
cuib, dove ha ricevuto un'educazione legionaria, può staccarsi<br />
da quel cuib e formare un altro cuib, di cui egli sarà il capo.<br />
Se da un cuib si staccano almeno tre militanti e formano un<br />
cuib ciascuno, il vecchio cuib diventa cuib superiore. Un cuib<br />
superiore si può estendere anche in dieci villaggi, nel caso in<br />
cui possa fondare, entro ciascuno di essi, un nuovo cuib.<br />
Ognuno è libero di estendersi secondo la propria efficienza,<br />
cosicché, da un cuib formandosi più cuiburi, tutti questi formano<br />
una specie di famiglia. Cioè, il cuib che si è costituito per primo<br />
forma una famiglia insieme con tutti gli altri che sono nati da lui.<br />
Ogni cuib della famiglia ha un suo capo, ma sopra tutti e più<br />
importante il capo del cuib originario.<br />
Punto 18. Cuiburi inquadrati.<br />
I cuiburi di un villaggio, di un comune, di una città, fabbrica,<br />
facoltà ecc. devono avere relazioni fra di loro. Perché? Perché<br />
non interferiscano gli uni nelle questioni degli altri (gli uni<br />
essendo di un parere, gli altri di un altro). Tutti i legionari<br />
avranno un solo parere, un solo pensiero e un solo spirito. Per<br />
questo bisogna che tutti abbiano un solo capo.<br />
Chi è il capo di un villaggio.<br />
Se in un villaggio esiste una sola famiglia di cuiburi, il capo dei<br />
legionari del villaggio è il capo del cuib originario.<br />
Se esistono due famiglie di cuiburi, il capo del villaggio o il capo<br />
del distaccamento legionario cambierà ogni mese. Un mese<br />
sarà capo del distaccamento legionario il capo di una famiglia,<br />
un mese il capo dell'altra famiglia di cuiburi. Se ci saranno tre o<br />
quattro famiglie di cuiburi, si daranno il cambio ciascuno ogni<br />
mese. Quando i capi di distaccamento si danno il cambio,<br />
redigono il processo verbale delle consegne e della<br />
accettazione del comando, poi lo trasmettono al capo di<br />
distretto, affinché questi sappia chi ha il comando in quel mese.<br />
Più tardi, quando i cuiburi si moltiplicano, entrano in funzione<br />
anche i capi di settore, i quali devono tenere le relazioni e<br />
occuparsi di tutti i cuiburi della regione. Il capo di settore è<br />
nominato dal comando centrale della Legione in seguito a<br />
proposta del capo di distretto. Questi sarà reclutato fra i capi di<br />
distaccamento più idonei.<br />
Nel caso di vittoria legionaria, sindaco di un comune non sarà il<br />
capo di settore o il capo di una famiglia di cuiburi, ma lo sarà la<br />
persona più adatta che la legione avrà in quel comune. Egli<br />
sarà però sotto il controllo del capo legionario di quel comune.<br />
Punto 19. Appello ai capi di cuib. Scuola di quadri.<br />
Il capo del distaccamento legionario o il capo di un cuib<br />
superiore chiama a convegno periodicamente i capi dei cuiburi<br />
subordinati, per informarsi di come procede l'attività, per<br />
comunicare loro già ordini ricevuti o per prendere qualche<br />
decisione. In tale occasione si sviluppa, con i capi dei cuiburi, la<br />
scuola dei quadri, cioè la scuola per insegnare al capo di cuib:<br />
l'organizzazione, lo spirito legionario, ciò che vuole e ciò che<br />
farà la Legione, i doveri di un capo legionario, tutto questo<br />
seguendo il presente opuscolo.
Il capo politico di circondario convoca, almeno una volta ogni<br />
due settimane, i propri subalterni (i capi di unità, F. d. C.<br />
Cetatzui, etc., Settori, Stato maggiore). Ogni capo, quando<br />
convoca i propri subalterni per impartire direttive o per fare<br />
scuola legionaria, non li invita per una visita e non offre loro un<br />
bicchiere di vino ciascuno, come é d'uso nel mondo<br />
democratico. Analogamente ad un comandante di reggimento<br />
che convoca i propri ufficiali subalterni per dar loro ordini prima<br />
della lotta, così si presenta il capo legionario.<br />
Egli starà in piedi sulla posizione dell'attenti. Cingerà la cintura<br />
con la diagonale, simboli del potere. Gli altri, in semicerchio, in<br />
posizione corretta, attenti, seri, consapevoli di rendere, in quel<br />
momento, un servizio alla loro stirpe, un servizio simile a quello<br />
del sacerdote sull'altare. Avranno anch'essi cintura e diagonale.<br />
Si farà l'appello, si farà rapporto. Si canterà. Si osserveranno le<br />
medesime formalità all'inizio e alla fine, come alla riunione del<br />
cuib.<br />
Formazione per il corpo dei legionari. Quando arriva un capo, il<br />
corpo dei legionari sarà disposto in quadrato o in file di plotone<br />
di lato.<br />
Punto 20. Un ruolo importante dei capi di<br />
distaccamento legionario.<br />
I capi di distaccamento legionario di un comune assumono una<br />
grande importanza in materia di amministrazione del villaggio.<br />
E cioè: dopo che i cuiburi di legionari si sono moltiplicati, i capi<br />
di distaccamento si radunano e, nella medesima armonia, si<br />
separano dai cuiburi di giovani dai 18 fino ai 27 e ai 30. Questi<br />
cuiburi giovanili, tutti insieme, si chiameranno «Gruppo di<br />
legionari del comune X».<br />
Al comando di questi cuiburi i capi di distaccamento legionario<br />
porranno il migliore fra i capi di cuib (considerando chi ha<br />
fondato più cuiburi e chi ha maggiori qualità di capo) e<br />
chiederanno poi la ratifica da parte del Capo della Legione. Nel<br />
caso che i migliori siano due, questi due diventeranno capi di<br />
Gruppi legionari, dandosi il cambio ogni mese. Essi dipendono<br />
dal capo di distaccamento legionario.<br />
Punto 21. Un altro ruolo dei capi di distaccamento.<br />
È quello di stare attenti che non si verifichi nessuna<br />
incomprensione fra i legionari. Nessuna ambizione, se non<br />
quella di uscire vittoriosi. Essi cercheranno di appianare, con<br />
molta moderazione, ogni divergenza. Di fronte al Capo della<br />
Legione il migliore non è il più testardo, bensì colui che sa<br />
assoggettarsi ai sacri interessi legionari e sa sacrificare le<br />
proprie convinzioni e il proprio orgoglio allo scopo della vittoria.<br />
Punto 22. Quante specie di cuiburi esistono nella<br />
Legione.<br />
1) Cuiburi chiamati «Fratzii de Cruce». Vi entrano soltanto i<br />
giovani dai 14 ai 20 anni provenienti da differenti scuole. Le F.<br />
d. C. sono solo in città.<br />
Il ruolo di questi cuiburi è promuovere l'educazione della<br />
gioventù romena, e cioè:<br />
a) L'educazione Cristiana: la gioventù romena deve<br />
riconoscere, amare Dio e comportarsi secondo gli<br />
insegnamenti cristiani.<br />
È numerosa la letteratura immorale, che uccide lo spirito del<br />
fanciullo. Egli deve essere protetto da questo veleno.<br />
b) L'educazione nazionale: Il giovane romeno deve amare la<br />
sua Patria, la sua Terra e il suo Re, Senza patria egli è come<br />
un uccello senza nido. Egli deve essere protetto dalla<br />
letteratura comunista che si solleva contro Dio, contro la<br />
famiglia, contro la proprietà e contro l'esercito.
c) L'educazione sociale: nello spirito della nostra gioventù<br />
devono essere coltivati e mantenuti i sentimenti cristiani di<br />
giustizia e di equità sociale e la sete di lavoro creatore.<br />
d) L'educazione fisica: il fanciullo deve essere prestante e sano<br />
nel corpo, poiché egli sarà il soldato di domani che difenderà<br />
questa terra. (Legione sportiva).<br />
e) L'educazione sanitaria: egli deve essere protetto dalle<br />
innumerevoli malattie, specialmente da quelle veneree, che<br />
esauriscono tutto il vigore della gioventù. In una parola,<br />
dobbiamo preoccuparci del Romeno di domani, il quale porterà<br />
sulle proprie spalle la grande responsabilità dell'esistenza della<br />
Patria.<br />
Punto 23.<br />
2) I cuiburi di fanciulle (signore), chiamati anche «Cetatzui»<br />
quando sono formati di alunne delle scuole superiori, sempre<br />
con lo stesso obiettivo educativo. Esse domani saranno madri.<br />
E il bambino sarà come lo educa la madre. Esse aiutano la<br />
Legione con il loro lavoro e con la propaganda delle idee<br />
legionarie.<br />
Punto 24.<br />
3) Il Corpo dei legionari: dai 21 ai 28 anni. Tutti i cuiburi con<br />
militanti di questa età formano il Corpo dei Legionari. Vengono<br />
eccezionalmente ammessi, al di sotto di questa età, i militanti<br />
dei cuiburi dei villaggi dove non esistono fratzii de cruce.<br />
Essi sono i militanti più attivi della Legione. Essi diffondono il<br />
nostro credo. Essi ne diffondono lo spirito, ché hanno la<br />
possibilità di farlo. Essi fanno politica e la politica è una lotta da<br />
cui esce vittorioso colui che ha lo spirito più temprato, più<br />
deciso, più paziente, più disciplinato, più attivo.<br />
L'educazione del fatto creatore. Egli, il legionario, sarà colui il<br />
quale con il suo lavoro costruirà la nuova Romania, non per<br />
guadagnare qualcosa, ma soltanto per il desiderio di vederla<br />
diventare una terra potente.<br />
Egli deve essere educato al sacrificio, non al guadagno, poiché<br />
soltanto sacrificandosi tutti potremo avere una terra bella e<br />
ricca. Egli deve essere educato alla disciplina severa, poiché<br />
soltanto gli sforzi uniti e disciplinati di tutti potranno ottenere gli<br />
effetti desiderati.<br />
Punto 25.<br />
4) Gli studenti legionari di una università si organizzano nella<br />
maniera seguente:<br />
Tutti i cuiburi studenteschi di un circondario formano Il Gruppo<br />
Legionario studentesco di circondario, che porta il nome del<br />
circondario corrispondente e sta sotto la guida del legionario<br />
più degno.<br />
Tutti i gruppi studenteschi di circondario esistenti presso una<br />
università formano:<br />
Il Centro studentesco legionario, al comando di un capo<br />
legionario, aiutato da tutti i capi dei gruppi legionari.<br />
I capi dei gruppi e dei centri studenteschi legionari sono<br />
nominati ogni anno dal gran consiglio universitario legionario<br />
che funziona sotto la presidenza del Capo della Legione.<br />
Questo consiglio è formato dai presidenti dei centri universitari<br />
legionari e da 5 capi di gruppi legionari studenteschi per ogni<br />
università, scelti automaticamente secondo l'ordine alfabetico<br />
dei circondari, ogni anno. Nei casi di solennità particolare a<br />
questo consiglio possono prender parte tutti i capi di unità<br />
legionarie studentesche (cuiburi, gruppi e centri).<br />
Un capo legionario di qualunque unità non può<br />
contemporaneamente ricoprire una funzione in uno dei comitati<br />
delle organizzazioni studentesche generali, come circoli,
associazioni di facoltà, centri ecc. Per questi incarichi egli<br />
delegherà legionari ai suoi ordini o, se ci sarà bisogno che li<br />
svolga personalmente, affiderà a un altro il comando legionario.<br />
Punto 26.<br />
5) L'organizzazione politica propriamente detta è costituita dai<br />
cuiburi di uomini anziani che si educheranno anche loro in<br />
senso legionario, svolgeranno compiti politici, proteggeranno e<br />
indirizzeranno i più giovani.<br />
Ha la direzione il capo politico di circondario, il quale<br />
contemporaneamente sorveglia e dirige l'attività anche delle<br />
altre unità legionarie.<br />
Punto 27.<br />
Tutti questi cuiburi hanno in ciascun circondario e al centro i<br />
loro comandi a parte. Così in ogni circondario esiste:<br />
- Il capo della Fratzie de Czuce (F. d. C.).<br />
- Il capo delle Cetatzui di fanciulle o signore.<br />
- Il capo del Corpo dei Legionari.<br />
- Il capo del Corpo dei lavoratori.<br />
- Il capo dell'organizzazione politica.<br />
Tutti costoro stanno sotto la direzione del Capo della Legione.<br />
Punto 28.<br />
Secondo la norma generale tutti questi capi si danno il cambio<br />
ogni anno. I capi delle organizzazioni politiche, se ottengono<br />
l'approvazione del Capo della Legione, possono restare anche<br />
2 anni o più. Ogni capo si preoccupa per tempo di trovarsi un<br />
sostituto. Gli ex capi passano a un rango superiore,<br />
preoccupandosi sempre di indirizzare e consigliare i capi attuali<br />
e di controllare il buon andamento dell'intera organizzazione.<br />
Essi assistono a ogni riunione e si scambiano sempre le loro<br />
opinioni. Essi adempiono specialmente al ruolo di giudici in tutti<br />
i casi di incomprensione o di contesa verificatisi fra legionari,<br />
cercando, con la loro saggezza ed esperienza, di aggiustare le<br />
cose e di preservare l'organizzazione dall'errore più pericoloso:<br />
l'incomprensione, la discordia.
Terza parte<br />
Consigli per i capi di cuib, affinché<br />
l'unita al loro comando possa<br />
funzionare bene.<br />
Punto 29. 1) Come deve essere e come deve<br />
comportarsi un capo.<br />
Un capo deve essere compreso, deve riflettere bene quando<br />
assume una decisione, affinché questa sia buona. La decisione<br />
deve essere presa rapidamente e attuata sino in fondo.<br />
Deve essere benevolo e amare gli uomini al suo comando.<br />
Deve essere sereno: tale deve apparire davanti a coloro che<br />
egli comanda, non triste, scuro, nervoso.<br />
Deve essere giusto con i legionari e con tutti. Non commetterà<br />
ingiustizia neppure nei confronti dell'avversario. Lotterà contro<br />
di lui, lo sconfiggerà: ma sempre con mezzi consentiti dalla<br />
giustizia e dalla morale; non con la viltà o con la menzogna.<br />
Deve essere coraggioso e deciso nelle ore del pericolo. Così,<br />
se per esempio vedrà una persona in pericolo, il dovere d'onore<br />
di un legionario è di correre a salvarla, affrontando il pericolo.<br />
Esempio: incendio, annegamento, ecc.<br />
Deve dividere le gioie e i dolori con tutti i suoi camerati. In ogni<br />
occasione, e non solo nel mondo legionario, egli deve scegliere<br />
per sé il posto più difficile. Un legionario non preme per<br />
raggiungere il primo posto a tavola o il letto migliore.<br />
Deve essere abile, deve cioè condurre a buon esito ogni<br />
ordine, usando i mezzi più intelligenti.<br />
Deve impartire comandi chiari e guidare i suoi uomini alla<br />
vittoria.<br />
Non parli male dei suoi camerati. Non permetta che gli si parli<br />
male di altri.<br />
Sappia conservare l'armonia nell'unità che egli dirige. Questa è<br />
una cosa d'importanza capitale. Un capo, anche se possedesse<br />
tutte le migliori qualità del mondo, qualora intervenisse contesa,<br />
discordia, incomprensione nell'unita che egli comanda, deve<br />
essere immediatamente sostituito! Quando più capi prendono il<br />
comando di un'unita, l'unità comincia a sfaldarsi.<br />
Sia cortese con tutti. Non sia sgarbato con le persone, per<br />
allontanarle invece di attrarle.<br />
Deve essere moderalo in tutto. Per esempio: non si può<br />
concepire nessun capo e nessun legionario ubriaco. Il<br />
legionario può divertirsi, ma non deve ubriacarsi.<br />
Sia uomo di parola.<br />
Abbia un onore che gli susciti la stima di tutti coloro che lo<br />
circondano.<br />
In una parola, si comporti in maniera che tutti possano dire: «In<br />
un legionario puoi aver fiducia, poiché, quando si prende a<br />
cuore una cosa, egli la conduce a buon esito».<br />
Il capo dei legionari è un uomo straordinario, il quale riesce<br />
vittorioso in ogni situazione, per quanto difficile sia. Egli deve<br />
essere vittorioso. Se cadrà, egli si alzerà di nuovo e vincerà.<br />
Soltanto se sarà dotato di queste qualità un capo legionario<br />
riuscirà con la scuola del cuib e col potere dell'esempio a<br />
trasformare ogni Romeno, creando uno spirito nuovo, un vero<br />
carattere che saprà vincere in tutte le occasioni e del quale il<br />
paese avrà motivo di essere orgoglioso.
Punto 30. 2) Perché un capo legionario deve vigilare<br />
sopra se stesso?<br />
a) Per non lasciarsi adescare. Gli avversari hanno due metodi<br />
di lotta. Il primo metodo è l'attacco frontale per distruggerci. Se<br />
vedono che noi abbiamo resistito e non siamo stati distrutti,<br />
allora provano il secondo metodo: l'adescamento di alcuni<br />
uomini per seminare la discordia fra di noi.<br />
Un esempio: il processo di Vacaresti del 28 Marzo 1924.<br />
Questo processo è seguito alla nostra sconfitta. Noi però<br />
abbiamo resistito e ne siamo usciti vincitori, cioè assolti.<br />
Diverse persone ci si mostravano amiche (dopo il processo); ci<br />
invitavano alla loro mensa, ci lodavano, dicevano che eravamo<br />
buoni, intelligenti, che saremmo giunti lontano, ecc.<br />
Contemporaneamente esse cercavano di seminare la discordia<br />
fra di noi parlando male degli altri camerati. Noi ci siamo resi<br />
conto di questo attacco e riferivamo gli uni agli altri quello che ci<br />
veniva detto. E così l'attacco è stato sventato. E noi, dopo dieci<br />
anni, ci troviamo uniti come nel primo momento.<br />
Adesso contro il movimento legionario si usa il primo metodo: il<br />
tentativo degli avversari di stroncarci. Quando però essi<br />
vedranno che non possono stroncarci, proveranno col secondo<br />
metodo: cercheranno di seminare la discordia fra di noi per<br />
mezzo dell'adescamento.<br />
Guardate come tutti i partiti romeni si sono frazionati in seguito<br />
agli adescamenti: i liberali in due parti, gli avereschiani in due<br />
parti ed ora anche i nazional-contadini sono pronti per essere<br />
sconfitti e spaccati in due. Proveranno anche con noi. Ma noi<br />
saremo preparati e vinceremo.<br />
Punto 31. Che cosa deve fare un capo legionario<br />
quando avverte l'attacco dell'adescamento?<br />
Deve fare immediatamente rapporto al suo dirigente e al Capo<br />
della Legione. E deve dirlo apertamente al cuib di cui fa parte.<br />
Deve cioè svelare le trame dell'avversario.<br />
Punto 32. b) Nella Legione non è ammesso il «mi<br />
sono irritato e me ne vado».<br />
Se litiga con qualcuno, con un camerata, il legionario deve<br />
riconciliarsi. In ogni caso, non può andarsene dalla Legione per<br />
questo motivo, poiché non gli è permesso di adirarsi con la<br />
Legione, cioè con la lotta per il riscatto della sua Terra. E<br />
qualora se ne vada, il suo errore risulterebbe gravissimo di<br />
fronte a tutti i legionari, di fronte alla bandiera della Legione e di<br />
fronte alla stirpe. Uno può andarsene dalla Legione quando non<br />
crede più, non quando si adira.<br />
Punto 33. La lotta con altri capi legionari.<br />
È un grave errore che un capo legionario, per invidia, cominci a<br />
parlar male di un suo camerata di fronte agli uomini del cuib o<br />
del villaggio. Questo conduce alla divisione dei legionari, alla<br />
lotta intestina, alla vittoria del nemico. Tale fatto è così grave,<br />
che la Legione considera situazioni del genere quasi come un<br />
tradimento. Come? Distruggere la Legione per le tue<br />
ambizioni? Anche se si è nemici personali, dopo essere<br />
divenuti legionari non ci si combatte più, non si sparla più l'uno<br />
dell'altro, ma ciascuno lotta nell'incarico che ricopre e serve con<br />
fede la causa legionaria e la vittoria di domani.<br />
Punto 34. d) Lo spirito di negazione.<br />
Un'altra malattia da cui devono proteggersi un capo legionario e<br />
tutti gli uomini dell'organizzazione -malattia che è molto<br />
pericolosa perché determina incomprensioni in seno
all'organizzazione e soprattutto perché tarpa le ali ai grandi<br />
impulsi- è la critica. La critica sotto forma di eterna<br />
insoddisfazione.<br />
Esistono certe persone, le quali, qualunque cosa tu dica o<br />
qualunque cosa tu faccia, sono sempre insoddisfatte e hanno<br />
sempre qualcosa da dire. Costoro fanno fallire ogni tentativo di<br />
creazione, bloccano l'impulso degli uomini di azione.<br />
La nostra organizzazione non è un'organizzazione di critica, di<br />
negazione, ma e un'organizzazione con spirito di affermazione,<br />
di combattività, di offensiva. Lasciamo che la critica ce la<br />
facciano gli storici: noi ora dobbiamo conquistare ed agire.<br />
Punto 35.<br />
e) Tutti i capi legionari e tutti i legionari di un comune, di una<br />
fabbrica, ecc. devono essere d'accordo su tutte le questioni che<br />
interessano la nostra organizzazione.<br />
Esempio: alla Facoltà di Lettere di Bucarest si sono svolte le<br />
elezioni per la nomina del Presidente e del Comitato. Il<br />
legionario X, con i suoi camerati legionari, si è presentato<br />
candidato per una lista, mentre un altro legionario con un altro<br />
gruppo di legionari si è presentato candidato per un'altra lista. I<br />
legionari si sono spaccati in due e hanno perso le elezioni.<br />
I legionari non commetteranno mai più errori così gravi. Essi<br />
marceranno uniti anche su una strada cattiva (errata), poiché la<br />
strada peggiore è la disunione. Invece, se anche tutte le truppe<br />
legionarie andassero all'inferno, qualora siano unite, esse<br />
vinceranno tutto l'inferno e torneranno indietro vittoriose.<br />
Esempio: alla elezione del sindaco di un comune, se i capi<br />
legionari decidono di votare per una determinata persona, non<br />
deve essere ammesso che un legionario voti per un altro o che<br />
inizi a criticare la decisione.<br />
Tutti con lo stesso pensiero e lo stesso spirito. E gli avversari<br />
diranno: «Accattiviamoci i legionari, poiché sono uomini tutti<br />
d'un pezzo, decisi e uniti. Colui per il quale essi votano<br />
diventerà sindaco, ché marcian tutti nello stesso senso».<br />
QUARTA PARTE Il<br />
reclutamento dei militanti<br />
Punto 36.<br />
Quando recluta i suoi militanti, il capo di cuib deve stare attento<br />
a scegliere gli elementi più idonei forniti di alto senso della<br />
dignità. I disonesti, i litigiosi, quelli che danno scandalo, i<br />
boriosi, i vantoni, i superbi, i paurosi, i vili devono esser lasciati<br />
fuori dell'organizzazione. E, per esser sicuri che nessuno di<br />
questi elementi possa entrare nell'organizzazione, in nessun<br />
villaggio il numero dei legionari potrà superare la metà del<br />
numero degli abitanti del villaggio stesso. Una volta completato<br />
il numero dei legionari, nessuno potrà più essere accolto<br />
nell'organizzazione, ma dovrà soltanto aspettare che si liberino<br />
dei posti.<br />
In ogni caso, l'organizzazione deve essere preservata da coloro<br />
che non possono vivere senza litigare. Non appena un militante<br />
del cuib non riuscirà ad andar d'accordo con gli altri militanti,<br />
egli dovrà lasciare l'organizzazione, presentando le proprie<br />
dimissioni. Meglio pochi e vivere in fratellanza completa in<br />
un'unità perfetta, piuttosto che molti e combatterci fra di noi.<br />
Il capo di cuib cercherà di salvaguardare l'organizzazione dagli<br />
agenti provocatori e dalle spie mandate dai politicanti<br />
democratici e dagli imbroglioni di mestiere.
Quinta parte<br />
L'uniforme legionaria<br />
Punto 37.<br />
In tutta Europa esiste una corrente favorevole all'introduzione<br />
delle virtù militari nella politica delle nazioni.<br />
In luogo di chiacchiere e di discorsi lunghi, la gente vuole la<br />
frase breve, chiara e precisa come quella del soldato.<br />
In luogo dell'indecisione e della mancanza di coraggio di oggi,<br />
la gente vuole la decisione rapida.<br />
In luogo dei comitati democratici che discutono, litigano e non<br />
prendono mai decisioni, la gente esige un capo e la disciplina<br />
generale. (Oltre, beninteso, ai comitati stabiliti).<br />
In luogo dello scoramento, la gente vuole fede, buona volontà,<br />
orgoglio militaresco.<br />
In luogo della pigrizia, la gente vuole lavoro dalla mattina fino<br />
alla sera, da parte di tutti: non tollera di veder tre quarti al<br />
lavoro e un quatto a divertirsi.<br />
In luogo della brama di guadagno, del desiderio di trarre<br />
vantaggio dalla politica, la gente esige il sacrificio per il paese,<br />
come il sacrificio del soldato sui campi di battaglia. Egli non<br />
cerca di guadagnare niente, egli dà tutto: lavoro, anima, vita per<br />
la sua terra. Di questo noi abbiamo bisogno. Se tutti gli uomini<br />
che fanno politica dessero lavoro, anima, vita per la loro terra,<br />
che bella cosa sarebbe per la terra romena! Ecco che cosa farà<br />
la scuola legionaria.<br />
In luogo della discordia e dei litigi, noi poniamo il bel<br />
cameratismo del soldato e l'unità perfetta -simile a quella di un<br />
esercito- dell'intera nazione. Tutti hanno un unico pensiero: la<br />
Patria, una sola Bandiera, un solo Capo, un solo Re, un solo<br />
Dio, una sola volontà: quella di servirli con fede sino alla morte.<br />
Il legionario si è dato un'uniforme, poiché in essa egli vede<br />
riflesse tutte queste grandi qualità militari, le quali elevano le<br />
stirpi e le rendono vittoriose contro ogni difficoltà. L'uniforme è<br />
la camicia verde, cintura con diagonale.<br />
Punto 38. L'interdizione delle uniformi.<br />
Il Governo ha imposto con una legge il divieto di indossare<br />
uniformi. Una volta che la legge è stata votata, noi dobbiamo<br />
sottostare ad essa. I legionari non usciranno in pubblico vestiti<br />
dell'uniforme.<br />
Ma noi non rinunciamo ad essa. Ci faremo le uniformi e le<br />
indosseremo soltanto nei giorni di festa e soltanto nelle nostre<br />
case, dove siamo padroni e liberi di vestirci come vogliamo. Le<br />
indosseremo con amore, rispettando l'ora in cui i legislatori si<br />
convinceranno che queste belle uniformi non sono un pericolo<br />
per il paese, ma anzi sono un bene.<br />
Non dovrebbe esistere legionario che non abbia una uniforme<br />
nella sua abitazione, che non la indossi nei suoi giorni di festa,<br />
quando dovrà rendere onore a un ospite, vestendo la camicia<br />
verde. Sarà festa in casa di un legionario quando egli è la sua<br />
famiglia si vestiranno con la bella camicia verde, simbolo della<br />
primavera della stirpe romena.<br />
Punto 39. Gradi e funzioni.<br />
Gradi. Il nuovo venuto nella Legione si chiama militante.<br />
Dopo 3 anni, egli può essere avanzato al grado di Legionario.<br />
Seguono: Istruttore legionario.<br />
Aiuto comandante.<br />
Comandante legionario.<br />
Comandante Annunciazione.
Senatore legionario, con carattere onorifico.<br />
Funzioni:<br />
Capo di cuib.<br />
Capo di distaccamento.<br />
Capo di rete.<br />
Capo di squadra, di campo, di cantiere, capo di corpo<br />
legionario.<br />
Capo di circondario.<br />
Capo di regione.<br />
Non è obbligatorio che la funzione sia rappresentata da un<br />
grado. La funzione determina l'onore del grado.<br />
Sesta parte<br />
Il capo di cuib in tempo di campagna<br />
elettorale<br />
Come si è visto fino ad ora, l'obiettivo del legionario non è la<br />
campagna elettorale, ma la campagna elettorale è di<br />
un'importanza grandissima, poiché è la sola via che la legge ci<br />
mette a disposizione per determinare qualunque mutamento<br />
che noi desideriamo per il paese.<br />
La sorte del paese per 3 o 4 anni, talvolta anche per un arco di<br />
tempo più lungo, viene sancita nel giorno delle elezioni. In quel<br />
momento l'elettore è arbitro del paese. Ciò che egli, col suo<br />
voto, deciderà, si verificherà. E proprio per questo nel giorno<br />
delle elezioni girano i compratori d'anime dei partiti politici con<br />
denari, con bevande alcooliche, con cibi, per acquistare voti.<br />
Contro il malcostume dei politicanti noi dobbiamo opporre la<br />
fede nei giorni migliori per la stirpe romena e allora vinceremo,<br />
così come abbiamo vinto a Tutova, a Neamtz ecc.<br />
Ecco perché il capo di cuib dovrà attribuire grande importanza<br />
alla campagna elettorale.<br />
Punto 42. Promesse elettorali il legionario non ne fa<br />
Alla vigilia della campagna elettorale tutti già uomini politici<br />
cominciano con le promesse.<br />
Un capo legionario non prometterà se quello che noi possiamo<br />
fare. Noi non promettiamo danaro, non promettiamo acquavite,<br />
non promettiamo cariche. Noi non compriamo col danaro gli<br />
animi umani. Coloro che vengono in nome di Dio non fanno ciò.
Soltanto chi viene in nome di Satana compera gli animi col<br />
denaro.<br />
Un capo legionario dirà: Non promettiamo denaro, ma<br />
promettiamo giustizia.<br />
Non promettiamo di fare qualcosa per te, ma promettiamo di<br />
agire, di lottare per la nostra terra.<br />
Chi vuole lottare per la giustizia e per l'onore del paese, chi<br />
vuole agire per la sua terra, chi vuole sacrificarsi accanto a noi,<br />
venga con noi.<br />
Sarà bene così? Sì. Sì, perché le cose vanno in un paese come<br />
in un podere. Se in un podere c'è terra buona, ricca, dotata di<br />
tutto ciò di cui un podere ha bisogno, ma il massaio non è<br />
solerte, è scialacquatore, beve tutto quanto possiede, litiga tutto<br />
il giorno, allora il podere andrà in rovina, e i suoi figli se la<br />
passeranno molto male. Saranno anch'essi dei poveri diavoli<br />
affamati. Ma se a quel massaio succede un uomo onesto,<br />
lavoratore, diligente? In breve il podere fiorirà e tutti i figli<br />
fioriranno anch'essi come peonie.<br />
La nostra terra non è forse anch'essa un podere, con terra<br />
buona e ricca? Con tutto quanto le abbisogna? E noi Romeni<br />
non siamo i figli del podere? E non siamo ora poveri diavoli<br />
affamati? Quando però cambieremo il podere, allora non<br />
saremo più così. E questo lo farà la Legione. Essa cambierà il<br />
podere, cioè i governi dei partiti, e costituirà un governo<br />
legionario.<br />
Questa è l'unica promessa che il legionario fa alla vigilia delle<br />
elezioni e sempre.<br />
Punto 43. Quale è il nostro scopo? Dove dobbiamo<br />
arrivare?<br />
Il capo di cuib deve tener scuola a tutti i legionari e dir loro che<br />
il nostro scopo non è quello di eleggere un numero di 5, 10, 20<br />
deputati. Esso risulta molto più grande, molto più santo e molto<br />
più difficile.<br />
Noi dobbiamo far si che tutta la Romania divenga legionaria.<br />
È il nuovo spirito legionario che dovrà comandare. Il paese<br />
deve essere condotto secondo la volontà dei legionari. Perciò<br />
un deputato legionario eletto in un circondario dovrà correre in<br />
5-6 circondari a propagare la nuova fede e a chiamare alla vita<br />
tutti i Romeni, preparando l'ora della vittoria.<br />
Alcuni dicono: una volta è venuto dalle nostre parti, ma poi non<br />
s'è più fatto vivo: l'abbiamo eletto e non viene più.<br />
Risposta: Come può venire, se ci sono 71 circondari con 71<br />
città e 10.000 comuni dove il Capo della Legione gli ha ordinato<br />
di accorrere per costituire nuovi cuiburi, per organizzare e<br />
preparare la grande vittoria? E se andassimo in ogni comune,<br />
ci vorrebbero 10.000 giorni, e diecimila giorni significano circa<br />
30 anni. Vedete come è difficile venire una sola volta in ogni<br />
comune? Pensate dunque se ci dovessimo venire 2, 3 volte.<br />
Non ci basterebbe una vita intera. I legionari devono capire<br />
questo e spiegarlo a tutti. Essi devono rallegrarsi quando<br />
considerano che due anni fa non avevamo organizzazioni se<br />
non nei circondari di Cahul, Covurlui e Neamtz e in altri 3 o 4,<br />
mentre ora ne abbiamo in 50 circondari.<br />
Altri dicono: «Ecco, abbiamo eletto anche questi della Legione.<br />
Anche loro non hanno fatto niente».<br />
I legionari risponderanno: i deputati legionari, anche se fossero<br />
30 o 40, non possono fare molto! Aspettate che i legionari<br />
vincano nel paese, che si estendano da un capo all'altro della<br />
Romania, e allora vedrete le grandi riforme che essi faranno. Le<br />
leggi che i legionari hanno preparato sono leggi di grande<br />
giustizia, leggi che il popolo aspetta da molto tempo.<br />
Chi crede nella vittoria finale, chi sa lottare fino alla fine, solo<br />
quegli è legionario. Solo colui che in cuor suo non ha dubitato si<br />
rallegrerà nell'ora della vittoria, allorché il popolo romeno
traccerà, secondo la sua volontà, un nuovo, grande cammino,<br />
un cammino di vittoria.<br />
Punto 44. Richieste.<br />
I deputati legionari, subito dopo le elezioni, hanno ricevuto<br />
migliaia di richieste. Alcuni chiedono denaro, altri chiedono che<br />
venga dato loro un impiego, altri chiedono legna da ardere<br />
gratis, altri chiedono terra.<br />
Un legionario non chiede. Egli dice: non abbiamo bisogno di<br />
denaro o di impieghi. Dateci leggi giuste nel paese, perché con<br />
leggi giuste, grazie al nostro lavoro, avremo denaro ed<br />
esistenza dignitosa. I deputati legionari non possono correre<br />
per i ministeri con 2.000 richieste per 2.000 persone, mentre 14<br />
milioni di contadini, lavoratori, impiegati devono aspettare e<br />
ancora aspettare il giorno della loro giustizia. I deputati legionari<br />
non daranno una sistemazione a 5 o 6 loro partigiani di un<br />
villaggio, come fanno i partiti politici, lasciando l'infelice<br />
moltitudine dei poveri a lavorare tutta la vita come bestie da<br />
soma. E poi, se un deputato legionario prega un ministro di<br />
rendergli un servigio per 1, 2, 3 persone, il giorno seguente è il<br />
ministro che prega il legionario di chiudere un occhio sulle leggi<br />
che egli fa e di non combatterle. Perciò i capi legionari<br />
dovranno spiegare queste cose a tutti e fare della vera scuola<br />
legionaria. Essi devono dire queste cose a tutti. Se siamo<br />
entrati nella Legione, non chiediamo nulla per noi, ma diamo.<br />
Diamo anima, diamo lavoro, diamo sofferenza, diamo tutto<br />
quanto abbiamo, per il santo giorno della vittoria della stirpe<br />
romena.<br />
Punto 45. Che cosa deve fare il capo di cuib e<br />
perché deve vigilare in tempo di campagna<br />
elettorale.<br />
Subito dopo la caduta del governo i capi di cuib terranno<br />
riunioni coi loro cuiburi una volta ogni 2 giorni. Inoltre essi si<br />
riuniranno in una seduta a parte con tutti gli altri capi di cuib del<br />
villaggio o del comune per studiare la situazione e prendere<br />
tutte le misure che crederanno opportune per il miglior<br />
successo della Legione. Nello stesso tempo prenderanno<br />
misure per eseguire gli ordini giunti dai capi di circondario, se<br />
tali ordini sono arrivati.<br />
Punto 46. Che cosa faranno i capi di cuib prima delle<br />
elezioni.<br />
a) Insegneranno il nostro simbolo elettorale a tutta la gente del<br />
villaggio.<br />
Il simbolo deve essere tracciato sulla carta, in maniera che<br />
anche i bambini del villaggio lo possano conoscere alla<br />
perfezione. Si interesseranno presso il capo di circondario per<br />
sapere su quale pagina della scheda elettorale è stampato il<br />
nostro simbolo e spiegheranno per tempo alla gente se si trova<br />
a pagina 1, 2 o 3.<br />
b) Faranno in modo che il simbolo sia riprodotto col gesso, con<br />
la calce o col catrame sia nel villaggio sia sulla strada fuori del<br />
villaggio.<br />
c) A ogni uomo del cuib saranno affidati almeno cinque<br />
contadini del villaggio, che egli dovrà cercare di convincere a<br />
votare per la Legione.<br />
d) Il legionario non crederà mai e non lascerà che altri credano<br />
alle menzogne che gli avversari divulgheranno sul conto nostro:<br />
che la lista è stata ritirata, che il nostro simbolo non si trova<br />
sulla scheda elettorale, che la nostra organizzazione è stata<br />
legalmente disciolta, che nessuno può votare per la Legione,<br />
che chi dirà ancora qualcosa sulla Legione verrà punito, che<br />
siamo stati arrestati, picchiati, uccisi, fucilati, ecc. Tutte queste<br />
menzogne le dicono gli avversari sul conto nostro in tempo di
campagna elettorale per sviare gli elettori affinché essi non<br />
votino per noi. Altri poi cercano di ingannare la gente<br />
sostenendo che saremmo cuzisti anche noi. I legionari<br />
risponderanno: non siamo e non saremo mai cuzisti!<br />
e) È molto probabile che fino al villaggio vicino non arrivi<br />
nemmeno un nostro manifesto, sia per mancanza di fondi, sia<br />
perché i manifesti sono stati bloccati alla posta. I capi dei<br />
cuiburi del rispettivo comune faranno quello che potranno, per<br />
esempio piccoli manifesti scritti a mano e lotteranno svolgendo<br />
propaganda presso le persone.<br />
f) È ugualmente possibile che nessun nostro candidato possa<br />
entrare fino a quel villaggio. I capi di cuib prepareranno per<br />
tempo la gente a una simile eventualità affinché essa non<br />
rimanga scoraggiata.<br />
g) Cercheranno di prender parte a tutte le riunioni indette dagli<br />
avversari politici, per sentire ciò che vi si dice e per poter<br />
illuminare la gente dopo la loro partenza dal villaggio.<br />
Punto 47. Che cosa faranno il giorno delle elezioni.<br />
a) Il giorno delle elezioni i capi di cuib di un villaggio, insieme<br />
con tutti i loro uomini, giovani e vecchi, si riuniscono tutti in uno<br />
stesso luogo e poi si dirigono in blocco verso la sezione<br />
elettorale con la bandiera e col simbolo fatto di legno e<br />
verniciato di nero.<br />
b) Essi cercheranno di aver già da prima una tattica di lotta ben<br />
precisa, di modo che chiunque volesse impedir loro di votare<br />
venga respinto e costretto a starsene quieto.<br />
c) Nel caso in cui non siamo sufficientemente numerosi, in quel<br />
comune essi allora si disperderanno in mezzo agli altri fino alla<br />
sezione elettorale. E se noteranno che la persecuzione contro<br />
di loro è grave, allora ostenteranno tutti sul petto il simbolo del<br />
governo e diranno di essere passati dalla parte del governo, ma<br />
nella cabina -dove solo Dio li vede- voteranno per la Legione.<br />
Durante questa lotta, i capi dei cuiburi si comporteranno fra loro<br />
nella più perfetta armonia e colla maggiore disciplina possibile,<br />
obbedendo agli ordini sia della centrale, sia del circondario, sia<br />
del distaccamento legionario o dei cuiburi superiori.<br />
Nell'ultima riunione del cuib, prima di recarsi a votare, tutti i capi<br />
dei cuiburi, insieme coi legionari, pregheranno come prima di<br />
ogni battaglia.
Settima parte<br />
In quale direzione spirituale un rapo di<br />
cuib deve educare i suoi uomini.<br />
Punto 48. Come si presenta un legionario.<br />
Quando un legionario si presenta a un capo superiore o al<br />
Capo della Legione, si ferma a una distanza di tre passi in<br />
posizione d'attenti, saluta portando la mano destra al cuore e<br />
levandola poi verso il cielo e dice: sono il legionario... (Ionescu,<br />
Popescu, ecc.) del cuib...<br />
Ha un atteggiamento fiero e militaresco. Parla brevemente.<br />
Guarda dritto negli occhi. Gli occhi non mentono. Il suo volto è<br />
pieno di speranza e risplende come un sole. Così lieto e pieno<br />
di fede si presenta il legionario.<br />
Punto 49. Come deve essere nella parola e nello<br />
scritto un legionario.<br />
Il legionario, nella parola e nello scritto, deve essere breve,<br />
chiaro e preciso. Le chiacchiere lunghe e ingarbugliate sono le<br />
chiacchiere della democrazia.<br />
Punto 50. Il vestito del legionario.<br />
Il legionario andrà vestito modestamente. Egli non apprezzerà<br />
gli abiti lussuosi e fastosi di nessuno. Egli disprezzerà il lusso,<br />
che considererà fondato su un'inclinazione spirituale verso la<br />
frivolezza, verso la disonestà. Oggi l'uomo amante del lusso, se<br />
non è un ladro, appartiene a una delle varie categorie del<br />
brigantaggio; in ogni caso egli è un uomo senza sentimenti che<br />
schiaffeggia la miseria infinita del paese.<br />
Il legionario non giudicherà un uomo secondo il suo abito e non<br />
farà mai distinzione fra un uomo povero con abiti modesti e un<br />
uomo con abiti buoni. Il legionario giudicherà le persone<br />
secondo ciò che esse hanno sotto l'abito, cioè secondo il loro<br />
animo.<br />
Ci sono molti vestiti malandati che nascondono sotto di loro<br />
tesori d'oro nel cuore!<br />
Punto 51. Il legionario e l'amministrazione del<br />
denaro della comunità.<br />
Il legionario che si approprierà di denaro che non gli appartiene,<br />
che amministrerà in modo disonesto il denaro della Legione e<br />
di qualsiasi persona; colui che non potrà render conto,<br />
conforme all'impegno, del denaro incassato dalla vendita di<br />
opuscoli, giornali, distintivi, ecc., verrà eliminato per sempre<br />
dalla Legione, quale che sia la posizione che egli occupi in<br />
essa.<br />
In questa organizzazione non possono crescere se non uomini<br />
d'onore.<br />
Un piccolo furto non può lasciarci indifferenti, poiché, in<br />
definitiva, esso non è che la semenza di grandi furti, semenza<br />
che, sviluppandosi a causa della nostra tolleranza, potrebbe<br />
crocifiggere di nuovo, con le ruberie, il popolo romeno e questa<br />
terra.<br />
Punto 52. Il sentimento della dignità.<br />
Siamo stanchi della mancanza di dignità umana. Se non dai<br />
una mancia, se non paghi, non ti si iscrive al partito. Se non<br />
paghi, le pratiche marciscono negli uffici del municipio. Se non
dai una mancia, non puoi entrare al Ministero. Se non dai una<br />
mancia, non puoi esercitare il tuo diritto. La mancia, la<br />
bustarella e la frode hanno distrutto la sanità morale del popolo<br />
romeno. Il legionario cercherà di eliminare queste abitudini e di<br />
far rinascere il senso della dignità umana. Egli non darà niente<br />
a nessuno, non prometterà niente a nessuno, e, quando<br />
renderà un servizio a qualcuno, non si umilierà ad accettare<br />
mance o bustarelle, ma prenderà per il collo il subornatore.<br />
Punto 53. La scuola del fatto creatore.<br />
Il legionario deve essere uomo d'azione. Con la sua azione,<br />
con la sua opera, egli costruirà dalle fondamenta la nuova<br />
Romania.<br />
Punto 54. La preghiera come elemento decisivo<br />
della vittorie. L'appello agli antenati.<br />
Il legionario crede in Dio e prega per la vittoria della Legione.<br />
Non si dimentichi che noi, popolo romeno, stiamo qui, su<br />
questa terra, per volontà di Dio e benedizione della Chiesa<br />
cristiana. Intorno agli altari delle chiese si è trovata radunata<br />
migliaia di volte, in tempo di dolore e di difficoltà, l'intera gente<br />
romena di questa terra, donne, bambini e vecchi, con la<br />
perfetta consapevolezza che quello era l'ultimo rifugio possibile.<br />
Ed oggi noi -popolo romeno- siamo pronti a radunarci intorno<br />
agli altari come nei tempi dei grandi pericoli, per ricevere, in<br />
ginocchio, la benedizione di Dio.<br />
Le guerre sono vinte da coloro che hanno saputo attrarre dai<br />
cieli le forze misteriose del mondo invisibile e assicurarsi il<br />
concorso di queste forze. Queste forze misteriose sono già<br />
spiriti dei morti, già spiriti dei nostri antenati, i quali sono stati<br />
anche loro, un tempo, legati alla nostra terra, alle nostre zolle e<br />
sono morti in difesa di questa terra, rimanendo ancor oggi legati<br />
ad essa dal ricordo della loro vita quaggiù e per tramite nostro,<br />
loro figli, nipoti e pronipoti. Ma più in alto degli spiriti dei morti<br />
sta Dio.<br />
Queste forze, una volta attratte, fanno pendere la bilancia dalla<br />
tua parte, ti difendono, ti infondono coraggio, volontà e tutti gli<br />
elementi necessari alla vittoria e fanno sì che tu vinca. Gettano<br />
il panico e il terrore fra i nemici, paralizzano la loro attività. In<br />
ultima analisi, le vittorie non dipendono dalla preparazione<br />
materiale, dalle forze materiali dei belligeranti, ma dal loro<br />
potere di assicurarsi il concorso delle potenze spirituali. In<br />
questo modo si spiegano, nella nostra storia, le vittorie<br />
miracolose di alcune potenze assolutamente inferiori dal punto<br />
di vista materiale.<br />
Come ci si può assicurare il concorso di queste forze?<br />
1) Con la giustizia e la moralità delle tue azioni.<br />
2) Con l'appello fervente, insistente ad esse. Chiamale, attraile<br />
con la potenza del tuo spirito ed esse verranno.<br />
Il potere di attrazione e tanto più grande, quanto più numerosi<br />
sono coloro dai quali viene rivolta, in comune, la preghiera,<br />
l'appello.<br />
Perciò nelle riunioni dei cuiburi che si tengono in tutto il paese il<br />
sabato sera, si reciteranno preghiere e si esorteranno tutti i<br />
legionari ad andare in chiesa il giorno seguente, cioè la<br />
domenica.<br />
Il nostro patrono è il Santo Arcangelo Michele. Dobbiamo avere<br />
la sua icona nelle nostre case, e nei tempi difficili dobbiamo<br />
chiedere aiuto a lui, ed Egli non ci abbandonerà mai.<br />
Punto 55. La scuola della sofferenza.<br />
Colui che entra in questa lotta, deve sapere fin dall'inizio che<br />
dovrà soffrire. Dopo la sofferenza viene sempre la vittoria. Colui<br />
che saprà soffrire, quegli vincerà.
Perciò noi legionari accetteremo le sofferenze con onore. Ogni<br />
sofferenza è un passo verso il riscatto, verso la vittoria.<br />
Una sofferenza non scoraggerà il legionario, ma lo renderà<br />
d'acciaio, temprerà il suo spirito. Coloro che hanno sofferto ed<br />
ancora soffriranno, saranno veramente eroi della lotta<br />
legionaria. La benedizione della Patria si stenderà sopra di loro<br />
e sopra le loro famiglie.<br />
Ottava parte<br />
Quale via deve percorrere un legionario<br />
nella sua vita legionaria<br />
La vita legionaria è bella. Ma non è bella per ricchezza, per<br />
divertimenti e lusso, è bella invece per il gran numero di pericoli<br />
che essa offre al legionario, bella per il nobile cameratismo che<br />
lega tutti i legionari di tutto il paese in una santa fratellanza di<br />
lotta; è bella, in misura sublime, per l'inflessibile, virile<br />
atteggiamento di fronte alla sofferenza.<br />
Allorché qualcuno entra nell'organizzazione legionaria, deve<br />
conoscere fin da principio la vita che lo aspetta, la strada che<br />
egli dovrà percorrere.<br />
Questa strada passerà per il monte della sofferenza, poi<br />
attraverso la selva delle fiere selvagge e infine attraverso la<br />
palude dello scoramento.<br />
Punto 56. Il monte della sofferenza.<br />
Dopo che uno s'è arruolato legionario con l'amore per la sua<br />
terra nel cuore, non lo aspetta una tavola apparecchiata, ma<br />
egli deve accettare sulle sue spalle il giogo del nostro<br />
Redentore Gesù Cristo: «Prendete il mio giogo sopra di voi»...<br />
E il sentiero legionario comincia a inerpicarsi per un monte che<br />
il mondo ha chiamato «il monte della sofferenza».<br />
All'inizio sembra facile salirvi. Poco dopo, la salita diventa più<br />
difficile, la sofferenza più grande. Le prime gocce di sudore<br />
cominciano a cadere dalla fronte dei legionari.
Allora uno spirito impuro, infiltratosi fra i legionari che si<br />
inerpicano, getta per la prima volta la domanda: «Non sarebbe<br />
meglio tornare indietro? La strada legionaria sulla quale ci<br />
siamo incamminati comincia ad essere difficile, e il monte è<br />
lungo e alto, tanto che non ne vediamo la fine». Ma il legionario<br />
non porge orecchio, va avanti e s'arrampica con difficoltà. Ma,<br />
salendo sempre sul monte senza fine, comincia a stancarsi,<br />
sembra che le forze comincino ad abbandonarlo.<br />
Fortuna per lui che s'imbatte in una fonte, limpida come il cuore<br />
di un amico. Si rinfresca, si lava gli occhi, respira un poco e poi<br />
riprende a salire di nuovo sul monte della sofferenza.<br />
Oltrepassa la meta, e di lì comincia il monte senza acqua,<br />
senza erba, senza ombra, dove c'è solo pietra e sassi. E il<br />
legionario, al veder ciò, dice: Fin qua ho sofferto molto.<br />
Signore, aiutami a raggiungere la vetta. Ma lo spirito maligno gli<br />
getta la domanda: «Non sarebbe meglio tornare indietro?<br />
Lascia stare il tuo amore per la tua terra. Non vedi che cosa<br />
devi patire se ami la Patria e il Re, la Stirpe e la terra? E poi:<br />
che cosa guadagni qui? non è meglio che tu stia tranquillo a<br />
casa tua?».<br />
Sulla nuda pietra, egli si arrampica continuamente con fede<br />
infinita. Adesso è stanco. Cade. Si sbuccia le mani e vede<br />
scorrere il sangue dalle ginocchia. Si leva come un prode e<br />
parte di nuovo. Ne ha ancora per poco. Ma la pietra è divenuta<br />
diritta e angolosa, gli sgorga il sangue dal petto e gocciola sulla<br />
pietra inclemente. «Non sarebbe meglio che tu tornassi<br />
indietro?», si ode di nuovo la voce dello spirito impuro. Egli<br />
sembra rimanere sopra pensiero. Ma all'improvviso ode una<br />
voce che grida dal profondo di migliaia di secoli: «Avanti,<br />
ragazzi! Non abbattetevi!». Un ultimo sforzo. E la fronte di<br />
prode giunge alla vetta trionfante, sulla cima del monte della<br />
sofferenza, con lo spirito cristiano e romeno, pieno di felicità e<br />
di gioia.<br />
«Sarete felici quando vi perseguiteranno e diranno solo parole<br />
cattive contro di voi».<br />
«Ed essi partivano rallegrandosi di essere riusciti a venire<br />
picchiati per il nome di Gesù».<br />
Molte cose soffrono i legionari salendo per questo monte della<br />
sofferenza. Ci vorrebbe un libro intero per descrivere la loro<br />
sofferenza.<br />
Punto 57. La selva delle fiere selvagge.<br />
Non si immagini però colui che desidera divenire legionario,<br />
che i tentativi siano terminati qui, sulla vetta del monte della<br />
sofferenza. ed è bene che ciascuno sappia dall'inizio che cosa<br />
lo aspetta, e conosca la strada su cui si incammina.<br />
Seconda prova: non trascorre molto tempo e la strada<br />
legionaria entra in una selva a cui il mondo ha posto il nome di<br />
«selva delle fiere selvagge».<br />
Dal margine della selva si odono le urla di queste fiere<br />
selvagge, le quali aspettano solo che qualcuno entri nel bosco<br />
per sbranarlo.<br />
Dopo il monte della sofferenza, questa è la seconda prova per<br />
cui devono passare i legionari. Chi è pauroso rimane al<br />
margine della selva. Chi ha cuore di prode, vi entra dentro, lotta<br />
con valore e affronta migliaia di pericoli, dei quali si potrebbe<br />
scrivere, e si scriverà, un libro intero. In questa lotta, il<br />
legionario non fugge il pericolo, non si nasconde dietro gli<br />
alberi. Al contrario, egli si mostra laddove il pericolo è più<br />
grande. Dopo aver attraversato la selva ed esserne uscito con<br />
successo, una nuova prova lo attende.<br />
Punto 58. La palude dello scoramento.<br />
La strada si perde, ed essi devono attraversare una palude.<br />
Essa si chiama «la palude dello scoramento», poiché colui che
vi entra, prima di giungere all'altro capo della palude, viene<br />
preso dallo scoramento. Alcuni non hanno il coraggio di entrarvi<br />
-cominciano a dubitare del buon esito della lotta, poiché esso è<br />
troppo lontano- e non giungeranno fino alla vittoria. Così, molti<br />
fra coloro che hanno attraversato la selva delle fiere e si sono<br />
arrampicati sul monte della sofferenza, annegano in questa<br />
palude dello scoramento. Altri vi entrano e poi tornano indietro,<br />
altri ancora vi annegano. Ma i veri legionari non si perdono<br />
d'animo, superano anche questa ultima prova e giungono a<br />
riva, coperti di gloria.<br />
Punto 59.<br />
Là, alla fine della strada difficile delle tre prove, ha inizio l'opera<br />
bella, l'opera benedetta per costruire dalle fondamenta la nuova<br />
Romania.<br />
Punto 60.<br />
Soltanto colui il quale ha superato i tre esami, colui cioè che è<br />
passato per il monte della sofferenza, per la selva delle fiere<br />
selvagge e per la palude dello scoramento, ed è riuscito nelle<br />
prove, soltanto quello è un vero legionario.<br />
Chi non è passato attraverso queste prove non può chiamarsi<br />
legionario, benché sia iscritto all'organizzazione, abbia il<br />
distintivo e paghi i contributi. Chi ha avuto l'abilita di evitarle<br />
sempre e, in tre-quattro anni di vita legionaria, non ha<br />
conosciuto e non ha dato né l'esame del dolore, né l'esame<br />
della virilità e neppure l'esame della fede, può essere un uomo<br />
«abile», ma non può essere un legionario.<br />
Il Capo della Legione, quando apprezza la persona di un<br />
legionario, non si basa né sulla sua età né sulla sua popolarità<br />
(cioè sul numero degli nomini che egli ha attorno), né sulla sua<br />
abilità, ma su questi tre esami.<br />
Punto 61.<br />
1) La Legione è contro coloro i quali si agitano e si danno da<br />
fare per ottenere vittorie senza rischi e senza sacrificio -poiché<br />
costoro sono uomini piccoli, mentre le loro eventuali vittorie<br />
sono passeggere come la spuma del mare: dove non c'è<br />
rischio, non c'è gloria.<br />
Punto 62.<br />
2) La Legione è contro coloro i quali dopo le vittorie cercano di<br />
innalzarsi il più possibile sopra i rischi e i sacrifici altrui.<br />
Punto 63.<br />
3) La Legione è anche contro coloro i quali, benché lottino,<br />
sono spinti da un movente spirituale inferiore: «Desiderio di<br />
guadagno, godimento di un beneficio, creazione di una<br />
posizione». Costoro, conseguendo la vittoria, cominciano a<br />
divorarla.<br />
L'animo superiore trova le sue grandi soddisfazioni nel piacere<br />
della lotta e del sacrificio.
Nona parte<br />
Punto 64. Il legionario e il politicante.<br />
Il legionario e il politicante -l'uomo dei partiti- stanno su<br />
posizioni fra loro opposte.<br />
L'uomo dei partiti rovina la Romania. Davanti a lui si è messo,<br />
col suo petto, il legionario.<br />
Quando l'uomo dei partiti, il politicante, di campagna o di città, è<br />
entrato nel partito, la prima domanda che si è posto è stata<br />
questa: che cosa guadagnerò qui? Che beneficio ne trarrò?<br />
Perciò i politicanti guadagnano, mentre il paese va a pezzi.<br />
Il legionario, quando è entrato nella Legione, ha detto: «Per me<br />
non voglio niente».<br />
E si è chiesto: «Che cosa posso dare, che sacrificio posso fare<br />
io per la mia terra?».<br />
Il legionario dice: gli antenati hanno sofferto un migliaio d'anni e<br />
sono morti col pensiero rivolto a questa terra. Per un migliaio<br />
d'anni noi l'abbiamo attesa, l'abbiamo sognata. Oggi che Dio ce<br />
l'ha data intera, invece di cadere in ginocchio di fronte ad essa,<br />
invece di inchinarci di fronte a lei come di fronte a una icona,<br />
noi la deprediamo, la spogliamo.<br />
Di fronte a lei, il legionario si presenta non con diritti di<br />
cittadinanza, ma con sacri doveri. La mira del politicante è di<br />
accumularsi dei beni; la nostra, è di costruirci una patria florida<br />
e potente. Per lei lavoreremo e costruiremo. Per lei faremo di<br />
ogni Romeno un eroe, pronto alla lotta, pronto al sacrificio,<br />
pronto alla morte. (Vedi Pentru Legionari).<br />
«Contro i cuori impuri che vengono nella purissima casa di Dio<br />
senza misericordia io stendo la mia spada». Santo Arcangelo<br />
Michele<br />
«Chi sa morire, non sarà mai schiavo». Seneca<br />
Punto 65. Il legionario e il comunista.<br />
Il legionario è contro il comunista e lotterà con tutte le sue<br />
forze, affinché il comunista, dovunque si trovi annidato, sia<br />
smascherato e sconfitto. Il trionfo del movimento comunista in<br />
Romania significherebbe: l'abbattimento della Monarchia,<br />
l'abbattimento della Chiesa, l'abolizione della Famiglia,<br />
l'abolizione della proprietà personale e l'abolizione della libertà.<br />
Significherebbe per noi, in una parola, la privazione di ciò che<br />
forma il patrimonio morale dell'umanità e,<br />
contemporaneamente, l'espropriazione di tutti i beni materiali in<br />
favore dei profittatori che stanno all'ombra del comunismo, cioè<br />
dei giudei. Nel movimento comunista si trovano riuniti tutti i<br />
nostri avversari, i quali non hanno veduto e non vedono di buon<br />
occhio la Grande Romania (Vedi Pentru Legionari).<br />
Punto 66. Il legionario e il giudeo.<br />
Il problema giudaico, riscontrabile soltanto nella metà<br />
settentrionale della Romania, invisibile ma esistente anche<br />
nell'altra metà, costituisce per il popolo romeno il più grande<br />
pericolo che esso abbia conosciuto dall'inizio della sua storia<br />
fino ad oggi.<br />
Il legionario è il solo che possa risolvere questo problema, che<br />
egli considera con coraggio e con serietà; la soluzione di<br />
questo problema avverrà insieme con la soluzione degli altri<br />
problemi politici che si pongono oggi con la medesima<br />
necessità (Vedi Pentru Legionari).
Decima parte<br />
In che cosa crede un legionario<br />
Punto 67.<br />
Lo Stato basato sulla vecchia ideologia della rivoluzione<br />
francese va in rovina. Nel mondo si pone il problema di uno<br />
Stato nuovo. Esso può essere molto buono o molto cattivo.<br />
Come sarà? Sarà come noi lo faremo.<br />
Punto 68.<br />
Lo Stato nuovo però non si può fondare soltanto su concezioni<br />
teoriche di diritto costituzionale.<br />
Lo Stato nuovo presuppone, in primo luogo e come elemento<br />
indispensabile, un tipo nuovo di uomo. Uno Stato nuovo, con<br />
uomini dei vecchi difetti, non lo si può concepire.<br />
Lo Stato è un semplice abito che riveste il corpo della nazione.<br />
Possiamo confezionare un abito nuovo, lussuoso, costoso, ma<br />
che non sarà di alcuna utilità se ricoprirà un corpo esausto,<br />
distrutto da cancri morali e fisici.<br />
Punto 69.<br />
L'uomo nuovo, e la nazione rinnovata, presuppone un grande<br />
rinnovamento spirituale, una grande rivoluzione spirituale del<br />
popolo intero, cioè un rovesciamento dell'orientamento<br />
spirituale odierno, e un'offensiva categorica contro questo<br />
orientamento.<br />
Punto 70.<br />
In questo uomo nuovo dovranno rivivere tutte le virtù dello<br />
spirito umano. Tutte le qualità della nostra razza. In questo<br />
uomo nuovo dovranno essere uccisi tutti i difetti e tutte le<br />
tendenze al male.<br />
In questo tipo d'eroe -eroe in senso militare, affinché egli possa<br />
con la lotta imporre il suo punto di vista; eroe in senso sociale:<br />
incapace di sfruttare, dopo la vittoria, il lavoro altrui; eroe del<br />
lavoro, gigante creatore della sua terra per mezzo del lavorodeve<br />
essere concentrato tutto ciò che il popolo romeno ha<br />
potuto raccogliere di superiore in migliaia di anni.<br />
Attendiamo quest'uomo, quest'eroe, questo gigante. Su di lui si<br />
fonderà lo Stato nuovo, la Romania di domani.<br />
Il movimento legionario, prima di essere un movimento politico,<br />
dottrinario, economico ecc., un complesso di formule, è una<br />
scuola spirituale da cui, se vi entrerà un uomo, all'altro termine<br />
dovrà uscire un eroe.<br />
Punto 71.<br />
È possibile che avvenga questo grande rinnovamento della<br />
nazione romena? Esso è vicino. Lo sentiamo tutti. Dopo una<br />
lunga notte di secoli, oggi, fra i medesimi confini, il popolo<br />
romeno aspetta il sorgere del sole, aspetta l'ora della sua<br />
resurrezione come stirpe. È possibile che tutte le ansie<br />
millenarie si fermino a una semplice questione di struttura: unità<br />
in uno Stato di tutti i Romeni? Non sentite dal profondo come<br />
fermenta la grande rinascita del popolo romeno?<br />
Punto 72.<br />
In questa risurrezione assumerà un ruolo grandioso la gioventù.<br />
Essa è chiamata dal destino sulla scena della storia. Non ci
comprendono i vecchi uomini? Non ci comprendono perché<br />
l'appello sacro del destino solo noi lo possiamo udire, solo noi<br />
lo intendiamo, poiché solo a noi esso è rivolto.<br />
Punto 73.<br />
Leggi, stati d'assedio, baionette in grado di arrestare il destino<br />
di un popolo non sono esistite, non esistono e non esisteranno<br />
mai.<br />
Punto 74.<br />
Questa grande resurrezione determinerà da sé una nuova<br />
offensiva del popolo in tutti i domini. Questa offensiva, aiutata e<br />
sostenuta da leggi, restaurerà il Romeno nei suoi diritti, dei<br />
quali egli è stato defraudato per mille anni, anno dopo anno,<br />
con l'iniquità e la violenza.<br />
Punto 74 bis. L'accoglienza del Capo della Legione.<br />
In ogni località, il Capo della Legione sarà accolto e<br />
accompagnato in primo luogo dai legionari feriti, in secondo<br />
luogo dai legionari che hanno sofferto persecuzioni, in terzo<br />
luogo dai militanti legionari, in quarto luogo dagli amici della<br />
Legione.<br />
I vari comandanti legionari disporranno sempre il mondo<br />
legionario nell'ordine sopra indicato.<br />
Undicesima parte<br />
Circolare F<br />
Punto 75. Il regime dei parlamentari legionari 1 .<br />
L'Assemblea del Senato e dei capi di unità politiche legionarie<br />
ha stabilito, il giorno 5 Gennaio 1933 a Focsani, il regime dei<br />
parlamentari legionari.<br />
Questo regime lo ha applicato a se stesso il Capo della Legione<br />
nel suo primo mandato parlamentare ed è stato esteso anche<br />
ai quattro parlamentari.<br />
I. L'indennità.<br />
1) I parlamentari della Legione sono parlamentari grazie agli<br />
sforzi e ai sacrifici materiali e morali di tutti i legionari del paese.<br />
2) L'indennità parlamentare non appartiene a loro. Essa<br />
appartiene alla Legione, la quale accorderà ad ogni<br />
parlamentare lo stretto necessario per un'esistenza modesta.<br />
Infatti non è giusto che il parlamentare si formi una posizione<br />
materiale migliore, mentre tutti i suoi camerati conducono<br />
un'esistenza sempre più difficile. Che miserabile quadro morale<br />
avremmo, qualora alcuni di noi si circondassero di ogni genere<br />
di ghiottonerie, di abiti e di stivaletti, ovvero mantenessero la<br />
moglie nel lusso, mentre altri di noi, feriti nelle lotte,<br />
conducessero una vita di miseria straziante!<br />
3) Le spese fatte non ritornano più, così come non ritornano né<br />
la salute di colui che ha sofferto per la Legione né la vita di<br />
colui che è morto per essa. Questi sono sacrifici e il sacrificio<br />
non chiede un risarcimento.
Il dogma legionario ci dice: la quantità di sacrificio compiuto<br />
determina la vittoria. La nostra gloria è la gloria del sacrificio<br />
che noi facciamo.<br />
4) Non è uno scopo, un fine, quello di essere parlamentare: noi<br />
dobbiamo marciare avanti verso la vittoria. Come parlamentari<br />
non possiamo che preparare la vittoria. Perciò i fondi<br />
provenienti alla Legione dalle indennità doteranno<br />
l'organizzazione di tutto ciò che le è necessario per la lotta:<br />
giornali, opuscoli, automobili, ecc.<br />
Nell'anno 1933 noi parlamentari abbiamo avuto 10 mila lei<br />
mensili i primi due mesi, 8 mila lei in seguito.<br />
5) La concezione legionaria del comando dello Stato. Colui che<br />
non potrà vivere con questa somma da solo, potrà vivere in<br />
comune con gli altri parlamentari alla caserma legionaria. Così<br />
sarà il futuro parlamento legionario. I capi del paese dovranno<br />
essere in prima linea nei giorni di miseria.<br />
Non si può schiaffeggiare con uno stipendio di lusso di 30.000<br />
lei mensili l'infinita miseria del paese.<br />
Nel comportamento odierno dei parlamentari legionari si<br />
prepara il giorno di domani e si dimostra che il domani può<br />
essere così come noi lo vogliamo.<br />
II. Il parlamento legionario non appartiene a se stesso.<br />
Esso rimarrà in ogni ora del dì e della notte a disposizione della<br />
Legione. Non è possibile venire eletto parlamentare e poi<br />
dedicarsi ai propri affari o essere sempre occupato con altre<br />
diverse faccende.<br />
Per tutto il tempo in cui mi è stata messa in mano l'arma<br />
parlamentare, debbo usare questa arma. Se non posso usarla,<br />
non la impugno; ma, se l'ho presa e non posso usarla col<br />
massimo utile per la Legione, allora la consegno<br />
immediatamente a un altro che possa adoperarla meglio.<br />
Un parlamentare deve: 1) poter parlare in parlamento; 2)<br />
potersi muovere per conferenze, riunioni organizzative, tutte le<br />
volte che il Capo della Legione glielo chiederà.<br />
Chi ama la Legione mediti bene su questo punto allorché<br />
domanda che gli venga affidata l'arma della funzione di<br />
parlamentare e l'onore di usarla per la vittoria della Legione.<br />
Il raddoppiamento dei candidati n. 1<br />
L'assemblea ha fissato parimenti -in seguito a proposta del<br />
Capo della Legione- il raddoppiamento dei candidati, e cioè: in<br />
caso di vittoria di una lista, entreranno in parlamento i capilista<br />
per tre mesi, dopo di che essi daranno le dimissioni e<br />
passeranno al posto n. 2 della lista. Il n. 2 sarà fissato dalla<br />
Centrale e scelto fra gli esponenti intellettualmente più<br />
qualificati della nostra organizzazione. Fanno eccezione a<br />
questa norma i circondari che raccolgono la maggioranza<br />
assoluta. Se in un circondario e raggiunta la maggioranza<br />
assoluta, i parlamentari eletti rimangono per sempre e non<br />
vengono sostituiti.<br />
Vantaggi di questo sistema:<br />
a) Una soddisfazione e un incoraggiamento per il legionario<br />
capo di circondario.<br />
b) La imperiosa necessità dell'organizzazione di mandare in<br />
parlamento gli elementi più idonei alla lotta parlamentare.<br />
c) Creazione e preparazione del maggiore numero di quadri<br />
legionari.<br />
d) Possibilità che un parlamentare, in una attività breve ma<br />
intensa, dedichi tutta la sua opera soltanto alla Legione, senza<br />
recare pregiudizio alle sue occupazioni familiari.<br />
I capi di circondario, spinti solo dal desiderio della vittoria totale<br />
della Legione, spiegheranno questa regola ai candidati e
iceveranno una loro dichiarazione scritta, con la menzione che<br />
essi hanno preso conoscenza della «Circolare F» e intendono<br />
sottoporsi alle disposizioni contenutevi.<br />
I parlamentari legionari risiedono a Bucarest, Via della<br />
Stamperia n. 3.<br />
Il Capo della Legione, Corneliu Z. Codreanu<br />
Punto 76. Che cosa è il Comitato dei 1000.<br />
È stato fondato Il Comitato dei 1000. Ogni militante è obbligato<br />
a versare, nel corso di un anno, 24 lei mensili, o, secondo la<br />
sua volontà, 50 lei. Questa somma viene usata per il<br />
pagamento delle rate della tipografia e per dotare<br />
l'organizzazione di quanto le è necessario. Oggi questo<br />
comitato viene abolito. Il suo ruolo è ricoperto dalla<br />
«Associazione Amici dei Legionari», che ha il seguente<br />
comitato:<br />
dr. Corneliu Sumuleanu, prof. univ., Iasi, Str. Saulescu;<br />
prof. sac. Duminica Ionescu, Bucarest Str. Leon Voda 4;<br />
sig.ra Zoe Sturdza, Bucarest I, Str. Cretzulescu 8;<br />
sig.ra Maria Beiu Palade, Bucarest, Av. Muntunescu 11, tel.<br />
43326;<br />
dr. Eugen Chirnoaga, prof. Scuola Politecn., Bucarest, Viale<br />
arch. Stefan Burcus 12 (Sosea);<br />
dr. Ing. Eupen Ionica, Bucarest, Francmasona 7, tel. 47752;<br />
Grigore T. Coanda, Bucarest, Str. Bolintineanu 5, tel. 43303.<br />
Chiunque simpatizzi per il movimento legionario e desideri<br />
aiutarlo, può divenire membro dell'associazione, chiedendo<br />
informazioni ai nominativi riportati qui sopra.<br />
Punto 77.<br />
La Cassa Centrale dell'organizzazione legionaria è presso Il<br />
Generale Cantacuzino, Str. Gutenberg 3, Bucarest. Per<br />
qualunque motivo, il denaro viene spedito tramite questo<br />
indirizzo.<br />
Punto 78.<br />
«Libertatea» giornale popolare. Direttore spirituale Ion I. Motza.<br />
Il giornale appartiene alla famiglia di Ion I. Motza. Abbonamento<br />
annuale 120 lei, semestrale 60 lei, trimestrale 30 lei. Indirizzo<br />
dell'amministrazione (per abbonamenti, reclami): Bucarest,<br />
Calea Victoriei n. 63. Indirizzo della redazione (per articoli):<br />
Padre Ion Motza, Orastie, circond. Hunedoara.<br />
Punto 79.<br />
Agenti provocatori. Passano per le organizzazioni diverse spie.<br />
Alcuni sono agenti della polizia. Fateli entrare per mostrare loro<br />
che non avete nessun segreto. Se però fra i legionari verrà<br />
colto chi si vende per denaro e diventa traditore della Legione,<br />
questi sarà punito: oggi, domani, fra un anno o fra due. Il<br />
maggiore disonore per la nostra organizzazione è di trovare<br />
spie in mezzo a noi.<br />
Esistono altri che si spacciano per legionari e girano tra le<br />
diverse organizzazioni con l'intento di rubare, chiedere o<br />
raccogliere denaro. Alcuni di loro riescono a impadronirsi di una<br />
lettera o di una tessera di militante. Indagate bene su costoro.<br />
Consegnateli alla polizia.<br />
All'ultimo momento scopro che un agente della polizia, non<br />
sapendo più quali informazioni fornire sulla Legione, ha<br />
informato la Pubblica Sicurezza che i legionari vogliono fucilare<br />
diversi prefetti. Un altro si è inventato un cifrario segreto in cui<br />
erano indicate tutte le associazioni della Capitale. Noi non<br />
abbiamo bisogno di un cifrario. Questa è una invenzione<br />
infame. Indaghi pure tutta la polizia. Quello che abbiamo da<br />
dire, lo diciamo in faccia, lo diciamo ad alta voce. Se udirete
infamie del genere e se le leggerete in giornali giudaici (come<br />
sono state pubblicate due anni or sono in Adevarul 2 ,<br />
Dimineatza 3 e Lupta 4 , sappiate fin dal primo momento che sono<br />
tutti perfidi strumenti, per cui noi ci rivolgeremo alla giustizia.<br />
Punto 80. Processo verbale 5 modello per la<br />
costituzione di un cuib.<br />
LA LEGIONE<br />
Circondario........<br />
Cuib..........<br />
I sottoscritti, domiciliati nel comune......., circondario.........,<br />
convinti del pericolo che minaccia l'esistenza dello patria, si<br />
legano insieme giurando di lottare per il trionfo della Legione. Ci<br />
siamo costituiti in un cuib di legionari al quale abbiamo dato il<br />
nome di Cuib.........<br />
Il numero dei militanti del cuib è di.......... (massimo 13).<br />
Capo del Cuib: ...........<br />
Corrispondente: ...........<br />
Cassiere: ...........<br />
Corriere: ...........<br />
Giuriamo di fronte a Dio e di fronte agli uomini di tenerci<br />
strettamente uniti intorno ai nostri capi, di obbedire e di<br />
eseguire gli ordini ricevuti, di fare in modo che penetri quanto<br />
più profondamente nel popolo lo spirito nuovo del Lavoro,<br />
dell'Onore, del Sacrificio e della Giustizia; in una parola, ci<br />
proponiamo di fare legionari, cioè compartecipi della medesima<br />
fede, tutti coloro con cui verremo in contatto. Crediamo in Dio e<br />
nella vittoria della Legione; crediamo in una nuova Romania<br />
che vogliamo conquistare<br />
alla Chiesa di Cristo e al nazionalismo integrale, agendo nel<br />
quadro delle leggi del paese.<br />
1) Abbiamo iniziato l'attività. 2) Terremo riunioni ogni settimana.<br />
3) Ci abboneremo alla rivista Pamîntul Stramosesc che<br />
leggeremo nelle riunioni del cuib. 4) Ci rafforzeremo nella<br />
nostra fede legionaria. 5) Ci uniremo come fratelli e non<br />
permetteremo nessuna discordia tra di noi. 6) Ci dedicheremo<br />
immediatamente alla costituzione di nuovi cuiburi nel nostro<br />
comune e in quelli vicini. 7) Tutto ciò nella fede santa che<br />
vinceremo, qualunque siano le difficoltà e le sofferenze che<br />
attraverseremo. 8) La Romania diventerà legionaria nella sua<br />
totalità.<br />
Viva la Legione.<br />
Viva il Capitano.<br />
MOTTO 6<br />
Geme il cuore nel nostro petto<br />
Per gli affanni e la miseria;<br />
Gli occhi in lacrime stan fissi<br />
Ed aspettano pietà.<br />
La montagna oro porta,<br />
Mendichiam di porta in porta;<br />
La campagna nostra è d'oro,<br />
Noi fra i debiti si muore.<br />
Noi infelici! Camminiamo,<br />
Come Il gambero, all'indietro,<br />
Ché ci incalza la miseria<br />
Ed abbrevia i nostri giorni.<br />
Tutti noi abbiamo un nome,<br />
Abbiam tutti noi un destino.<br />
Per la terra e la giustizia<br />
In noi batte un solo cuore.<br />
Ridestiamoci, o Romeni,<br />
Non dobbiamo più patire.<br />
No, non han natura umana<br />
Quelli che ci fan soffrire.<br />
Tutti a valle, orsu, scendiamo<br />
E il nemico allontaniamo<br />
Via dal pane e via dal sale:
Espelliamol dai confini.<br />
Su, mettiamo sentinelle<br />
Sotto il sol, sotto le stelle;<br />
I predoni imprigioniamo<br />
E il bottin recuperiamo.<br />
Su, mandiamo sulla forca<br />
Tutti quanti i traditori,<br />
Tutti i ladri ed i predoni<br />
Del denaro dello Stato.<br />
Uno solo non può nulla<br />
Negli affanni e nel dolore.<br />
Molti, possono far molto<br />
E il nemico vien sconfitto.<br />
Valeriu Dugan<br />
contadino della Bucovina<br />
Segue la firma dei militanti (massimo 13)<br />
LEGIONARIO,<br />
Non compiere mai un'azione di cui ti possa vergognare il giorno<br />
seguente; e, quando tu abbia fatto qualcosa, assumitene<br />
l'intera responsabilità.<br />
Quando ti trovi di fronte a un ostacolo, affrontalo, non<br />
scoraggiarti. Non darti per vinto. Non abbatterti d'animo. Tenta<br />
una seconda, una terza volta, sempre. Non esiste il «non si<br />
può». Il legionario può.<br />
Se per il politicante la politica è un affare, per il legionario la<br />
politica è una religione.<br />
Non dire: Non voglio servire la Legione perché il tale capo non<br />
mi piace, non è buono. Nella Legione nessuno è capo a vita.<br />
Oggi lo è uno, domani lo è un altro, dopodomani lo sarai tu, se<br />
col tuo lavoro e con la tua fede pura e con la tua capacità<br />
meriterai di esserlo, mentre un giorno si potrà trovare il<br />
migliore.<br />
Non dimenticare che quello che può mandate in rovina noi<br />
legionari è l'incomprensione e la discordia in ogni cuib o fra<br />
diversi cuiburi.<br />
Non dimenticare che, nel momento in cui un legionario veste la<br />
divisa di capo legionario, tutti gli altri devono obbedirgli.<br />
In diversi villaggi si trovano elementi che hanno fatto molto per<br />
la Legione col loro lavoro, sacrificio e abnegazione; spiriti di<br />
élite che si sono resi illustri nella lotta legionaria dando prova di<br />
abnegazione, coraggio, devozione, disciplina, fede cristallina.<br />
Costoro possono uscire dalle organizzazioni di villaggio ed<br />
essere nominati Consiglieri del Capo della Legione. A questo<br />
scopo nel giorno della vittoria legionaria essi saranno trasferiti<br />
nella Capitale del paese con le loro famiglie e tutto il resto.<br />
Da questa grande lotta legionaria uscirà una nuova aristocrazia<br />
romena. In essa non ci fonderemo né sul denaro, né sui beni di<br />
proprietà, né sui vestiti, bensì sulle qualità spirituali, sulla virtù;<br />
essa sarà un'aristocrazia della virtù.<br />
L'aristocrazia uscita dagli affari, dalla frode o dalla svendita del<br />
paese decadrà. Se l'oro si prova col fuoco, nel fuoco delle lotte<br />
legionarie si proverà la vera élite morale del popolo romeno.<br />
Se sei un uomo con dei peccati e lo spirito ti chiama a<br />
migliorarti, battezzati adesso, migliorati. Sii però rispettoso e<br />
tienti in seconda linea.<br />
Il nostro movimento vincerà. Non pensare che sotto il regime<br />
legionario potrai vivere d'affari, di mance, di favori.<br />
UNA PREGHIERA<br />
Camerata,<br />
1) Quando ti metti in viaggio dammi acqua e olio, controlla la<br />
benzina e le viti.<br />
2) Non sforzarmi troppo, ché mi uccideresti troppo presto e non<br />
potrei più servire la Legione.<br />
3) In viaggio, di quando in quando, fermati e controllami le<br />
ruote, lo sterzo, il motore.
4) Dopo un viaggio, abbi cura anche di me, lavami sempre,<br />
ungimi.<br />
5) Camerati, non caricatemi al di sopra delle mie forze, abbiate<br />
riguardo di me, poiché io vi porto alla vittoria.<br />
La vostra camionetta.<br />
Punto 81.<br />
Questo libretto si trova in vendita presso i capi delle<br />
organizzazioni di circondario o alla Centrale,<br />
9 COMANDAMENTI LEGIONARI<br />
l. Il legionario non entra in polemica con nessuno.<br />
2. Il legionario disprezza il mondo dei politicanti e non discute<br />
con esso.<br />
3. Il legionario semina la buona semenza negli animi puri del<br />
popolo.<br />
4. Il legionario si chiede in ogni momento: che cosa ho fatto di<br />
buono per la Romania legionaria.<br />
5. Il legionario prende nota dei miserabili per il giorno di<br />
domani.<br />
6. Il legionario inizia ogni opera col pensiero rivolto a Dio e lo<br />
ringrazia quando ha raggiunto lo scopo perseguito.<br />
7. Il legionario è disciplinato per sua propria coscienza e<br />
volontà.<br />
8. Il legionario ha timore soltanto di Dio, del peccato e<br />
dell'attimo in cui la forza materiale o spirituale lo toglierà dalla<br />
lotta.<br />
9. Il legionario ama la morte, ché il suo sangue servirà per<br />
impastare il cemento della Romania legionaria.<br />
(Dal giornale G. d. F. della Bessarabia)<br />
Punto 81 bis. I TRE IMPEGNI SOLENNI <strong>DI</strong> UN<br />
LEGIONARIO.<br />
Il legionario non fa giuramenti. Egli assume tre impegni solenni:<br />
Il primo impegno è quello assunto di fronte al capo di cuib e ai<br />
suoi compagni di lotta. È una manifestazione del desiderio di<br />
divenire legionario.<br />
Il secondo impegno lo assume dopo due, tre anni di lotta, di<br />
fronte al capo politico di circondario e all'intera direzione, in un<br />
gruppo di almeno cinquanta legionari, con particolare solennità.<br />
Il terzo impegno lo assume dinanzi al Capo della Legione dopo<br />
quattro, cinque anni di lotta. È il vecchio impegno del sacchetto<br />
di terra, pubblicato nel testo dell'opuscolo.<br />
Primo impegno<br />
Al centro del cuib col braccio destro diritto e la seta della<br />
bandierina stretta in mano.<br />
Camerati.<br />
1) Di fronte al capo di cuib e a voi, con la mano su questa<br />
bandiera, dichiaro che desidero diventare legionario.<br />
2) Conosco i tre esami che devo dare: della sofferenza, del<br />
pericolo e della fede.<br />
3) Sarò accanto a voi nelle ore buone e in quelle cattive. Potete<br />
dunque contare sul mio cuore e sul mia braccio.<br />
4) Sarò disciplinato di mia volontà, convinto che la disciplina è<br />
la legge fondamentale di ogni organizzazione.<br />
5) Mi guarderò bene dal parlare alle spalle dei miei compagni o<br />
dal criticare gli ordini e le disposizioni ricevute, poiché ciò porta<br />
all'incomprensione, alla vita difficile, alla discordia.<br />
6) Sin dal primo momento tengo a dichiarare: Non voglio nulla<br />
per me, non intendo e non intenderò coltivare affari a spese del<br />
movimento o crearmi delle posizioni. Rimarrò al posto che mi<br />
sarà affidato finché il mio Capo ritenga che posso essere utile.<br />
7) Non commetterò nessuna azione che disonori me o il<br />
movimento.
8) Sarò sempre corretto e mi comporterò con generosità nei<br />
confronti di chiunque.<br />
9) Mi dimostrerò però fiero nei momenti aspri di fronte a1<br />
nemico.<br />
10) Se sbaglierò, accoglierò serenamente la punizione. So che<br />
il legionario, quando sbaglia, paga: risponde, non sfugge alle<br />
proprie responsabilità.<br />
Questo è il mio impegno solenne di fronte a voi e di fronte a<br />
questa bandierina del nostro cuib.<br />
Il secondo impegno<br />
Si assume di fronte al capo politico di circondario, con<br />
particolare solennità.<br />
Camerati.<br />
Ho percorso una lunga strada nella vita legionaria. Conosco<br />
perciò tutti i doveri, tutte le difficoltà.<br />
Da adesso mi sento nella condizione di diventare legionario.<br />
Mi impegno, di fronte al nostro capo e di fronte a voi, di lottare<br />
per il trionfo della Romania legionaria, nella quale credo come<br />
nella luce degli occhi. Iddio ci dia la Sua benedizione.<br />
Tutti, ad alta voce, ripetono col capo di circondario questo<br />
secondo impegno.<br />
Il terzo impegno<br />
Rimane il vecchio impegno col sacchetto di terra di fronte al<br />
Capo della Legione.<br />
1- Questo regime di vita altamente differenziato della élite<br />
legionaria ci ricorda il passo della Politéia platonica in cui viene<br />
descritta la serena ascesi comunistica dei Custodi dello Stato:<br />
«Prima di tutto nessuno deve avere sostanze personali, a meno<br />
che non ce ne sia necessità assoluta... Devono vivere in<br />
comune, frequentando mense collettive come se si trovassero<br />
al campo... Anzi, a essi soli tra i cittadini del nostro Stato non è<br />
concesso di maneggiare e di toccare oro e argento... né di<br />
portarli attorno sulla propria persona né di bere da coppe<br />
d'argento e d'oro», (Platone, Politéia, III, 416d-417a).<br />
2- La verità.<br />
3- Il mattino.<br />
4- La lotta.<br />
5- Questo processo verbale oggi non si usa più (nota di<br />
Codreanu).<br />
6- La musica è quella dell'Hora Unirii (Danza dell'Unità).
Dodicesima parte<br />
Punto 82. Breve storia legionaria.<br />
Venerdì 24 Giugno 1927, nascita di San Giovanni Battista, è<br />
stata fondata, per iniziativa di Corneliu Zelea Codreanu, Ionel I.<br />
Motza, Ilie Gîrneatza, Corneliu Georgescu e Radu Mironovici<br />
(compagni di ogni reclusione) la Legione Arcangelo Michele,<br />
così chiamata dall'icona del Santo Arcangelo Michele, situato<br />
sulla porta sinistra della chiesa del carcere di Vacaresti, icona<br />
che abbiamo avuta come protettrice in tutte le prigioni, in tutte<br />
le nostre lotte, in tutte le nostre ore di sofferenza.<br />
Eravamo così pochi e così miseri, in quanto non solo siamo<br />
stati bersaglio delle frecce dell'ironia altrui, ma ci siamo<br />
spaventati noi stessi della nostra miseria. La fede però non<br />
l'abbiamo perduta nemmeno per un momento. Non abbiamo<br />
avuto nemmeno un secondo di dubbio. Sembra che Iddio abbia<br />
riunito appositamente persone così misere, per mostrare che<br />
nella vittoria legionaria la materia non ha svolto nessun ruolo.<br />
Sin dal primo momento io ho avuto la visione chiara della<br />
vittoria finale e mi sono assunto l'intera responsabilità del<br />
comando. Da allora noi siamo passati attraverso difficoltà,<br />
pericoli e rischi innumerevoli, ma questa visione della vittoria<br />
non mi ha abbandonato nemmeno un secondo.<br />
Dal primo giorno ci hanno seguito gli attuali legionari (negli<br />
occhi dei quali si leggeva la medesima fede potente): Hristache<br />
Solomon, Al. Ventonic, Niculai Totu, Ion Banea, ing. Clime, ing,<br />
Blanaru, Victor Silaghi, dean Bordeianu, Dumitru Ifrim, Andrei<br />
Ionescu, Mile Lefter, Spiru Peceli, Gh. Potolea, ecc. e il primo<br />
nostro protettore, il gen. dr. Macridescu.<br />
Il 1° Agosto 1927 appare Pamîntul Stramosesc nella tipografia<br />
«Libertatzii» 1 di Orastie, col grande aiuto del reverendo Ion<br />
Motza, al quale fanno seguito i contributi dei giovani della F. d.<br />
C. Focsani con Traian Cotiga e V. Chirulescu e la F. d. C.<br />
Dunarea con Tzocu, poi la madre Pamfilia Ciolac, il padre Isihie<br />
Antohi, Sebastian Irhan, Danileanu.<br />
L'8 Novembre (Santo Arcangelo Michele), primo impegno<br />
solenne. Si impegnano solennemente: Corneliu Zelea<br />
Codreanu, Ioan I. Motza, Ilie Gîrneatza, Corneliu Georgescu,<br />
Radu Mironovici, ing. Clime, Hristache Solomon, Mile Lefter,<br />
Ioan Banea, Victor Silaghi, Niculai Totu, Al. Ventonic, D. Ifrim,<br />
Pantilimon Statache, Ghitza Antonescu, Guritza Stefaniu, Emil<br />
Eremeiu, Jean Bordeianu, M. Ciobanu, Marius Pop, Misu<br />
Crisan, il pope Butnaru, Budeiu, Tanasachi, Stefan Budeci,<br />
Paul Mihaiescu (disertore).<br />
Il 19 Febbraio 1928 dopo due mesi di sforzi, comperiamo la<br />
camionetta battezzata «Caprioara Legiunii» 2 (234.000 lei). In<br />
estate, per il mantenimento del movimento e per pagare le rate<br />
della camionetta, lavoriamo alla fabbrica di mattoni (120.000<br />
mattoni) e all'orto (un ettaro), scherniti ogni giorno dai cuzisti.<br />
Poi commerciamo, trasportando gli ortaggi con la camionetta<br />
dal nostro orto e li vendiamo ai monasteri di Agapia e Varatec.<br />
Continuiamo in silenzio l'attività del movimento.<br />
Il 15 Dicembre 1929, prima riunione politica legionaria a T.<br />
Beresti e poi in Valea Horincei, circond. Covurlui. Compaiono<br />
nuovi militanti: Tanase Antohi, Dumitru Cristian, V. e N. Bogatu,<br />
Chiculitza, Bigu, Hasan, Bourceanu, poi, da Foltesti, la famiglia<br />
Pralea.<br />
25 Dicembre 1929. Turda Ludos, con Amos Nechita, Victor<br />
Moga, Colceri, Damian, ecc. Amancei, Banica.<br />
Il 27 Gennaio e il 3 Febbraio 1930 grandi assemblee a Cahul.<br />
Interviene anche il sig. Ioan Zelea Codreanu, Stefan Moraru,<br />
Mos Cosa, Gîrnet, Trifan Vlahu (morto), ecc.
Estate 1930. Divieto della marcia in Bessarabia. Arresto.<br />
Assoluzione.<br />
8 Novembre 1930. Costituzione del Senato della Legione. Prof.<br />
Traian Braileanu, Cernautzi; gen. dr. I Macridescu; prof. Ion<br />
Zelea Codreanu; padre Partenie Matei, pazroco di Tirgu Mures;<br />
padre Genrgescu, parroco, Bucarest; E4ristache Solomon,<br />
grande propri tario, Focsani; col. inv. Paul Cambureanu; Ion<br />
Ciocirlan, scrittore; Al. Zissu, grande proprietario, Bucarest;<br />
Spiru Peceli, comandante inv., Galatzi; Ioan Butnaru,<br />
proprietario, lasi; Guvitza Stefaniu, proprietario. E!enco da<br />
completare fino al numero di 100.<br />
1° Gennaio 1931, arresto di Corneliu Zelea Codreanu, Banea,<br />
Totu, Amos. Assolti dopo 77 giorni d'arresto dalla Corte<br />
d'Appello di Casatzie.<br />
1° Giugno 1931. Partecipiamo per la prima volta alle elezioni in<br />
17 circondari. Otteniamo 34.000 voti. Perdiamo.<br />
Il 31 Agosto, elezioni parziali a Neamtz. Ci sostiene Nutzu<br />
Esanu. I legionari, con 11.000 voti, superano tutti i partiti di<br />
Romania.<br />
Il 27 Aprile 1932, elezioni parziali a Tutova. Per la seconda<br />
volta, dopo lotte difficili, ma gloriose, i legionari vincono tutti i<br />
partiti di Romania.<br />
Il 17 luglio 1932, elezioni generali. I legionari combattono in 36<br />
circondari ottenendo 79.000 voti e 4 mandati parlamentari.<br />
I deputati legionari in Parlamento: atteggiamento silenzioso,<br />
composto. Lotta per estendere l'organizzazione nel paese. La<br />
corrente legionaria cresce. Possediamo 17 giornali con una<br />
tiratura di 35.000 copie, una tipografia, due automobili, Siamo<br />
prossimi ad acquistarne altre tre. Procediamo con fede, in<br />
queste ore difficili, verso il destino luminoso della nostra Patria,<br />
pronti, oltre un migliaio di legionari, a tutti i sacrifici.<br />
Punto 83. L'IMPEGNO SOLENNE <strong>DI</strong> TUTTI I<br />
LEGIONARI.<br />
La mattina del giorno 8 Novembre 1927 ci siamo adunati nella<br />
nostra sede, noi tutti legionari di Iasi e alcuni che si sono<br />
preoccupati di venire da altre parti.<br />
Non molti di numero, ma potenti per la nostra incrollabile fede<br />
in Dio e nel Suo aiuto, forti per la nostra ostinata risoluzione di<br />
resistere a qualunque uragano, forti per il nostro completo<br />
distacco da tutto quanto è terreno, il che si manifesta col<br />
desiderio, colla gioia di risolvere in modo eroico i nostri legami<br />
terreni, servendo la causa della stirpe romena e la causa della<br />
croce.<br />
Questo era lo stato d'animo di coloro che aspettavano con<br />
impazienza l'ora del giuramento, per formare entusiasticamente<br />
la prima ondata di assalto della Legione. E ognuno può capire<br />
che non poteva esservi uno stato d'animo diverso, quando in<br />
mezzo a noi, vestiti negli abiti bianchi come nelle ore solenni,<br />
s'erano raccolti: Ion I. Motza, Ilie Gîrneatza, Radu Mironovici, e<br />
Corneliu Georgescu, coloro cioè che passando di prigione in<br />
prigione hanno sopportato tutto il peso del movimento<br />
nazionale da cinque anni a questa parte.<br />
La preghiera.<br />
Alle dieci siamo andati tutti in costume nazionale, col berretto di<br />
pelo, col grande svastica sul cuore, marciando in colonna alla<br />
chiesa di Santo Spiridione, ove si è celebrato un ufficio funebre<br />
in suffragio delle anime di Stefan Voevod, Signore della<br />
Moldavia, di Mihai Viteazul 3 , di Mircea, di Ion Voda, di Horia, di<br />
Closca e Crisan, di Avram Iancu, di Tudor, del Re Ferdinando e<br />
delle anime di tutti i voivodi e i soldati caduti sul campo di<br />
battaglia per la difesa della terra romena contro le invasioni<br />
nemiche.<br />
Solennità della cerimonia del giuramento.<br />
In colonna cantando l'Inno della Legione, siamo ritornati al<br />
«Camin» 4 . La ha avuto lunga la religiosa e solenne cerimonia<br />
del giuramento dei primi legionari.<br />
La terra avita.
Questa solennità si è iniziata mescolando la terra portata dalla<br />
tomba di Mihai Viteazul da Turda con la terra moldava di<br />
Razboeni, dove Stefan cel Mare 5 combatté la sua più difficile<br />
battaglia, e con quella di tutti i luoghi in cui il sangue degli<br />
antenati s'è mescolato con la terra, in cruente battaglie,<br />
santificandola. Quando s'apriva il pacchetto con la tetra, prima<br />
di versarla sul tavolo, si leggeva la lettera di chi l'aveva portata<br />
o inviata.<br />
LA TERRA <strong>DI</strong> TURDA. (Lettera). Fratelli! Ho inviato la terra che<br />
mi avete chiesta. Vi garantisco la sua provenienza, poiché io in<br />
persona l'ho tolta dalla tomba di Mihai Viteazul, io l'ho portata<br />
via e impacchettata 6 .<br />
Turda, 18 Sett. 1927.<br />
Isac Mocanu, prof. di liceo a Turda.<br />
LA TERRA <strong>DI</strong> RAZBOENI (Lettera).<br />
Io sottoscritto Corneliu Georgescu, avvocato, mi sono<br />
personalmente recato a Razboeni (Circ. Neamtz), e ho preso<br />
della terra accanto al monumento innalzato sul luogo della<br />
battaglia in cui si sono sacrificati 10.000 soldati di Stefan cel<br />
Mare.<br />
7 Novembre 1927.<br />
Corneliu Georgescu<br />
Che cosa dice la storia sulla battaglia di Razboeni (1476): Sul<br />
luogo della battaglia Stefan innalzò una chiesa, la cui iscrizione<br />
dice: «Nell'anno 7984 si levarono il potente Maometto,<br />
imperatore turco, con tutta la sua potenza e Basarab Voevod,<br />
con tutta la terra bassaraba, e giunsero fin qui al luogo che<br />
viene chiamato Rîul Alb... dove noi facemmo anche grande<br />
guerra con loro nel mese di luglio, e per volontà di Dio furono<br />
vinti i cristiani dagli infedeli e cadde la una gran folla di soldati<br />
della Moldavia».<br />
(Storia dei Romeni di Floru, pagg. 184-185).<br />
Poi fu portata e versata sul tavolo LA TERRA <strong>DI</strong><br />
SARMIZEGETUZA. (Lettera). Dichiarazione: Noi sottoscritti<br />
dichiariamo di aver visitato, il giorno 17 Ottobre 1927, gli scavi<br />
del forte di Costesti, della cittadella di Sarmizegetuza e di aver<br />
prelevato terra da diverse parti della cittadella e specialmente<br />
da uno dei locali -recentemente venuti alla luce- bruciati nel<br />
corso dell'assedio, motivo per cui le zolle di terra sono rosse,<br />
simbolo del sangue che là è stato versata in abbondanza.<br />
Questo forte era comandato dal cognato di Decebalo e la sua<br />
caduta nelle mani dei Romani venne a spostare il sistema di<br />
difesa di Sarmizegetuza, che poi cadde definitivamente.<br />
Che cosa dice la storia sulla lotta di Decebalo.<br />
«La disperazione e la furia, l'odio e la crudeltà dei Daci si<br />
univano all'eroismo che difende il suolo della Patria e non lascia<br />
al vincitore se non un mucchio di cenere e di rovine. Sulla<br />
colonna di Traiano si vede come donne daciche tormentino i<br />
prigionieri romani. Alcuni sono tenuti legati mani e piedi, nudi, e<br />
vengono bruciati con fiaccole accese.<br />
Dall'interpretazione dei rilievi della colonna di Traiano risulta<br />
che le sorti della guerra esitarono fra Daci e Rornani, finché la<br />
strategia, la tattica e il numero vinsero.<br />
Il re (Decebalo) si avvio furtivamente per un sentiero montano,<br />
al fine di radunare le schiere sbandate e continuare la lotta sino<br />
alla fine, mentre i suoi sudditi più illustri, i pileati, preferirono<br />
morire nella capitale che non era più loro. Stretti intorno a un<br />
grande vaso di veleno, scelsero la morte in luogo della vita<br />
senza libertà.<br />
Di nuovo egli tentava la fortuna delle armi, finché, circondato da<br />
ogni parte e sul punto di cadere coi suoi due figli nelle mani dei<br />
cacciatori romani, si trafisse con la sua spada, lasciando ai<br />
vincitori un cadavere... (Storia dei Romeni di Floru, pagg. 38-<br />
39).<br />
LA TERRA <strong>DI</strong> CALUGARENI. Venne poi versata sul tavolo la<br />
terra di Calugareni, dove Mihai Viteazul si gettò egli stesso, in<br />
sella a un cavallo bianco, in mezzo ai Turchi, con l'ascia in<br />
mano, distruggendo il loro esercito e ponendoli in fuga.
A Calugareni vi fu la più grande vittoria di Mihai sopra i Turchi.<br />
(Lettera): «Mi sono recato in treno fino a Mihai Bravu, e di là,<br />
con un carro, ho proseguito per 13 chilometri in mezzo ai<br />
boschi. Ho ricevuto un grandissimo aiuto dal reverendo<br />
Laurentziu di Calugareni, il quale mi ha condotto fino al luogo<br />
della lotta, a "Dîmb", come viene chiamato. Là ho raccolto la<br />
terra».<br />
8 Ottobre 1927.<br />
Stefan Anastasescu<br />
studente, Bucarest, Str. Serbau Voda 43<br />
LA TERRA <strong>DI</strong> PODUL INALT (Lettera). «Ho prelevato questa<br />
terra presso il comune di Cautzalaresti (Podul Inalt), cire Vaslui,<br />
la località in cui ebbe luogo li battaglia di Stefan cel Mare coi<br />
Turchi».<br />
Maresciallo Rotaru, Regg. 25 fant.<br />
Che cosa scrive la storia: ...Stefan aveva un grande esercito,<br />
come non fu mai raccolto sotto una bandiera romena fino ai<br />
tempi di Re Carol; 40.000 Moldavi, tutti contadini. L'armata<br />
turca era di 120.000 uomini. Luogo della lotta fu il circondario di<br />
Vaslui. Il giorno della lotta, secondo alcune fonti, sarebbe stato<br />
il 6 Gennaio 1475. Stefan non lo precisa, ma scrive «verso<br />
l'Epifania». Qui ebbe luogo la più grande vittoria di Stefan cel<br />
Mare «Tuttavia non fu una battaglia di sorpresa, né venne vinta<br />
senza grandi perdite, ché i Turchi si volsero contro Stefan, il<br />
quale perse molti Moldavi... Ma a un certo momento la battaglia<br />
sembrava perduta, se non fosse stato per l'intervento di Stefan,<br />
il quale balzò, lui in persona, in mezzo ai Turchi e frantumò le<br />
loro ali grazie al miracoloso potere di Dio. Il giorno 5 Gennaio,<br />
Stefano scrive a tutti i principi che è stato attaccato da 120.000<br />
Turchi, aiutati da Basarab, ma per l'Epifania «li ho vinti e<br />
umiliati e li ho passati tutti a fil di spada». Stefano non ebbe<br />
pietà, come il destino: uccise, impalò, respinse anche i più<br />
elevati riscatti. «Che cosa hanno cercato nella mia povera terra,<br />
se sono così ricchi»... Per render grazie a Dio, Stefano, con<br />
tutti i soldati vincitori, stette tre giorni a pane e acqua, tenendo<br />
fede all'impegno che avevano preso nei giorni dell'invasione.<br />
Seguirono poi giorni di gioia. (Storia dei Romeni di Floru, pag.<br />
181-2).<br />
La terra di Suceava, Cetatea Neamtzului, Hotin e Soroca.<br />
Venne poi portata la terra di queste quattro città e luoghi<br />
gloriosi dei Romeni e fu versata sulla tovaglia bianca del tavolo,<br />
sopra la terra che già vi si trovava. Dopo di che fu letta la lettera<br />
del legionario Budei, il quale aveva portato la terra di sua<br />
propria mano.<br />
La terra del luogo in cui Horia venne messo sulla ruota. Fu poi<br />
aperto il pacchetto con la terra di Alba Iulia, mandata dal<br />
maestro Iordache Popa con le righe seguenti: «Questa terra è<br />
bagnata del sangue dell'eroe Horia. Presa dalla località<br />
chiamata «Curci», da cui ha inizio la strada Alba Iulia-Pîclisa,<br />
lungo la strada Cetate-Gara. Qui Horia fu messo sulla ruota<br />
dagli Ungheresi».<br />
Iordache Popa, maestro<br />
Com. Drîmbar, Alba Iulia<br />
Alba Iulia, 29 Ottobre 1927.<br />
La terra del sepolcro di Avram Iancu. Fu poi aperto il pacchetto<br />
inviato da Petru Popa, maestro, com. Ribicioara (Baia de Cris),<br />
contenente 1 kg. di terra «del sepolcro dell'Eroe Iancu».<br />
Venne aperto un secondo pacchetto, portato dal medesimo<br />
sepolcro dal sig. Ion I. Motza, che fu versato sopra l'altra terra.<br />
La terra del colle di Roscani, dove morì di sete l'esercito di Ioan<br />
Voda cel Cumplit, portata dalla signorina Ileana<br />
Constantinescu, studentessa.<br />
Venne poi portata la terra dei cimiteri e dei campi d'onore<br />
dell'ultima guerra: la terra del Jiu, dove si svolsero terribili<br />
battaglie. (Lettera). «Sono partito da Craiova col treno per la<br />
valle del Jiu fino a Filiasi e di là, seguendo tutte le informazioni<br />
che erano in mio possesso e quelle che mi furono date dagli<br />
abitanti del luogo, risalii la valle del Jiu per circa 7 km. fino ai
luoghi in cui si svolsero le battaglie di Pesteana e di<br />
Tzîntzareni. Là, dall'angolo del mio circondario, dove si toccano<br />
i circondari di Dolj, Gorj e Mehedintzi, raccolsi in egual misura<br />
terra dalla sponda del Jiu, dal bosco e da altri luoghi, per esser<br />
sicuro che il mio sacchetto contenesse anche della terra<br />
bagnata di sangue».<br />
Iuliu Stanescn, studente<br />
Com. Marsani (Circ. Dolj)<br />
La terra di Marasesti e Marasti. (Lettera). «Invio in un cestino<br />
due sacchetti di tela bianca con terra di Razoare, dove si<br />
svolsero i combattimenti del 6 Agosto 1917. Inoltre, un<br />
sacchetto di terra di Marasti, raccolta m due punti diversi, dove<br />
furono decimati il 2° reggimento Cacciatori e il 30° reggimento<br />
di fanteria di Muscel».<br />
Hristache Solomon, Focsani,<br />
Viale Lascar Catargiu 22<br />
La terra di Oituz e di Casin. Dichiarazione. Noi sottoscritti<br />
dichiariamo che la terra raccolta dal sig. Butnaru, impiegato,<br />
Iasi, è stata prelevata dalle seguenti località: Valea<br />
Manciugului, Grozesti-Sticlarie, Magura-Casinului, Sticlarie e<br />
dal cimitero degli eroi di Casin, località in cui avvennero le più<br />
cruente battaglie fra Tedeschi, Ungheresi e Romeni.<br />
I. Butnaru, P. Plopeanu (Onesti); T Mocanu (Rajula); I. Gh.<br />
Buzatu, D. R. (Casin); Osudveanu (Grozesti).<br />
La terra di Prumaru, dove si verificò il terribile attacco della<br />
cavalleria romena, in cui morirono tutti fino all'ultimo. (Lettera):<br />
«La terra è proprio di un punto in cui fu sepolto un eroe colpito<br />
diritto al cuore».<br />
Padre Theodor N. Iancu, Prunaru (Circ. Vlasca)<br />
La terra di Tartucaia, dove caddero molte migliaia di Romeni,<br />
arrossando le zolle con il loro sangue. (Lettera): «Sono andato<br />
immediatamente a Turtucaia e mi sono portato sul lato<br />
occidentale della città, dove ho raccolto la terra, proprio dal<br />
ridotto che passò dieci volte dalle mani dell'uno a quelle<br />
dell'altro schieramento. Questo ridotto è oggi deserto e la terra<br />
è presa proprio da una tomba dalla quale sono stati disseppelliti<br />
i resti di molti soldati e nella quale si trovano ancor oggi delle<br />
ossa. Accogliete la terra bagnata con molto sangue dalla nostra<br />
stirpe».<br />
Sandu Snagoveanu,<br />
Com. Uzumgeorman<br />
Si aggiunse anche la terra inviata dal parroco di Turtucaia.<br />
I nostri cuori furono scossi da un brivido profondo dinanzi alla<br />
terra dei nostri padri e antenati, caduti sul campo dell'onore con<br />
l'arma in mano e la fronte rivolta al nemico, dei soldati di<br />
Decebalo caduti sotto le rovine di Sarmizegetuza -fino a quella<br />
dei soldati di ieri, annientati dalle granate di Marasesti e<br />
Turtucaia. Allora due legionari si avvicinarono e cominciarono a<br />
mescolare religiosamente questa terra, mentre gli altri,<br />
salutando col braccio in alto, cantavano a gran voce l'inno della<br />
Legione.<br />
Su, Romeni, alla lotta! È giunta l'ora,<br />
L'ultima, per il popolo romeno...<br />
Il momento fu tanto sublime e tanto commovente, che nessuno<br />
di noi poté impedire che una lacrima gli bagnasse le ciglia: in<br />
questo canto era il grido stesso delle nostre sofferenze, delle<br />
sofferenze della stirpe romena, ed esso si rivolgeva agli<br />
antenati e ai prodi che da 2000 anni erano vissuti su questa<br />
terra. Era l'appello stesso al valore.<br />
IL SACCHETTO <strong>DI</strong> TERRA<br />
IL TALISMANO DEL LEGIONARIO<br />
Con la terra mescolata in questo modo furono riempiti diversi<br />
sacchetti più piccoli, che vennero dati a ciascuno, dopo<br />
l'assunzione dell'impegno solenne, per essere portati al collo.<br />
Ion Motza accolse l'impegno solenne di Corneliu Codreanu,<br />
dopo di che già affido il sacchetto di terra. In seguito, Corneliu<br />
Codreanu accolse l'impegno di Ion Motza e degli altri. Questo<br />
impegno constava di 5 domande e risposte, e cioè:
1. Ti impegni, in nome del diritto della Patria in pericolo, a<br />
distruggere tutti i tuoi desideri e interessi personali? - Risposta:<br />
Sì!<br />
2. Riconoscendo che lo spadroneggiare dei Giudei sopra di noi<br />
porta alla nostra morte spirituale e nazionale, ti impegni ad<br />
esserci fratello nella lotta per la difesa, la purificazione e la<br />
liberazione della terra avita? - Risposta: Sì!<br />
3. In questa lotta ti sottometterai alla Legione dell'Arcangelo<br />
Michele? - Risposta: Sì!<br />
4. Porterai questa terra con devozione sul tuo petto? -<br />
Risposta: Sì!<br />
5. E non te ne andrai da noi? - Risposta: Non me ne andrò.<br />
Quando ognuno aveva risposto a queste domande, prendeva il<br />
sacchetto di pelle legato con un cordoncino di seta. La<br />
cerimonia cominciò alle ore 1,30. Dopo pranzo alle 3 ebbe<br />
inizio la riunione. Essa fu presieduta dal più anziano dei<br />
legionari presenti, Hristache Solomon di Focsani. La riunione<br />
durò fino alle 6,30, dopo di che venne data lettura del seguente<br />
comunicato:<br />
1. La Legione afferma che al di sopra degli interessi personali<br />
sta la Patria con tutte le sue esigenze.<br />
2. Al servizio di questa Patria calpestata dagli stranieri, tutti i<br />
figli della terra romena devono accorrere, col loro spirito e col<br />
loro braccio.<br />
3. La Legione si rivolge a tutti coloro che si sentono soldati,<br />
chiamandoli sotto la sua bandiera in difesa della terra avita.<br />
4. La Romania è dei Romeni. Per i Giudei, la Palestina.<br />
Giustizia al Romeno e morte al traditore. Viva in noi il cuore di<br />
soldato! Viva, fiorisca la Nuova Romania!<br />
Così terminò il giorno dei Santi Arcangeli Michele e Gabriele.<br />
Possa avvenire che, portando ciascuno di noi sul suo cuore -<br />
come un talismano- la santa zolla della terra avita, riusciamo a<br />
trarre da esso il sangue dei prodi e a versarlo nelle nostre vene.<br />
Sintesi programmatica.<br />
Il riassunto del programma legionario si trova pubblicato in un<br />
altro opuscolo. Qui ne indichiamo alcune linee generali.<br />
Punto 84.<br />
Il primo punto del programmi legionario. Se qualcuno ve lo<br />
chiede, ditegli che è IL GIURAMENTO PER IL CASTIGO. Il<br />
giorno seguente la vittoria legionaria sarà costituito IL<br />
TRIBUNALE ECCEZIONALE, che chiamerà di fronte ad esso è<br />
giudicherà per tradimento della Patria:<br />
a) Tutti i ladroni del pubblico denaro;<br />
b) Tutti coloro che hanno accettato ricompense in denaro per<br />
agevolare gli affaristi;<br />
c) Tutti coloro che, calpestando le leggi fondamentali del paese,<br />
hanno perseguitato, imprigionato, colpito i legionari o le loro<br />
famiglie. Qualunque carica essi ricoprano -quella di gendarme<br />
o di primo ministro- non sfuggiranno a questo giudizio. Troppo<br />
si sono illusi questi signori che la Terra Romena sia un loro<br />
latifondo, che le leggi esistano perché loro le calpestino sotto i<br />
piedi e che noi siamo, su questo latifondo, braccianti a cui si<br />
debba frustare la schiena. Il popolo romeno, conscio dei propri<br />
diritti, inizierà la sua nuova vita con un'OPERA <strong>DI</strong> CASTIGO<br />
LEGALE. Attendiamo questa ora con pazienza. Senza questa<br />
ORA DEL CASTIGO non è possibile nessuna rivoluzione in<br />
questa terra. I capi dei cuiburi redigeranno rapporti<br />
particolareggiati e minuziosi su tutte le illegalità commesse, e li<br />
presenteranno al Capo della Legione.<br />
Punto 85.<br />
<strong>DI</strong>SCORSO tenuto dal Capo della Legione nel Parlamento del<br />
Paese. Dal Monitorul Oficial 7 del 3 Dicembre 1931.<br />
Il deputato Corneliu Zelea Codreanu prende la parola.
Signor presidente, signori deputati: io sono il più giovane fra voi<br />
e rappresento un movimento giovanile. Sono giunto qui con le<br />
mie proprie forze, senza l'aiuto e l'appoggio di nessuno. Credo<br />
che gli attuali capi della Grande Romania si stancheranno di<br />
dover ascoltare anche me, esponente della nuova generazione,<br />
generazione angustiata, generazione di cui tanto si è parlato,<br />
generazione martirizzata, generazione -potrei dire- crocifissa.<br />
Credo sia bene che l'Onorevole Camera abbia un po' di buona<br />
volontà per ascoltare anche noi, poiché ritengo sia bene che<br />
oggi i governanti sappiano qual è la preoccupazione, quali sono<br />
le opinioni, qual è l'orientamento politico della generazione che,<br />
col vostro permesso o senza il vostro permesso, dovrà<br />
succedervi domani su questi banchi. In ogni caso tengo ad<br />
affermare sin dall'inizio che noi non siamo una generazione<br />
quale viene descritta da una certa stampa. L'unico scopo che<br />
noi perseguiamo è di difendere la Patria sacra, la Patria<br />
minacciata dalla furia dell'uragano, la Patria dei nostri padri e il<br />
nido caldo di coloro che vengono dopo di noi. E, per fissare in<br />
breve i nostri punti cardinali, dirò: non c'è qui nessuna<br />
generazione immorale, nessuna generazione senza<br />
Dio, né repubblicana o antimonarchica. Fisso questi punti in:<br />
Dio, Patria, Re, Famiglia, Esercito quest'ultimo col compito di<br />
garantire l'esistenza dello Stato Romeno.<br />
V. G. Ispir: Per questo potete essere al nostro fianco.<br />
Corneliu Zelea Codreanu: Io, signori, devo delineare questo<br />
problema, poiché sono il capo di un piccolo gruppo e devo<br />
sviluppare i miei punti di vista.<br />
Sono stato in Maramures, nel Maramures che è la culla dei<br />
nostri fondatori, i Moldavi (gli abitanti del Maramures sono gli<br />
avi di Stefan cel Mare si Sfînt, signore di Moldavia). E là, in<br />
occasione di un processo che ho avuto a Satu Mare, al quale<br />
ha assistito anche il prof. Catuneanu, è venuto un vecchio coi<br />
capelli bianchi e ha testimoniato, di fronte alla richieste dei<br />
giudici, quanto ora vi riferisco: «Noi del Maramures siamo di<br />
ceppo nobile, e abbiamo avuto feudi nostri e monti nostri. Fino<br />
al 1847 eravamo padroni. Nel 1848, quando ero bambino, sono<br />
arrivati, nel nostro comune, i primi giudei».<br />
E qui introduco una piccola parentesi. Io non uso la parola<br />
giudeo per insultare qualcuno. Io li chiamo giudei, poiché credo<br />
che così essi si chiamino e d'altra parte -cosa che mi pare<br />
curiosa- quella è la sola nazione che scansa il nome che le è<br />
proprio, il nome che essa ha.<br />
E quando io ho la salda consapevolezza -vi prego tutti di<br />
credermi- che questa popolazione sferra un attacco alla nostra<br />
terra e cerca di insediarsi sopra di essa, allora, vi prego di<br />
credermi, per me è cominciata una lotta per la vita e per la<br />
morte e non ho nessuna voglia di scherzare o di insultare<br />
qualcuno. Per me una cosa è chiara e precisa: intelligente o<br />
non intelligente, parassitaria o non parassitaria, morale o<br />
immorale, questa popolazione è una popolazione nemica che si<br />
è accampata sulla nostra terra. E io intendo lottare contro di<br />
essa con tutti i mezzi che mi porrà a disposizione l'intelletto, la<br />
legge e il diritto romeno.<br />
Ebbene, signori, diceva quel vecchio:<br />
«Da noi, nel 1848, sono venuti i primi cinque giudei, che i nostri<br />
padri, vedendo com'erano laceri e affamati, lasciarono per<br />
compassione al margine dei nostri feudi, Oggi, nel 1930, di quei<br />
62 monti ne abbiamo perduti 60. Noi Romeni abbiamo ancora<br />
soltanto 2 monti, mentre gli altri 60 sono nelle mani dei giudei.<br />
Oggi noi ci siamo ritirati e stiamo, poveri e senza pane, al<br />
margine dei loro latifondi».<br />
Ebbene, questa situazione del Maramures si estende anche in<br />
Bucovina; questa situazione si estende anche nella nostra<br />
Moldavia, dove le chiese vengono chiuse e gli altari crollano.<br />
Ed io chiedo a voi tutti: Che ne sarà di una stirpe a cui vengono<br />
distrutti gli altari?<br />
Il nostro commercio è stato sottomesso. Da noi, nell'antica<br />
Bîrlad, in quella Bîrlad che esportava merci in Polonia sotto
Stefan cel Mare ed esportava da Cetatea Alba fino a<br />
Costantinopoli e ad Alessandria, da noi è rimasto un solo<br />
commerciante romeno di manufatti.<br />
Ebbene, signori, non si può trascurare questo problema e<br />
nessuno può dire che questo non sia un problema d'importanza<br />
capitale nella politica della Romania moderna. Nei nostri<br />
confronti si compie esattamente ciò che è stato commesso ai<br />
danni dei Pellirosse dell'America del Nord: ci troviamo di fronte<br />
a un'invasione straniera e abbiamo tutto il diritto e il dovere di<br />
difendere la terra dei nostri padri. A me non interessa chi viene<br />
e chi è; a me pare una cosa curiosa che, quando venivano i<br />
nemici armati a rubarci la nostra terra, noi stavamo tutti saldi<br />
nelle trincee con le armi in mano, mentre oggi, quando l'arma si<br />
è trasformata in denaro e quando costoro sono in grado di<br />
comprare la nostra terra coi loro denari, non c'è più nessuno fra<br />
noi che protesti.<br />
Ecco, signori, come si pone questo problema.<br />
Voi sapete molto bene che i Pellirosse dell'America del Nord<br />
sono lentamente scomparsi di fronte all'invasione<br />
anglosassone. Oggi tutta l'Europa li compiange e li rimpiange<br />
perché erano una gente valorosa, ma si dice: «Che fare? Ci<br />
sono stati altri più forti».<br />
Signori, penso con terrore che, a un dato momento, l'Europa<br />
dovrà compiangere anche noi e i nostri figli. E per quanto<br />
riguarda la nostra angustiata gioventù, che, come vi ho detto, è<br />
stata tormentata per questa idea (io vengo qui dopo due anni di<br />
ingiusta reclusione), ebbene, signori, io vi dico: che cosa volete<br />
che facciano questi giovani, i quali sono stati colpiti da ogni<br />
governo, fino ad oggi? Desiderate che un bel giorno noi<br />
facciamo fagotto e partiamo in un'altra terra, per altre contrade,<br />
a guadagnarci il pane e trovare un rifugio per una vita libera?<br />
Noi non vi chiediamo troppo. Vi chiediamo una sola cosa: di<br />
lasciarci qui, su questa terra, sotto la benedizione delle ossa<br />
dei nostri antenati.<br />
Signori, mi spiace che nel messaggio del governo non si veda<br />
assolutamente nulla per noi, nemmeno un barlume di speranza<br />
e nemmeno la minima preoccupazione da parte di chi governa<br />
questa terra per i problemi che ho esposto poc'anzi.<br />
Signori, da questo problema passero a un altro problema di<br />
grande importanza: il problema della miseria. Ho portato in<br />
questa scatola alcuni pezzi di pane del Maramures e delle<br />
montagne del circondario Neamtz, affinché vediate che pane<br />
mangia il Romeno del Maramures e il montanaro delle nostre<br />
parti. Oggi, quando la gente si lamenta della produzione del<br />
grano, tutti attribuiscono la crisi al fatto che il grano si vende a<br />
un leu al chilo, ed ecco che pane mangiano questi uomini!<br />
(Il deputato Corneliu Zelea Codreanu presenta all'Assemblea<br />
un pezzo di pane nero).<br />
Bisogna che ci si stringa il cuore per il dolore e credo che ogni<br />
popolo d'Europa, vedendo questa immagine della miseria in cui<br />
vive la stirpe romena, piangerebbe di compassione. Ho portato<br />
questi pezzi di pane avvolti e riposti in questa scatola elegante,<br />
affinché vediate di quanta artificiosità e di quanta indoratura di<br />
benessere si veste questa miseria romena. Io la depongo con<br />
dolore sul banco ministeriale, e pregherei l'onorevole governo<br />
di tenerla a disposizione, affinché, chiunque abbia il coraggio di<br />
scherzare alle spalle della stirpe romena, veda, prima di tutto,<br />
di che cosa essa si nutre.<br />
Signori, di fronte alla miseria che stringe tutta questa terra,<br />
devo chiedere: qualui sono le misure con cui il governo intende<br />
opporsi a questa marcia della miseria che cresce sempre di<br />
più?<br />
Signori deputati, per me è chiaro che il governo ci si presenta<br />
con due soluzioni:<br />
1. La soluzione sentimentale del sacrificio.<br />
2. La soluzione economica della conversione.<br />
Per quanto riguarda la soluzione del sacrificio sono anch'io uno<br />
di coloro che la ammettono, ma affermerò qui un principio
immutabile: né voi né nessun altro ha il diritto di fare appello ai<br />
pochi soldi di un uomo di onore fino a quando non sarà stato<br />
restituito alle casse dello Stato l'ultimo soldo rubato dai banditi<br />
che hanno spogliato questa terra.<br />
Per quanto riguarda l'altra soluzione, la soluzione della<br />
conversione, io sono per essa. Essa però non è una medicina.<br />
Medicina e ciò che uccide la causa della malattia, cioè il<br />
microbo. La conversione è una bombola d'ossigeno che<br />
l'onorevole governo somministra all'economia nazionale<br />
moribonda.<br />
Sono per il progetto della conversione e lo voterò; ma ci tengo<br />
a dire che aspetto di vedere altre misure e specialmente le<br />
misure radicali necessarie per affrontare i disgraziati tempi che<br />
corrono.<br />
Signori deputati, il terzo punto, riguardo a cui dirò alcune<br />
parole, è la questione dei partiti e la questione della<br />
democrazia.<br />
Signori deputati, l'oggetto principale delle discussioni in risposta<br />
al messaggio del governo è stato quasi interamente: siamo<br />
contro l'abolizione dei partiti o per l'abolizione dei partiti?<br />
Riguardo a ciò io vi dichiaro il mio punto di vista. Chi e che<br />
deve decidere l'abolizione o il mantenimento dei partiti? Potete<br />
voi abolirli o mantenerli? No. Chi deve decidere è il popolo, e il<br />
paese affamato e nudo. Nel momento in cui dovrà decidere, il<br />
popolo vedrà se deve o no abolirli, In ogni caso vi dirò che il<br />
popolo non ama i partiti politici, Questo è un fatto sicuro e voi,<br />
in un regime democratico, non vi potete mantenere alla<br />
direzione di uno Stato contro la volontà del popolo. Anche<br />
questo è un fatto sicuro.<br />
Rimane ancora una questione. Diceva qualcuno: i partiti non<br />
sono nati per improvvisazione, ma sono il risultato di<br />
un'evoluzione. Si, anch'io sono per questa teoria e applico ai<br />
partiti la legge dell'evoluzione. I partiti, come tutte le cose di<br />
questo mondo, nascono, si sviluppano e muoiono. Credo che i<br />
partiti non siano la forma superiore di una perfezione che abbia<br />
conquistato il diritto all'immortalità.<br />
C'è ancora una questione, di ordine esterno. Voi vedete molto<br />
bene che tutta l'opinione pubblica d'Europa si indirizza verso le<br />
ali estreme. Ebbene, queste estreme, come due macine di<br />
mulino, macineranno pian piano tutti i partiti.<br />
Signori deputati, guardate in Europa. Ci sono due forti ali<br />
estreme: l'estrema destra e l'estrema sinistra che si rafforzano.<br />
A un certo momento una di loro vincerà. Ebbene, io vi chiedo (e<br />
lo chiedo specialmente a quelli fra voi che si sono sempre<br />
inchinati di fronte all'Europa e hanno sempre tremato al minimo<br />
alito di vento): in un'Europa in cui vince una delle estreme,<br />
potrete voi resistere alla corrente di questa Europa?<br />
Per quanto riguarda il nostro orientamento, se dobbiamo<br />
scegliere fra queste due estreme, noi siamo fra coloro che<br />
credono che il sole non sorge a Mosca, ma a Roma. Noi<br />
crediamo che i nostri padri, i nostri antenati che ci hanno portati<br />
su questa terra, le loro ossa ci trasmettano, almeno ogni mille<br />
anni, qualche buon avvertimento, qualche buona idea, nei<br />
nostri momenti difficili e dolorosi.<br />
Infatti, signori, riguardo ai partiti, la nostra generazione,<br />
guardando dall'esterno constata:<br />
1) Che un partito politico è una società anonima di sfruttamento<br />
del voto universale; 2) Che tutti i partiti sono democratici,<br />
poiché utilizzano il voto universale nella medesima maniera; 3)<br />
Che essi trascurano gli interessi del popolo e del paese<br />
soddisfacendo soltanto gli interessi particolari dei loro<br />
partigiani; che la democrazia è irresponsabile, le manca il<br />
potere della sanzione; che tutti i partiti commettono delitti, si<br />
tradiscono l'un l'altro, nessuno di loro applica punizioni contro i<br />
propri partigiani, altrimenti li perderebbe, né contro i loro<br />
avversari, poiché questi, a loro volta, commettono i loro stessi<br />
delitti.
E in tale questione permettetemi di attrarre la vostra attenzione<br />
soltanto sulle frodi compiute dalla guerra in qua, rimaste tutte<br />
senza punizione: le frodi da 12 miliardi dell'alcool metilico; le<br />
frodi da 900 milioni dell'ottone delle ferrovie; il pesce sovietico;<br />
le calosce sovietiche; i boschi del circondario Neamtz; i boschi<br />
della Bucovina, ecc. Secondo un calcolo sommario, la somma<br />
delle frodi che sono state perpetrate sul territorio di questo<br />
paese dalla guerra in qua raggiunge la cifra di 50 miliardi di lei.<br />
La democrazia vista dal di fuori ci da l'impressione di una vasta<br />
complicità fra criminali. Conclusione: la democrazia è incapace<br />
di autorità.<br />
E ancora una cosa; devo sottoporvi una questione che forse a<br />
molti non piacerà. Vi prego, signori, di tollerare la nostra<br />
severità in tutto quanto concerne la stirpe romena e l'onore.<br />
Dichiaro qui che la democrazia è al servizio dell'alta finanza<br />
nazionale o internazionale giudaica. (Interruzioni, chiasso).<br />
Signori, la prova. Sono venuto qui con una lista che vi irriterà,<br />
ma vi prego di non detestarmi, poiché non posso tacere di tale<br />
questione: si tratta di ciò che si chiama il portafoglio della banca<br />
Blank.<br />
Permettetemi di leggere, e ciascuno di voi si ritroverà in questa<br />
lista. E probabilmente la lista non è completa. Dunque:<br />
Sig. Brandsch, sottosegretario di Stato, 111.000.<br />
Sig. Carol Davila 4.677.000.<br />
Sig. Eug. Goga, credito d'ipoteca agricola, 6 milioni e 200.000<br />
lei.<br />
Al. Otelesanu: È un'ipoteca sulla proprietà della signora Eugen<br />
Goga.<br />
N. Lahovary: Non è debitore il sig. Davila, è debitrice la «Banca<br />
Tzaraneasca» 8 . Non è la stessa cosa, vi prego di rettificare.<br />
(Interruzioni, chiasso).<br />
Cornelin Z. Codreanu: Bene, signori, non dico che non vi sia<br />
del marcio. Pagherà, ma è denaro preso in prestito.<br />
(Interruzioni).<br />
Signori, pagheranno o non pagheranno, non lo so, ma lasciate<br />
che vi dica una cosa sola: quando qualcuno prende denaro a<br />
prestito da una organizzazione finanziaria del genere, è<br />
inevitabile che egli debba appoggiarla quando si trova al<br />
governo o all'opposizione e in ogni caso che non debba colpirla<br />
quando essa deve essere colpita. (Applausi da molti banchi).<br />
Corneliu Zelea Codreanu: Inoltre: Sig. Iunian 407 mila; sig.<br />
Madgearu 401.000; sig. Filipescu 1.265.000; sig. Mihail<br />
Popovici 1.519.000; sig. Raducanu 3 milioni e 450.000 (urli dai<br />
banchi della maggioranza); Banca Raducanu di Tecuci<br />
10.000.000; sig. Pangal 3 milioni e 800.000; sig. Titulescu 19<br />
milioni: e si capisce che non ho potuto avere altre informazioni<br />
precise, poiché anche il sig. Argetoianu dovrebbe essere in<br />
questa lista con 19 milioni.<br />
Voci dai banchi della maggioranza: Si capisce!<br />
Corneliu Zelea Codreanu: Io vi dico quello che ho potuto<br />
trovare. (Interruzioni, chiasso). Ce ne sono anche degli altri.<br />
Signori, io non dico che questo denaro è stato dato sotto forma<br />
di mance, no! Questo denaro è stato preso di là sotto una certa<br />
forma e adesso si tratta di vedere quali operazioni siano state<br />
compiute da quella banca e vengono richieste misure<br />
energiche in tale questione, adesso che questi uomini, che si<br />
sentono legati a quella banca, non dispongono certo della<br />
piena libertà necessaria a prendere misure categoriche contro<br />
di essa. (Applausi da diversi banchi).<br />
Signori, se si chiedono sacrifici per risanare questa terra, noi<br />
non possiamo consentire al sacrificio che si dovrebbe fare per<br />
risanare la banca Blank, al fine di pagare le spese delle nozze<br />
fatte a Parigi (dove sono stati spesi 50 milioni), (Esclamazioni,<br />
interruzioni).<br />
Signori, in conseguenza di ciò, noi proponiamo alcune soluzioni<br />
pratiche che recano l'impronta della giovinezza:
CHIE<strong>DI</strong>AMO l'introduzione della pena di morte, esclusivamente<br />
per i manipolatori fraudolenti del pubblico denaro. (Applausi da<br />
banchi diversi).<br />
V. G. Ispir: Signor Codreanu, lei si proclama cristiano e<br />
vessillifero dell'idea cristiana. Le ricordo -io sono professore di<br />
teologia- che sostenere questa idea è anticristiano. (Applausi).<br />
Corneliu Zelea Codreanu: Signor professore, permettetemi di<br />
dirvi: quando si tratta di scegliere fra la morte della mia terra e<br />
quella del delinquente, io preferisco la morte del delinquente e<br />
sono miglior cristiano se non permetto che il delinquente<br />
affligga la mia terra e la conduca alla rovina. (Applausi da<br />
banchi diversi).<br />
CHIE<strong>DI</strong>AMO il controllo e la confisca dei beni di coloro che<br />
hanno depredato questa povera terra. (Grida di «bravo»).<br />
CHIE<strong>DI</strong>AMO che venga promosso un procedimento penale a<br />
carico di tutti quegli uomini politici sul conto dei quali risulti che<br />
essi hanno agito contro il paese appoggiando affari e interessi<br />
privati. (Applausi da banchi diversi).<br />
CHIE<strong>DI</strong>AMO che in futuro venga impedito agli uomini politici di<br />
far parte dei consigli d'amministrazione delle diverse banche ed<br />
imprese. (Applausi da molti banchi).<br />
CHTE<strong>DI</strong>AMO che vengano cacciate le torme di sfruttatori<br />
rapaci venuti su questa terra per sfruttare le ricchezze del suolo<br />
e l'operosità delle nostre braccia.<br />
CHIE<strong>DI</strong>AMO che il territorio della Romania venga dichiarato<br />
proprietà inalienabile e imprescrittibile della stirpe romena.<br />
Una voce dai banchi del partito nazional-contadino: Una<br />
dichiarazione del genere esiste.<br />
Corneliu Zelea Codreanu: Non per la stirpe romena.<br />
CHIE<strong>DI</strong>AMO che siano mandati a lavorare tutti gli agenti<br />
elettorali e che venga instaurato un comando unico, al quale si<br />
sottoponga all'unanimità tutto il popolo romeno.<br />
Se nel momento presente i governanti del paese non possono<br />
prendere le misure necessarie a causa della Costituzione o<br />
delle leggi in vigore, allora noi siamo del parere che debbano<br />
sciogliersi i corpi legislativi e debba convocarsi un'Assemblea<br />
Costituente, affinché il popolo designi colui che sarà chiamato a<br />
prendere tutte le misure necessaire alla salvezza della<br />
Romania. (Applausi di molti banchi).<br />
Punto 87.<br />
<strong>DI</strong>CHIARAZIONE tenuta dal Capo della Legione nel<br />
Parlamento del Paese.<br />
Dal Mon. Of. del Novembre 1933.<br />
Perciò noi attendiamo un altro regime, un altro sistema che<br />
verrà dopo che questo sarà crollato sotto il peso e il numero<br />
delle sue colpe.<br />
Esso dovrà rispondere alle seguenti esigenze, in ordine di<br />
urgenza:<br />
1) Eliminare queste discussioni sterili e pagate a caro prezzo<br />
del parlamentarismo democratico, da cui non è uscita nessuna<br />
luce e da cui soprattutto non può uscire la decisione eroica di<br />
far fronte al pericolo in queste ore difficili.<br />
2) Sostituirle con un comando che riunisca in un solo pugno<br />
tutte le energie disparate della stirpe che si accaniscono oggi in<br />
una lotta fratricida, disciplinarle, restituire loro il morale perduto,<br />
infonder loro la fede nel nostro destino romeno e condurle sulle<br />
vie di questo destino.<br />
3) Dichiarare guerra alla miseria e all'indigenza generale<br />
indirizzando al lavoro e alla moderazione gli elementi<br />
volenterosi, mandando al lavoro con la forza tutti gli elementi<br />
parassitari che giocano nello Stato il ruolo dei fuchi nell'alveare,<br />
tutti i fannulloni che fanno la guardia ai tavolini dei caffè dal<br />
mattino alla sera, tutti gli annoiati che girano per le strade, tutti<br />
gli agenti elettorali dei Municipi, delle Prefetture, dei Ministeri e<br />
tutti gli ideologi democratici, desiderosi di tener discorsi a buon<br />
mercato.
4) Eliminare tutto ciò che è parassitismo sopra il corpo esausto<br />
del paese; ridestare, organizzare e stimolare tutte le energie<br />
creatrici della stirpe.<br />
5) Sradicare la disonestà e, confiscando gli averi dei colpevoli,<br />
restituire fino all'ultimo centesimo, all'erario dello Stato, il<br />
denaro rubato.<br />
6) Passare alla testa della moltitudine dei poveri nel bene e nel<br />
male, mangiare il medesimo pane nero e il medesimo povero<br />
pasto del lavoratore povero, poiché in questi tempi difficili la<br />
miseria morale e l'ingiustizia di trattamento feriscono più che<br />
non la miseria materiale. Alcuni vivono nel lusso con<br />
champagne e caviale, mentre altri non hanno nemmeno<br />
polenta, sotto il regime della democrazia amica del popolo.<br />
7) Render giustizia al Romeno nella sua terra. Guarire le sue<br />
ferite profonde. Riparare le ingiustizie secolari che egli ha<br />
sofferto durante i lunghi domini stranieri.<br />
8) Difendere la Romania dal pericolo rappresentato<br />
dall'invasione crescente dei giudei.<br />
9) Porre fine all'esistenza fallimentare dello Stato democratico<br />
basato sull'ideologia superata della rivoluzione francese.<br />
Compiere quell'atto di coraggio riformatore che elimini<br />
completamente e definitivamente il sistema di false astrazioni<br />
della filosofia politica di questa rivoluzione.<br />
Una grande epoca storica tramonta e in suo luogo e ora di<br />
gettar le fondamenta di una nuova epoca. Una epoca di ritorno<br />
alle realtà nazionali, dando alla nazione il suo senso reale di<br />
società naturale di individui della medesima razza, e non il<br />
senso di nazionalità giuridica del cittadino, che permette di<br />
trasformare automaticamente in Romeni masse di stranieri<br />
calati fra noi per conquistarci e per opprimerci.<br />
10) Innalzare dalle fondamenta il nuovo Stato etnico-nazionale<br />
basato sul primato della civiltà della stirpe, sul primato della<br />
famiglia e sul primato dei corpi di lavoratori.<br />
Punto 87. Il programma e lo spirito.<br />
Mi sono guardato dallo sviluppare un programma completo. Le<br />
sue grandi linee sono tracciate e conosciute (naturalmente col<br />
rischio di vederle rubate). I programmi si basano sulle realtà<br />
nazionali e, se vi sono realtà che rimangono, ce ne sono anche<br />
molte di quelle che mutano da un giorno all'altro.<br />
Un programma non può essere una combinazione di teorie<br />
adunate dalle nuvole. Esso deve basarsi sulle realtà dolenti<br />
della nostra stirpe romena. Sono le sue ferite che devono<br />
essere guarite. Cercate programmi? Essi si trovano sulle labbra<br />
di tutti. Sarebbe meglio cercare uomini, poiché in una notte<br />
chiunque può preparare un programma, ma non di programmi<br />
si sente bisogno nel paese, bensì di uomini e di volontà. Ci<br />
sono movimenti che non hanno nessun programma: vivono<br />
sfruttando i diversi problemi che si presentano nella vita. Per<br />
esempio: l'usura. Essa divora e poi muore, a meno che non le<br />
compaia davanti un'altra preda. Vi sono altri movimenti che<br />
hanno un programma. Ve ne sono altri ancora che hanno più di<br />
un programma: hanno una dottrina, hanno una religione. È<br />
qualcosa di ordine superiore che riunisce in modo misterioso<br />
migliaia di nomini decisi a foggiarsi un altro destino. Se l'uomo<br />
di programma o di dottrina servono il loro programma con un<br />
certo interesse, i legionari sono uomini di una grande fede per<br />
la quale in ogni momento sono pronti a sacrificarsi. Questa fede<br />
essi la serviranno fino in fondo.<br />
Per quanto bello e completo possa sembrare il programma dei<br />
lupisti, dei nazional-contadini, dei liberali, potete star certi che<br />
nessun lupista è pronto a morire per il programma lupista,<br />
nessun georgista per il suo e così via. Perciò io faccio meno<br />
affidamento sugli uomini radunati grazie ai programmi, i quali ti<br />
abbandoneranno nei casi difficili, che non su quelli reclutati in<br />
nome delle grandi fedi, i quali saranno con te fino alla morte.
Il nostro movimento legionario ha soprattutto il carattere di una<br />
grande scuola spirituale. Esso tende ad accendere fedi<br />
insospettate, esso mira a trasformare, a rivoluzionare le anime.<br />
Gridate ovunque che il male, la miseria, la rovina vengono<br />
dall'anima. L'anima è il punto cardinale sopra il quale si deve<br />
operare nel momento attuale. L'anima dell'individuo e l'anima<br />
del popolo.<br />
Sono una menzogna tutti i programmi nuovi e i sistemi sociali<br />
fastosamente ostentati al popolo, se alla loro ombra ghigna la<br />
medesima anima malvagia, la medesima mancanza di<br />
coscienza verso l'adempimento del dovere, il medesimo spirito<br />
di tradimento verso tutto ciò che è romeno, la medesima<br />
dissolutezza, il medesimo spreco e il medesimo lusso.<br />
Chiamate l'anima della stirpe a una vita nuova. Non cercate i<br />
successi elettorali se essi non significano nello stesso tempo la<br />
vittoria delle forze organizzate nel rinnovamento dello spirito.<br />
Programmi? Come? Credete che noi non possiamo<br />
prosciugare paludi? Non possiamo accumulare le energie delle<br />
montagne ed elettrificare il paese? Non possiamo innalzare<br />
città romene? Non possiamo far sì che i nostri campi<br />
producano il quadruplo? Non possiamo assicurare, sul nostro<br />
ricco suolo, il pane a ogni Romeno? Non possiamo emanare<br />
leggi che assicurino il buon funzionamento di un meccanismo<br />
statale adatto al tempo e alla nostra particolarità nazionale?<br />
Non possiamo elaborare piani quinquennali? Non potremmo<br />
innalzare qui, sulla cima dei Carpazi, una patria che splenda<br />
come un faro in mezzo all'Europa e sia l'espressione del nostro<br />
genio romeno? Possiamo farlo certamente! Ma il grande errore<br />
di molti uomini politici è stato quello di aver stilato programmi<br />
dettagliati, prima di aver posto le condizioni per realizzarli.<br />
Abbiamo anche noi programmi in tasca. Essi vengono studiati<br />
incessantemente, ma noi li conserviamo per il loro tempo. La<br />
gente vi chiede che cosa farete? Dite che uomini forti possono<br />
fare molte cose.<br />
Intanto il nostro programma è:<br />
1) Realizzare una forza.<br />
2) Manovrarla in modo da vincere tutte le forze avverse.<br />
3) Applicare i punti programmatici propriamente detti.<br />
Abbiamo vie legali d'azione. In ogni caso i particolari, siano<br />
tattici o programmatici, fanno parte del segreto delle operazioni<br />
delle forze in lotta.<br />
Punto 88. Dal manifesto «Rovine».<br />
Le rovine.<br />
Non c'è uomo che non sia cieco e che non veda come questa<br />
ricca Terra sia divenuta un cumulo di rovine. Rovina il podere<br />
del contadino, rovina il villaggio (pugno di uomini amareggiati<br />
che si lamentano), rovina il comune, rovina il circondario,<br />
rovinano i monti privi di abitanti, rovinano i campi incolti che non<br />
producono più nulla per il povero contadino, rovina il bilancio<br />
dello Stato, rovina il paese.<br />
E sopra queste rovine che si estendono su tutta la terra romena<br />
un gruppo di vili, un gruppo di imbecilli, un gruppo di criminali<br />
senza pudore hanno innalzato i loro palazzi, quasi a sfidare la<br />
terra che geme di dolore e a umiliare la tua sofferenza,<br />
contadino romeno!<br />
Al mondo non si vide mai un quadro più deplorevole, più<br />
doloroso e più sfacciato. Sopra milioni di poderi che vanno in<br />
rovina, sopra milioni di povere anime che gemono, si innalza<br />
beffardo il palazzo criminale del saccheggiatore della terra. Chi<br />
è costui? Cercatelo per le città sromenizzate e lo troverete. È<br />
l'imboscato del 1916. È l'eroe dei 100 km. lontano dal fronte o il<br />
traditore dei suoi fratelli e della sua terra; è l'arricchito di guerra,<br />
l'uomo d'affari, il profittatore del sangue che tu hai versato<br />
goccia a goccia dal profondo delle tue ferite.<br />
Quando nel 1918 sei ritornato, ti sei inchinato davanti a loro,<br />
vedendolo grasso, ben vestito, mentre tu eri ricoperto di cenci;
da allora egli ti ha preso in affitto, mentre tu sei caduto in suo<br />
potere con la terra che tu hai creata sui campi di battaglia.<br />
Quale destino può avere questa povera terra, quando uno<br />
Stere, condannato a morte per alto tradimento e poi graziato, è<br />
capo di partito in Romania; quando un Socor, condannato e<br />
degradato per tradimento, è parlamentare e direttore di giornale<br />
e dirige la politica romena? Quando tanti imboscati stanno alla<br />
guida del paese? Abbiamo innalzato una bandiera. Contro di<br />
loro, contro coloro che hanno rovinato il paese, contro le torme<br />
di stranieri e di sromenizzati che ci hanno succhiato anche il<br />
midollo dalle ossa, noi abbiamo innalzato una bandiera.<br />
Quando ci siamo avviati all'ombra di questa bandiera, abbiamo<br />
chiesto la benedizione dei soldati caduti sul campo di battaglia<br />
per la Grande Romania e abbiamo fatto appello a tutti coloro<br />
che sono rimasti in vita dopo quelle lotte difficili. Questa<br />
bandiera vendicatrice ha sconfitto a Neamtz le schiere sfrontate<br />
dei politicanti. Questa bandiera le ha disperse a Tutova. Questa<br />
bandiera, santificata in due battaglie, la portiamo da un capo<br />
all'altro di questa terra. Essa infonde coraggio ai nostri e ispira il<br />
terrore nei nemici.<br />
Ci siamo chiamati legionari. Noi, servitori di questa bandiera,<br />
non ci siamo solennemente impegnati per depredare il paese,<br />
non ci siamo solennemente impegnati per guadagnar partigiani<br />
a cui permettere di rosicchiare le ossa del paese.<br />
Noi ci siamo solennemente impegnati a rimanere poveri fino<br />
alla tomba: si impoveriscano anche quelli fra noi che sono<br />
ricchi, ma ci siamo solennemente impegnati a vincere. A<br />
vincere e a compiere le nostre vendette. Siamo pronti al<br />
sacrificio, siamo tutti pronti morire.<br />
Così siamo noi, i legionari. Invano e a torto ci hanno confusi<br />
alcuni della città e della provincia, credendo che noi lottiamo<br />
per renderli nostri seguaci e per dar loro in pasto questa terra.<br />
No, noi non lottiamo per questo!<br />
C. Z. C.<br />
Punto 89. Ai portatori dello spirito nuovo.<br />
LEGIONARI,<br />
I chiacchieroni dei vecchi partiti percorrono di nuovo i villaggi,<br />
chiedendo il vostro aiuto per potersi rifare. Sotto il loro potere il<br />
Romenismo è stato messo dovunque in ginocchio di fronte allo<br />
straniero arrivato da poco. I grandi interessi della patria sono<br />
trascurati. Il mondo dei politicanti vede soltanto l'interesse del<br />
partito, e per la vittoria di questo sacrifica, ogni giorno e in ogni<br />
ora, il nostro stesso avvenire di stirpe.<br />
Cadono i boschi delle montagne cadute in mano agli ultimi<br />
arrivati. Geme il cuore nel petto dei Motzi e degli abitanti del<br />
Maramures, dimenticati da tutti. I lavoratori romeni,<br />
abbandonati, ingrossano le file dei comunisti giudei. Il<br />
commercio romeno, lasciato senza protezione, cade in<br />
ginocchio nelle lotte impari con lo straniero. Nei quadri del<br />
nostro esercito glorioso penetra sempre più profondamente il<br />
germe dissolutore e corruttore delle coscienze. E per il futuro si<br />
prevedono ore difficili. Se verremo chiamati alla grande prova<br />
internazionale, chi difenderà mai la terra di questo paese e la<br />
gloria della nostra Bandiera?<br />
Il contadino romeno vende il suo prodotto sotto prezzo di costo.<br />
I sensali si sono moltiplicati e ci sommergono. I caffè sono pieni<br />
di usurai e di intermediari. Essi si arricchiscono a danno di<br />
coloro che lavorano. Il popolo è spogliato. Il Romeno,<br />
impelagato nei debiti, è diventato lo schiavo moderno del<br />
banchiere giudeo. Il paese, diviso in partiti che si divorano l'un<br />
l'altro, crolla sotto i nostri occhi. A capo dei vecchi partiti non vi<br />
sono uomini fermi e decisi e non esiste in loro un briciolo di<br />
indirizzo nazionalista, un po' di stimolo per l'elemento romeno<br />
che da molti secoli tiene sulle sue spalle la vita del paese.<br />
Legionari,<br />
Di fronte a questa situazione e prima che i politicanti<br />
condannati possano rifarsi, abbiamo estratto la spada
innalzando la bandiera del nuovo tempo. Si avverte nell'aria,<br />
sempre più accentuato, il bisogno di altri principî di vita politica<br />
e morale. La liberazione del paese dai politicanti è un<br />
imperativo del tempo. In luogo dei vecchi partiti si sente il<br />
bisogno di un rinnovamento. In luogo dei partiti sempre<br />
inchinati davanti allo straniero, c'è bisogno di una politica di<br />
autonomia nazionale e di incoraggiamento del Romenismo.<br />
Dite a coloro che vengono di nuovo a prendervi per mano che il<br />
loro tempo e finito. «Tutti questi chiacchieroni possono<br />
crepare». D'ora in poi dovete ascoltare una sola voce, arcana e<br />
segreta come Dio: l'appello della terra dei padri. Questa voce<br />
deve udirla tutta la vostra gente. Ubbiditele all'unanimità!<br />
Romeni,<br />
Quando la vostra voce e la vostra volontà proclameranno la<br />
vittoria, la Romania risorgerà. Rifiorirà. Rifioriranno in lei, come<br />
peonie, i vostri figli. Lo straniero la rispetterà. Il nemico avrà<br />
timore di lei.<br />
Soldati della Legione del Santo Michele!<br />
Poiché Dio vi ha prescritto di costruire questa nuova Romania,<br />
e dal Nistro fino al Tibisco la stirpe attende di accogliervi con<br />
applausi interminabili, prorompa dai vostri petti d'acciaio il<br />
nostro grido di lotta e di vittoria: Viva la Romania romena! Viva<br />
la Legione!<br />
Corneliu Zelea Codreanu, Capo della Legione.<br />
Punto 90. Il manifesto del prof. Cristescu (modello di<br />
manifesto).<br />
Romeni del circondario Vlasca!<br />
Un movimento nuovo e deciso, guidato dal principio di<br />
un'azione di sacrificio e di onore nell'ambito dello Stato, ha<br />
inteso l'appello del grido di dolore e di rivolta di una stirpe<br />
intera.<br />
Per questa terra ingannata da una banda di politicanti<br />
profittatori e predoni, minacciata e umiliata nei suoi fini da tutti<br />
gli stranieri e i venduti allo straniero, la Legione viene oggi<br />
come un movimento di slancio e di giovinezza, di entusiasmo e<br />
disciplina militare. Sotto lo scudo della nostra religione avita<br />
essa chiama alla lotta per l'instaurazione di una nuova vita di<br />
onore e di giustizia.<br />
A capo di essa sta il figlio della Moldavia, Corneliu Zelea<br />
Codreanu, che, affrontando persecuzioni e sopportando<br />
sofferenze, lotta incessantemente per il riscatto della nostra<br />
stirpe e per il trionfo della giustizia. Per suo ordine ho preso il<br />
comando della Legione in questo circondario, assumendo<br />
l'obbligo santo di Romeno di chiamare in questa organizzazione<br />
coloro che conservano il prezioso focolare degli avi e sono<br />
decisi a lottare in spirito di sacrificio al nostro fianco per la<br />
vittoria del romenismo e della giustizia.<br />
Romeni del circondario Vlasca!<br />
Contadini, studenti, operai, intendete l'imperativo del momento<br />
e arruolatevi nella Legione!<br />
Prof. Vasile Cristescu<br />
Punto 91. I «cuzisti».<br />
Compagni di lotta,<br />
Non dimenticherete mai che questi uomini che si chiamano<br />
«cuzisti» si sono presi gioco delle nostre sofferenze per dieci<br />
anni di seguito. Essi hanno costruito le loro fortune politiche<br />
sopra le nostre spalle, per poi sputarci sul viso già tante volte<br />
colpito dai nemici.<br />
Punto 92.<br />
Articoli delle leggi del paese alla cui osservanza devono essere<br />
richiamati gli agenti della forza pubblica (sindaci, gendarmi,
poliziotti, ecc.) che si oppongono alla propaganda della Legione<br />
abusando del loro potere.<br />
SULLE INFRAZIONI<br />
Art. 137 cod. penale: NON è considerato infrazione: l'atto<br />
imposto o autorizzato dalla legge, se esso viene eseguito nelle<br />
condizioni previste; il fatto che è stato compiuto da organo<br />
competente in virtù di un ordine di servizio, se quell'ordine è<br />
dato in forme legali dall'autorità competente e se non ha un<br />
carattere palesemente illegale. Quando l'esecuzione di un<br />
ordine di servizio costituisce un'infrazione, il capo o il superiore<br />
che ha dato l'ordine è punito come autore di quell'infrazione<br />
insieme con colui che ha eseguito l'ordine.<br />
GLI ARRESTI<br />
Art. 11 della Costituzione: La libertà individuale è garantita.<br />
Nessuno può essere detenuto o arrestato, se non in forza di un<br />
mandato giudiziario motivato, il quale deve essere comunicato<br />
al momento dell'arresto o, al più tardi, ventiquattr'ore dopo il<br />
fermo o l'arresto.<br />
Art. 254 codice penale: Il mandato deve essere emesso dal<br />
giudice istruttore, dal pubblico ministero o da altra autorità<br />
giudiziaria nell'ipotesi in cui la legge lo preveda; e riconosciuta<br />
inoltre agli ufficiali di polizia giudiziaria la facoltà d'arresto<br />
nell'interesse delle indagini preliminari.<br />
Art. 207 codice penale: Il fermo per indagini non può durare più<br />
di ventiquattr'ore; qualora qualcuno sia stato fermato per<br />
indagini oltre ventiquattr'ore, l'ufficiale di polizia giudiziaria che<br />
l'ha fermato viene punito con reclusione correzionale da 1 a 3<br />
anni e con interdizione correzionale da 1 a 3 anni.<br />
Art. 272 combinato con l'art. 245 del codice penale: Il pubblico<br />
funzionario che, usurpando un'attribuzione o abusando del suo<br />
potere legittimo o oltrepassando i limiti della propria<br />
competenza ovvero non rispettando o violando le formalità<br />
prescritte dalla legge, ovvero deviando in qualunque altro modo<br />
dai doveri inerenti alla sua funzione, arresta, detiene o ferma<br />
qualcuno oppure ordina che ciò venga fatto, commette il delitto<br />
di arresto arbitrario ed è punito con la reclusione correzionale<br />
da 1 a 3 anni e interdizione correzionale da 1 a 3 anni.<br />
PERQUISIZIONI<br />
Art. 11 della Costituzione: Nessuno può essere perquisito se<br />
non nei casi e nelle forme previste dalle leggi.<br />
Art. 13 della Costituzione: Il domicilio è inviolabile. Nessuna<br />
visita domiciliare può essere operata se non dalle autorità<br />
competenti nei casi specificamente previsti dalla legge e<br />
seconda le forme da essa prescritte.<br />
Art. 242 codice procedura penale: Se l'accusato è in stato di<br />
detenzione, ogni perquisizione della sua abitazione si svolge in<br />
sua presenza o in presenza di un suo delegato, o, se non è<br />
possibile, in presenza di un membro della sua famiglia. Quando<br />
la perquisizione viene eseguita da un ufficiale di polizia<br />
giudiziaria che non sia magistrato, la presenza di due testimoni<br />
e obbligatoria. Se l'accusato è libero, egli è chiamato ad<br />
assistere alla perquisizione senza notifica preliminare.<br />
Art. 249 codice procedura penale: Eccettuato il caso di crimine<br />
o delitto, nessuna perquisizione può essere eseguita dalle ore<br />
20 fino alle ore 6 all'interno di una abitazione contro la volontà<br />
di colui che vi abita, se non dal giudice istruttore in persona.<br />
Art. 499 codice penale: Il pubblico funzionario che,<br />
oltrepassando i limiti della propria competenza o abusando del<br />
proprio potere o senza rispettare le formalità imposte dalla<br />
legge, si introduce o rimane nell'abitazione di una persona e nel<br />
luogo in cui essa esercita la sua professione ovvero in un luogo<br />
recintato, contro la volontà di colui che vi abita o che ha il diritto<br />
di disporne, commette il delitto di violazione di domicilio ed è<br />
punito con la reclusione da 6 mesi a 2 anni. Se in questa<br />
occasione viene eseguita anche perquisizione domiciliare o<br />
altro atto arbitrario, la punizione e la reclusione correzionale da<br />
1 a 3 anni e l'ammenda da 2.000 a 5.000 lei. Il tentativo viene<br />
punito.
Art. 40 della legge di organizzazione della gendarmeria rurale:<br />
Gli atti che potrebbero ledere o restringere la libertà individuale<br />
non possono venir eseguiti se non in base a un ordine scritto,<br />
qualunque possa essere l'autorità da cui essi emanano.<br />
Art. 39 della legge di organizzazione della gendarmeria rurale:<br />
A richiesta della parte, il gendarme è obbligato a rilasciare sul<br />
luogo una copia autentica dell'ordine ricevuto.<br />
LEGISLAZIONE ELETTORALE<br />
Art. 12 Legge elettorale: I cittadini romeni eserciteranno il loro<br />
diritto di voto muniti dei certificati elettorali che saranno loro<br />
rilasciati in base alle liste elettorali.<br />
Art. 24 Legge elettorale: Qualunque cittadino può reclamare al<br />
presidente dell'ufficio elettorale di circondario contro coloro che<br />
sono incaricati di consegnargli il certificato elettorale e che<br />
rifiutano intenzionalmente di consegnarglielo. Il presidente,<br />
accolto il reclamo, ordinerà la consegna del certificato e gli<br />
incaricati sono obbligati di conformarsi alla sua disposizione.<br />
Art. 115 Legge elettorale: Coloro i quali con percosse o<br />
violenze avranno influenzato il voto di un elettore o l'avranno<br />
posto nella condizione di astenersi dal voto, saranno puniti con<br />
la reclusione da un mese fino a tre mesi e con ammenda da<br />
500 a 3.000 lei.<br />
Art. 120 Legge elettorale: Non può essere impedita l'affissione<br />
per le strade e sulle pubbliche piazze dei manifesti e delle<br />
pubblicazioni elettorali che non contengano istigazioni contro<br />
l'ordine e la sicurezza dello Stato oppure calunnie. Coloro i<br />
quali intenzionalmente le distruggeranno saranno puniti con<br />
ammenda da 500 a 2.000 lei.<br />
Art. 122 Legge elettorale: Nel caso in cui non sia il pubblico<br />
ministero a prendere l'iniziativa, venti elettori hanno il diritto di<br />
promuovere procedimento penale per la punizione dei delitti<br />
commessi in tempo di elezioni.<br />
Art. 232 codice penale: Chi, con violenza o con minacce,<br />
impedisce a un cittadino di esercitare i suoi diritti politici o civili,<br />
è punito con la detenzione semplice da 3 mesi a un anno e con<br />
l'interdizione correzionale da 1 a 2 anni.<br />
Art. 235 codice penale: Chi, con qualsiasi mezzo, impedisce il<br />
libero esercizio del diritto elettorale o falsifica in modo<br />
essenziale i lavori o gli atti di preparazione o di svolgimento<br />
delle operazioni elettorali o gli scrutini elettorali, commette il<br />
delitto di frode elettorale ed è punito con la reclusione<br />
correzionale da 1 a 3 mesi. Se il fatto è commesso da una<br />
persona incaricata di condurre, sorvegliare o assistere alle<br />
operazioni elettorali, la punizione e la reclusione correzionale<br />
da 6 mesi a 2 anni e l'interdizione correzionale da 1 a 3 anni.<br />
L'azione penale, se non è stata provocata dalla parte lesa o dal<br />
pubblico ministero, potrà essere promossa a iniziativa di<br />
almeno venti elettori.<br />
RIFIUTO <strong>DI</strong> ATTI <strong>DI</strong> SFRVIZIO<br />
Art. 243 codice penale: Il pubblico funzionario che,<br />
ingiustamente, rifiuta, omette o ritarda di compiere un atto a cui<br />
è obbligato in virtù della propria funzione o del proprio servizio,<br />
commette il delitto di rifiuto di atti di servizio ed è punito con la<br />
reclusione correzionale da 6 mesi a un anno e con ammenda<br />
da 2.000 a 5.000 lei.<br />
ABUSO <strong>DI</strong> POTERE<br />
Art. 243 codice penale; Il pubblico funzionario che, usurpando<br />
un'attribuzione o abusando del suo potere legittimo, ovvero<br />
oltrepassando i limiti della propria competenza, ovvero non<br />
tenendo nella dovuta considerazione o violando le formalità<br />
prescritte dalla legge, ovvero tralasciando in qualunque altro<br />
modo di compiere i doveri inerenti alla sua funzione, commette<br />
il delitto di abuso di potere, e punito con la reclusione<br />
correzionale da 6 mesi a 2 anni e con interdizione correzionale<br />
da 1 a 3 anni. La medesima pena si applica anche quando il<br />
fatto è compiuto allo scopo di costringere ingiustamente una<br />
persona a omettere o a tollerare qualcosa. Il tentativo viene<br />
punito.
ABUSO <strong>DI</strong> AUTORITÀ<br />
Art. 246 codice penale: Il pubblico funzionario che senza giusto<br />
motivo fa uso delle armi, nella misura in cui questo fatto non<br />
costituisca un'infrazione più grave o in seguito ad esso non si<br />
produca un'infrazione più grave, commette il delitto di abuso di<br />
autorità ed è punito con reclusione correzionale da 1 a 3 anni e<br />
interdizione correzionale da 1 a 3 anni.<br />
COMPORTAMENTO ABUSIVO<br />
Art. 248 codice penale: Il pubblico funzionario che,<br />
nell'esercizio delle proprie funzioni, rivolge ingiurie a una<br />
persona o usa la violenza nei suoi riguardi, qualora il fatto non<br />
costituisca un'infrazione più grave, commette il delitto di<br />
comportamento abusivo ed è punito con la reclusione<br />
correzionale da 1 a 8 mesi.<br />
VIOLAZIONE <strong>DI</strong> SEGRETI<br />
Art. 502 codice penale: Chi sottrae o sopprime corrispondenza<br />
chiusa o aperta oppure qualsiasi altro scritto chiuso non<br />
indirizzato a lui, commette il delitto di sottrazione di<br />
corrispondenza ed è punito con la reclusione correzionale da<br />
un mese a un anno; mentre quando ne divulga il contenuto per<br />
procurarsi un utile materiale ovvero causa ad altri un<br />
pregiudizio materiale o morale, viene punito con la reclusione<br />
correzionale da 1 a 3 anni e con l'ammenda da 2.000 a 3.000<br />
lei.<br />
Art. 503 codice penale: Chi in maniera fraudolenta ottiene o usa<br />
una comunicazione telegrafica o una conversazione telefonica,<br />
commette il delitto di intercettazione fraudolenta di<br />
comunicazione telegrafica o telefonica ed è punito con<br />
reclusione correzionale da 1 a 5 mesi. Quando l'autore<br />
dell'infrazione divulga la comunicazione telegrafica o telefonica<br />
per procurarsi un utile materiale ovvero causa ad altri un<br />
pregiudizio morale o materiale, viene punito con la reclusione<br />
correzionale da 6 mesi a 2 anni.<br />
Art. 504 codice penale: Quando il delitto prevista nel<br />
precedente articolo è commesso da pubblici funzionari, la pena<br />
è aumentata sino a due anni.<br />
Perciò: Il pubblico funzionario fa ciò che gli ordina la legge o ciò<br />
che gli ordina il suo superiore. Quando esegue un ordine<br />
impostogli dalla legge, quell'ordine deve essere eseguito nelle<br />
condizioni prescritte dalla legge, con le formalità che essa<br />
richiede, mentre, quando egli esegue un ordine di servizio<br />
impartito da un suo superiore, quell'ordine deve essere stato<br />
dato nelle forme previste dalla legge, deve essere stato<br />
emesso da un superiore che aveva il diritto di emetterlo e non<br />
deve essere contrario alla legge; inoltre chi riceve questo<br />
ordine deve avere il potere di eseguirlo.<br />
Se in base a un ordine di servizio l'inferiore commette un<br />
crimine o un delitto, è punito tanto lui quanto il superiore che ha<br />
dato quell'ordine.<br />
La libertà individuale è garantita dalla Costituzione. Ogni atto<br />
che leda questa libertà non può essere eseguito se non in base<br />
a un ordine scritto, qualunque sia l'autorità che emette questo<br />
ordine. Quando un gendarme esegue un ordine che investe la<br />
libertà di una persona (arresto, perquisizione domiciliare), se<br />
quella persona lo richiede, il gendarme è obbligato a rilasciargli<br />
all'atto dell'arresto etc. una copia autenticata dell'ordine che egli<br />
esegue.<br />
La Costituzione del paese prevede che nessuno sia arrestato<br />
se non in base a nn mandato giudiziario, mentre questo<br />
mandato deve essere esibito all'arrestato proprio all'atto del suo<br />
arresto o, al più tardi, ventiquattro ore dopo l'arresto (cfr. art. 11<br />
della Costituzione).<br />
Il codice penale esige che il mandato d'arresto sia emesso dal<br />
giudice istruttore o dal procuratore o da altra autorità giudiziaria<br />
competente.<br />
La legge attribuisce facoltà agli ufficiali di polizia giudiziaria<br />
(procuratore, giudice istruttore, giudice di circoscrizione rurale,
commissario, capo di posto) di trattenere per indagini colui che<br />
è considerato colpevole, ma questo fermo non deve<br />
oltrepassare le ventiquattr'ore; altrimenti, l'ufficiale di polizia<br />
giudiziaria che lo ha trattenuto sarà punito ex art. 207 codice<br />
penale.<br />
Quando un pubblico funzionario arresta o ordina l'arresto di<br />
qualcuno senza che la legge gli attribuisca il potere di farlo o di<br />
ordinarlo ovvero se arresta qualcuno a suo arbitrio senza tener<br />
conto delle formalità richieste dalla legge, sarà punito ex art.<br />
272 codice penale per arresto arbitrario.<br />
Perciò, quando un agente della forza pubblica viene ad<br />
arrestarti, domandagli in che qualità lo fa e chiedigli di esibirti<br />
l'ordine scritto.<br />
La Costituzione afferma che nessuno può essere perquisito, se<br />
non nei casi previsti dalla legge e soltanto nelle forme che essa<br />
stabilisce (art. 11 della Costituzione).<br />
Il domicilio è inviolabile. Nessuna visita domiciliare può essere<br />
eseguita se non dalle autorità legali e solo secondo le formalità<br />
richieste dalla legge. Le autorità che hanno questo potere sono:<br />
gli ufficiali di polizia giudiziaria (giudice istruttore, procuratore,<br />
giudice di circoscrizione rurale, commissario, capo di posto), i<br />
quali possono eseguire perquisizione domiciliare solo con<br />
l'autorizzazione scritta del giudice istruttore. Se colui che<br />
subisce la perquisizione domiciliare è arrestato, la perquisizione<br />
nella sua abitazione non può essere eseguita che in sua<br />
presenza o in presenza di persona da lui delegata o, almeno, in<br />
presenza di un membro della sua famiglia. Quando la<br />
perquisizione 1a opera un commissario o un capo di posto,<br />
devono essere presenti anche due testimoni. Se l'accusato è in<br />
libertà, deve essere chiamato ad assistere alla perquisizione<br />
(art. 208 cod. proc. pen., art. 247, 249 cod. proc. pen.).<br />
Le perquisizioni domiciliari non possono essere effettuate tra le<br />
ore 8 di sera e le 6 di mattina, se non nell'ipotesi di crimine o<br />
delitto. Il giudice istruttore le può eseguire in qualunque<br />
momento (art. 249 cod. proc. pen.).<br />
Il pubblico funzionario che si introduce nell'abitazione o nel<br />
cortile di una persona senza il permesso di colui che vi abita,<br />
abusando del suo potere e non avendo alcuna autorizzazione,<br />
sarà punito ex. art. 499 c. p. per violazione di domicilio. E, se in<br />
tale occasione egli ha effettuato anche perquisizione<br />
domiciliare ovvero ha insultato o colpito chi vi abita, sarà punito<br />
ancor più gravemente (art. 499 c. p.).<br />
Tutti i cittadini romeni iscritti nelle liste elettorali hanno il diritto<br />
di votare. Ogni legionario che ha compiuto i 21 anni ha il dovere<br />
di iscriversi nelle liste elettorali.<br />
Se non ti viene dato il certificato elettorale, reclama<br />
immediatamente presso il presidente dell'ufficio elettorale di<br />
circondario.<br />
I manifesti elettorali possono essere affissi per le strade e nelle<br />
piazze pubbliche in qualsiasi momento, non soltanto in periodo<br />
elettorale. Tutti i legionari devono sapere che le ordinanze con<br />
cui i Prefetti di Circondario interdicono ciò sono illegali.<br />
Chi distrugge i manifesti elettorali sarà punito ex art. 120 della<br />
legge elettorale.<br />
Chi impedisce a un cittadino di votare sarà punito ex art. 232 c.<br />
p.<br />
Nessuno ha il permesso di votare più volte. Chi vota più volte<br />
sarà punito ex art. 235 c. p. Se coloro che assistono all'interno<br />
di un seggio elettorale (delegati) o coloro che dirigono e<br />
sorvegliano le operazioni di voto falsificano i risultati, saranno<br />
puniti secondo l'art. 235 c. p. Venti elettori potranno reclamare<br />
presso la Procura del Regno.<br />
Se un legionario presenta un esposto a un'autorità e richiede lo<br />
svolgimento di un'indagine, ma coloro che sono obbligati ad<br />
accogliere la richiesta non vi aderiscono, dimostrando così il<br />
loro odio contro di noi, il legionario deve sapere che quel<br />
pubblico funzionario può essere punito secondo l'art. 243 c. p.
Le autorità, operando in violazione di legge, commettono<br />
spesso abusi di potere, specialmente nei confronti dei legionari,<br />
sia per garantire un utile a un loro protetto, sia per procurare un<br />
danno a un legionario. Questi abusi sono puniti conforme all'art.<br />
245 c. p. I legionari non devono lasciarsi pestare sotto i piedi.<br />
Se un pubblico funzionario, un'autorità (prefetto di circondario,<br />
ecc.) fanno uso della forza delle armi senza fondati motivi, sono<br />
punibili secondo l'art. 246 c. p.<br />
Il pubblico funzionario deve comportarsi correttamente con<br />
coloro che egli deve servire. Se, durante l'esercizio delle sue<br />
funzioni, insulta e colpisce coloro che egli deve servire, sarà<br />
punito secondo l'art. 248 c. p.<br />
Il segreto epistolare è garantito dalla Costituzione. Nessuno ha<br />
il permesso di aprire le lettere chiuse di un altro, né di leggere<br />
quelle aperte, poiché sarà punito secondo l'art. 502 c. p.<br />
Accade che cialtroni governativi, o autorità, aprano le lettere,<br />
anche raccomandate, indirizzate ai legionari, invocando per<br />
questo comportamento la censura e lo stato d'assedio. I<br />
legionari devono sapere che si tratta di veri e propri abusi e che<br />
nessuna legge al mondo attribuisce a chicchessia il diritto di<br />
aprire le lettere di un altro o di fermare i giornali e le<br />
pubblicazioni che vengono spedite per posta ai legionari, o di<br />
ascoltare furtivamente le conversazioni telefoniche dei<br />
legionari.<br />
Il contenzioso legionario centrale.<br />
Punto 93. La poesia del capo di cuib.<br />
VINCEREMO!<br />
Dai monti vien di buccina una voce<br />
E intorno a te c'è tanto affanno atroce!<br />
Tu, educato nel vecchio insegnamento,<br />
Entra deciso nel combattimento.<br />
Svegliati, su! S'è accampato uno stuolo<br />
Di cavallette sopra il nostro suolo.<br />
Leva la fronte, o lo rovineranno:<br />
Sempre più stretti i confini si fanno.<br />
Sia che adesso ti trovi sopra il monte<br />
O al piano esteso fino all'orizzonte,<br />
Sulla collina oppure presso l'onda<br />
D'un fiume o in una vallata profonda,<br />
L'appello accogli senza esitazione.<br />
Siamo migliaia noi della Legione:<br />
Fra noi ci son ragazzi di valore,<br />
Uomini e bimbi, e a tutti ferve in cuore<br />
Una brama: l'avito suol che il Nistro<br />
Racchiude col Tibisco e il vecchio Istro 9<br />
Appartenga in futuro solo a noi<br />
Insieme con tutti i tesori suoi<br />
Immensi ... Ascolta, sei forse contento<br />
Che si sia perso, come fumo al vento,<br />
Il sacrificio dei caduti? E il cuore<br />
Ti regge, nel veder che il popol muore<br />
Di fame, e lo stranier, giunto col vento,<br />
Proprietario dell'oro e dell'argento,<br />
Sta a crogiolarsi nella sazietà<br />
In splendidi palazzi di città?<br />
Sveglia, Romeno! Entra nella Legione:<br />
Ed il brivido della decisione<br />
Santa nei nostri ranghi sentirai<br />
E benedetto dai morti sarai!<br />
5 Marzo 1933.<br />
PETRE E STEFAN, contadino,<br />
Capo del gruppo legionario Balcesti-Arges<br />
Questo opuscolo contiene la legge fondamentale della Legione,<br />
la sola che impegna ufficialmente l'organizzazione. Tutto ciò<br />
che è comparso prima d'ora è abolito.
Camerati,<br />
Ho scritto questo libretto in modo che sia di facile<br />
comprensione a voi tutti. E adesso all'opera! IL<br />
<strong>CAPO</strong> DELLA LEGIONE<br />
IL GIURAMENTO DEI LEGIONARI<br />
MOTZA E MARIN<br />
GIURO di fronte a Dio,<br />
Di fronte al vostro santo sacrificio per Cristo e per la Legione,<br />
Di allontanare da me i piaceri terreni,<br />
Di staccarmi dall'amore umano,<br />
E per la Resurrezione della mia stirpe,<br />
Io ogni momento,<br />
Di essere pronto a morire.<br />
LO GIURO!<br />
IL GIURAMENTO DEI GRA<strong>DI</strong> I.EGIONARI<br />
Cari camerati,<br />
Tutte le volte che mi sono trovato di fronte a un sacrificio<br />
legionario, mi sono detto: Che cosa terribile sarebbe, qualora<br />
sopra il nobile supremo sacrificio dei camerati si radicasse una<br />
casta vittoriosa a cui si aprissero le porte della vita degli affari,<br />
delle speculazioni fantastiche, dei furti, delle crapole, dello<br />
sfruttamento. Per ciò, alcuni sarebbero morti per servire agli<br />
altrui appetiti di arricchimento, di vita comoda e di sfrenatezze!<br />
Ecco, ora Iddio ci ha condotti qui, di fronte al più grande<br />
sacrificio che il Movimento Legionario avrebbe potuto dare.<br />
Poniamo il cuore, il capo e il corpo di Motza e del suo<br />
compagno Marin a fondamento della Nazione Romena.<br />
Fondamento oltre i secoli per le future grandezze romene.<br />
Poniamo quindi Motza e Marin a fondamento della futura élite<br />
romena, la quale sarà chiamata a fare di questa stirpe ciò che<br />
la nostra mente a stento intravvede.<br />
Voi, che rappresentate i primi inizi di questa élite, giurate di<br />
comportarvi in modo da essere veramente il sano principio del<br />
grande avvenire dell'élite romena, di difendere l'intero<br />
movimento legionario, affinché esso non scivoli lungo la china<br />
dell'affarismo, del lusso, del benessere, dell'immoralità, del<br />
soddisfacimento di ambizioni personali o di appetiti di umana<br />
grandezza. Giurerete che avete compreso, che perciò non<br />
esiste più alcun dubbio nella vostra coscienza, che Ion Motza e<br />
Vasile Marin non hanno fatto il loro sovrumano sacrificio<br />
affinché alcuni di noi, oggi o domani, si rimpinzino e<br />
banchettino sul loro sepolcro. Essi non sono morti perché noi<br />
sconfiggiamo, col loro sacrificio, una casta di sfruttatori al fine di<br />
installarci noi nei palazzi di questa casta, continuando lo<br />
sfruttamento del paese e del lavoro altrui, continuando la vita di<br />
affari, di lusso, di dissolutezza. In tal caso, con la nostra vittoria<br />
la misera moltitudine dei Romeni cambierebbe soltanto<br />
l'insegna degli sfruttatori, mentre questa terra spremuta<br />
raccoglierebbe le sue forze estenuate per sopportare una<br />
nuova categoria di vampiri che le succhi il sangue: cioè noi.<br />
MOTZA, tu non sei morto per questo. Tu hai compiuto il tuo<br />
sacrificio per la stirpe.<br />
Giurerete quindi che avete compreso, che essere élite<br />
legionaria nel nostro linguaggio non significa soltanto lottare e<br />
vincere, ma significa sacrificarsi permanentemente al servizio<br />
della Stirpe, poiché il principio di élite è legato all'etica di<br />
sacrificio, di povertè, di vita aspra e severa, e che laddove<br />
termina il sacrificio di sé, là termina l'élite legionaria.<br />
Giureremo perciò di impegnare i nostri successori a venire al<br />
sepolcro di Motza e di Marin, a deporre il loro giuramento di<br />
osservare queste condizioni essenziali dell'élite, condizioni per<br />
le quali noi stessi giuriamo:<br />
1. Di vivere in povertà, estinguendo in noi gli appetiti di<br />
arricchimento materiale.<br />
2. Di vivere una vita aspra e severa, rifiutando il lusso e il<br />
superfluo.<br />
3. Di vanificare ogni tentativo di sfruttamento da parte dell'uomo<br />
sull'uomo.
4. Di sacrificarci continuamente per la nostra terra.<br />
5. Di difendere con tutte le nostre forze il movimento legionario<br />
contro tutto ciò che potrebbe trascinarlo su strade di<br />
compromessi; o contro tutto ciò che potrebbe abbassare il suo<br />
sublime orizzonte etico.<br />
MOTZA E MARIN,<br />
LO GIURIAMO!<br />
Bucarest, 12 Febbraio 1937.<br />
I <strong>DI</strong>ECI COMANDAMENTI<br />
a cui il legionario deve attenersi per non deviare dalla sua<br />
strada gloriosa in questi giorni di oscurità, di sventura e di<br />
tentazione satanica. Affinché tutto il mondo sappia che noi<br />
siamo legionari e restiamo legionari per l'eternità.<br />
1. NON CREDERE in nessun modo alle informazioni, alle<br />
notizie sul movimento legionario lette in qualunque giornale -<br />
anche quando questo sembri nazionalista- o sussurrate<br />
all'orecchio da agenti o pure da uomini onesti. Il legionario non<br />
crede se non all'ordine e alla parola del suo Capo, Se questa<br />
parola non viene, significa che nulla è cambiato e che il<br />
legionario prosegue tranquillo avanti per la sua strada.<br />
2. STAI BENE ATTENTO con chi hai a che fare. E valutalo<br />
come si deve, sia quando e un avversario che vuole ingannarti,<br />
sia quando è un amico stolto che è stato ingannato da un<br />
avversario.<br />
3. GUARDATI come da una grande calamità dallo sconosciuto<br />
che ti esorta a fare qualcosa. Egli ha un interesse e vuole<br />
perseguire il suo interesse tramite te o vuole comprometterti di<br />
fronte agli altri legionari. Il legionario agisce soltanto dietro<br />
ordine o per sua propria iniziativa.<br />
4. SE qualcuno vuole tentarti o comprarti, sputagli in faccia. I<br />
legionari non sono né stupidi né merce d'acquisto.<br />
5. EVITA coloro che vogliono farti doni. Non accettare nulla.<br />
6. ALLONTANATI da coloro che ti adulano e ti lodano.<br />
7. DOVE esistono soltanto tre legionari, costoro vivano fra loro<br />
come fratelli: Unità, unità e ancora unità! Sacrifica tutto, immola<br />
te stesso, i tuoi desideri e tutto il tuo egoismo per questa unità.<br />
Essa, l'unità, ci darà la vittoria. Chi è contro l'unità, è contro la<br />
vittoria legionaria.<br />
8. NON PARLAR MALE dei tuoi compagni. Non accusarli. Non<br />
mormorare all'orecchio e non tollerare che ti si mormori.<br />
9. NON SPAVENTARTI se non ricevi ordini, notizie, risposte<br />
alle lettere, o se ti pare che la lotta ristagni. Non allarmarti, non<br />
prender le cose sul tragico, ché Dio e al di sopra di noi e i tuoi<br />
capi conoscono la via giusta e sanno quello che vogliono.<br />
10. NELLA TUA SOLITU<strong>DI</strong>NE prega Iddio, in nome dei nostri<br />
morti, affinché ci aiuti a sopportare tutti i colpi sino alla fine delle<br />
sofferenze, sino alla grande risurrezione e alla vittoria<br />
legionaria.<br />
Marzo 1935<br />
Corneliu Zelea Codreanu<br />
L'ASSOCIAZIONE, «AMICI DEI LEGIONARI» 10<br />
Statuto<br />
Ecco lo statuto dell'associazione:<br />
«Ho preso l'iniziativa di stabile un legame fra coloro che non<br />
sono divenuti e non possono divenire legionari. Esistono molti<br />
che sono stati spiritualmente a fianco di questo movimento, ma<br />
non hanno potuto esservi inquadrati, sia perché funzionari di<br />
Stato o di imprese private, sia perché commercianti o<br />
imprenditori impediti da molte difficoltà nelle loro professioni,<br />
sia perché costituiti spiritualmente in modo da non essersi<br />
potuti completamente integrare nella severa spiritualità di<br />
questo movimento. Esiste tuttavia in questa terra una buona<br />
parte di Romeni, i quali riconoscono la necessità di offrire un<br />
aiuto a questi giovani che gelano sul fronte della lotta per il<br />
paese.
«Guardate da ogni parte: paesi come l'Italia, il Belgio e la<br />
Germania risorgono a nuova vita e di vittoria in vittoria tracciano<br />
nuove strade sotto il sole. «Solo noi, solo noi Romeni stiamo<br />
fermi. Noi guardiamo indifferenti tutte le agitazioni della nostra<br />
gioventù e crediamo a tutte le calunnie che le vengono gettate<br />
sopra.<br />
«Una domanda ci strazia il cuore; Saremo noi, sarà questa<br />
stirpe destinata soltanto alla sconfitta? Non potremo anche noi<br />
dare al mondo una grande vittoria romena? «Queste<br />
considerazioni ci hanno indotto a costituire una forma di<br />
associazione destinata ai non militanti che intendano prestare il<br />
loro aiuto alla gioventù chiamata "Gli Amici dei Legionari"».<br />
DECISIONE DELLA <strong>DI</strong>REZIONE LEGIONARIA<br />
Ci siamo presentati alla direzione del movimento legionario, da<br />
cui ci è stata data la seguente risposta:<br />
«Accettiamo con molta gioia la Vostra proposta. Essa ci sarà di<br />
reale aiuto per la vittoria. Questa proposta risolve anche un<br />
altro problema.<br />
«Intorno a noi abbiamo amici, indifferenti e nemici.<br />
Considereremmo un disastro qualora domani, quando la<br />
tromba della vittoria suonerà sulla terra romena, coloro che<br />
sono stati veti amici della stirpe fossero messi con disprezzo da<br />
parte, mentre a coloro che ci hanno avversato o sono rimasti<br />
indifferenti fino alla vigilia della vittoria fossero attribuiti incarichi<br />
con ricompense immeritate, come eroi dell'ultima ora. Questa<br />
triste prospettiva ci perseguita da molto tempo. Infatti, se il<br />
secondo giorno dopo la vittoria si verificasse una cosa del<br />
genere, tutta l'opera legionaria sarebbe annientata.<br />
«Perciò la Vostra proposta è portatrice di salvezza: sulla sua<br />
base potremo conoscere coloro che ci sono stati amici nel<br />
momento del bisogno, coloro che sono rimasti indifferenti a tutti<br />
i tentativi di questa stirpe e coloro che ci hanno avversati,<br />
avversando il destino della stirpe.<br />
«Noi non perseguiamo una vendetta, ma sentiamo la necessità<br />
di creare un sentimento di responsabilità in mezzo a questo<br />
popolo romeno. Ciascuno dovrà sapere che egli risponderà del<br />
suo atteggiamento. Non può vivere un popolo disposto a<br />
seguire tutte le opinioni che si presentano, tutti gli<br />
atteggiamenti, tutti i mutamenti e tutti i compromessi».<br />
COLORO CHE NON POSSONO ESSERE ACCETTATI<br />
La direzione del movimento legionario ha dunque approvato<br />
questa iniziativa, ma ha posto tre condizioni:<br />
«Accettiamo questi amici cristiani di ogni partito, di ogni gruppo,<br />
di ogni categoria sociale. Non ci interessa né la classe, né il<br />
gruppo politico di cui fanno parte e in cui possono restare<br />
anche in avvenire.<br />
«Non accettiamo però assolutamente l'amicizia:<br />
A) <strong>DI</strong> COLORO CHE CI HANNO ATTACCATO CON VILTÀ O<br />
HANNO TENUTO CON VILTÀ UN ATTEGGIAMENTO<br />
SIMPATIZZANTE.<br />
B) Di coloro che hanno dimostrato, nei rapporti con noi o con<br />
altri, di essere uomini SENZA CARATTERE.<br />
C) Di coloro che sono stati SCORRETTI, guadagnandosi<br />
fortune con affari sporchi o mediante appropriazione di pubblico<br />
denaro.<br />
«Chiunque, perciò, può entrare in questo mondo degli «AMICI<br />
DEI LEGIONARI», eccezion fatta per queste tre categorie».<br />
CON<strong>DI</strong>ZIONI <strong>DI</strong> ISCRIZIONE «In seguito a questa risposta<br />
abbiamo concordemente stabilito le seguenti direttive:<br />
I. Gli Amici dei Legionari aiutano i legionari materialmente e<br />
moralmente secondo le loro possibilità, mensilmente o<br />
annualmente.<br />
II. Essi sono completamente fuori dell'organizzazione<br />
legionaria, le cui norme di accettazione sono molto più severe.<br />
III. Essi non si conoscono fra loro e non si riuniscono mai.<br />
IV. Essi non possono essere conosciuti nemmeno dai legionari.
V. La prima riunione di queste persone si terrà nel giorno della<br />
Vittoria. Allora essi verranno convocati nominalmente dal Capo<br />
della Legione, saranno conosciuti dai legionari e festeggiati da<br />
tutto il popolo.<br />
VI. Possiedono un numero d'ordine e una parola d'ordine.<br />
VII. Saranno informati correttamente e al tempo giusto su tutti i<br />
problemi legionari importanti.<br />
«Questa associazione è stata fondata Venerdì 6 Novembre<br />
1936.<br />
Note<br />
1- Della libertà.<br />
2- La capriola della Legione.<br />
3- Michele il Prode.<br />
4- Specie di casa dello studente.<br />
5- Stefano il Grande.<br />
6- Gli originali delle lettere si trovano nell'album apposito che le<br />
raccoglie. (Nota di Codreanu).<br />
7- Gazzetta Ufficiale.<br />
8- Banca Contadina.<br />
9- Danubio.<br />
10- Il comitato, al punto 76, (Nota di Codreanu)