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09.06.2013 Views

CORNELIU ZELEA CODREANU CAPO DI CUIB

CORNELIU ZELEA CODREANU<br />

<strong>CAPO</strong> <strong>DI</strong> <strong>CUIB</strong>


Introduzione<br />

Un improvvisato biografo di Corneliu Z. Codreanu ha usato, per<br />

definire la dottrina che ispira il Libretto del capo di cuib 1 ,<br />

l'espressione di «umanesimo integrale» 2 .<br />

A nostro parere non può esservi, a proposito dell'insegnamento<br />

esposto nel Libretto, definizione più erronea che questa, se si<br />

tiene presente che nel testo in questione Codreanu fissa le<br />

linee per un trascendimento della condizione umana, non certo<br />

per una sua assolutizzazione. La legge dell'educazione, una<br />

delle sei leggi fondamentali del cuib, suona così: «Devi<br />

diventare un altro. Un eroe». Perciò, di dottrina dell'eroismo<br />

integrale sarebbe se mai il caso di parlare. Eroe e uomo nuovo 3<br />

sono sinonimi nell'insegnamento di Codreanu, che sembra<br />

riproporre, in termini meno terrestrizzati, il tema nietzschiano<br />

del Superuomo: «Aspettiamo questo uomo questo eroe, questo<br />

gigante... Il movimento legionario... è una scuola spirituale da<br />

cui, se vi entrerà un uomo, all'altro termine dovrà uscire un<br />

eroe».<br />

Le direttive che Codreanu fornisce per la realizzazione<br />

dell'uomo nuovo conferiscono al Libretto del capo di cuib, con il<br />

loro carattere simbolico, l'aspetto di un rituale iniziatico: il<br />

legionario deve compiere un viaggio irto di difficoltà attraverso il<br />

monte della sofferenza, la selva delle fiere selvagge e la palude<br />

dello sconforto. Si leggano con la massima attenzione le pagine<br />

relative a queste tre prove: ci si renderà conto che non ci si<br />

trova di fronte né a della retorica né a della letteratura, ma che<br />

si ha a che fare con la rappresentazione di un viaggio<br />

attraverso gli Inferni, cioè con la descrizione di una delle fasi<br />

dell'iniziazione reale. La condizione di «vero legionario» può<br />

essere conseguita superando le tre prove e intraprendendo<br />

«l'opera dolce, l'opera benedetta per la costruzione dalle<br />

fondamenta della nuova Romania».<br />

Viene spontaneo ravvisare in ciò una stretta analogia coi<br />

«viaggi notturni» presenti nelle diverse tradizioni, non ultimo<br />

quello di Dante Alighieri; anzi, ci pare più esatto affermare che<br />

l'uso del medesimo simbolismo riflette l'unità della dottrina<br />

contenuta nei vari insegnamenti tradizionali, presentandoci il<br />

legionarismo romeno come una delle forme particolari<br />

attraverso cui è stato conservato, nel mondo europeo<br />

contemporaneo, qualche bagliore della Tradizione.<br />

Quest'ultima affermazione potrebbe sembrare gratuita o,<br />

quanto meno, arrischiata, qualora non fossimo in grado da<br />

dimostrare che il paese in cui la Guardia di Ferro si trovò ad<br />

operare, la Romania, aveva conosciuto in precedenza la realtà<br />

di una trasmissione iniziatica e il suo successivo occultamento.<br />

La «prova» che rende legittima tale asserzione è un documento<br />

di folclore, e il folclore, come si sa, è il custode di una somma di<br />

elementi riferentisi a un piano trascendente e spesso iniziatico 4 .<br />

Ci riferiamo a una ballata popolare romena (o meglio, alla<br />

variante romena di una leggenda diffusa in un'area più vasta)<br />

relativa alle pratiche dell'arte muratoria, nella quale ci è stato<br />

trasmesso il mito della Donna nella pietra. Tale simbolo -come<br />

quelli della vergine prigioniera che attende un liberatore o della<br />

vedova che ha perduto il suo uomo e aspetta un nuovo signoreesprime<br />

l'idea dell'eclissi della Tradizione 5 .<br />

L'azione di Codreanu significò dunque un tentativo di<br />

restaurazione eroica della spiritualità olimpico-solare. Di ciò il<br />

movimento legionario fu pienamente consapevole, e tale<br />

consapevolezza è dimostrata dal fatto che la sua iconografia<br />

conferisce tratti eroici alla figura del Capitano, inserendo<br />

personaggi superumani nelle scene raffiguranti la nascita di<br />

Codreanu 6 . Se non ci si lascia trarre in inganno dal linguaggio<br />

cristiano di tale iconografia (linguaggio che la Guardia di Ferro<br />

utilizzò a fini exoterici), si comprenderà che in tal modo l'origine<br />

di Codreunu veniva equiparata a quella delle stirpi eroiche<br />

generate dall'unione di dei e donne mortali.


Per convincersi di come l'insegnamento tradizionale fosse<br />

realmente passato nelle mani dell'organizzazione legionaria, si<br />

considerino l'ortodossia e la coerenza con cui nel Libretto viene<br />

esposta la dottrina riguardante la preghiera o appello agli<br />

antenati. La preghiera non è da Codreanu cristianamente<br />

concepita come l'atto devozionale del credente che aspetta un<br />

osso dalla misericordia del suo padrone, ma è intesa, nel solco<br />

dell'insegnamento tradizionale, come una freccia lanciata con<br />

sapienza, intelletto e dottrina contro l'orecchio di Dio. La<br />

preghiera, nell'insegnamento legionario è un magico atto di<br />

potenza che attrae irresistibilmente dai cieli le forze misteriose<br />

del mondo invisibile, gli spiriti degli antenati: «Chiamale, attirale<br />

con la potenza del tuo spirito e esse [queste forze] verranno».<br />

Questo modo di pregare, col relativo porre l'accento sulla<br />

potenza, non tradisce nessun languore di donnicciole, nessun<br />

sentimentalismo di tipo cristiano, ma, al contrario, si riconnette<br />

a una forma regale di spiritualità. Il potere necessitante che<br />

Codreanu attribuisce alla preghiera, onde essa vince le energie<br />

occulte e le costringe ad intervenire, ha caratterizzato ogni<br />

formulazione eroica della tradizione regale: da Plotino -per il<br />

quale la preghiera produce il suo effetto secondo un rapporto<br />

deterministico 7 - ad Agrippa -secondo coi le forze astrali<br />

agiscono solo per un legame naturale di necessità 8 -<br />

all'ermetismo in generale, dove si nota l'assenza di ogni<br />

elemento «religioso» o comunque estraneo alla legge di causa<br />

ed effetto.<br />

Altrove 9 si è accennato al fatto che anche la concezione<br />

legionaria del sacrificio rinvia a un tipo da spiritualità antitetico a<br />

quello manifestatosi attraverso il cristianesimo.<br />

Secondo Mircea Eliade, il quale è stato assai vicino agli<br />

ambienti della Guardia di Ferro, il significato di ogni sacrificio<br />

umamo -e di ogni sacrificio in genere- «dev'essere ricercato<br />

nella teoria arcaica della rigenerazione periodica delle forze<br />

sacre» 10 : la vittima viene immolata per impedire l'esaurimento<br />

della potenza sucrua. In altre parole, l'uomo «tradizionale»<br />

ripete, sacrificando l'atto creativo che ha dato vita al mondo,<br />

alla vegetazione, ecc. Riteniamo di non stabilire un'analogia<br />

fantasiosa, se affermiamo che il legionario sacrifica se stesso<br />

per rigenerare la stirpe e impedirne la scomparsa:<br />

Fedeli al Capitano, lieti noi ci immoleremo; sui cadaveri nemici<br />

costruirem la nuova patria 11 ; e in un altro canto legionario: la<br />

Stirpe chiede un nuovo sacrificio: Codreanu, vieni a noi! 12<br />

Nella convinzione che il sacrificio è fecondo di per se stesso e<br />

che esso genera immancabilmente i suoi frutti Codreanu scrive<br />

nel Libretto del capo di cuib: «Dopo la sofferenza viene sempre<br />

la vittoria. Chi saprà soffrire, quegli vincerà». E i legionari<br />

scelsero di divenire vittime sacrificali nel momento stesso in cui<br />

proclamarono che «la quantità di sacrificio fatto determina la<br />

vittoria» 13 .<br />

Il Libretto del capo di cuib ha, si è detto, l'aspetto di un manuale<br />

liturgico. L'importanza che il rituale ricopre nel movimento<br />

legionario non è sfuggita a Z. Barbù, uno scrittore a cui in altra<br />

sede 14 è stata riconosciuta una lucidità difficilmente<br />

riscontrabile presso altri saggisti attratti dal fenomeno<br />

codreanista. Scrive tra l'altro il Barbu: «Tutte le loro assemblee<br />

iniziavano e si concludevano con rituali magici di canto e<br />

spesso di danza». E ancora: «Uno dei corpi scelti principali<br />

della Guardia di Ferro era la cosiddetta Squadra della Morte,<br />

composta da giovani fanatici pronti a uccidere e a essere<br />

uccisi. Il loro rango e la loro missione erano fortemente<br />

istituzionalizzati, o meglio, ritualizzati». Inoltre l'autore interpreta<br />

come un «assassinio rituale» la punizione inflitta al traditore<br />

Stelescu 15 .<br />

Il Libretto del capo di cuib è tutto informato di questo carattere<br />

rituale; esso stabilisce, in gran parte, il susseguirsi di formule e<br />

gesti inerenti a un rito, così come un rito è la seduta del cuib, il<br />

cui svolgimento viene scrupolosamente descritto nelle prime<br />

pagine del manuale. Con il medesimo rigore viene fissata la


liturgia che i legionari devono osservare nel loro impegno<br />

solenne, mentre il resoconto particolareggiato dell'impegno dei<br />

primi legionari ci dà un'idea dell'alta tensione spirituale che<br />

dovette caratterizzare le cerimonie di questo ordine<br />

aristocratico e iniziatico.<br />

La Legione è un'organizzazione basata sull'ordine e la<br />

disciplina.<br />

La Legione è animata da un nazionalismo puro, scaturito<br />

dall'amore senza limiti per la Stirpe e per il Paese.<br />

La Legione vuole ridestare alla lotta tutte le energie creatrici<br />

della Stirpe.<br />

La Legione difende gli altari della Chiesa che i nemici ci<br />

vogliono demolire.<br />

La Legione si inginocchia davanti alle croci dei prodi e dei<br />

martiri della Stirpe.<br />

La Legione sta, scudo incrollabile, intorno al Trono, i cui Voivodi<br />

e Re si sono sacrificati per la difesa ed il bene della Patria.<br />

La Legione vuole costruire, con spiriti forti e braccia robuste, un<br />

Paese potente, una nuova Romania.<br />

Note<br />

Bucarest,<br />

Maggio 1933<br />

1- Abbiamo preferito conservare il termine originale rumeno,<br />

perché non esistono vocaboli italiani che riproducano<br />

fedelmente il senso che esso riveste nell'organizzazione<br />

legionaria. Si veda a tal proposito l'Appunto del traduttore in:<br />

Codreanu, Guardia di Ferro, Ed. di Ar, Padova 1972.<br />

2- Carlo Sburlati, Codreanu il Capitano, Roma 1970; p. 78.<br />

3- È interessante osservare come la parola d'ordine legionaria<br />

dell'uomo nuovo sia stata ripresa dall'attuale regime romeno,<br />

che per alcuni versi sembra seguire le indicazioni fornite a suo<br />

tempo dalla Guardia di Ferro.<br />

4- Cfr. quanto scrive il Guénon: «Quando una forma<br />

tradizionale è sul punto di estinguersi, i suoi ultimi<br />

rappresentanti possono benissimo affidare volontariamente a<br />

quella memoria collettiva [...] ciò che altrimenti andrebbe<br />

irrimediabilmente perduto. È insomma il solo modo di salvare<br />

quel che può ancora, in certa misura, essere salvato. E, in pari<br />

tempo, l'incomprensione naturale delle masse è una garanzia<br />

sufficiente a che quel che possedeva un carattere esoterico...<br />

sussista come una specie di testimonianza del passato per<br />

coloro che in un'altra epoca saranno capaci di comprenderlo».<br />

René Guénon, Le Saint Graal, in «Le Voile d'Isis», fasc. 170,<br />

1934, p. 48.<br />

5- Per quanto concerne la leggenda rumena, si veda: C. Mutti,<br />

Canti e ballate popolari ungheresi, Parma 1972; pp. 95-104.<br />

6- Si veda, ad esempio, l'icona pubblicata in: E Codreanu,<br />

Guardia di Ferro, cit., p. 322.<br />

7- Plotino, Enneadi, IV, 4, 42; 26.<br />

8- Cornelio Agrippa, De occulta Philosophia, II, cap. 60; III, cap.<br />

32.<br />

9- Legionarismo romeno, in: Codreanu, Guardia di Ferro, cit.<br />

10- Mircea Eliade, Trattato di storia delle religioni, Torino, 1972;<br />

p. 359.<br />

11- I Canti della Guardia di Ferro, «Quaderni del Veltro»,<br />

Bologna 1972.<br />

12- Il nazionalsocialismo romeno da Codreanu a Ceausescu,<br />

«Quaderni del Veltro», Bologna 1974.<br />

13- È legittimo domandarsi in quale maniera il sacrificio di<br />

Codreanu, di Mota, di Marin e di altre centinaia di legionari<br />

abbia potuto propiziare alla stirpe romena le «forze misteriose<br />

del mondo invisibile». In altre parole, quale risultato è stato<br />

conseguito con l'immolazione di tante vittime sacrificali? A noi<br />

non pare fuor di luogo sostenere che uno degli effetti del


sangue versato dai legionari lo si possa scorgere nella<br />

progressiva depurazione della classe dirigente romena<br />

dall'elemento ebraico, depurazione iniziata in modo massiccio<br />

coi processi antisionisti del 1953-'54 e terminata col siluramento<br />

di Apostol Stoica (vero nome: Gerschwin), avvenuto nel 1969.<br />

Con Stoica è stato rimosso da un incarico importante<br />

(segreteria dei sindacati) l'ultimo ebreo che occupasse in<br />

Romania un posto di rilievo. Inoltre l'attuale classe dirigente<br />

romena, impegnata nel difficile compito di attivare le migliori<br />

tendenze della stirpe (l'arduità dell'impresa è aumentata dalla<br />

scomparsa dell'élite legionaria, che riassumeva in sé le energie<br />

più positive), valorizza oggi la tradizione latina della Romania.<br />

Innalzando ovunque lupe capitoline e monumenti a Traiano,<br />

favorendo la produzione dei film di soggetto romano,<br />

ravvivando in ogni maniera presso il popolo il mito di Roma, il<br />

regime di Bucarest sotto alcuni aspetti sembra avere per divisa<br />

quella frase di Codreanu che suona così: «Noi siamo fra coloro<br />

che credono che il sole non sorge a Mosca, ma a Roma.<br />

14- Si veda l'Avvertenza in: Codreanu, Diario dal carcere, Ed. di<br />

Ar, 1970.<br />

15- Cfr. il saggio di Z. Barbu pubblicato nel volume Il fascismo<br />

in Europa, a cura di S. J. Woolf, Bari 1968.<br />

Prima parte<br />

La seduta del cuib. Le leggi. La<br />

bandierina. L'iniziativa. L'esecuzione<br />

degli ordini.<br />

Camerati, All'appello lanciato per riorganizzarci tutti in cuiburi<br />

avete risposto in numero soverchiante. «Pamîntul<br />

Stramosesc» 1 pubblicherà, nell'ordine, i nomi dei cuiburi dando<br />

loro la necessaria approvazione. Venite da tutto il paese e da<br />

tutti gli strati sociali. In maggioranza siete contadini e lavoratori.<br />

Punto 1.<br />

Ora tutti sapete che cosa sia un cuib: un gruppo d'uomini sotto<br />

il comando di un singolo. Il cuib non ha comitato. Esso ha solo<br />

un capo che comanda, un corrispondente che porta la<br />

corrispondenza, un cassiere che raccoglie i contributi e un<br />

corriere che tiene i rapporti con altri cuiburi e con il capocircondario.<br />

Tutti costoro, come veri fratelli, obbediscono al loro<br />

camerata che adempie la funzione di capo cuib. (Vedi Pentru<br />

legionari 2 , parte intitolata «La Legione Arcangelo Michele»,<br />

capitolo «I primi inizi d'organizzazione»).<br />

Punto 2. I doveri del corrispondente, del corriere e<br />

del cassiere del cuib.<br />

Il corrispondente tiene la corrispondenza del cuib sotto gli ordini<br />

del capo di cuib. Egli scrive e invia le lettere.


Il corriere tiene i rapporti fra i membri del cuib, o fra due cuiburi,<br />

o fra cuib e diversi capi gerarchici. Egli porta i pacchi con<br />

opuscoli, riviste, manifesti, giornali ecc. dalla stazione o dalla<br />

posta e li distribuisce ai membri. Sta agli ordini del capo di cuib.<br />

Il cassiere si preoccupa di incassare una certa somma (almeno<br />

un leu al mese) da ciascun membro. Oppure contributi di altro<br />

genere. Anch'egli sta agli ordini del capo di cuib.<br />

Punto 3. Le sei leggi fondamentali del cuib.<br />

Queste sono state largamente trattate nelle vecchie direttive del<br />

cuib (direttive abolite totalmente con la pubblicazione del<br />

presente opuscolo).<br />

Le enumeriamo qui:<br />

1) La legge della disciplina: sii legionario disciplinato, ché<br />

solo in questo modo sarai vittorioso. Segui il tuo capo<br />

nella buona e nella cattiva fortuna.<br />

2) La legge del lavoro: lavora. Lavora ogni giorno. Lavora<br />

con amore. Ricompensa del lavoro ti sia non il<br />

guadagno, ma la soddisfazione di aver posto un mattone<br />

per la gloria della Legione e per il fiorire della Romania.<br />

3) La legge del silenzio: parla poco. Parla quando bisogna.<br />

Di' quanto bisogna. La tua oratoria è l'oratoria<br />

dell'azione. Tu opera; lascia che siano gli altri a parlare<br />

4) La legge dell'educazione: devi diventare un altro. Un<br />

eroe. La tua scuola, fattela tutta nel cuib. Conosci bene<br />

la Legione.<br />

5) La legge dell'aiuto reciproco: aiuta il tuo fratello a cui è<br />

capitata una disgrazia. Non abbandonarlo.<br />

6) La legge dell'onore: cammina soltanto per le vie indicate<br />

dall'onore. Lotta, e non essere mai vile. Lascia agli altri le<br />

vie dell'infamia. Piuttosto di vincere per mezzo di un'infamia,<br />

meglio cadere lottando sulla strada dell'onore.<br />

Punto 4. La bandierina del cuib.<br />

Ogni cuib ha una sua bandierina tricolore, di seta. Dimensioni:<br />

cm. 40 x 40. Lunghezza dell'asta: 1 metro e dieci cm. Sopra,<br />

una croce. Sulla seta ci sarà scritto:<br />

Cuib ......<br />

Distaccamento ......<br />

Circondario ......<br />

Questa bandierina non si porta mai fuori; essa rimane in casa,<br />

nella sede del cuib. Sulla seta si mettono delle «stelle», una,<br />

due, tre,... fino a 7 stelle.<br />

La bandiera con sette stelle è una bandiera carica di gloria. Le<br />

stelle le accorda soltanto il Capo della Legione, su proposta dei<br />

capi di circondario oppure di propria iniziativa. Una stella sulla<br />

bandiera significa una grande lotta a cui il cuib ha preso parte,<br />

lotta in cui il cuib si è distinto, si è comportato con dignità.<br />

Affinché le bandiere siano tutte uguali e fatte dello stesso<br />

materiale, è bene che i capi di cuib le richiedano al capo di<br />

circondario, e che questi le richieda alla Centrale, a Bucarest.<br />

Quand'è che un cuib può avere la sua bandiera? A un cuib non<br />

si può consegnare la bandiera se non dopo 6 mesi di regolare<br />

attività.<br />

Perciò un cuib non può avere la bandiera senza l'approvazione<br />

del capo di circondario.<br />

Punto 5. Sui rapporti.<br />

Il capo di cuib deve redigere un rapporto settimanale dopo ogni<br />

seduta di cuib.<br />

Questo rapporto si stenderà secondo il modulo che verrà<br />

consegnato dai capi di circondario.<br />

Il rapporto deve comprendere i seguenti dati:<br />

1. Nome del cuib e data della seduta.<br />

2. Presenze e assenze alla seduta.


3. Contributi dei membri.<br />

4. Iniziative e realizzazioni del cuib nel corso di una<br />

settimana, e cioè:<br />

a) Diversi contributi in denaro a vantaggio della<br />

Legione.<br />

b) Abbonamenti ai diversi fogli legionari, e<br />

specialmente a «Libertatea» 3 . Acquisti di giornali,<br />

opuscoli e libri legionari.<br />

c) Vendita della stampa legionaria.<br />

d) Giorni di lavoro nei cantieri e nei campi legionari.<br />

e) Formazione di nuovi cuiburi.<br />

f) Marce, riunioni al campo, visite ad altri cuiburi.<br />

A- Il rapporto viene redatto dal capo di cuib e vien<br />

consegnato, entro 24 ore, al capo di distaccamento insieme<br />

con i contributi.<br />

Nella località in cui si trova la sede dell'Organizzazione di<br />

Circondario i rapporti si possono consegnare direttamente al<br />

segretario dell'Organizzazione.<br />

B. I capi di distaccamento consegnano al capo di settore,<br />

fra il primo e il 4 di ogni mese, i rapporti ricevuti nello spazio di<br />

un mese dai cuiburi del Distaccamento, insieme con i contributi.<br />

C. I capi di settore consegnano al capo di circondario, tra<br />

il 4 e il 7 di ogni mese, i rapporti dei capi di cuib del loro settore,<br />

ricevuti dai capi di distaccamento, insieme con i contributi.<br />

D. Il capo di circondario elabora, sulla base dei rapporti<br />

dei capi di cuiburi del circondario, un quadro della situazione<br />

generale del circondario in quel mese. Nel medesimo tempo,<br />

egli forma una classifica generale dei cuiburi del circondario, la<br />

classifica dei cuiburi nel settore e la classifica dei settori.<br />

Il capo di circondario redige un rapporto mensile che consegna<br />

in duplice copia, tra il 7 e il 13 di ogni mese, al Capo di<br />

Regione.<br />

Il rapporto del capo di circondario deve comprendere:<br />

1. Il numero dei cuiburi.<br />

2. I cuiburi di nuova fondazione.<br />

3. Il numero dei membri.<br />

4. L'aumento rispetto al mese precedente.<br />

5. Il numero di sedute del cuib.<br />

6. Il numero dei presenti.<br />

7. Il numero degli assenti.<br />

8. I contributi.<br />

9. Contributi diversi.<br />

10. Pubblicazioni e abbonamenti.<br />

a) Valore delle entrate.<br />

b) Valore del materiale diffuso a pagamento.<br />

c) Valore del materiale diffuso gratis.<br />

d) Saldo.<br />

e) Somma che resta da pagare.<br />

11. Cantieri.<br />

a) Giorni di lavoro.<br />

b) Valutazione del lavoro in denaro.<br />

12. Campi.<br />

a) Giorni di lavoro.<br />

b) Valutazione del lavoro in denaro.<br />

13. Marce: in chilometri-uomo (si moltiplica il numero dei<br />

chilometri effettuati per il numero dei membri partecipanti).<br />

14. Iniziative.<br />

15. Delegazioni.<br />

16. Ore di guardia.<br />

17. Difficoltà interne all'organizzazione: litigi, incomprensioni,<br />

trasgressioni diverse dei legionari.<br />

18. Misure prese per il superamento delle difficoltà<br />

presentatesi.<br />

19. Correnti di simpatia, avversità e indifferenza.<br />

20. I punti deboli dell'organizzazione e le misure prese per il<br />

suo rafforzamento in questi punti.<br />

21. La tenuta, il comportamento dei legionari nella società.


22. Attacchi nemici -calunnie, aggressioni, abusi delle autoritàregistrati.<br />

Nomi delle persone che ci attaccano e loro indirizzi.<br />

E. Il Capo di Regione redige, sulla base dei rapporti di<br />

circondario ricevuti, una classifica dei circondari della regione e<br />

un quadro della situazione generale della regione.<br />

Il Capo di Regione presenta alla Centrale, per il servizio dei<br />

militanti, fra il 13 e il 17 di ciascun mese, un rapporto con la<br />

situazione generale della Regione comprendente esattamente<br />

già stessi punti del rapporto del capo di circondario.<br />

Nel medesimo tempo il Capo di Regione presenta, uno per<br />

volta, i rapporti dei capi di circondario.<br />

Punto 6. Quando si riunisce il cuib.<br />

Tutti i cuiburi di legionari di tutto il paese si riuniscono ogni<br />

sabato sera; il giorno successivo è domenica, sicché tutti<br />

possono trattenersi un po' più del solito. Ma, se ce n'è bisogno,<br />

il cuib può riunirsi in qualunque momento il capo lo chiami a<br />

raccolta, in qualunque giorno della settimana.<br />

Punto 7.<br />

La vita del cuib.<br />

Il cuib riunito è un tempio. Entrando in cuib ti spogli di tutte le<br />

piccole questioni e consacri per un'ora i tuoi puri pensieri alla<br />

Patria. L'ora della seduta del cuib e l'ora della Patria. La<br />

completa armonia deve risultare non solo dall'amicizia dei<br />

legionari riuniti, ma soprattutto dalla loro comunanza d'ideale.<br />

Là, in cuib, si innalzeranno preghiere a Dio per la vittoria della<br />

Legione, si canteranno i canti insegnati dalla Legione, si parlerà<br />

dei morti: martiri, eroi, caduti per la Legione, compagni morti<br />

nella fede legionaria, amici, genitori, nonni e antenati -<br />

rievocando le anime loro.<br />

In linea generale, in cuib non si darà luogo a discussioni<br />

accese, violente, a polemiche. Parlare il meno possibile,<br />

meditare il più possibile: nulla deve turbare la maestà del<br />

silenzio e della perfetta comprensione. Si faranno esercizi di<br />

silenzio completo.<br />

Punto 8. Prima preoccupazione: LA PUNTUALITÀ.<br />

Se il capo di cuib fissa la seduta alle 9, tutti devono disporre i<br />

loro impegni in modo da non venire né troppo presto né troppo<br />

tardi. Nessuno faccia aspettare l'altro. Il legionario deve essere<br />

uomo di parola. Quando ha dato una parola, deve mantenerla.<br />

Il paese è pieno di gente che dice molte parole, ma che non<br />

mantiene mai quanto dice. Quando prometti qualcosa, pensaci<br />

bene. Se credi di non potere, dillo francamente: è meglio!<br />

Punto 9. Seconda preoccupazione: IL CUORE PURO.<br />

Il Legionario, quando viene in cuib, deve avere il cuore puro.<br />

Non vi si rechi con propositi di lite, di risentimento, poiché in<br />

cuib nessuno ha il permesso di litigare. Quando il legionario<br />

avrà voglia di battersi, vada fra i nemici.<br />

Le cose grandi e buone si operano con cuore puro, poiché,<br />

laddove è cuore puro, lì c'è Dio, mentre dove esiste un cuore<br />

malvagio, là si è ficcato il diavolo. Perciò dove c'è un cuore<br />

malvagio nemmeno il lavoro produce buoni risultati: tutto va alla<br />

rovescia. Di chi sarchia con cuore cattivo si dice che nemmeno<br />

il granoturco cresce sul suo terreno.<br />

Punto 10. L'INIZIO DELLA SEDUTA.<br />

All'ora stabilita, dopo che i membri del cuib si sono radunati, il<br />

capo del cuib si alza e grida con voce militaresca:<br />

Camerati!


A questo segnale tutti scattano in piedi. Volgono la faccia a<br />

oriente e salutano col braccio teso: e un saluto al cielo, alle<br />

altezze, e al sole, simbolo della vittoria della luce e del bene.<br />

Il capo del cuib dice con voce lenta -e gli altri ripetono tutti dopo<br />

di lui:<br />

1. Preghiamo Dio.<br />

2. Pensiamo al nostro Capitano.<br />

3. Eleviamoci, con il pensiero, agli spiriti dei martiri:<br />

Motza, Marin,<br />

Sterie Ciumetti<br />

e di tutti i nostri camerati caduti per la Legione<br />

o morti nella fede legionaria.<br />

4. Crediamo nella resurrezione della Romania legionaria e<br />

nella distruzione del muro di odio e di viltà che la<br />

circonda.<br />

5. Giuro che non tradirò mai la Legione.<br />

Punto 11.<br />

Con quali argomenti inizia la seduta il capo di cuib?<br />

1. Con la parte informativa. Novità.<br />

Quali notizie ha ricevuto dalla Centrale o dal circondario, ecc.<br />

Che cosa è avvenuto nel paese.<br />

Che cosa è avvenuto nel villaggio (politica del villaggio), in città,<br />

in fabbrica, in facoltà.<br />

In quale situazione si trovano le diverse forze politiche<br />

nemiche. Aumentano, rimangono stazionarie, regrediscono.<br />

Come procede nel paese la nostra Legione.<br />

A queste novità ogni membro del cuib porta anche egli le novità<br />

di cui è a conoscenza.<br />

2. Ordini pervenuti:<br />

Quali ordini sono stati dati. Che cosa fanno gli altri legionari del<br />

paese. Come prosegue la lotta legionaria.<br />

3. Lettura di Pamîntul Stramosesc e degli altri giornali legionari.<br />

Pamîntul Stramosesc deve esser letto per intero. In esso si<br />

trova il vero spirito legionario.<br />

Vi si rinvengono tutti gli ordini dati dalla centrale come le<br />

migliori informazioni riguardanti il movimento in tutto il paese.<br />

Parimenti, si leggeranno i fogli legionari locali.<br />

4. L'educazione dei militanti.<br />

Il legionario dovrà sapere che la Legione vincerà tutti i partiti,<br />

tutti gli ostacoli che troverà sul proprio cammino.<br />

Che tutti i legionari sono pronti a compiere qualsiasi sacrificio<br />

con gioia.<br />

Che la Legione ha un programma preciso che verrà reso noto<br />

al tempo opportuno.<br />

Che con la realizzazione di questo programma il paese sarà<br />

rigenerato. Che i legionari faranno di questa Romania una terra<br />

bella e ricca.<br />

Che i legionari sono chiamati da Dio dopo secoli di oscurità e di<br />

soprusi a suonare la tromba della resurrezione della stirpe<br />

romena.<br />

Il capo di cuib cercherà di radicare profondamente nello spirito<br />

di tutti i militanti del cuib la fede in Dio, nella Patria e nella<br />

missione della nostra stirpe.<br />

Punto 12. Quali argomenti si possono ancora<br />

discutere nei cuiburi.<br />

Nei cuiburi, quando c'è il tempo, si discutono anche altri<br />

problemi.<br />

Ecco alcuni temi di discussione di interesse agricolo:<br />

1) Come si potrebbe ottenere un raccolto migliore (grano,<br />

mais, vite ecc.).<br />

2) Quali risultati si raggiungono se concimiamo la terra?<br />

3) È bene seminare sempre lo stesso genere di cereali?


4) Si potrebbe fare in modo che il villaggio si acquisti una<br />

trebbiatrice?<br />

5) Come si può realizzare un prezzo migliore per i prodotti<br />

agricoli?<br />

6) Come dobbiamo allevare il bestiame, affinché i nostri<br />

compagni di lavoro non soffrano disagi?<br />

7) L'avicoltura non potrebbe recare proventi al contadino,<br />

assicurandogli anche un'alimentazione migliore?<br />

8) Come riuscire ad abbellire il villaggio, migliorare le strade<br />

e i ponti, aver cura della chiesa, dei cimiteri, della scuola?<br />

Ecco alcuni temi di discussione per i cuiburi di ragazze e<br />

signore (Cetatzui) 4 .<br />

1) Il ruolo della donna legionaria nella nuova Romania.<br />

2) I diritti e i doveri della donna legionaria.<br />

3) La sorella legionaria come madre.<br />

4) La sorella legionaria come moglie.<br />

5) La sorella legionaria come militante.<br />

6) La sorella legionaria e la disciplina.<br />

7) La donna legionaria e la donna moderna.<br />

8) Come si potrebbe dare un'alimentazione più nutriente<br />

alla famiglia.<br />

9) Quanto più si è esperte nell'arte culinaria, tanto meno si<br />

è conosciute fra la gente.<br />

10) La pulizia della casa e la cura dei bimbi.<br />

11) Come si potrebbe confezionare in casa tutto<br />

l'abbigliamento.<br />

12) L'educazione dei figli. - In chiesa. La Confessione e la<br />

S.ta Eucaristia. L'amore per la cultura, la luce, il lavoro, la<br />

terra.<br />

Cuiburi intellettuali.<br />

Ecco i temi delle conferenze tenute dal cuib AXA 5 di Bucarest<br />

1. L'antisemitismo nella Legione. La differenza tra legionari<br />

e nazisti. (Ion I. Motza).<br />

2. Il problema delle minoranze nello Stato romeno.<br />

3. L'insegnamento nello Stato legionario.<br />

4. Il problema morale nella vita pubblica della Romania. Gli<br />

scritti immorali.<br />

5. L'educazione morale del legionario.<br />

6. Carattere di legionario.<br />

7. La politica agraria. La Riforma Finanziaria.<br />

8. Il problema operaio nello Stato legionario.<br />

9. Il capitale e il lavoro romeno.<br />

10. Industria e agricoltura.<br />

11. La chiesa nello Stato legionario. Il prete.<br />

12. La politica estera della Romania.<br />

13. La Legione e il Marxismo.<br />

14. L'esercito.<br />

I cuiburi studenteschi e le Fratzii de Cruce 6 .<br />

1. La differenza fra la politica dei partiti e la politica della<br />

Legione.<br />

2. La differenza di organizzazione fra il sistema dei partiti e<br />

il sistema della Legione.<br />

3. Affinità tra fascismo e movimento legionario.<br />

4. Punti di contatto fra hitlerismo e movimento legionario.<br />

5. I giudei costituiscono un pericolo senza rimedio?<br />

6. I vantaggi dello spirito di disciplina.<br />

7. Perché il movimento legionario può salvare il paese e<br />

perché gli altri movimenti politici non possono salvarlo?<br />

8. Perché il nazismo non può vincere?<br />

9. Il contadino nello Stato legionario.<br />

10. L'operaio nello Stato legionario.<br />

11. Chi è Benito Mussolini.<br />

12. Chi è Adolf Hitler.<br />

13. 7<br />

14. Chi è stato Lenin.<br />

15. L'educazione fisica, fattore principale dell'educazione<br />

legionaria.<br />

16. Il fascismo prima e dopo il 1922.


17. Che cosa sono i Balilla? Loro organizzazione.<br />

18. Il canto legionario.<br />

19. la Francia nazionalista e la Francia socialista.<br />

20. Come si possono combattere le mire dell'Ungheria sulla<br />

Transilvania?<br />

21. Come si può stroncare il tentativo di influenza russa sulla<br />

Bessarabia?<br />

22. Come è possibile rafforzare le frontiere con la Bulgaria?<br />

23. Come riuscire a salvare il Maramures?<br />

24. Può esistere un'arte legionaria?<br />

25. Lo Stato legionario e i Romeni d'oltre confine.<br />

Cori.<br />

I cuiburi formati di legionari più giovani impareranno le marce<br />

legionarie e canteranno durante la riunione.<br />

Punto 13. Decisioni.<br />

Alla fine della seduta si prendono le decisioni. Ogni seduta<br />

deve terminare con risoluzioni precise, cioè occorre indicare ad<br />

ogni legionario che cosa bisogna fare fino alla prossima<br />

riunione. Il cuib opera: a) secondo gli ordini ricevuti dai<br />

comandanti; b) di propria iniziativa (decisione che esso prende<br />

da solo). Il capo di cuib può assumere l'iniziativa in diverse<br />

direzioni.<br />

1) Allargamento dell'organizzazione, cioè fondazione di<br />

nuovi cuiburi.<br />

2) Raccolta di fondi per mezzo di feste, vendite di opuscoli<br />

ecc. (oltre alla raccolta di denaro, che è permessa<br />

soltanto tra i militanti delle nostre organizzazioni).<br />

3) Distribuzione fra il pubblico non legionario (dopo un piano<br />

ben precisato) della letteratura legionaria.<br />

Ogni cuib ha, davanti a sé, un certo numero di persone<br />

conosciute. Può trattarsi di amici, di persone indifferenti o di<br />

nemici. Il cuib prepara una lista con i loro nomi e indirizzi, poi si<br />

propone di convincerli gradualmente e di educarli nella fede<br />

legionaria. Allora invia a ciascuno l'alimento spirituale: libri,<br />

riviste, articoli giornali fotografie, cori, tutto materiale ben<br />

studiato, secondo lo spirito e la disposizione mentale della<br />

persona che lo leggera. Una persona può essere influenzata da<br />

un certo libro, un determinato articolo, un certo giornale e<br />

rivista. Un'altra, da certi altri.<br />

Perciò il cuib deve stare attento a non gettate via nulla. Deve<br />

dare materiale anche al nemico? Sì. Perché dopo quello che<br />

leggerà oggi, domani, dopodomani, esso comincerà a dubitare.<br />

E il nemico che dubita sarà sconfitto.<br />

Questo cibo spirituale non si invia mai una sola volta. Il cuib si<br />

preoccupa degli uccelli finché questi non mettano le ali.<br />

Quando il loro spirito e cresciuto nella fede, allora pieni di<br />

riconoscenza verranno, ti cercheranno: che devo fare adesso?<br />

Risponderai:<br />

«Fa anche tu quel che ho fatto io. Anche tu alimenta altri, così<br />

come io ho alimentato te».<br />

Il materiale (opuscoli, libri ecc.) a volte si vende, ma il più delle<br />

volte la gente lo troverà a casa gratuitamente, fornito dal cuib<br />

con i suoi scarsi mezzi economici. E senza sapere chi l'ha<br />

mandato. Poiché il cuib dà, segue l'effetto e non dice chi<br />

manda. Solo alla fine si saprà. Grande gioia proverà un cuib<br />

per ogni persona che avrà tolto al nemico e avrà portato nel<br />

mondo della fede legionaria.<br />

Cito il cuib «Avanguardia 13, n. 3», che durante un mese e<br />

mezzo ha distribuito 37 volumi di «Pentru legionari» e 15 di<br />

«Cranii de lemn» 8 .<br />

I cuiburi di legionarie, di fanciulli, di legionari ricchi o poveri,<br />

ciascuno secondo le proprie forze, possono compiere<br />

quest'opera provocando risultati straordinari per la Legione.<br />

4. Il cuib può prendere l'iniziativa di un cantiere. Cioè può<br />

riparare un ponte rotto, un fosso, una strada, una staccionata,<br />

può aiutare un bambino ammalato, riparare la casa di un


vecchio o di una vedova. Prendersi cura delle tombe<br />

abbandonate. Così, in ogni seduta il capo del cuib porrà questo<br />

imperioso interrogativo:<br />

Che fare per rendere più grande la nostra organizzazione?<br />

Come possiamo aiutare la Legione?<br />

Ogni militante del cuib pensa e uno dice: fondiamo altri cuiburi<br />

nel vostra villaggio, oppure -se e studente- in facoltà, ecc. Un<br />

altro dice: nel villaggio vicino non esiste nessun cuib, andiamoci<br />

e fondiamone uno. Un altro dice: aiutiamo economicamente la<br />

Legione. Col denaro i legionari doteranno l'organizzazione di<br />

tutto ciò che le è necessario per la lotta; dobbiamo avvertire il<br />

Capo della Legione per sapere dove ci indirizza (a sostenere<br />

un giornale, a comprare una camionetta, a stampare opuscoli<br />

ecc.).<br />

L'opera di ogni cuib e di grande importanza. Non è possibile<br />

che un cuib si costituisca e poi non faccia più nulla, non dia<br />

cioè più nessun segno di vita. Il cuib che non agisce, che non si<br />

muove e non dà segni di vita è passato nel registro della<br />

Legione sul capitolo Cuiburi morti.<br />

Punto 14. L'iniziativa del capo di cuib.<br />

L'iniziativa è il fiore più bello che un comandante può portare. Il<br />

capo che assume sopra di sé la responsabilità dell'iniziativa<br />

deve sapere che essa può determinare l'ingrandimento<br />

dell'organizzazione, ma può causare anche molto danno,<br />

secondo che un capo se ne serva bene o male. Egli non ha, in<br />

special modo, il permesso:<br />

a) di stampare alcunché in nome dell'organizzazione senza<br />

l'approvazione dell'Ufficio Centrale della Stampa<br />

Legionaria.<br />

b) Di scrivere ordini o lettere dal contenuto sconsiderato,<br />

che possano essere male interpretate da coloro cui si<br />

indirizzano o dagli avversari.<br />

c) Di gettare la sua unità in azioni disordinate, baldorie,<br />

gozzoviglie o azioni scandalose ecc.<br />

d) Non ha il permesso di trattare e neppure di concludere<br />

alcun accordo politico con persone di altri gruppi, senza<br />

l'approvazione diretta del Capo della Legione.<br />

e) In generale un capo, come anche un legionario, deve<br />

stare attento a non promuovere nessuna azione che<br />

potrebbe mettere in pericolo, danneggiare o disonorare la<br />

Legione.<br />

Quando si prende l'iniziativa?<br />

a) L'iniziativa si prende quando non esiste nessun ordine<br />

preciso dato dai capi gerarchici. Se c'è un ordine si<br />

esegue l'ordine.<br />

b) Se nel frattempo la situazione è cambiata, il capo di cuib,<br />

come ogni comandante, dietro sua responsabilità,<br />

prenderà misure di propria iniziativa, riflettendo però con<br />

lucidità, affinché l'organizzazione ne ritragga il maggior<br />

vantaggio possibile.<br />

c) Se per caso c'è, sul luogo, un capo legionario più<br />

autorevole del capo di cuib, il capo di cuib non ha più<br />

iniziativa. Il comando, l'iniziativa e la responsabilità le<br />

prende il legionario di grado più elevato.<br />

Fuori dei casi qui previsti, il capo di cuib possiede un'ampia<br />

iniziativa. Egli prenderà decisioni in base al potere che gli è<br />

dato, in armonia con tutti i militanti del cuib, allo scopo di servire<br />

la causa legionaria. Subito dopo aver preso un'iniziativa, ne<br />

riferisce a1 Capo di distaccamento. Dopo averla eseguita,<br />

comunica: «Porto a vostra conoscenza che la decisione, da noi<br />

presa, di eseguire... è stata oggi da me portata a termine, con<br />

nostra gioia di averla potuta condurre a buon fine».<br />

Il Capo della Legione valuta un capo legionario secondo la sua<br />

capacità di iniziativa. I capi migliori e i cuiburi migliori sono<br />

quelli che assumono le iniziative migliori e le portano a termine.


Punto 15. L'esecuzione degli ordini.<br />

Quando un legionario o un cuib ricevono un ordine, è questione<br />

d'onore eseguirlo, passando attraverso l'acqua e attraverso il<br />

fuoco, qualora ce ne sia bisogno. In questo modo si misura la<br />

dignità legionaria. Quando il Capo della Legione da il segnale di<br />

una battaglia legionaria (lo sono state, per esempio: l'acquisto<br />

di una camionetta, la pubblicazione di un giornale, l'acquisto di<br />

una tipografia), i cuiburi, gareggiando fra di loro come api in<br />

laboriosità e in velocità, devono rispondere con quello che<br />

ognuno può dare. In simili occasioni tutti i cuiburi devono<br />

gareggiare tra loro in una corsa entusiasta verso la vittoria<br />

legionaria. Quale sarebbe l'efficienza di un cuib rimasto fuori<br />

della lotta, senza aver portato il minimo aiuto, il minimo<br />

sacrificio? Da queste lotte si può vedere chi merita di essere<br />

orgoglioso, nel nuovo mondo legionario, e chi deve restare<br />

dove si trova.<br />

Punto 16. Chiusura della riunione.<br />

I militanti del cuib si levano in piedi col viso rivolto ad oriente.<br />

Salutano con il braccio teso verso il cielo. Tutti ripetono con il<br />

capo di cuib:<br />

Giuro che non tradirò mai la legione.<br />

In seguito i legionari si separano, con la gioia nel cuore e col<br />

pensiero alle decisioni che devono eseguire. Nella riunione<br />

successiva si vedrà quanto è stato realizzato della decisione<br />

presa.<br />

Punto 16 bis. La marcia legionaria.<br />

La domenica e tutti i giorni di festa i cuiburi di ogni categoria<br />

(Fratzii, Cetatzui ecc.) devono abituarsi a partire per la marcia.<br />

Noi non conosciamo la nostra terra. Alcuni non conoscono<br />

nemmeno il villaggio vicino. Nei giorni di festa, sotto la pioggia<br />

o col bel tempo, d'inverno o d'estate, dobbiamo uscire in mezzo<br />

alla natura. La terra romena deve diventare un formicaio in cui<br />

si incontrino, su tutte le strade, migliaia di cuiburi che marciano<br />

in ogni direzione. All'ora della funzione religiosa, ci si fermi nella<br />

chiesa che si trova sul cammino. Ci si fermi dai camerati dei<br />

villaggi vicini. La marcia è salutare. La marcia ristora e ridà<br />

vigore ai nervi e allo spirito. Ma soprattutto la marcia è il<br />

simbolo dell'azione, dell'esplorazione, della conquista<br />

legionaria. La marcia si fa in ordine: passo marziale.<br />

Note<br />

1- La terra degli avi.<br />

2- Uscito nelle Edizioni di Ar col titolo Guardia di Ferro (Padova,<br />

1973).<br />

3- La libertà.<br />

4- Cittadelle.<br />

5- L'asse.<br />

6- Fratellanze di croce.<br />

7- Il n. 13 indica che la persona su cui i legionari dovrebbero<br />

informarsi alle riunioni di cuib è... C. Codreanu, indicato col n.<br />

13, numero della Legione.<br />

8- Crani di legno. Si tratta di un libro di Ion Motza.


Seconda parte<br />

Sull'organizzazione<br />

Quante specie di cuiburi ci sono. Loro inquadramento.<br />

Punto 17. Il cuib superiore e la famiglia di cuiburi.<br />

Ogni militante del cuib, dopo essere stato diverso tempo in un<br />

cuib, dove ha ricevuto un'educazione legionaria, può staccarsi<br />

da quel cuib e formare un altro cuib, di cui egli sarà il capo.<br />

Se da un cuib si staccano almeno tre militanti e formano un<br />

cuib ciascuno, il vecchio cuib diventa cuib superiore. Un cuib<br />

superiore si può estendere anche in dieci villaggi, nel caso in<br />

cui possa fondare, entro ciascuno di essi, un nuovo cuib.<br />

Ognuno è libero di estendersi secondo la propria efficienza,<br />

cosicché, da un cuib formandosi più cuiburi, tutti questi formano<br />

una specie di famiglia. Cioè, il cuib che si è costituito per primo<br />

forma una famiglia insieme con tutti gli altri che sono nati da lui.<br />

Ogni cuib della famiglia ha un suo capo, ma sopra tutti e più<br />

importante il capo del cuib originario.<br />

Punto 18. Cuiburi inquadrati.<br />

I cuiburi di un villaggio, di un comune, di una città, fabbrica,<br />

facoltà ecc. devono avere relazioni fra di loro. Perché? Perché<br />

non interferiscano gli uni nelle questioni degli altri (gli uni<br />

essendo di un parere, gli altri di un altro). Tutti i legionari<br />

avranno un solo parere, un solo pensiero e un solo spirito. Per<br />

questo bisogna che tutti abbiano un solo capo.<br />

Chi è il capo di un villaggio.<br />

Se in un villaggio esiste una sola famiglia di cuiburi, il capo dei<br />

legionari del villaggio è il capo del cuib originario.<br />

Se esistono due famiglie di cuiburi, il capo del villaggio o il capo<br />

del distaccamento legionario cambierà ogni mese. Un mese<br />

sarà capo del distaccamento legionario il capo di una famiglia,<br />

un mese il capo dell'altra famiglia di cuiburi. Se ci saranno tre o<br />

quattro famiglie di cuiburi, si daranno il cambio ciascuno ogni<br />

mese. Quando i capi di distaccamento si danno il cambio,<br />

redigono il processo verbale delle consegne e della<br />

accettazione del comando, poi lo trasmettono al capo di<br />

distretto, affinché questi sappia chi ha il comando in quel mese.<br />

Più tardi, quando i cuiburi si moltiplicano, entrano in funzione<br />

anche i capi di settore, i quali devono tenere le relazioni e<br />

occuparsi di tutti i cuiburi della regione. Il capo di settore è<br />

nominato dal comando centrale della Legione in seguito a<br />

proposta del capo di distretto. Questi sarà reclutato fra i capi di<br />

distaccamento più idonei.<br />

Nel caso di vittoria legionaria, sindaco di un comune non sarà il<br />

capo di settore o il capo di una famiglia di cuiburi, ma lo sarà la<br />

persona più adatta che la legione avrà in quel comune. Egli<br />

sarà però sotto il controllo del capo legionario di quel comune.<br />

Punto 19. Appello ai capi di cuib. Scuola di quadri.<br />

Il capo del distaccamento legionario o il capo di un cuib<br />

superiore chiama a convegno periodicamente i capi dei cuiburi<br />

subordinati, per informarsi di come procede l'attività, per<br />

comunicare loro già ordini ricevuti o per prendere qualche<br />

decisione. In tale occasione si sviluppa, con i capi dei cuiburi, la<br />

scuola dei quadri, cioè la scuola per insegnare al capo di cuib:<br />

l'organizzazione, lo spirito legionario, ciò che vuole e ciò che<br />

farà la Legione, i doveri di un capo legionario, tutto questo<br />

seguendo il presente opuscolo.


Il capo politico di circondario convoca, almeno una volta ogni<br />

due settimane, i propri subalterni (i capi di unità, F. d. C.<br />

Cetatzui, etc., Settori, Stato maggiore). Ogni capo, quando<br />

convoca i propri subalterni per impartire direttive o per fare<br />

scuola legionaria, non li invita per una visita e non offre loro un<br />

bicchiere di vino ciascuno, come é d'uso nel mondo<br />

democratico. Analogamente ad un comandante di reggimento<br />

che convoca i propri ufficiali subalterni per dar loro ordini prima<br />

della lotta, così si presenta il capo legionario.<br />

Egli starà in piedi sulla posizione dell'attenti. Cingerà la cintura<br />

con la diagonale, simboli del potere. Gli altri, in semicerchio, in<br />

posizione corretta, attenti, seri, consapevoli di rendere, in quel<br />

momento, un servizio alla loro stirpe, un servizio simile a quello<br />

del sacerdote sull'altare. Avranno anch'essi cintura e diagonale.<br />

Si farà l'appello, si farà rapporto. Si canterà. Si osserveranno le<br />

medesime formalità all'inizio e alla fine, come alla riunione del<br />

cuib.<br />

Formazione per il corpo dei legionari. Quando arriva un capo, il<br />

corpo dei legionari sarà disposto in quadrato o in file di plotone<br />

di lato.<br />

Punto 20. Un ruolo importante dei capi di<br />

distaccamento legionario.<br />

I capi di distaccamento legionario di un comune assumono una<br />

grande importanza in materia di amministrazione del villaggio.<br />

E cioè: dopo che i cuiburi di legionari si sono moltiplicati, i capi<br />

di distaccamento si radunano e, nella medesima armonia, si<br />

separano dai cuiburi di giovani dai 18 fino ai 27 e ai 30. Questi<br />

cuiburi giovanili, tutti insieme, si chiameranno «Gruppo di<br />

legionari del comune X».<br />

Al comando di questi cuiburi i capi di distaccamento legionario<br />

porranno il migliore fra i capi di cuib (considerando chi ha<br />

fondato più cuiburi e chi ha maggiori qualità di capo) e<br />

chiederanno poi la ratifica da parte del Capo della Legione. Nel<br />

caso che i migliori siano due, questi due diventeranno capi di<br />

Gruppi legionari, dandosi il cambio ogni mese. Essi dipendono<br />

dal capo di distaccamento legionario.<br />

Punto 21. Un altro ruolo dei capi di distaccamento.<br />

È quello di stare attenti che non si verifichi nessuna<br />

incomprensione fra i legionari. Nessuna ambizione, se non<br />

quella di uscire vittoriosi. Essi cercheranno di appianare, con<br />

molta moderazione, ogni divergenza. Di fronte al Capo della<br />

Legione il migliore non è il più testardo, bensì colui che sa<br />

assoggettarsi ai sacri interessi legionari e sa sacrificare le<br />

proprie convinzioni e il proprio orgoglio allo scopo della vittoria.<br />

Punto 22. Quante specie di cuiburi esistono nella<br />

Legione.<br />

1) Cuiburi chiamati «Fratzii de Cruce». Vi entrano soltanto i<br />

giovani dai 14 ai 20 anni provenienti da differenti scuole. Le F.<br />

d. C. sono solo in città.<br />

Il ruolo di questi cuiburi è promuovere l'educazione della<br />

gioventù romena, e cioè:<br />

a) L'educazione Cristiana: la gioventù romena deve<br />

riconoscere, amare Dio e comportarsi secondo gli<br />

insegnamenti cristiani.<br />

È numerosa la letteratura immorale, che uccide lo spirito del<br />

fanciullo. Egli deve essere protetto da questo veleno.<br />

b) L'educazione nazionale: Il giovane romeno deve amare la<br />

sua Patria, la sua Terra e il suo Re, Senza patria egli è come<br />

un uccello senza nido. Egli deve essere protetto dalla<br />

letteratura comunista che si solleva contro Dio, contro la<br />

famiglia, contro la proprietà e contro l'esercito.


c) L'educazione sociale: nello spirito della nostra gioventù<br />

devono essere coltivati e mantenuti i sentimenti cristiani di<br />

giustizia e di equità sociale e la sete di lavoro creatore.<br />

d) L'educazione fisica: il fanciullo deve essere prestante e sano<br />

nel corpo, poiché egli sarà il soldato di domani che difenderà<br />

questa terra. (Legione sportiva).<br />

e) L'educazione sanitaria: egli deve essere protetto dalle<br />

innumerevoli malattie, specialmente da quelle veneree, che<br />

esauriscono tutto il vigore della gioventù. In una parola,<br />

dobbiamo preoccuparci del Romeno di domani, il quale porterà<br />

sulle proprie spalle la grande responsabilità dell'esistenza della<br />

Patria.<br />

Punto 23.<br />

2) I cuiburi di fanciulle (signore), chiamati anche «Cetatzui»<br />

quando sono formati di alunne delle scuole superiori, sempre<br />

con lo stesso obiettivo educativo. Esse domani saranno madri.<br />

E il bambino sarà come lo educa la madre. Esse aiutano la<br />

Legione con il loro lavoro e con la propaganda delle idee<br />

legionarie.<br />

Punto 24.<br />

3) Il Corpo dei legionari: dai 21 ai 28 anni. Tutti i cuiburi con<br />

militanti di questa età formano il Corpo dei Legionari. Vengono<br />

eccezionalmente ammessi, al di sotto di questa età, i militanti<br />

dei cuiburi dei villaggi dove non esistono fratzii de cruce.<br />

Essi sono i militanti più attivi della Legione. Essi diffondono il<br />

nostro credo. Essi ne diffondono lo spirito, ché hanno la<br />

possibilità di farlo. Essi fanno politica e la politica è una lotta da<br />

cui esce vittorioso colui che ha lo spirito più temprato, più<br />

deciso, più paziente, più disciplinato, più attivo.<br />

L'educazione del fatto creatore. Egli, il legionario, sarà colui il<br />

quale con il suo lavoro costruirà la nuova Romania, non per<br />

guadagnare qualcosa, ma soltanto per il desiderio di vederla<br />

diventare una terra potente.<br />

Egli deve essere educato al sacrificio, non al guadagno, poiché<br />

soltanto sacrificandosi tutti potremo avere una terra bella e<br />

ricca. Egli deve essere educato alla disciplina severa, poiché<br />

soltanto gli sforzi uniti e disciplinati di tutti potranno ottenere gli<br />

effetti desiderati.<br />

Punto 25.<br />

4) Gli studenti legionari di una università si organizzano nella<br />

maniera seguente:<br />

Tutti i cuiburi studenteschi di un circondario formano Il Gruppo<br />

Legionario studentesco di circondario, che porta il nome del<br />

circondario corrispondente e sta sotto la guida del legionario<br />

più degno.<br />

Tutti i gruppi studenteschi di circondario esistenti presso una<br />

università formano:<br />

Il Centro studentesco legionario, al comando di un capo<br />

legionario, aiutato da tutti i capi dei gruppi legionari.<br />

I capi dei gruppi e dei centri studenteschi legionari sono<br />

nominati ogni anno dal gran consiglio universitario legionario<br />

che funziona sotto la presidenza del Capo della Legione.<br />

Questo consiglio è formato dai presidenti dei centri universitari<br />

legionari e da 5 capi di gruppi legionari studenteschi per ogni<br />

università, scelti automaticamente secondo l'ordine alfabetico<br />

dei circondari, ogni anno. Nei casi di solennità particolare a<br />

questo consiglio possono prender parte tutti i capi di unità<br />

legionarie studentesche (cuiburi, gruppi e centri).<br />

Un capo legionario di qualunque unità non può<br />

contemporaneamente ricoprire una funzione in uno dei comitati<br />

delle organizzazioni studentesche generali, come circoli,


associazioni di facoltà, centri ecc. Per questi incarichi egli<br />

delegherà legionari ai suoi ordini o, se ci sarà bisogno che li<br />

svolga personalmente, affiderà a un altro il comando legionario.<br />

Punto 26.<br />

5) L'organizzazione politica propriamente detta è costituita dai<br />

cuiburi di uomini anziani che si educheranno anche loro in<br />

senso legionario, svolgeranno compiti politici, proteggeranno e<br />

indirizzeranno i più giovani.<br />

Ha la direzione il capo politico di circondario, il quale<br />

contemporaneamente sorveglia e dirige l'attività anche delle<br />

altre unità legionarie.<br />

Punto 27.<br />

Tutti questi cuiburi hanno in ciascun circondario e al centro i<br />

loro comandi a parte. Così in ogni circondario esiste:<br />

- Il capo della Fratzie de Czuce (F. d. C.).<br />

- Il capo delle Cetatzui di fanciulle o signore.<br />

- Il capo del Corpo dei Legionari.<br />

- Il capo del Corpo dei lavoratori.<br />

- Il capo dell'organizzazione politica.<br />

Tutti costoro stanno sotto la direzione del Capo della Legione.<br />

Punto 28.<br />

Secondo la norma generale tutti questi capi si danno il cambio<br />

ogni anno. I capi delle organizzazioni politiche, se ottengono<br />

l'approvazione del Capo della Legione, possono restare anche<br />

2 anni o più. Ogni capo si preoccupa per tempo di trovarsi un<br />

sostituto. Gli ex capi passano a un rango superiore,<br />

preoccupandosi sempre di indirizzare e consigliare i capi attuali<br />

e di controllare il buon andamento dell'intera organizzazione.<br />

Essi assistono a ogni riunione e si scambiano sempre le loro<br />

opinioni. Essi adempiono specialmente al ruolo di giudici in tutti<br />

i casi di incomprensione o di contesa verificatisi fra legionari,<br />

cercando, con la loro saggezza ed esperienza, di aggiustare le<br />

cose e di preservare l'organizzazione dall'errore più pericoloso:<br />

l'incomprensione, la discordia.


Terza parte<br />

Consigli per i capi di cuib, affinché<br />

l'unita al loro comando possa<br />

funzionare bene.<br />

Punto 29. 1) Come deve essere e come deve<br />

comportarsi un capo.<br />

Un capo deve essere compreso, deve riflettere bene quando<br />

assume una decisione, affinché questa sia buona. La decisione<br />

deve essere presa rapidamente e attuata sino in fondo.<br />

Deve essere benevolo e amare gli uomini al suo comando.<br />

Deve essere sereno: tale deve apparire davanti a coloro che<br />

egli comanda, non triste, scuro, nervoso.<br />

Deve essere giusto con i legionari e con tutti. Non commetterà<br />

ingiustizia neppure nei confronti dell'avversario. Lotterà contro<br />

di lui, lo sconfiggerà: ma sempre con mezzi consentiti dalla<br />

giustizia e dalla morale; non con la viltà o con la menzogna.<br />

Deve essere coraggioso e deciso nelle ore del pericolo. Così,<br />

se per esempio vedrà una persona in pericolo, il dovere d'onore<br />

di un legionario è di correre a salvarla, affrontando il pericolo.<br />

Esempio: incendio, annegamento, ecc.<br />

Deve dividere le gioie e i dolori con tutti i suoi camerati. In ogni<br />

occasione, e non solo nel mondo legionario, egli deve scegliere<br />

per sé il posto più difficile. Un legionario non preme per<br />

raggiungere il primo posto a tavola o il letto migliore.<br />

Deve essere abile, deve cioè condurre a buon esito ogni<br />

ordine, usando i mezzi più intelligenti.<br />

Deve impartire comandi chiari e guidare i suoi uomini alla<br />

vittoria.<br />

Non parli male dei suoi camerati. Non permetta che gli si parli<br />

male di altri.<br />

Sappia conservare l'armonia nell'unità che egli dirige. Questa è<br />

una cosa d'importanza capitale. Un capo, anche se possedesse<br />

tutte le migliori qualità del mondo, qualora intervenisse contesa,<br />

discordia, incomprensione nell'unita che egli comanda, deve<br />

essere immediatamente sostituito! Quando più capi prendono il<br />

comando di un'unita, l'unità comincia a sfaldarsi.<br />

Sia cortese con tutti. Non sia sgarbato con le persone, per<br />

allontanarle invece di attrarle.<br />

Deve essere moderalo in tutto. Per esempio: non si può<br />

concepire nessun capo e nessun legionario ubriaco. Il<br />

legionario può divertirsi, ma non deve ubriacarsi.<br />

Sia uomo di parola.<br />

Abbia un onore che gli susciti la stima di tutti coloro che lo<br />

circondano.<br />

In una parola, si comporti in maniera che tutti possano dire: «In<br />

un legionario puoi aver fiducia, poiché, quando si prende a<br />

cuore una cosa, egli la conduce a buon esito».<br />

Il capo dei legionari è un uomo straordinario, il quale riesce<br />

vittorioso in ogni situazione, per quanto difficile sia. Egli deve<br />

essere vittorioso. Se cadrà, egli si alzerà di nuovo e vincerà.<br />

Soltanto se sarà dotato di queste qualità un capo legionario<br />

riuscirà con la scuola del cuib e col potere dell'esempio a<br />

trasformare ogni Romeno, creando uno spirito nuovo, un vero<br />

carattere che saprà vincere in tutte le occasioni e del quale il<br />

paese avrà motivo di essere orgoglioso.


Punto 30. 2) Perché un capo legionario deve vigilare<br />

sopra se stesso?<br />

a) Per non lasciarsi adescare. Gli avversari hanno due metodi<br />

di lotta. Il primo metodo è l'attacco frontale per distruggerci. Se<br />

vedono che noi abbiamo resistito e non siamo stati distrutti,<br />

allora provano il secondo metodo: l'adescamento di alcuni<br />

uomini per seminare la discordia fra di noi.<br />

Un esempio: il processo di Vacaresti del 28 Marzo 1924.<br />

Questo processo è seguito alla nostra sconfitta. Noi però<br />

abbiamo resistito e ne siamo usciti vincitori, cioè assolti.<br />

Diverse persone ci si mostravano amiche (dopo il processo); ci<br />

invitavano alla loro mensa, ci lodavano, dicevano che eravamo<br />

buoni, intelligenti, che saremmo giunti lontano, ecc.<br />

Contemporaneamente esse cercavano di seminare la discordia<br />

fra di noi parlando male degli altri camerati. Noi ci siamo resi<br />

conto di questo attacco e riferivamo gli uni agli altri quello che ci<br />

veniva detto. E così l'attacco è stato sventato. E noi, dopo dieci<br />

anni, ci troviamo uniti come nel primo momento.<br />

Adesso contro il movimento legionario si usa il primo metodo: il<br />

tentativo degli avversari di stroncarci. Quando però essi<br />

vedranno che non possono stroncarci, proveranno col secondo<br />

metodo: cercheranno di seminare la discordia fra di noi per<br />

mezzo dell'adescamento.<br />

Guardate come tutti i partiti romeni si sono frazionati in seguito<br />

agli adescamenti: i liberali in due parti, gli avereschiani in due<br />

parti ed ora anche i nazional-contadini sono pronti per essere<br />

sconfitti e spaccati in due. Proveranno anche con noi. Ma noi<br />

saremo preparati e vinceremo.<br />

Punto 31. Che cosa deve fare un capo legionario<br />

quando avverte l'attacco dell'adescamento?<br />

Deve fare immediatamente rapporto al suo dirigente e al Capo<br />

della Legione. E deve dirlo apertamente al cuib di cui fa parte.<br />

Deve cioè svelare le trame dell'avversario.<br />

Punto 32. b) Nella Legione non è ammesso il «mi<br />

sono irritato e me ne vado».<br />

Se litiga con qualcuno, con un camerata, il legionario deve<br />

riconciliarsi. In ogni caso, non può andarsene dalla Legione per<br />

questo motivo, poiché non gli è permesso di adirarsi con la<br />

Legione, cioè con la lotta per il riscatto della sua Terra. E<br />

qualora se ne vada, il suo errore risulterebbe gravissimo di<br />

fronte a tutti i legionari, di fronte alla bandiera della Legione e di<br />

fronte alla stirpe. Uno può andarsene dalla Legione quando non<br />

crede più, non quando si adira.<br />

Punto 33. La lotta con altri capi legionari.<br />

È un grave errore che un capo legionario, per invidia, cominci a<br />

parlar male di un suo camerata di fronte agli uomini del cuib o<br />

del villaggio. Questo conduce alla divisione dei legionari, alla<br />

lotta intestina, alla vittoria del nemico. Tale fatto è così grave,<br />

che la Legione considera situazioni del genere quasi come un<br />

tradimento. Come? Distruggere la Legione per le tue<br />

ambizioni? Anche se si è nemici personali, dopo essere<br />

divenuti legionari non ci si combatte più, non si sparla più l'uno<br />

dell'altro, ma ciascuno lotta nell'incarico che ricopre e serve con<br />

fede la causa legionaria e la vittoria di domani.<br />

Punto 34. d) Lo spirito di negazione.<br />

Un'altra malattia da cui devono proteggersi un capo legionario e<br />

tutti gli uomini dell'organizzazione -malattia che è molto<br />

pericolosa perché determina incomprensioni in seno


all'organizzazione e soprattutto perché tarpa le ali ai grandi<br />

impulsi- è la critica. La critica sotto forma di eterna<br />

insoddisfazione.<br />

Esistono certe persone, le quali, qualunque cosa tu dica o<br />

qualunque cosa tu faccia, sono sempre insoddisfatte e hanno<br />

sempre qualcosa da dire. Costoro fanno fallire ogni tentativo di<br />

creazione, bloccano l'impulso degli uomini di azione.<br />

La nostra organizzazione non è un'organizzazione di critica, di<br />

negazione, ma e un'organizzazione con spirito di affermazione,<br />

di combattività, di offensiva. Lasciamo che la critica ce la<br />

facciano gli storici: noi ora dobbiamo conquistare ed agire.<br />

Punto 35.<br />

e) Tutti i capi legionari e tutti i legionari di un comune, di una<br />

fabbrica, ecc. devono essere d'accordo su tutte le questioni che<br />

interessano la nostra organizzazione.<br />

Esempio: alla Facoltà di Lettere di Bucarest si sono svolte le<br />

elezioni per la nomina del Presidente e del Comitato. Il<br />

legionario X, con i suoi camerati legionari, si è presentato<br />

candidato per una lista, mentre un altro legionario con un altro<br />

gruppo di legionari si è presentato candidato per un'altra lista. I<br />

legionari si sono spaccati in due e hanno perso le elezioni.<br />

I legionari non commetteranno mai più errori così gravi. Essi<br />

marceranno uniti anche su una strada cattiva (errata), poiché la<br />

strada peggiore è la disunione. Invece, se anche tutte le truppe<br />

legionarie andassero all'inferno, qualora siano unite, esse<br />

vinceranno tutto l'inferno e torneranno indietro vittoriose.<br />

Esempio: alla elezione del sindaco di un comune, se i capi<br />

legionari decidono di votare per una determinata persona, non<br />

deve essere ammesso che un legionario voti per un altro o che<br />

inizi a criticare la decisione.<br />

Tutti con lo stesso pensiero e lo stesso spirito. E gli avversari<br />

diranno: «Accattiviamoci i legionari, poiché sono uomini tutti<br />

d'un pezzo, decisi e uniti. Colui per il quale essi votano<br />

diventerà sindaco, ché marcian tutti nello stesso senso».<br />

QUARTA PARTE Il<br />

reclutamento dei militanti<br />

Punto 36.<br />

Quando recluta i suoi militanti, il capo di cuib deve stare attento<br />

a scegliere gli elementi più idonei forniti di alto senso della<br />

dignità. I disonesti, i litigiosi, quelli che danno scandalo, i<br />

boriosi, i vantoni, i superbi, i paurosi, i vili devono esser lasciati<br />

fuori dell'organizzazione. E, per esser sicuri che nessuno di<br />

questi elementi possa entrare nell'organizzazione, in nessun<br />

villaggio il numero dei legionari potrà superare la metà del<br />

numero degli abitanti del villaggio stesso. Una volta completato<br />

il numero dei legionari, nessuno potrà più essere accolto<br />

nell'organizzazione, ma dovrà soltanto aspettare che si liberino<br />

dei posti.<br />

In ogni caso, l'organizzazione deve essere preservata da coloro<br />

che non possono vivere senza litigare. Non appena un militante<br />

del cuib non riuscirà ad andar d'accordo con gli altri militanti,<br />

egli dovrà lasciare l'organizzazione, presentando le proprie<br />

dimissioni. Meglio pochi e vivere in fratellanza completa in<br />

un'unità perfetta, piuttosto che molti e combatterci fra di noi.<br />

Il capo di cuib cercherà di salvaguardare l'organizzazione dagli<br />

agenti provocatori e dalle spie mandate dai politicanti<br />

democratici e dagli imbroglioni di mestiere.


Quinta parte<br />

L'uniforme legionaria<br />

Punto 37.<br />

In tutta Europa esiste una corrente favorevole all'introduzione<br />

delle virtù militari nella politica delle nazioni.<br />

In luogo di chiacchiere e di discorsi lunghi, la gente vuole la<br />

frase breve, chiara e precisa come quella del soldato.<br />

In luogo dell'indecisione e della mancanza di coraggio di oggi,<br />

la gente vuole la decisione rapida.<br />

In luogo dei comitati democratici che discutono, litigano e non<br />

prendono mai decisioni, la gente esige un capo e la disciplina<br />

generale. (Oltre, beninteso, ai comitati stabiliti).<br />

In luogo dello scoramento, la gente vuole fede, buona volontà,<br />

orgoglio militaresco.<br />

In luogo della pigrizia, la gente vuole lavoro dalla mattina fino<br />

alla sera, da parte di tutti: non tollera di veder tre quarti al<br />

lavoro e un quatto a divertirsi.<br />

In luogo della brama di guadagno, del desiderio di trarre<br />

vantaggio dalla politica, la gente esige il sacrificio per il paese,<br />

come il sacrificio del soldato sui campi di battaglia. Egli non<br />

cerca di guadagnare niente, egli dà tutto: lavoro, anima, vita per<br />

la sua terra. Di questo noi abbiamo bisogno. Se tutti gli uomini<br />

che fanno politica dessero lavoro, anima, vita per la loro terra,<br />

che bella cosa sarebbe per la terra romena! Ecco che cosa farà<br />

la scuola legionaria.<br />

In luogo della discordia e dei litigi, noi poniamo il bel<br />

cameratismo del soldato e l'unità perfetta -simile a quella di un<br />

esercito- dell'intera nazione. Tutti hanno un unico pensiero: la<br />

Patria, una sola Bandiera, un solo Capo, un solo Re, un solo<br />

Dio, una sola volontà: quella di servirli con fede sino alla morte.<br />

Il legionario si è dato un'uniforme, poiché in essa egli vede<br />

riflesse tutte queste grandi qualità militari, le quali elevano le<br />

stirpi e le rendono vittoriose contro ogni difficoltà. L'uniforme è<br />

la camicia verde, cintura con diagonale.<br />

Punto 38. L'interdizione delle uniformi.<br />

Il Governo ha imposto con una legge il divieto di indossare<br />

uniformi. Una volta che la legge è stata votata, noi dobbiamo<br />

sottostare ad essa. I legionari non usciranno in pubblico vestiti<br />

dell'uniforme.<br />

Ma noi non rinunciamo ad essa. Ci faremo le uniformi e le<br />

indosseremo soltanto nei giorni di festa e soltanto nelle nostre<br />

case, dove siamo padroni e liberi di vestirci come vogliamo. Le<br />

indosseremo con amore, rispettando l'ora in cui i legislatori si<br />

convinceranno che queste belle uniformi non sono un pericolo<br />

per il paese, ma anzi sono un bene.<br />

Non dovrebbe esistere legionario che non abbia una uniforme<br />

nella sua abitazione, che non la indossi nei suoi giorni di festa,<br />

quando dovrà rendere onore a un ospite, vestendo la camicia<br />

verde. Sarà festa in casa di un legionario quando egli è la sua<br />

famiglia si vestiranno con la bella camicia verde, simbolo della<br />

primavera della stirpe romena.<br />

Punto 39. Gradi e funzioni.<br />

Gradi. Il nuovo venuto nella Legione si chiama militante.<br />

Dopo 3 anni, egli può essere avanzato al grado di Legionario.<br />

Seguono: Istruttore legionario.<br />

Aiuto comandante.<br />

Comandante legionario.<br />

Comandante Annunciazione.


Senatore legionario, con carattere onorifico.<br />

Funzioni:<br />

Capo di cuib.<br />

Capo di distaccamento.<br />

Capo di rete.<br />

Capo di squadra, di campo, di cantiere, capo di corpo<br />

legionario.<br />

Capo di circondario.<br />

Capo di regione.<br />

Non è obbligatorio che la funzione sia rappresentata da un<br />

grado. La funzione determina l'onore del grado.<br />

Sesta parte<br />

Il capo di cuib in tempo di campagna<br />

elettorale<br />

Come si è visto fino ad ora, l'obiettivo del legionario non è la<br />

campagna elettorale, ma la campagna elettorale è di<br />

un'importanza grandissima, poiché è la sola via che la legge ci<br />

mette a disposizione per determinare qualunque mutamento<br />

che noi desideriamo per il paese.<br />

La sorte del paese per 3 o 4 anni, talvolta anche per un arco di<br />

tempo più lungo, viene sancita nel giorno delle elezioni. In quel<br />

momento l'elettore è arbitro del paese. Ciò che egli, col suo<br />

voto, deciderà, si verificherà. E proprio per questo nel giorno<br />

delle elezioni girano i compratori d'anime dei partiti politici con<br />

denari, con bevande alcooliche, con cibi, per acquistare voti.<br />

Contro il malcostume dei politicanti noi dobbiamo opporre la<br />

fede nei giorni migliori per la stirpe romena e allora vinceremo,<br />

così come abbiamo vinto a Tutova, a Neamtz ecc.<br />

Ecco perché il capo di cuib dovrà attribuire grande importanza<br />

alla campagna elettorale.<br />

Punto 42. Promesse elettorali il legionario non ne fa<br />

Alla vigilia della campagna elettorale tutti già uomini politici<br />

cominciano con le promesse.<br />

Un capo legionario non prometterà se quello che noi possiamo<br />

fare. Noi non promettiamo danaro, non promettiamo acquavite,<br />

non promettiamo cariche. Noi non compriamo col danaro gli<br />

animi umani. Coloro che vengono in nome di Dio non fanno ciò.


Soltanto chi viene in nome di Satana compera gli animi col<br />

denaro.<br />

Un capo legionario dirà: Non promettiamo denaro, ma<br />

promettiamo giustizia.<br />

Non promettiamo di fare qualcosa per te, ma promettiamo di<br />

agire, di lottare per la nostra terra.<br />

Chi vuole lottare per la giustizia e per l'onore del paese, chi<br />

vuole agire per la sua terra, chi vuole sacrificarsi accanto a noi,<br />

venga con noi.<br />

Sarà bene così? Sì. Sì, perché le cose vanno in un paese come<br />

in un podere. Se in un podere c'è terra buona, ricca, dotata di<br />

tutto ciò di cui un podere ha bisogno, ma il massaio non è<br />

solerte, è scialacquatore, beve tutto quanto possiede, litiga tutto<br />

il giorno, allora il podere andrà in rovina, e i suoi figli se la<br />

passeranno molto male. Saranno anch'essi dei poveri diavoli<br />

affamati. Ma se a quel massaio succede un uomo onesto,<br />

lavoratore, diligente? In breve il podere fiorirà e tutti i figli<br />

fioriranno anch'essi come peonie.<br />

La nostra terra non è forse anch'essa un podere, con terra<br />

buona e ricca? Con tutto quanto le abbisogna? E noi Romeni<br />

non siamo i figli del podere? E non siamo ora poveri diavoli<br />

affamati? Quando però cambieremo il podere, allora non<br />

saremo più così. E questo lo farà la Legione. Essa cambierà il<br />

podere, cioè i governi dei partiti, e costituirà un governo<br />

legionario.<br />

Questa è l'unica promessa che il legionario fa alla vigilia delle<br />

elezioni e sempre.<br />

Punto 43. Quale è il nostro scopo? Dove dobbiamo<br />

arrivare?<br />

Il capo di cuib deve tener scuola a tutti i legionari e dir loro che<br />

il nostro scopo non è quello di eleggere un numero di 5, 10, 20<br />

deputati. Esso risulta molto più grande, molto più santo e molto<br />

più difficile.<br />

Noi dobbiamo far si che tutta la Romania divenga legionaria.<br />

È il nuovo spirito legionario che dovrà comandare. Il paese<br />

deve essere condotto secondo la volontà dei legionari. Perciò<br />

un deputato legionario eletto in un circondario dovrà correre in<br />

5-6 circondari a propagare la nuova fede e a chiamare alla vita<br />

tutti i Romeni, preparando l'ora della vittoria.<br />

Alcuni dicono: una volta è venuto dalle nostre parti, ma poi non<br />

s'è più fatto vivo: l'abbiamo eletto e non viene più.<br />

Risposta: Come può venire, se ci sono 71 circondari con 71<br />

città e 10.000 comuni dove il Capo della Legione gli ha ordinato<br />

di accorrere per costituire nuovi cuiburi, per organizzare e<br />

preparare la grande vittoria? E se andassimo in ogni comune,<br />

ci vorrebbero 10.000 giorni, e diecimila giorni significano circa<br />

30 anni. Vedete come è difficile venire una sola volta in ogni<br />

comune? Pensate dunque se ci dovessimo venire 2, 3 volte.<br />

Non ci basterebbe una vita intera. I legionari devono capire<br />

questo e spiegarlo a tutti. Essi devono rallegrarsi quando<br />

considerano che due anni fa non avevamo organizzazioni se<br />

non nei circondari di Cahul, Covurlui e Neamtz e in altri 3 o 4,<br />

mentre ora ne abbiamo in 50 circondari.<br />

Altri dicono: «Ecco, abbiamo eletto anche questi della Legione.<br />

Anche loro non hanno fatto niente».<br />

I legionari risponderanno: i deputati legionari, anche se fossero<br />

30 o 40, non possono fare molto! Aspettate che i legionari<br />

vincano nel paese, che si estendano da un capo all'altro della<br />

Romania, e allora vedrete le grandi riforme che essi faranno. Le<br />

leggi che i legionari hanno preparato sono leggi di grande<br />

giustizia, leggi che il popolo aspetta da molto tempo.<br />

Chi crede nella vittoria finale, chi sa lottare fino alla fine, solo<br />

quegli è legionario. Solo colui che in cuor suo non ha dubitato si<br />

rallegrerà nell'ora della vittoria, allorché il popolo romeno


traccerà, secondo la sua volontà, un nuovo, grande cammino,<br />

un cammino di vittoria.<br />

Punto 44. Richieste.<br />

I deputati legionari, subito dopo le elezioni, hanno ricevuto<br />

migliaia di richieste. Alcuni chiedono denaro, altri chiedono che<br />

venga dato loro un impiego, altri chiedono legna da ardere<br />

gratis, altri chiedono terra.<br />

Un legionario non chiede. Egli dice: non abbiamo bisogno di<br />

denaro o di impieghi. Dateci leggi giuste nel paese, perché con<br />

leggi giuste, grazie al nostro lavoro, avremo denaro ed<br />

esistenza dignitosa. I deputati legionari non possono correre<br />

per i ministeri con 2.000 richieste per 2.000 persone, mentre 14<br />

milioni di contadini, lavoratori, impiegati devono aspettare e<br />

ancora aspettare il giorno della loro giustizia. I deputati legionari<br />

non daranno una sistemazione a 5 o 6 loro partigiani di un<br />

villaggio, come fanno i partiti politici, lasciando l'infelice<br />

moltitudine dei poveri a lavorare tutta la vita come bestie da<br />

soma. E poi, se un deputato legionario prega un ministro di<br />

rendergli un servigio per 1, 2, 3 persone, il giorno seguente è il<br />

ministro che prega il legionario di chiudere un occhio sulle leggi<br />

che egli fa e di non combatterle. Perciò i capi legionari<br />

dovranno spiegare queste cose a tutti e fare della vera scuola<br />

legionaria. Essi devono dire queste cose a tutti. Se siamo<br />

entrati nella Legione, non chiediamo nulla per noi, ma diamo.<br />

Diamo anima, diamo lavoro, diamo sofferenza, diamo tutto<br />

quanto abbiamo, per il santo giorno della vittoria della stirpe<br />

romena.<br />

Punto 45. Che cosa deve fare il capo di cuib e<br />

perché deve vigilare in tempo di campagna<br />

elettorale.<br />

Subito dopo la caduta del governo i capi di cuib terranno<br />

riunioni coi loro cuiburi una volta ogni 2 giorni. Inoltre essi si<br />

riuniranno in una seduta a parte con tutti gli altri capi di cuib del<br />

villaggio o del comune per studiare la situazione e prendere<br />

tutte le misure che crederanno opportune per il miglior<br />

successo della Legione. Nello stesso tempo prenderanno<br />

misure per eseguire gli ordini giunti dai capi di circondario, se<br />

tali ordini sono arrivati.<br />

Punto 46. Che cosa faranno i capi di cuib prima delle<br />

elezioni.<br />

a) Insegneranno il nostro simbolo elettorale a tutta la gente del<br />

villaggio.<br />

Il simbolo deve essere tracciato sulla carta, in maniera che<br />

anche i bambini del villaggio lo possano conoscere alla<br />

perfezione. Si interesseranno presso il capo di circondario per<br />

sapere su quale pagina della scheda elettorale è stampato il<br />

nostro simbolo e spiegheranno per tempo alla gente se si trova<br />

a pagina 1, 2 o 3.<br />

b) Faranno in modo che il simbolo sia riprodotto col gesso, con<br />

la calce o col catrame sia nel villaggio sia sulla strada fuori del<br />

villaggio.<br />

c) A ogni uomo del cuib saranno affidati almeno cinque<br />

contadini del villaggio, che egli dovrà cercare di convincere a<br />

votare per la Legione.<br />

d) Il legionario non crederà mai e non lascerà che altri credano<br />

alle menzogne che gli avversari divulgheranno sul conto nostro:<br />

che la lista è stata ritirata, che il nostro simbolo non si trova<br />

sulla scheda elettorale, che la nostra organizzazione è stata<br />

legalmente disciolta, che nessuno può votare per la Legione,<br />

che chi dirà ancora qualcosa sulla Legione verrà punito, che<br />

siamo stati arrestati, picchiati, uccisi, fucilati, ecc. Tutte queste<br />

menzogne le dicono gli avversari sul conto nostro in tempo di


campagna elettorale per sviare gli elettori affinché essi non<br />

votino per noi. Altri poi cercano di ingannare la gente<br />

sostenendo che saremmo cuzisti anche noi. I legionari<br />

risponderanno: non siamo e non saremo mai cuzisti!<br />

e) È molto probabile che fino al villaggio vicino non arrivi<br />

nemmeno un nostro manifesto, sia per mancanza di fondi, sia<br />

perché i manifesti sono stati bloccati alla posta. I capi dei<br />

cuiburi del rispettivo comune faranno quello che potranno, per<br />

esempio piccoli manifesti scritti a mano e lotteranno svolgendo<br />

propaganda presso le persone.<br />

f) È ugualmente possibile che nessun nostro candidato possa<br />

entrare fino a quel villaggio. I capi di cuib prepareranno per<br />

tempo la gente a una simile eventualità affinché essa non<br />

rimanga scoraggiata.<br />

g) Cercheranno di prender parte a tutte le riunioni indette dagli<br />

avversari politici, per sentire ciò che vi si dice e per poter<br />

illuminare la gente dopo la loro partenza dal villaggio.<br />

Punto 47. Che cosa faranno il giorno delle elezioni.<br />

a) Il giorno delle elezioni i capi di cuib di un villaggio, insieme<br />

con tutti i loro uomini, giovani e vecchi, si riuniscono tutti in uno<br />

stesso luogo e poi si dirigono in blocco verso la sezione<br />

elettorale con la bandiera e col simbolo fatto di legno e<br />

verniciato di nero.<br />

b) Essi cercheranno di aver già da prima una tattica di lotta ben<br />

precisa, di modo che chiunque volesse impedir loro di votare<br />

venga respinto e costretto a starsene quieto.<br />

c) Nel caso in cui non siamo sufficientemente numerosi, in quel<br />

comune essi allora si disperderanno in mezzo agli altri fino alla<br />

sezione elettorale. E se noteranno che la persecuzione contro<br />

di loro è grave, allora ostenteranno tutti sul petto il simbolo del<br />

governo e diranno di essere passati dalla parte del governo, ma<br />

nella cabina -dove solo Dio li vede- voteranno per la Legione.<br />

Durante questa lotta, i capi dei cuiburi si comporteranno fra loro<br />

nella più perfetta armonia e colla maggiore disciplina possibile,<br />

obbedendo agli ordini sia della centrale, sia del circondario, sia<br />

del distaccamento legionario o dei cuiburi superiori.<br />

Nell'ultima riunione del cuib, prima di recarsi a votare, tutti i capi<br />

dei cuiburi, insieme coi legionari, pregheranno come prima di<br />

ogni battaglia.


Settima parte<br />

In quale direzione spirituale un rapo di<br />

cuib deve educare i suoi uomini.<br />

Punto 48. Come si presenta un legionario.<br />

Quando un legionario si presenta a un capo superiore o al<br />

Capo della Legione, si ferma a una distanza di tre passi in<br />

posizione d'attenti, saluta portando la mano destra al cuore e<br />

levandola poi verso il cielo e dice: sono il legionario... (Ionescu,<br />

Popescu, ecc.) del cuib...<br />

Ha un atteggiamento fiero e militaresco. Parla brevemente.<br />

Guarda dritto negli occhi. Gli occhi non mentono. Il suo volto è<br />

pieno di speranza e risplende come un sole. Così lieto e pieno<br />

di fede si presenta il legionario.<br />

Punto 49. Come deve essere nella parola e nello<br />

scritto un legionario.<br />

Il legionario, nella parola e nello scritto, deve essere breve,<br />

chiaro e preciso. Le chiacchiere lunghe e ingarbugliate sono le<br />

chiacchiere della democrazia.<br />

Punto 50. Il vestito del legionario.<br />

Il legionario andrà vestito modestamente. Egli non apprezzerà<br />

gli abiti lussuosi e fastosi di nessuno. Egli disprezzerà il lusso,<br />

che considererà fondato su un'inclinazione spirituale verso la<br />

frivolezza, verso la disonestà. Oggi l'uomo amante del lusso, se<br />

non è un ladro, appartiene a una delle varie categorie del<br />

brigantaggio; in ogni caso egli è un uomo senza sentimenti che<br />

schiaffeggia la miseria infinita del paese.<br />

Il legionario non giudicherà un uomo secondo il suo abito e non<br />

farà mai distinzione fra un uomo povero con abiti modesti e un<br />

uomo con abiti buoni. Il legionario giudicherà le persone<br />

secondo ciò che esse hanno sotto l'abito, cioè secondo il loro<br />

animo.<br />

Ci sono molti vestiti malandati che nascondono sotto di loro<br />

tesori d'oro nel cuore!<br />

Punto 51. Il legionario e l'amministrazione del<br />

denaro della comunità.<br />

Il legionario che si approprierà di denaro che non gli appartiene,<br />

che amministrerà in modo disonesto il denaro della Legione e<br />

di qualsiasi persona; colui che non potrà render conto,<br />

conforme all'impegno, del denaro incassato dalla vendita di<br />

opuscoli, giornali, distintivi, ecc., verrà eliminato per sempre<br />

dalla Legione, quale che sia la posizione che egli occupi in<br />

essa.<br />

In questa organizzazione non possono crescere se non uomini<br />

d'onore.<br />

Un piccolo furto non può lasciarci indifferenti, poiché, in<br />

definitiva, esso non è che la semenza di grandi furti, semenza<br />

che, sviluppandosi a causa della nostra tolleranza, potrebbe<br />

crocifiggere di nuovo, con le ruberie, il popolo romeno e questa<br />

terra.<br />

Punto 52. Il sentimento della dignità.<br />

Siamo stanchi della mancanza di dignità umana. Se non dai<br />

una mancia, se non paghi, non ti si iscrive al partito. Se non<br />

paghi, le pratiche marciscono negli uffici del municipio. Se non


dai una mancia, non puoi entrare al Ministero. Se non dai una<br />

mancia, non puoi esercitare il tuo diritto. La mancia, la<br />

bustarella e la frode hanno distrutto la sanità morale del popolo<br />

romeno. Il legionario cercherà di eliminare queste abitudini e di<br />

far rinascere il senso della dignità umana. Egli non darà niente<br />

a nessuno, non prometterà niente a nessuno, e, quando<br />

renderà un servizio a qualcuno, non si umilierà ad accettare<br />

mance o bustarelle, ma prenderà per il collo il subornatore.<br />

Punto 53. La scuola del fatto creatore.<br />

Il legionario deve essere uomo d'azione. Con la sua azione,<br />

con la sua opera, egli costruirà dalle fondamenta la nuova<br />

Romania.<br />

Punto 54. La preghiera come elemento decisivo<br />

della vittorie. L'appello agli antenati.<br />

Il legionario crede in Dio e prega per la vittoria della Legione.<br />

Non si dimentichi che noi, popolo romeno, stiamo qui, su<br />

questa terra, per volontà di Dio e benedizione della Chiesa<br />

cristiana. Intorno agli altari delle chiese si è trovata radunata<br />

migliaia di volte, in tempo di dolore e di difficoltà, l'intera gente<br />

romena di questa terra, donne, bambini e vecchi, con la<br />

perfetta consapevolezza che quello era l'ultimo rifugio possibile.<br />

Ed oggi noi -popolo romeno- siamo pronti a radunarci intorno<br />

agli altari come nei tempi dei grandi pericoli, per ricevere, in<br />

ginocchio, la benedizione di Dio.<br />

Le guerre sono vinte da coloro che hanno saputo attrarre dai<br />

cieli le forze misteriose del mondo invisibile e assicurarsi il<br />

concorso di queste forze. Queste forze misteriose sono già<br />

spiriti dei morti, già spiriti dei nostri antenati, i quali sono stati<br />

anche loro, un tempo, legati alla nostra terra, alle nostre zolle e<br />

sono morti in difesa di questa terra, rimanendo ancor oggi legati<br />

ad essa dal ricordo della loro vita quaggiù e per tramite nostro,<br />

loro figli, nipoti e pronipoti. Ma più in alto degli spiriti dei morti<br />

sta Dio.<br />

Queste forze, una volta attratte, fanno pendere la bilancia dalla<br />

tua parte, ti difendono, ti infondono coraggio, volontà e tutti gli<br />

elementi necessari alla vittoria e fanno sì che tu vinca. Gettano<br />

il panico e il terrore fra i nemici, paralizzano la loro attività. In<br />

ultima analisi, le vittorie non dipendono dalla preparazione<br />

materiale, dalle forze materiali dei belligeranti, ma dal loro<br />

potere di assicurarsi il concorso delle potenze spirituali. In<br />

questo modo si spiegano, nella nostra storia, le vittorie<br />

miracolose di alcune potenze assolutamente inferiori dal punto<br />

di vista materiale.<br />

Come ci si può assicurare il concorso di queste forze?<br />

1) Con la giustizia e la moralità delle tue azioni.<br />

2) Con l'appello fervente, insistente ad esse. Chiamale, attraile<br />

con la potenza del tuo spirito ed esse verranno.<br />

Il potere di attrazione e tanto più grande, quanto più numerosi<br />

sono coloro dai quali viene rivolta, in comune, la preghiera,<br />

l'appello.<br />

Perciò nelle riunioni dei cuiburi che si tengono in tutto il paese il<br />

sabato sera, si reciteranno preghiere e si esorteranno tutti i<br />

legionari ad andare in chiesa il giorno seguente, cioè la<br />

domenica.<br />

Il nostro patrono è il Santo Arcangelo Michele. Dobbiamo avere<br />

la sua icona nelle nostre case, e nei tempi difficili dobbiamo<br />

chiedere aiuto a lui, ed Egli non ci abbandonerà mai.<br />

Punto 55. La scuola della sofferenza.<br />

Colui che entra in questa lotta, deve sapere fin dall'inizio che<br />

dovrà soffrire. Dopo la sofferenza viene sempre la vittoria. Colui<br />

che saprà soffrire, quegli vincerà.


Perciò noi legionari accetteremo le sofferenze con onore. Ogni<br />

sofferenza è un passo verso il riscatto, verso la vittoria.<br />

Una sofferenza non scoraggerà il legionario, ma lo renderà<br />

d'acciaio, temprerà il suo spirito. Coloro che hanno sofferto ed<br />

ancora soffriranno, saranno veramente eroi della lotta<br />

legionaria. La benedizione della Patria si stenderà sopra di loro<br />

e sopra le loro famiglie.<br />

Ottava parte<br />

Quale via deve percorrere un legionario<br />

nella sua vita legionaria<br />

La vita legionaria è bella. Ma non è bella per ricchezza, per<br />

divertimenti e lusso, è bella invece per il gran numero di pericoli<br />

che essa offre al legionario, bella per il nobile cameratismo che<br />

lega tutti i legionari di tutto il paese in una santa fratellanza di<br />

lotta; è bella, in misura sublime, per l'inflessibile, virile<br />

atteggiamento di fronte alla sofferenza.<br />

Allorché qualcuno entra nell'organizzazione legionaria, deve<br />

conoscere fin da principio la vita che lo aspetta, la strada che<br />

egli dovrà percorrere.<br />

Questa strada passerà per il monte della sofferenza, poi<br />

attraverso la selva delle fiere selvagge e infine attraverso la<br />

palude dello scoramento.<br />

Punto 56. Il monte della sofferenza.<br />

Dopo che uno s'è arruolato legionario con l'amore per la sua<br />

terra nel cuore, non lo aspetta una tavola apparecchiata, ma<br />

egli deve accettare sulle sue spalle il giogo del nostro<br />

Redentore Gesù Cristo: «Prendete il mio giogo sopra di voi»...<br />

E il sentiero legionario comincia a inerpicarsi per un monte che<br />

il mondo ha chiamato «il monte della sofferenza».<br />

All'inizio sembra facile salirvi. Poco dopo, la salita diventa più<br />

difficile, la sofferenza più grande. Le prime gocce di sudore<br />

cominciano a cadere dalla fronte dei legionari.


Allora uno spirito impuro, infiltratosi fra i legionari che si<br />

inerpicano, getta per la prima volta la domanda: «Non sarebbe<br />

meglio tornare indietro? La strada legionaria sulla quale ci<br />

siamo incamminati comincia ad essere difficile, e il monte è<br />

lungo e alto, tanto che non ne vediamo la fine». Ma il legionario<br />

non porge orecchio, va avanti e s'arrampica con difficoltà. Ma,<br />

salendo sempre sul monte senza fine, comincia a stancarsi,<br />

sembra che le forze comincino ad abbandonarlo.<br />

Fortuna per lui che s'imbatte in una fonte, limpida come il cuore<br />

di un amico. Si rinfresca, si lava gli occhi, respira un poco e poi<br />

riprende a salire di nuovo sul monte della sofferenza.<br />

Oltrepassa la meta, e di lì comincia il monte senza acqua,<br />

senza erba, senza ombra, dove c'è solo pietra e sassi. E il<br />

legionario, al veder ciò, dice: Fin qua ho sofferto molto.<br />

Signore, aiutami a raggiungere la vetta. Ma lo spirito maligno gli<br />

getta la domanda: «Non sarebbe meglio tornare indietro?<br />

Lascia stare il tuo amore per la tua terra. Non vedi che cosa<br />

devi patire se ami la Patria e il Re, la Stirpe e la terra? E poi:<br />

che cosa guadagni qui? non è meglio che tu stia tranquillo a<br />

casa tua?».<br />

Sulla nuda pietra, egli si arrampica continuamente con fede<br />

infinita. Adesso è stanco. Cade. Si sbuccia le mani e vede<br />

scorrere il sangue dalle ginocchia. Si leva come un prode e<br />

parte di nuovo. Ne ha ancora per poco. Ma la pietra è divenuta<br />

diritta e angolosa, gli sgorga il sangue dal petto e gocciola sulla<br />

pietra inclemente. «Non sarebbe meglio che tu tornassi<br />

indietro?», si ode di nuovo la voce dello spirito impuro. Egli<br />

sembra rimanere sopra pensiero. Ma all'improvviso ode una<br />

voce che grida dal profondo di migliaia di secoli: «Avanti,<br />

ragazzi! Non abbattetevi!». Un ultimo sforzo. E la fronte di<br />

prode giunge alla vetta trionfante, sulla cima del monte della<br />

sofferenza, con lo spirito cristiano e romeno, pieno di felicità e<br />

di gioia.<br />

«Sarete felici quando vi perseguiteranno e diranno solo parole<br />

cattive contro di voi».<br />

«Ed essi partivano rallegrandosi di essere riusciti a venire<br />

picchiati per il nome di Gesù».<br />

Molte cose soffrono i legionari salendo per questo monte della<br />

sofferenza. Ci vorrebbe un libro intero per descrivere la loro<br />

sofferenza.<br />

Punto 57. La selva delle fiere selvagge.<br />

Non si immagini però colui che desidera divenire legionario,<br />

che i tentativi siano terminati qui, sulla vetta del monte della<br />

sofferenza. ed è bene che ciascuno sappia dall'inizio che cosa<br />

lo aspetta, e conosca la strada su cui si incammina.<br />

Seconda prova: non trascorre molto tempo e la strada<br />

legionaria entra in una selva a cui il mondo ha posto il nome di<br />

«selva delle fiere selvagge».<br />

Dal margine della selva si odono le urla di queste fiere<br />

selvagge, le quali aspettano solo che qualcuno entri nel bosco<br />

per sbranarlo.<br />

Dopo il monte della sofferenza, questa è la seconda prova per<br />

cui devono passare i legionari. Chi è pauroso rimane al<br />

margine della selva. Chi ha cuore di prode, vi entra dentro, lotta<br />

con valore e affronta migliaia di pericoli, dei quali si potrebbe<br />

scrivere, e si scriverà, un libro intero. In questa lotta, il<br />

legionario non fugge il pericolo, non si nasconde dietro gli<br />

alberi. Al contrario, egli si mostra laddove il pericolo è più<br />

grande. Dopo aver attraversato la selva ed esserne uscito con<br />

successo, una nuova prova lo attende.<br />

Punto 58. La palude dello scoramento.<br />

La strada si perde, ed essi devono attraversare una palude.<br />

Essa si chiama «la palude dello scoramento», poiché colui che


vi entra, prima di giungere all'altro capo della palude, viene<br />

preso dallo scoramento. Alcuni non hanno il coraggio di entrarvi<br />

-cominciano a dubitare del buon esito della lotta, poiché esso è<br />

troppo lontano- e non giungeranno fino alla vittoria. Così, molti<br />

fra coloro che hanno attraversato la selva delle fiere e si sono<br />

arrampicati sul monte della sofferenza, annegano in questa<br />

palude dello scoramento. Altri vi entrano e poi tornano indietro,<br />

altri ancora vi annegano. Ma i veri legionari non si perdono<br />

d'animo, superano anche questa ultima prova e giungono a<br />

riva, coperti di gloria.<br />

Punto 59.<br />

Là, alla fine della strada difficile delle tre prove, ha inizio l'opera<br />

bella, l'opera benedetta per costruire dalle fondamenta la nuova<br />

Romania.<br />

Punto 60.<br />

Soltanto colui il quale ha superato i tre esami, colui cioè che è<br />

passato per il monte della sofferenza, per la selva delle fiere<br />

selvagge e per la palude dello scoramento, ed è riuscito nelle<br />

prove, soltanto quello è un vero legionario.<br />

Chi non è passato attraverso queste prove non può chiamarsi<br />

legionario, benché sia iscritto all'organizzazione, abbia il<br />

distintivo e paghi i contributi. Chi ha avuto l'abilita di evitarle<br />

sempre e, in tre-quattro anni di vita legionaria, non ha<br />

conosciuto e non ha dato né l'esame del dolore, né l'esame<br />

della virilità e neppure l'esame della fede, può essere un uomo<br />

«abile», ma non può essere un legionario.<br />

Il Capo della Legione, quando apprezza la persona di un<br />

legionario, non si basa né sulla sua età né sulla sua popolarità<br />

(cioè sul numero degli nomini che egli ha attorno), né sulla sua<br />

abilità, ma su questi tre esami.<br />

Punto 61.<br />

1) La Legione è contro coloro i quali si agitano e si danno da<br />

fare per ottenere vittorie senza rischi e senza sacrificio -poiché<br />

costoro sono uomini piccoli, mentre le loro eventuali vittorie<br />

sono passeggere come la spuma del mare: dove non c'è<br />

rischio, non c'è gloria.<br />

Punto 62.<br />

2) La Legione è contro coloro i quali dopo le vittorie cercano di<br />

innalzarsi il più possibile sopra i rischi e i sacrifici altrui.<br />

Punto 63.<br />

3) La Legione è anche contro coloro i quali, benché lottino,<br />

sono spinti da un movente spirituale inferiore: «Desiderio di<br />

guadagno, godimento di un beneficio, creazione di una<br />

posizione». Costoro, conseguendo la vittoria, cominciano a<br />

divorarla.<br />

L'animo superiore trova le sue grandi soddisfazioni nel piacere<br />

della lotta e del sacrificio.


Nona parte<br />

Punto 64. Il legionario e il politicante.<br />

Il legionario e il politicante -l'uomo dei partiti- stanno su<br />

posizioni fra loro opposte.<br />

L'uomo dei partiti rovina la Romania. Davanti a lui si è messo,<br />

col suo petto, il legionario.<br />

Quando l'uomo dei partiti, il politicante, di campagna o di città, è<br />

entrato nel partito, la prima domanda che si è posto è stata<br />

questa: che cosa guadagnerò qui? Che beneficio ne trarrò?<br />

Perciò i politicanti guadagnano, mentre il paese va a pezzi.<br />

Il legionario, quando è entrato nella Legione, ha detto: «Per me<br />

non voglio niente».<br />

E si è chiesto: «Che cosa posso dare, che sacrificio posso fare<br />

io per la mia terra?».<br />

Il legionario dice: gli antenati hanno sofferto un migliaio d'anni e<br />

sono morti col pensiero rivolto a questa terra. Per un migliaio<br />

d'anni noi l'abbiamo attesa, l'abbiamo sognata. Oggi che Dio ce<br />

l'ha data intera, invece di cadere in ginocchio di fronte ad essa,<br />

invece di inchinarci di fronte a lei come di fronte a una icona,<br />

noi la deprediamo, la spogliamo.<br />

Di fronte a lei, il legionario si presenta non con diritti di<br />

cittadinanza, ma con sacri doveri. La mira del politicante è di<br />

accumularsi dei beni; la nostra, è di costruirci una patria florida<br />

e potente. Per lei lavoreremo e costruiremo. Per lei faremo di<br />

ogni Romeno un eroe, pronto alla lotta, pronto al sacrificio,<br />

pronto alla morte. (Vedi Pentru Legionari).<br />

«Contro i cuori impuri che vengono nella purissima casa di Dio<br />

senza misericordia io stendo la mia spada». Santo Arcangelo<br />

Michele<br />

«Chi sa morire, non sarà mai schiavo». Seneca<br />

Punto 65. Il legionario e il comunista.<br />

Il legionario è contro il comunista e lotterà con tutte le sue<br />

forze, affinché il comunista, dovunque si trovi annidato, sia<br />

smascherato e sconfitto. Il trionfo del movimento comunista in<br />

Romania significherebbe: l'abbattimento della Monarchia,<br />

l'abbattimento della Chiesa, l'abolizione della Famiglia,<br />

l'abolizione della proprietà personale e l'abolizione della libertà.<br />

Significherebbe per noi, in una parola, la privazione di ciò che<br />

forma il patrimonio morale dell'umanità e,<br />

contemporaneamente, l'espropriazione di tutti i beni materiali in<br />

favore dei profittatori che stanno all'ombra del comunismo, cioè<br />

dei giudei. Nel movimento comunista si trovano riuniti tutti i<br />

nostri avversari, i quali non hanno veduto e non vedono di buon<br />

occhio la Grande Romania (Vedi Pentru Legionari).<br />

Punto 66. Il legionario e il giudeo.<br />

Il problema giudaico, riscontrabile soltanto nella metà<br />

settentrionale della Romania, invisibile ma esistente anche<br />

nell'altra metà, costituisce per il popolo romeno il più grande<br />

pericolo che esso abbia conosciuto dall'inizio della sua storia<br />

fino ad oggi.<br />

Il legionario è il solo che possa risolvere questo problema, che<br />

egli considera con coraggio e con serietà; la soluzione di<br />

questo problema avverrà insieme con la soluzione degli altri<br />

problemi politici che si pongono oggi con la medesima<br />

necessità (Vedi Pentru Legionari).


Decima parte<br />

In che cosa crede un legionario<br />

Punto 67.<br />

Lo Stato basato sulla vecchia ideologia della rivoluzione<br />

francese va in rovina. Nel mondo si pone il problema di uno<br />

Stato nuovo. Esso può essere molto buono o molto cattivo.<br />

Come sarà? Sarà come noi lo faremo.<br />

Punto 68.<br />

Lo Stato nuovo però non si può fondare soltanto su concezioni<br />

teoriche di diritto costituzionale.<br />

Lo Stato nuovo presuppone, in primo luogo e come elemento<br />

indispensabile, un tipo nuovo di uomo. Uno Stato nuovo, con<br />

uomini dei vecchi difetti, non lo si può concepire.<br />

Lo Stato è un semplice abito che riveste il corpo della nazione.<br />

Possiamo confezionare un abito nuovo, lussuoso, costoso, ma<br />

che non sarà di alcuna utilità se ricoprirà un corpo esausto,<br />

distrutto da cancri morali e fisici.<br />

Punto 69.<br />

L'uomo nuovo, e la nazione rinnovata, presuppone un grande<br />

rinnovamento spirituale, una grande rivoluzione spirituale del<br />

popolo intero, cioè un rovesciamento dell'orientamento<br />

spirituale odierno, e un'offensiva categorica contro questo<br />

orientamento.<br />

Punto 70.<br />

In questo uomo nuovo dovranno rivivere tutte le virtù dello<br />

spirito umano. Tutte le qualità della nostra razza. In questo<br />

uomo nuovo dovranno essere uccisi tutti i difetti e tutte le<br />

tendenze al male.<br />

In questo tipo d'eroe -eroe in senso militare, affinché egli possa<br />

con la lotta imporre il suo punto di vista; eroe in senso sociale:<br />

incapace di sfruttare, dopo la vittoria, il lavoro altrui; eroe del<br />

lavoro, gigante creatore della sua terra per mezzo del lavorodeve<br />

essere concentrato tutto ciò che il popolo romeno ha<br />

potuto raccogliere di superiore in migliaia di anni.<br />

Attendiamo quest'uomo, quest'eroe, questo gigante. Su di lui si<br />

fonderà lo Stato nuovo, la Romania di domani.<br />

Il movimento legionario, prima di essere un movimento politico,<br />

dottrinario, economico ecc., un complesso di formule, è una<br />

scuola spirituale da cui, se vi entrerà un uomo, all'altro termine<br />

dovrà uscire un eroe.<br />

Punto 71.<br />

È possibile che avvenga questo grande rinnovamento della<br />

nazione romena? Esso è vicino. Lo sentiamo tutti. Dopo una<br />

lunga notte di secoli, oggi, fra i medesimi confini, il popolo<br />

romeno aspetta il sorgere del sole, aspetta l'ora della sua<br />

resurrezione come stirpe. È possibile che tutte le ansie<br />

millenarie si fermino a una semplice questione di struttura: unità<br />

in uno Stato di tutti i Romeni? Non sentite dal profondo come<br />

fermenta la grande rinascita del popolo romeno?<br />

Punto 72.<br />

In questa risurrezione assumerà un ruolo grandioso la gioventù.<br />

Essa è chiamata dal destino sulla scena della storia. Non ci


comprendono i vecchi uomini? Non ci comprendono perché<br />

l'appello sacro del destino solo noi lo possiamo udire, solo noi<br />

lo intendiamo, poiché solo a noi esso è rivolto.<br />

Punto 73.<br />

Leggi, stati d'assedio, baionette in grado di arrestare il destino<br />

di un popolo non sono esistite, non esistono e non esisteranno<br />

mai.<br />

Punto 74.<br />

Questa grande resurrezione determinerà da sé una nuova<br />

offensiva del popolo in tutti i domini. Questa offensiva, aiutata e<br />

sostenuta da leggi, restaurerà il Romeno nei suoi diritti, dei<br />

quali egli è stato defraudato per mille anni, anno dopo anno,<br />

con l'iniquità e la violenza.<br />

Punto 74 bis. L'accoglienza del Capo della Legione.<br />

In ogni località, il Capo della Legione sarà accolto e<br />

accompagnato in primo luogo dai legionari feriti, in secondo<br />

luogo dai legionari che hanno sofferto persecuzioni, in terzo<br />

luogo dai militanti legionari, in quarto luogo dagli amici della<br />

Legione.<br />

I vari comandanti legionari disporranno sempre il mondo<br />

legionario nell'ordine sopra indicato.<br />

Undicesima parte<br />

Circolare F<br />

Punto 75. Il regime dei parlamentari legionari 1 .<br />

L'Assemblea del Senato e dei capi di unità politiche legionarie<br />

ha stabilito, il giorno 5 Gennaio 1933 a Focsani, il regime dei<br />

parlamentari legionari.<br />

Questo regime lo ha applicato a se stesso il Capo della Legione<br />

nel suo primo mandato parlamentare ed è stato esteso anche<br />

ai quattro parlamentari.<br />

I. L'indennità.<br />

1) I parlamentari della Legione sono parlamentari grazie agli<br />

sforzi e ai sacrifici materiali e morali di tutti i legionari del paese.<br />

2) L'indennità parlamentare non appartiene a loro. Essa<br />

appartiene alla Legione, la quale accorderà ad ogni<br />

parlamentare lo stretto necessario per un'esistenza modesta.<br />

Infatti non è giusto che il parlamentare si formi una posizione<br />

materiale migliore, mentre tutti i suoi camerati conducono<br />

un'esistenza sempre più difficile. Che miserabile quadro morale<br />

avremmo, qualora alcuni di noi si circondassero di ogni genere<br />

di ghiottonerie, di abiti e di stivaletti, ovvero mantenessero la<br />

moglie nel lusso, mentre altri di noi, feriti nelle lotte,<br />

conducessero una vita di miseria straziante!<br />

3) Le spese fatte non ritornano più, così come non ritornano né<br />

la salute di colui che ha sofferto per la Legione né la vita di<br />

colui che è morto per essa. Questi sono sacrifici e il sacrificio<br />

non chiede un risarcimento.


Il dogma legionario ci dice: la quantità di sacrificio compiuto<br />

determina la vittoria. La nostra gloria è la gloria del sacrificio<br />

che noi facciamo.<br />

4) Non è uno scopo, un fine, quello di essere parlamentare: noi<br />

dobbiamo marciare avanti verso la vittoria. Come parlamentari<br />

non possiamo che preparare la vittoria. Perciò i fondi<br />

provenienti alla Legione dalle indennità doteranno<br />

l'organizzazione di tutto ciò che le è necessario per la lotta:<br />

giornali, opuscoli, automobili, ecc.<br />

Nell'anno 1933 noi parlamentari abbiamo avuto 10 mila lei<br />

mensili i primi due mesi, 8 mila lei in seguito.<br />

5) La concezione legionaria del comando dello Stato. Colui che<br />

non potrà vivere con questa somma da solo, potrà vivere in<br />

comune con gli altri parlamentari alla caserma legionaria. Così<br />

sarà il futuro parlamento legionario. I capi del paese dovranno<br />

essere in prima linea nei giorni di miseria.<br />

Non si può schiaffeggiare con uno stipendio di lusso di 30.000<br />

lei mensili l'infinita miseria del paese.<br />

Nel comportamento odierno dei parlamentari legionari si<br />

prepara il giorno di domani e si dimostra che il domani può<br />

essere così come noi lo vogliamo.<br />

II. Il parlamento legionario non appartiene a se stesso.<br />

Esso rimarrà in ogni ora del dì e della notte a disposizione della<br />

Legione. Non è possibile venire eletto parlamentare e poi<br />

dedicarsi ai propri affari o essere sempre occupato con altre<br />

diverse faccende.<br />

Per tutto il tempo in cui mi è stata messa in mano l'arma<br />

parlamentare, debbo usare questa arma. Se non posso usarla,<br />

non la impugno; ma, se l'ho presa e non posso usarla col<br />

massimo utile per la Legione, allora la consegno<br />

immediatamente a un altro che possa adoperarla meglio.<br />

Un parlamentare deve: 1) poter parlare in parlamento; 2)<br />

potersi muovere per conferenze, riunioni organizzative, tutte le<br />

volte che il Capo della Legione glielo chiederà.<br />

Chi ama la Legione mediti bene su questo punto allorché<br />

domanda che gli venga affidata l'arma della funzione di<br />

parlamentare e l'onore di usarla per la vittoria della Legione.<br />

Il raddoppiamento dei candidati n. 1<br />

L'assemblea ha fissato parimenti -in seguito a proposta del<br />

Capo della Legione- il raddoppiamento dei candidati, e cioè: in<br />

caso di vittoria di una lista, entreranno in parlamento i capilista<br />

per tre mesi, dopo di che essi daranno le dimissioni e<br />

passeranno al posto n. 2 della lista. Il n. 2 sarà fissato dalla<br />

Centrale e scelto fra gli esponenti intellettualmente più<br />

qualificati della nostra organizzazione. Fanno eccezione a<br />

questa norma i circondari che raccolgono la maggioranza<br />

assoluta. Se in un circondario e raggiunta la maggioranza<br />

assoluta, i parlamentari eletti rimangono per sempre e non<br />

vengono sostituiti.<br />

Vantaggi di questo sistema:<br />

a) Una soddisfazione e un incoraggiamento per il legionario<br />

capo di circondario.<br />

b) La imperiosa necessità dell'organizzazione di mandare in<br />

parlamento gli elementi più idonei alla lotta parlamentare.<br />

c) Creazione e preparazione del maggiore numero di quadri<br />

legionari.<br />

d) Possibilità che un parlamentare, in una attività breve ma<br />

intensa, dedichi tutta la sua opera soltanto alla Legione, senza<br />

recare pregiudizio alle sue occupazioni familiari.<br />

I capi di circondario, spinti solo dal desiderio della vittoria totale<br />

della Legione, spiegheranno questa regola ai candidati e


iceveranno una loro dichiarazione scritta, con la menzione che<br />

essi hanno preso conoscenza della «Circolare F» e intendono<br />

sottoporsi alle disposizioni contenutevi.<br />

I parlamentari legionari risiedono a Bucarest, Via della<br />

Stamperia n. 3.<br />

Il Capo della Legione, Corneliu Z. Codreanu<br />

Punto 76. Che cosa è il Comitato dei 1000.<br />

È stato fondato Il Comitato dei 1000. Ogni militante è obbligato<br />

a versare, nel corso di un anno, 24 lei mensili, o, secondo la<br />

sua volontà, 50 lei. Questa somma viene usata per il<br />

pagamento delle rate della tipografia e per dotare<br />

l'organizzazione di quanto le è necessario. Oggi questo<br />

comitato viene abolito. Il suo ruolo è ricoperto dalla<br />

«Associazione Amici dei Legionari», che ha il seguente<br />

comitato:<br />

dr. Corneliu Sumuleanu, prof. univ., Iasi, Str. Saulescu;<br />

prof. sac. Duminica Ionescu, Bucarest Str. Leon Voda 4;<br />

sig.ra Zoe Sturdza, Bucarest I, Str. Cretzulescu 8;<br />

sig.ra Maria Beiu Palade, Bucarest, Av. Muntunescu 11, tel.<br />

43326;<br />

dr. Eugen Chirnoaga, prof. Scuola Politecn., Bucarest, Viale<br />

arch. Stefan Burcus 12 (Sosea);<br />

dr. Ing. Eupen Ionica, Bucarest, Francmasona 7, tel. 47752;<br />

Grigore T. Coanda, Bucarest, Str. Bolintineanu 5, tel. 43303.<br />

Chiunque simpatizzi per il movimento legionario e desideri<br />

aiutarlo, può divenire membro dell'associazione, chiedendo<br />

informazioni ai nominativi riportati qui sopra.<br />

Punto 77.<br />

La Cassa Centrale dell'organizzazione legionaria è presso Il<br />

Generale Cantacuzino, Str. Gutenberg 3, Bucarest. Per<br />

qualunque motivo, il denaro viene spedito tramite questo<br />

indirizzo.<br />

Punto 78.<br />

«Libertatea» giornale popolare. Direttore spirituale Ion I. Motza.<br />

Il giornale appartiene alla famiglia di Ion I. Motza. Abbonamento<br />

annuale 120 lei, semestrale 60 lei, trimestrale 30 lei. Indirizzo<br />

dell'amministrazione (per abbonamenti, reclami): Bucarest,<br />

Calea Victoriei n. 63. Indirizzo della redazione (per articoli):<br />

Padre Ion Motza, Orastie, circond. Hunedoara.<br />

Punto 79.<br />

Agenti provocatori. Passano per le organizzazioni diverse spie.<br />

Alcuni sono agenti della polizia. Fateli entrare per mostrare loro<br />

che non avete nessun segreto. Se però fra i legionari verrà<br />

colto chi si vende per denaro e diventa traditore della Legione,<br />

questi sarà punito: oggi, domani, fra un anno o fra due. Il<br />

maggiore disonore per la nostra organizzazione è di trovare<br />

spie in mezzo a noi.<br />

Esistono altri che si spacciano per legionari e girano tra le<br />

diverse organizzazioni con l'intento di rubare, chiedere o<br />

raccogliere denaro. Alcuni di loro riescono a impadronirsi di una<br />

lettera o di una tessera di militante. Indagate bene su costoro.<br />

Consegnateli alla polizia.<br />

All'ultimo momento scopro che un agente della polizia, non<br />

sapendo più quali informazioni fornire sulla Legione, ha<br />

informato la Pubblica Sicurezza che i legionari vogliono fucilare<br />

diversi prefetti. Un altro si è inventato un cifrario segreto in cui<br />

erano indicate tutte le associazioni della Capitale. Noi non<br />

abbiamo bisogno di un cifrario. Questa è una invenzione<br />

infame. Indaghi pure tutta la polizia. Quello che abbiamo da<br />

dire, lo diciamo in faccia, lo diciamo ad alta voce. Se udirete


infamie del genere e se le leggerete in giornali giudaici (come<br />

sono state pubblicate due anni or sono in Adevarul 2 ,<br />

Dimineatza 3 e Lupta 4 , sappiate fin dal primo momento che sono<br />

tutti perfidi strumenti, per cui noi ci rivolgeremo alla giustizia.<br />

Punto 80. Processo verbale 5 modello per la<br />

costituzione di un cuib.<br />

LA LEGIONE<br />

Circondario........<br />

Cuib..........<br />

I sottoscritti, domiciliati nel comune......., circondario.........,<br />

convinti del pericolo che minaccia l'esistenza dello patria, si<br />

legano insieme giurando di lottare per il trionfo della Legione. Ci<br />

siamo costituiti in un cuib di legionari al quale abbiamo dato il<br />

nome di Cuib.........<br />

Il numero dei militanti del cuib è di.......... (massimo 13).<br />

Capo del Cuib: ...........<br />

Corrispondente: ...........<br />

Cassiere: ...........<br />

Corriere: ...........<br />

Giuriamo di fronte a Dio e di fronte agli uomini di tenerci<br />

strettamente uniti intorno ai nostri capi, di obbedire e di<br />

eseguire gli ordini ricevuti, di fare in modo che penetri quanto<br />

più profondamente nel popolo lo spirito nuovo del Lavoro,<br />

dell'Onore, del Sacrificio e della Giustizia; in una parola, ci<br />

proponiamo di fare legionari, cioè compartecipi della medesima<br />

fede, tutti coloro con cui verremo in contatto. Crediamo in Dio e<br />

nella vittoria della Legione; crediamo in una nuova Romania<br />

che vogliamo conquistare<br />

alla Chiesa di Cristo e al nazionalismo integrale, agendo nel<br />

quadro delle leggi del paese.<br />

1) Abbiamo iniziato l'attività. 2) Terremo riunioni ogni settimana.<br />

3) Ci abboneremo alla rivista Pamîntul Stramosesc che<br />

leggeremo nelle riunioni del cuib. 4) Ci rafforzeremo nella<br />

nostra fede legionaria. 5) Ci uniremo come fratelli e non<br />

permetteremo nessuna discordia tra di noi. 6) Ci dedicheremo<br />

immediatamente alla costituzione di nuovi cuiburi nel nostro<br />

comune e in quelli vicini. 7) Tutto ciò nella fede santa che<br />

vinceremo, qualunque siano le difficoltà e le sofferenze che<br />

attraverseremo. 8) La Romania diventerà legionaria nella sua<br />

totalità.<br />

Viva la Legione.<br />

Viva il Capitano.<br />

MOTTO 6<br />

Geme il cuore nel nostro petto<br />

Per gli affanni e la miseria;<br />

Gli occhi in lacrime stan fissi<br />

Ed aspettano pietà.<br />

La montagna oro porta,<br />

Mendichiam di porta in porta;<br />

La campagna nostra è d'oro,<br />

Noi fra i debiti si muore.<br />

Noi infelici! Camminiamo,<br />

Come Il gambero, all'indietro,<br />

Ché ci incalza la miseria<br />

Ed abbrevia i nostri giorni.<br />

Tutti noi abbiamo un nome,<br />

Abbiam tutti noi un destino.<br />

Per la terra e la giustizia<br />

In noi batte un solo cuore.<br />

Ridestiamoci, o Romeni,<br />

Non dobbiamo più patire.<br />

No, non han natura umana<br />

Quelli che ci fan soffrire.<br />

Tutti a valle, orsu, scendiamo<br />

E il nemico allontaniamo<br />

Via dal pane e via dal sale:


Espelliamol dai confini.<br />

Su, mettiamo sentinelle<br />

Sotto il sol, sotto le stelle;<br />

I predoni imprigioniamo<br />

E il bottin recuperiamo.<br />

Su, mandiamo sulla forca<br />

Tutti quanti i traditori,<br />

Tutti i ladri ed i predoni<br />

Del denaro dello Stato.<br />

Uno solo non può nulla<br />

Negli affanni e nel dolore.<br />

Molti, possono far molto<br />

E il nemico vien sconfitto.<br />

Valeriu Dugan<br />

contadino della Bucovina<br />

Segue la firma dei militanti (massimo 13)<br />

LEGIONARIO,<br />

Non compiere mai un'azione di cui ti possa vergognare il giorno<br />

seguente; e, quando tu abbia fatto qualcosa, assumitene<br />

l'intera responsabilità.<br />

Quando ti trovi di fronte a un ostacolo, affrontalo, non<br />

scoraggiarti. Non darti per vinto. Non abbatterti d'animo. Tenta<br />

una seconda, una terza volta, sempre. Non esiste il «non si<br />

può». Il legionario può.<br />

Se per il politicante la politica è un affare, per il legionario la<br />

politica è una religione.<br />

Non dire: Non voglio servire la Legione perché il tale capo non<br />

mi piace, non è buono. Nella Legione nessuno è capo a vita.<br />

Oggi lo è uno, domani lo è un altro, dopodomani lo sarai tu, se<br />

col tuo lavoro e con la tua fede pura e con la tua capacità<br />

meriterai di esserlo, mentre un giorno si potrà trovare il<br />

migliore.<br />

Non dimenticare che quello che può mandate in rovina noi<br />

legionari è l'incomprensione e la discordia in ogni cuib o fra<br />

diversi cuiburi.<br />

Non dimenticare che, nel momento in cui un legionario veste la<br />

divisa di capo legionario, tutti gli altri devono obbedirgli.<br />

In diversi villaggi si trovano elementi che hanno fatto molto per<br />

la Legione col loro lavoro, sacrificio e abnegazione; spiriti di<br />

élite che si sono resi illustri nella lotta legionaria dando prova di<br />

abnegazione, coraggio, devozione, disciplina, fede cristallina.<br />

Costoro possono uscire dalle organizzazioni di villaggio ed<br />

essere nominati Consiglieri del Capo della Legione. A questo<br />

scopo nel giorno della vittoria legionaria essi saranno trasferiti<br />

nella Capitale del paese con le loro famiglie e tutto il resto.<br />

Da questa grande lotta legionaria uscirà una nuova aristocrazia<br />

romena. In essa non ci fonderemo né sul denaro, né sui beni di<br />

proprietà, né sui vestiti, bensì sulle qualità spirituali, sulla virtù;<br />

essa sarà un'aristocrazia della virtù.<br />

L'aristocrazia uscita dagli affari, dalla frode o dalla svendita del<br />

paese decadrà. Se l'oro si prova col fuoco, nel fuoco delle lotte<br />

legionarie si proverà la vera élite morale del popolo romeno.<br />

Se sei un uomo con dei peccati e lo spirito ti chiama a<br />

migliorarti, battezzati adesso, migliorati. Sii però rispettoso e<br />

tienti in seconda linea.<br />

Il nostro movimento vincerà. Non pensare che sotto il regime<br />

legionario potrai vivere d'affari, di mance, di favori.<br />

UNA PREGHIERA<br />

Camerata,<br />

1) Quando ti metti in viaggio dammi acqua e olio, controlla la<br />

benzina e le viti.<br />

2) Non sforzarmi troppo, ché mi uccideresti troppo presto e non<br />

potrei più servire la Legione.<br />

3) In viaggio, di quando in quando, fermati e controllami le<br />

ruote, lo sterzo, il motore.


4) Dopo un viaggio, abbi cura anche di me, lavami sempre,<br />

ungimi.<br />

5) Camerati, non caricatemi al di sopra delle mie forze, abbiate<br />

riguardo di me, poiché io vi porto alla vittoria.<br />

La vostra camionetta.<br />

Punto 81.<br />

Questo libretto si trova in vendita presso i capi delle<br />

organizzazioni di circondario o alla Centrale,<br />

9 COMANDAMENTI LEGIONARI<br />

l. Il legionario non entra in polemica con nessuno.<br />

2. Il legionario disprezza il mondo dei politicanti e non discute<br />

con esso.<br />

3. Il legionario semina la buona semenza negli animi puri del<br />

popolo.<br />

4. Il legionario si chiede in ogni momento: che cosa ho fatto di<br />

buono per la Romania legionaria.<br />

5. Il legionario prende nota dei miserabili per il giorno di<br />

domani.<br />

6. Il legionario inizia ogni opera col pensiero rivolto a Dio e lo<br />

ringrazia quando ha raggiunto lo scopo perseguito.<br />

7. Il legionario è disciplinato per sua propria coscienza e<br />

volontà.<br />

8. Il legionario ha timore soltanto di Dio, del peccato e<br />

dell'attimo in cui la forza materiale o spirituale lo toglierà dalla<br />

lotta.<br />

9. Il legionario ama la morte, ché il suo sangue servirà per<br />

impastare il cemento della Romania legionaria.<br />

(Dal giornale G. d. F. della Bessarabia)<br />

Punto 81 bis. I TRE IMPEGNI SOLENNI <strong>DI</strong> UN<br />

LEGIONARIO.<br />

Il legionario non fa giuramenti. Egli assume tre impegni solenni:<br />

Il primo impegno è quello assunto di fronte al capo di cuib e ai<br />

suoi compagni di lotta. È una manifestazione del desiderio di<br />

divenire legionario.<br />

Il secondo impegno lo assume dopo due, tre anni di lotta, di<br />

fronte al capo politico di circondario e all'intera direzione, in un<br />

gruppo di almeno cinquanta legionari, con particolare solennità.<br />

Il terzo impegno lo assume dinanzi al Capo della Legione dopo<br />

quattro, cinque anni di lotta. È il vecchio impegno del sacchetto<br />

di terra, pubblicato nel testo dell'opuscolo.<br />

Primo impegno<br />

Al centro del cuib col braccio destro diritto e la seta della<br />

bandierina stretta in mano.<br />

Camerati.<br />

1) Di fronte al capo di cuib e a voi, con la mano su questa<br />

bandiera, dichiaro che desidero diventare legionario.<br />

2) Conosco i tre esami che devo dare: della sofferenza, del<br />

pericolo e della fede.<br />

3) Sarò accanto a voi nelle ore buone e in quelle cattive. Potete<br />

dunque contare sul mio cuore e sul mia braccio.<br />

4) Sarò disciplinato di mia volontà, convinto che la disciplina è<br />

la legge fondamentale di ogni organizzazione.<br />

5) Mi guarderò bene dal parlare alle spalle dei miei compagni o<br />

dal criticare gli ordini e le disposizioni ricevute, poiché ciò porta<br />

all'incomprensione, alla vita difficile, alla discordia.<br />

6) Sin dal primo momento tengo a dichiarare: Non voglio nulla<br />

per me, non intendo e non intenderò coltivare affari a spese del<br />

movimento o crearmi delle posizioni. Rimarrò al posto che mi<br />

sarà affidato finché il mio Capo ritenga che posso essere utile.<br />

7) Non commetterò nessuna azione che disonori me o il<br />

movimento.


8) Sarò sempre corretto e mi comporterò con generosità nei<br />

confronti di chiunque.<br />

9) Mi dimostrerò però fiero nei momenti aspri di fronte a1<br />

nemico.<br />

10) Se sbaglierò, accoglierò serenamente la punizione. So che<br />

il legionario, quando sbaglia, paga: risponde, non sfugge alle<br />

proprie responsabilità.<br />

Questo è il mio impegno solenne di fronte a voi e di fronte a<br />

questa bandierina del nostro cuib.<br />

Il secondo impegno<br />

Si assume di fronte al capo politico di circondario, con<br />

particolare solennità.<br />

Camerati.<br />

Ho percorso una lunga strada nella vita legionaria. Conosco<br />

perciò tutti i doveri, tutte le difficoltà.<br />

Da adesso mi sento nella condizione di diventare legionario.<br />

Mi impegno, di fronte al nostro capo e di fronte a voi, di lottare<br />

per il trionfo della Romania legionaria, nella quale credo come<br />

nella luce degli occhi. Iddio ci dia la Sua benedizione.<br />

Tutti, ad alta voce, ripetono col capo di circondario questo<br />

secondo impegno.<br />

Il terzo impegno<br />

Rimane il vecchio impegno col sacchetto di terra di fronte al<br />

Capo della Legione.<br />

1- Questo regime di vita altamente differenziato della élite<br />

legionaria ci ricorda il passo della Politéia platonica in cui viene<br />

descritta la serena ascesi comunistica dei Custodi dello Stato:<br />

«Prima di tutto nessuno deve avere sostanze personali, a meno<br />

che non ce ne sia necessità assoluta... Devono vivere in<br />

comune, frequentando mense collettive come se si trovassero<br />

al campo... Anzi, a essi soli tra i cittadini del nostro Stato non è<br />

concesso di maneggiare e di toccare oro e argento... né di<br />

portarli attorno sulla propria persona né di bere da coppe<br />

d'argento e d'oro», (Platone, Politéia, III, 416d-417a).<br />

2- La verità.<br />

3- Il mattino.<br />

4- La lotta.<br />

5- Questo processo verbale oggi non si usa più (nota di<br />

Codreanu).<br />

6- La musica è quella dell'Hora Unirii (Danza dell'Unità).


Dodicesima parte<br />

Punto 82. Breve storia legionaria.<br />

Venerdì 24 Giugno 1927, nascita di San Giovanni Battista, è<br />

stata fondata, per iniziativa di Corneliu Zelea Codreanu, Ionel I.<br />

Motza, Ilie Gîrneatza, Corneliu Georgescu e Radu Mironovici<br />

(compagni di ogni reclusione) la Legione Arcangelo Michele,<br />

così chiamata dall'icona del Santo Arcangelo Michele, situato<br />

sulla porta sinistra della chiesa del carcere di Vacaresti, icona<br />

che abbiamo avuta come protettrice in tutte le prigioni, in tutte<br />

le nostre lotte, in tutte le nostre ore di sofferenza.<br />

Eravamo così pochi e così miseri, in quanto non solo siamo<br />

stati bersaglio delle frecce dell'ironia altrui, ma ci siamo<br />

spaventati noi stessi della nostra miseria. La fede però non<br />

l'abbiamo perduta nemmeno per un momento. Non abbiamo<br />

avuto nemmeno un secondo di dubbio. Sembra che Iddio abbia<br />

riunito appositamente persone così misere, per mostrare che<br />

nella vittoria legionaria la materia non ha svolto nessun ruolo.<br />

Sin dal primo momento io ho avuto la visione chiara della<br />

vittoria finale e mi sono assunto l'intera responsabilità del<br />

comando. Da allora noi siamo passati attraverso difficoltà,<br />

pericoli e rischi innumerevoli, ma questa visione della vittoria<br />

non mi ha abbandonato nemmeno un secondo.<br />

Dal primo giorno ci hanno seguito gli attuali legionari (negli<br />

occhi dei quali si leggeva la medesima fede potente): Hristache<br />

Solomon, Al. Ventonic, Niculai Totu, Ion Banea, ing. Clime, ing,<br />

Blanaru, Victor Silaghi, dean Bordeianu, Dumitru Ifrim, Andrei<br />

Ionescu, Mile Lefter, Spiru Peceli, Gh. Potolea, ecc. e il primo<br />

nostro protettore, il gen. dr. Macridescu.<br />

Il 1° Agosto 1927 appare Pamîntul Stramosesc nella tipografia<br />

«Libertatzii» 1 di Orastie, col grande aiuto del reverendo Ion<br />

Motza, al quale fanno seguito i contributi dei giovani della F. d.<br />

C. Focsani con Traian Cotiga e V. Chirulescu e la F. d. C.<br />

Dunarea con Tzocu, poi la madre Pamfilia Ciolac, il padre Isihie<br />

Antohi, Sebastian Irhan, Danileanu.<br />

L'8 Novembre (Santo Arcangelo Michele), primo impegno<br />

solenne. Si impegnano solennemente: Corneliu Zelea<br />

Codreanu, Ioan I. Motza, Ilie Gîrneatza, Corneliu Georgescu,<br />

Radu Mironovici, ing. Clime, Hristache Solomon, Mile Lefter,<br />

Ioan Banea, Victor Silaghi, Niculai Totu, Al. Ventonic, D. Ifrim,<br />

Pantilimon Statache, Ghitza Antonescu, Guritza Stefaniu, Emil<br />

Eremeiu, Jean Bordeianu, M. Ciobanu, Marius Pop, Misu<br />

Crisan, il pope Butnaru, Budeiu, Tanasachi, Stefan Budeci,<br />

Paul Mihaiescu (disertore).<br />

Il 19 Febbraio 1928 dopo due mesi di sforzi, comperiamo la<br />

camionetta battezzata «Caprioara Legiunii» 2 (234.000 lei). In<br />

estate, per il mantenimento del movimento e per pagare le rate<br />

della camionetta, lavoriamo alla fabbrica di mattoni (120.000<br />

mattoni) e all'orto (un ettaro), scherniti ogni giorno dai cuzisti.<br />

Poi commerciamo, trasportando gli ortaggi con la camionetta<br />

dal nostro orto e li vendiamo ai monasteri di Agapia e Varatec.<br />

Continuiamo in silenzio l'attività del movimento.<br />

Il 15 Dicembre 1929, prima riunione politica legionaria a T.<br />

Beresti e poi in Valea Horincei, circond. Covurlui. Compaiono<br />

nuovi militanti: Tanase Antohi, Dumitru Cristian, V. e N. Bogatu,<br />

Chiculitza, Bigu, Hasan, Bourceanu, poi, da Foltesti, la famiglia<br />

Pralea.<br />

25 Dicembre 1929. Turda Ludos, con Amos Nechita, Victor<br />

Moga, Colceri, Damian, ecc. Amancei, Banica.<br />

Il 27 Gennaio e il 3 Febbraio 1930 grandi assemblee a Cahul.<br />

Interviene anche il sig. Ioan Zelea Codreanu, Stefan Moraru,<br />

Mos Cosa, Gîrnet, Trifan Vlahu (morto), ecc.


Estate 1930. Divieto della marcia in Bessarabia. Arresto.<br />

Assoluzione.<br />

8 Novembre 1930. Costituzione del Senato della Legione. Prof.<br />

Traian Braileanu, Cernautzi; gen. dr. I Macridescu; prof. Ion<br />

Zelea Codreanu; padre Partenie Matei, pazroco di Tirgu Mures;<br />

padre Genrgescu, parroco, Bucarest; E4ristache Solomon,<br />

grande propri tario, Focsani; col. inv. Paul Cambureanu; Ion<br />

Ciocirlan, scrittore; Al. Zissu, grande proprietario, Bucarest;<br />

Spiru Peceli, comandante inv., Galatzi; Ioan Butnaru,<br />

proprietario, lasi; Guvitza Stefaniu, proprietario. E!enco da<br />

completare fino al numero di 100.<br />

1° Gennaio 1931, arresto di Corneliu Zelea Codreanu, Banea,<br />

Totu, Amos. Assolti dopo 77 giorni d'arresto dalla Corte<br />

d'Appello di Casatzie.<br />

1° Giugno 1931. Partecipiamo per la prima volta alle elezioni in<br />

17 circondari. Otteniamo 34.000 voti. Perdiamo.<br />

Il 31 Agosto, elezioni parziali a Neamtz. Ci sostiene Nutzu<br />

Esanu. I legionari, con 11.000 voti, superano tutti i partiti di<br />

Romania.<br />

Il 27 Aprile 1932, elezioni parziali a Tutova. Per la seconda<br />

volta, dopo lotte difficili, ma gloriose, i legionari vincono tutti i<br />

partiti di Romania.<br />

Il 17 luglio 1932, elezioni generali. I legionari combattono in 36<br />

circondari ottenendo 79.000 voti e 4 mandati parlamentari.<br />

I deputati legionari in Parlamento: atteggiamento silenzioso,<br />

composto. Lotta per estendere l'organizzazione nel paese. La<br />

corrente legionaria cresce. Possediamo 17 giornali con una<br />

tiratura di 35.000 copie, una tipografia, due automobili, Siamo<br />

prossimi ad acquistarne altre tre. Procediamo con fede, in<br />

queste ore difficili, verso il destino luminoso della nostra Patria,<br />

pronti, oltre un migliaio di legionari, a tutti i sacrifici.<br />

Punto 83. L'IMPEGNO SOLENNE <strong>DI</strong> TUTTI I<br />

LEGIONARI.<br />

La mattina del giorno 8 Novembre 1927 ci siamo adunati nella<br />

nostra sede, noi tutti legionari di Iasi e alcuni che si sono<br />

preoccupati di venire da altre parti.<br />

Non molti di numero, ma potenti per la nostra incrollabile fede<br />

in Dio e nel Suo aiuto, forti per la nostra ostinata risoluzione di<br />

resistere a qualunque uragano, forti per il nostro completo<br />

distacco da tutto quanto è terreno, il che si manifesta col<br />

desiderio, colla gioia di risolvere in modo eroico i nostri legami<br />

terreni, servendo la causa della stirpe romena e la causa della<br />

croce.<br />

Questo era lo stato d'animo di coloro che aspettavano con<br />

impazienza l'ora del giuramento, per formare entusiasticamente<br />

la prima ondata di assalto della Legione. E ognuno può capire<br />

che non poteva esservi uno stato d'animo diverso, quando in<br />

mezzo a noi, vestiti negli abiti bianchi come nelle ore solenni,<br />

s'erano raccolti: Ion I. Motza, Ilie Gîrneatza, Radu Mironovici, e<br />

Corneliu Georgescu, coloro cioè che passando di prigione in<br />

prigione hanno sopportato tutto il peso del movimento<br />

nazionale da cinque anni a questa parte.<br />

La preghiera.<br />

Alle dieci siamo andati tutti in costume nazionale, col berretto di<br />

pelo, col grande svastica sul cuore, marciando in colonna alla<br />

chiesa di Santo Spiridione, ove si è celebrato un ufficio funebre<br />

in suffragio delle anime di Stefan Voevod, Signore della<br />

Moldavia, di Mihai Viteazul 3 , di Mircea, di Ion Voda, di Horia, di<br />

Closca e Crisan, di Avram Iancu, di Tudor, del Re Ferdinando e<br />

delle anime di tutti i voivodi e i soldati caduti sul campo di<br />

battaglia per la difesa della terra romena contro le invasioni<br />

nemiche.<br />

Solennità della cerimonia del giuramento.<br />

In colonna cantando l'Inno della Legione, siamo ritornati al<br />

«Camin» 4 . La ha avuto lunga la religiosa e solenne cerimonia<br />

del giuramento dei primi legionari.<br />

La terra avita.


Questa solennità si è iniziata mescolando la terra portata dalla<br />

tomba di Mihai Viteazul da Turda con la terra moldava di<br />

Razboeni, dove Stefan cel Mare 5 combatté la sua più difficile<br />

battaglia, e con quella di tutti i luoghi in cui il sangue degli<br />

antenati s'è mescolato con la terra, in cruente battaglie,<br />

santificandola. Quando s'apriva il pacchetto con la tetra, prima<br />

di versarla sul tavolo, si leggeva la lettera di chi l'aveva portata<br />

o inviata.<br />

LA TERRA <strong>DI</strong> TURDA. (Lettera). Fratelli! Ho inviato la terra che<br />

mi avete chiesta. Vi garantisco la sua provenienza, poiché io in<br />

persona l'ho tolta dalla tomba di Mihai Viteazul, io l'ho portata<br />

via e impacchettata 6 .<br />

Turda, 18 Sett. 1927.<br />

Isac Mocanu, prof. di liceo a Turda.<br />

LA TERRA <strong>DI</strong> RAZBOENI (Lettera).<br />

Io sottoscritto Corneliu Georgescu, avvocato, mi sono<br />

personalmente recato a Razboeni (Circ. Neamtz), e ho preso<br />

della terra accanto al monumento innalzato sul luogo della<br />

battaglia in cui si sono sacrificati 10.000 soldati di Stefan cel<br />

Mare.<br />

7 Novembre 1927.<br />

Corneliu Georgescu<br />

Che cosa dice la storia sulla battaglia di Razboeni (1476): Sul<br />

luogo della battaglia Stefan innalzò una chiesa, la cui iscrizione<br />

dice: «Nell'anno 7984 si levarono il potente Maometto,<br />

imperatore turco, con tutta la sua potenza e Basarab Voevod,<br />

con tutta la terra bassaraba, e giunsero fin qui al luogo che<br />

viene chiamato Rîul Alb... dove noi facemmo anche grande<br />

guerra con loro nel mese di luglio, e per volontà di Dio furono<br />

vinti i cristiani dagli infedeli e cadde la una gran folla di soldati<br />

della Moldavia».<br />

(Storia dei Romeni di Floru, pagg. 184-185).<br />

Poi fu portata e versata sul tavolo LA TERRA <strong>DI</strong><br />

SARMIZEGETUZA. (Lettera). Dichiarazione: Noi sottoscritti<br />

dichiariamo di aver visitato, il giorno 17 Ottobre 1927, gli scavi<br />

del forte di Costesti, della cittadella di Sarmizegetuza e di aver<br />

prelevato terra da diverse parti della cittadella e specialmente<br />

da uno dei locali -recentemente venuti alla luce- bruciati nel<br />

corso dell'assedio, motivo per cui le zolle di terra sono rosse,<br />

simbolo del sangue che là è stato versata in abbondanza.<br />

Questo forte era comandato dal cognato di Decebalo e la sua<br />

caduta nelle mani dei Romani venne a spostare il sistema di<br />

difesa di Sarmizegetuza, che poi cadde definitivamente.<br />

Che cosa dice la storia sulla lotta di Decebalo.<br />

«La disperazione e la furia, l'odio e la crudeltà dei Daci si<br />

univano all'eroismo che difende il suolo della Patria e non lascia<br />

al vincitore se non un mucchio di cenere e di rovine. Sulla<br />

colonna di Traiano si vede come donne daciche tormentino i<br />

prigionieri romani. Alcuni sono tenuti legati mani e piedi, nudi, e<br />

vengono bruciati con fiaccole accese.<br />

Dall'interpretazione dei rilievi della colonna di Traiano risulta<br />

che le sorti della guerra esitarono fra Daci e Rornani, finché la<br />

strategia, la tattica e il numero vinsero.<br />

Il re (Decebalo) si avvio furtivamente per un sentiero montano,<br />

al fine di radunare le schiere sbandate e continuare la lotta sino<br />

alla fine, mentre i suoi sudditi più illustri, i pileati, preferirono<br />

morire nella capitale che non era più loro. Stretti intorno a un<br />

grande vaso di veleno, scelsero la morte in luogo della vita<br />

senza libertà.<br />

Di nuovo egli tentava la fortuna delle armi, finché, circondato da<br />

ogni parte e sul punto di cadere coi suoi due figli nelle mani dei<br />

cacciatori romani, si trafisse con la sua spada, lasciando ai<br />

vincitori un cadavere... (Storia dei Romeni di Floru, pagg. 38-<br />

39).<br />

LA TERRA <strong>DI</strong> CALUGARENI. Venne poi versata sul tavolo la<br />

terra di Calugareni, dove Mihai Viteazul si gettò egli stesso, in<br />

sella a un cavallo bianco, in mezzo ai Turchi, con l'ascia in<br />

mano, distruggendo il loro esercito e ponendoli in fuga.


A Calugareni vi fu la più grande vittoria di Mihai sopra i Turchi.<br />

(Lettera): «Mi sono recato in treno fino a Mihai Bravu, e di là,<br />

con un carro, ho proseguito per 13 chilometri in mezzo ai<br />

boschi. Ho ricevuto un grandissimo aiuto dal reverendo<br />

Laurentziu di Calugareni, il quale mi ha condotto fino al luogo<br />

della lotta, a "Dîmb", come viene chiamato. Là ho raccolto la<br />

terra».<br />

8 Ottobre 1927.<br />

Stefan Anastasescu<br />

studente, Bucarest, Str. Serbau Voda 43<br />

LA TERRA <strong>DI</strong> PODUL INALT (Lettera). «Ho prelevato questa<br />

terra presso il comune di Cautzalaresti (Podul Inalt), cire Vaslui,<br />

la località in cui ebbe luogo li battaglia di Stefan cel Mare coi<br />

Turchi».<br />

Maresciallo Rotaru, Regg. 25 fant.<br />

Che cosa scrive la storia: ...Stefan aveva un grande esercito,<br />

come non fu mai raccolto sotto una bandiera romena fino ai<br />

tempi di Re Carol; 40.000 Moldavi, tutti contadini. L'armata<br />

turca era di 120.000 uomini. Luogo della lotta fu il circondario di<br />

Vaslui. Il giorno della lotta, secondo alcune fonti, sarebbe stato<br />

il 6 Gennaio 1475. Stefan non lo precisa, ma scrive «verso<br />

l'Epifania». Qui ebbe luogo la più grande vittoria di Stefan cel<br />

Mare «Tuttavia non fu una battaglia di sorpresa, né venne vinta<br />

senza grandi perdite, ché i Turchi si volsero contro Stefan, il<br />

quale perse molti Moldavi... Ma a un certo momento la battaglia<br />

sembrava perduta, se non fosse stato per l'intervento di Stefan,<br />

il quale balzò, lui in persona, in mezzo ai Turchi e frantumò le<br />

loro ali grazie al miracoloso potere di Dio. Il giorno 5 Gennaio,<br />

Stefano scrive a tutti i principi che è stato attaccato da 120.000<br />

Turchi, aiutati da Basarab, ma per l'Epifania «li ho vinti e<br />

umiliati e li ho passati tutti a fil di spada». Stefano non ebbe<br />

pietà, come il destino: uccise, impalò, respinse anche i più<br />

elevati riscatti. «Che cosa hanno cercato nella mia povera terra,<br />

se sono così ricchi»... Per render grazie a Dio, Stefano, con<br />

tutti i soldati vincitori, stette tre giorni a pane e acqua, tenendo<br />

fede all'impegno che avevano preso nei giorni dell'invasione.<br />

Seguirono poi giorni di gioia. (Storia dei Romeni di Floru, pag.<br />

181-2).<br />

La terra di Suceava, Cetatea Neamtzului, Hotin e Soroca.<br />

Venne poi portata la terra di queste quattro città e luoghi<br />

gloriosi dei Romeni e fu versata sulla tovaglia bianca del tavolo,<br />

sopra la terra che già vi si trovava. Dopo di che fu letta la lettera<br />

del legionario Budei, il quale aveva portato la terra di sua<br />

propria mano.<br />

La terra del luogo in cui Horia venne messo sulla ruota. Fu poi<br />

aperto il pacchetto con la terra di Alba Iulia, mandata dal<br />

maestro Iordache Popa con le righe seguenti: «Questa terra è<br />

bagnata del sangue dell'eroe Horia. Presa dalla località<br />

chiamata «Curci», da cui ha inizio la strada Alba Iulia-Pîclisa,<br />

lungo la strada Cetate-Gara. Qui Horia fu messo sulla ruota<br />

dagli Ungheresi».<br />

Iordache Popa, maestro<br />

Com. Drîmbar, Alba Iulia<br />

Alba Iulia, 29 Ottobre 1927.<br />

La terra del sepolcro di Avram Iancu. Fu poi aperto il pacchetto<br />

inviato da Petru Popa, maestro, com. Ribicioara (Baia de Cris),<br />

contenente 1 kg. di terra «del sepolcro dell'Eroe Iancu».<br />

Venne aperto un secondo pacchetto, portato dal medesimo<br />

sepolcro dal sig. Ion I. Motza, che fu versato sopra l'altra terra.<br />

La terra del colle di Roscani, dove morì di sete l'esercito di Ioan<br />

Voda cel Cumplit, portata dalla signorina Ileana<br />

Constantinescu, studentessa.<br />

Venne poi portata la terra dei cimiteri e dei campi d'onore<br />

dell'ultima guerra: la terra del Jiu, dove si svolsero terribili<br />

battaglie. (Lettera). «Sono partito da Craiova col treno per la<br />

valle del Jiu fino a Filiasi e di là, seguendo tutte le informazioni<br />

che erano in mio possesso e quelle che mi furono date dagli<br />

abitanti del luogo, risalii la valle del Jiu per circa 7 km. fino ai


luoghi in cui si svolsero le battaglie di Pesteana e di<br />

Tzîntzareni. Là, dall'angolo del mio circondario, dove si toccano<br />

i circondari di Dolj, Gorj e Mehedintzi, raccolsi in egual misura<br />

terra dalla sponda del Jiu, dal bosco e da altri luoghi, per esser<br />

sicuro che il mio sacchetto contenesse anche della terra<br />

bagnata di sangue».<br />

Iuliu Stanescn, studente<br />

Com. Marsani (Circ. Dolj)<br />

La terra di Marasesti e Marasti. (Lettera). «Invio in un cestino<br />

due sacchetti di tela bianca con terra di Razoare, dove si<br />

svolsero i combattimenti del 6 Agosto 1917. Inoltre, un<br />

sacchetto di terra di Marasti, raccolta m due punti diversi, dove<br />

furono decimati il 2° reggimento Cacciatori e il 30° reggimento<br />

di fanteria di Muscel».<br />

Hristache Solomon, Focsani,<br />

Viale Lascar Catargiu 22<br />

La terra di Oituz e di Casin. Dichiarazione. Noi sottoscritti<br />

dichiariamo che la terra raccolta dal sig. Butnaru, impiegato,<br />

Iasi, è stata prelevata dalle seguenti località: Valea<br />

Manciugului, Grozesti-Sticlarie, Magura-Casinului, Sticlarie e<br />

dal cimitero degli eroi di Casin, località in cui avvennero le più<br />

cruente battaglie fra Tedeschi, Ungheresi e Romeni.<br />

I. Butnaru, P. Plopeanu (Onesti); T Mocanu (Rajula); I. Gh.<br />

Buzatu, D. R. (Casin); Osudveanu (Grozesti).<br />

La terra di Prumaru, dove si verificò il terribile attacco della<br />

cavalleria romena, in cui morirono tutti fino all'ultimo. (Lettera):<br />

«La terra è proprio di un punto in cui fu sepolto un eroe colpito<br />

diritto al cuore».<br />

Padre Theodor N. Iancu, Prunaru (Circ. Vlasca)<br />

La terra di Tartucaia, dove caddero molte migliaia di Romeni,<br />

arrossando le zolle con il loro sangue. (Lettera): «Sono andato<br />

immediatamente a Turtucaia e mi sono portato sul lato<br />

occidentale della città, dove ho raccolto la terra, proprio dal<br />

ridotto che passò dieci volte dalle mani dell'uno a quelle<br />

dell'altro schieramento. Questo ridotto è oggi deserto e la terra<br />

è presa proprio da una tomba dalla quale sono stati disseppelliti<br />

i resti di molti soldati e nella quale si trovano ancor oggi delle<br />

ossa. Accogliete la terra bagnata con molto sangue dalla nostra<br />

stirpe».<br />

Sandu Snagoveanu,<br />

Com. Uzumgeorman<br />

Si aggiunse anche la terra inviata dal parroco di Turtucaia.<br />

I nostri cuori furono scossi da un brivido profondo dinanzi alla<br />

terra dei nostri padri e antenati, caduti sul campo dell'onore con<br />

l'arma in mano e la fronte rivolta al nemico, dei soldati di<br />

Decebalo caduti sotto le rovine di Sarmizegetuza -fino a quella<br />

dei soldati di ieri, annientati dalle granate di Marasesti e<br />

Turtucaia. Allora due legionari si avvicinarono e cominciarono a<br />

mescolare religiosamente questa terra, mentre gli altri,<br />

salutando col braccio in alto, cantavano a gran voce l'inno della<br />

Legione.<br />

Su, Romeni, alla lotta! È giunta l'ora,<br />

L'ultima, per il popolo romeno...<br />

Il momento fu tanto sublime e tanto commovente, che nessuno<br />

di noi poté impedire che una lacrima gli bagnasse le ciglia: in<br />

questo canto era il grido stesso delle nostre sofferenze, delle<br />

sofferenze della stirpe romena, ed esso si rivolgeva agli<br />

antenati e ai prodi che da 2000 anni erano vissuti su questa<br />

terra. Era l'appello stesso al valore.<br />

IL SACCHETTO <strong>DI</strong> TERRA<br />

IL TALISMANO DEL LEGIONARIO<br />

Con la terra mescolata in questo modo furono riempiti diversi<br />

sacchetti più piccoli, che vennero dati a ciascuno, dopo<br />

l'assunzione dell'impegno solenne, per essere portati al collo.<br />

Ion Motza accolse l'impegno solenne di Corneliu Codreanu,<br />

dopo di che già affido il sacchetto di terra. In seguito, Corneliu<br />

Codreanu accolse l'impegno di Ion Motza e degli altri. Questo<br />

impegno constava di 5 domande e risposte, e cioè:


1. Ti impegni, in nome del diritto della Patria in pericolo, a<br />

distruggere tutti i tuoi desideri e interessi personali? - Risposta:<br />

Sì!<br />

2. Riconoscendo che lo spadroneggiare dei Giudei sopra di noi<br />

porta alla nostra morte spirituale e nazionale, ti impegni ad<br />

esserci fratello nella lotta per la difesa, la purificazione e la<br />

liberazione della terra avita? - Risposta: Sì!<br />

3. In questa lotta ti sottometterai alla Legione dell'Arcangelo<br />

Michele? - Risposta: Sì!<br />

4. Porterai questa terra con devozione sul tuo petto? -<br />

Risposta: Sì!<br />

5. E non te ne andrai da noi? - Risposta: Non me ne andrò.<br />

Quando ognuno aveva risposto a queste domande, prendeva il<br />

sacchetto di pelle legato con un cordoncino di seta. La<br />

cerimonia cominciò alle ore 1,30. Dopo pranzo alle 3 ebbe<br />

inizio la riunione. Essa fu presieduta dal più anziano dei<br />

legionari presenti, Hristache Solomon di Focsani. La riunione<br />

durò fino alle 6,30, dopo di che venne data lettura del seguente<br />

comunicato:<br />

1. La Legione afferma che al di sopra degli interessi personali<br />

sta la Patria con tutte le sue esigenze.<br />

2. Al servizio di questa Patria calpestata dagli stranieri, tutti i<br />

figli della terra romena devono accorrere, col loro spirito e col<br />

loro braccio.<br />

3. La Legione si rivolge a tutti coloro che si sentono soldati,<br />

chiamandoli sotto la sua bandiera in difesa della terra avita.<br />

4. La Romania è dei Romeni. Per i Giudei, la Palestina.<br />

Giustizia al Romeno e morte al traditore. Viva in noi il cuore di<br />

soldato! Viva, fiorisca la Nuova Romania!<br />

Così terminò il giorno dei Santi Arcangeli Michele e Gabriele.<br />

Possa avvenire che, portando ciascuno di noi sul suo cuore -<br />

come un talismano- la santa zolla della terra avita, riusciamo a<br />

trarre da esso il sangue dei prodi e a versarlo nelle nostre vene.<br />

Sintesi programmatica.<br />

Il riassunto del programma legionario si trova pubblicato in un<br />

altro opuscolo. Qui ne indichiamo alcune linee generali.<br />

Punto 84.<br />

Il primo punto del programmi legionario. Se qualcuno ve lo<br />

chiede, ditegli che è IL GIURAMENTO PER IL CASTIGO. Il<br />

giorno seguente la vittoria legionaria sarà costituito IL<br />

TRIBUNALE ECCEZIONALE, che chiamerà di fronte ad esso è<br />

giudicherà per tradimento della Patria:<br />

a) Tutti i ladroni del pubblico denaro;<br />

b) Tutti coloro che hanno accettato ricompense in denaro per<br />

agevolare gli affaristi;<br />

c) Tutti coloro che, calpestando le leggi fondamentali del paese,<br />

hanno perseguitato, imprigionato, colpito i legionari o le loro<br />

famiglie. Qualunque carica essi ricoprano -quella di gendarme<br />

o di primo ministro- non sfuggiranno a questo giudizio. Troppo<br />

si sono illusi questi signori che la Terra Romena sia un loro<br />

latifondo, che le leggi esistano perché loro le calpestino sotto i<br />

piedi e che noi siamo, su questo latifondo, braccianti a cui si<br />

debba frustare la schiena. Il popolo romeno, conscio dei propri<br />

diritti, inizierà la sua nuova vita con un'OPERA <strong>DI</strong> CASTIGO<br />

LEGALE. Attendiamo questa ora con pazienza. Senza questa<br />

ORA DEL CASTIGO non è possibile nessuna rivoluzione in<br />

questa terra. I capi dei cuiburi redigeranno rapporti<br />

particolareggiati e minuziosi su tutte le illegalità commesse, e li<br />

presenteranno al Capo della Legione.<br />

Punto 85.<br />

<strong>DI</strong>SCORSO tenuto dal Capo della Legione nel Parlamento del<br />

Paese. Dal Monitorul Oficial 7 del 3 Dicembre 1931.<br />

Il deputato Corneliu Zelea Codreanu prende la parola.


Signor presidente, signori deputati: io sono il più giovane fra voi<br />

e rappresento un movimento giovanile. Sono giunto qui con le<br />

mie proprie forze, senza l'aiuto e l'appoggio di nessuno. Credo<br />

che gli attuali capi della Grande Romania si stancheranno di<br />

dover ascoltare anche me, esponente della nuova generazione,<br />

generazione angustiata, generazione di cui tanto si è parlato,<br />

generazione martirizzata, generazione -potrei dire- crocifissa.<br />

Credo sia bene che l'Onorevole Camera abbia un po' di buona<br />

volontà per ascoltare anche noi, poiché ritengo sia bene che<br />

oggi i governanti sappiano qual è la preoccupazione, quali sono<br />

le opinioni, qual è l'orientamento politico della generazione che,<br />

col vostro permesso o senza il vostro permesso, dovrà<br />

succedervi domani su questi banchi. In ogni caso tengo ad<br />

affermare sin dall'inizio che noi non siamo una generazione<br />

quale viene descritta da una certa stampa. L'unico scopo che<br />

noi perseguiamo è di difendere la Patria sacra, la Patria<br />

minacciata dalla furia dell'uragano, la Patria dei nostri padri e il<br />

nido caldo di coloro che vengono dopo di noi. E, per fissare in<br />

breve i nostri punti cardinali, dirò: non c'è qui nessuna<br />

generazione immorale, nessuna generazione senza<br />

Dio, né repubblicana o antimonarchica. Fisso questi punti in:<br />

Dio, Patria, Re, Famiglia, Esercito quest'ultimo col compito di<br />

garantire l'esistenza dello Stato Romeno.<br />

V. G. Ispir: Per questo potete essere al nostro fianco.<br />

Corneliu Zelea Codreanu: Io, signori, devo delineare questo<br />

problema, poiché sono il capo di un piccolo gruppo e devo<br />

sviluppare i miei punti di vista.<br />

Sono stato in Maramures, nel Maramures che è la culla dei<br />

nostri fondatori, i Moldavi (gli abitanti del Maramures sono gli<br />

avi di Stefan cel Mare si Sfînt, signore di Moldavia). E là, in<br />

occasione di un processo che ho avuto a Satu Mare, al quale<br />

ha assistito anche il prof. Catuneanu, è venuto un vecchio coi<br />

capelli bianchi e ha testimoniato, di fronte alla richieste dei<br />

giudici, quanto ora vi riferisco: «Noi del Maramures siamo di<br />

ceppo nobile, e abbiamo avuto feudi nostri e monti nostri. Fino<br />

al 1847 eravamo padroni. Nel 1848, quando ero bambino, sono<br />

arrivati, nel nostro comune, i primi giudei».<br />

E qui introduco una piccola parentesi. Io non uso la parola<br />

giudeo per insultare qualcuno. Io li chiamo giudei, poiché credo<br />

che così essi si chiamino e d'altra parte -cosa che mi pare<br />

curiosa- quella è la sola nazione che scansa il nome che le è<br />

proprio, il nome che essa ha.<br />

E quando io ho la salda consapevolezza -vi prego tutti di<br />

credermi- che questa popolazione sferra un attacco alla nostra<br />

terra e cerca di insediarsi sopra di essa, allora, vi prego di<br />

credermi, per me è cominciata una lotta per la vita e per la<br />

morte e non ho nessuna voglia di scherzare o di insultare<br />

qualcuno. Per me una cosa è chiara e precisa: intelligente o<br />

non intelligente, parassitaria o non parassitaria, morale o<br />

immorale, questa popolazione è una popolazione nemica che si<br />

è accampata sulla nostra terra. E io intendo lottare contro di<br />

essa con tutti i mezzi che mi porrà a disposizione l'intelletto, la<br />

legge e il diritto romeno.<br />

Ebbene, signori, diceva quel vecchio:<br />

«Da noi, nel 1848, sono venuti i primi cinque giudei, che i nostri<br />

padri, vedendo com'erano laceri e affamati, lasciarono per<br />

compassione al margine dei nostri feudi, Oggi, nel 1930, di quei<br />

62 monti ne abbiamo perduti 60. Noi Romeni abbiamo ancora<br />

soltanto 2 monti, mentre gli altri 60 sono nelle mani dei giudei.<br />

Oggi noi ci siamo ritirati e stiamo, poveri e senza pane, al<br />

margine dei loro latifondi».<br />

Ebbene, questa situazione del Maramures si estende anche in<br />

Bucovina; questa situazione si estende anche nella nostra<br />

Moldavia, dove le chiese vengono chiuse e gli altari crollano.<br />

Ed io chiedo a voi tutti: Che ne sarà di una stirpe a cui vengono<br />

distrutti gli altari?<br />

Il nostro commercio è stato sottomesso. Da noi, nell'antica<br />

Bîrlad, in quella Bîrlad che esportava merci in Polonia sotto


Stefan cel Mare ed esportava da Cetatea Alba fino a<br />

Costantinopoli e ad Alessandria, da noi è rimasto un solo<br />

commerciante romeno di manufatti.<br />

Ebbene, signori, non si può trascurare questo problema e<br />

nessuno può dire che questo non sia un problema d'importanza<br />

capitale nella politica della Romania moderna. Nei nostri<br />

confronti si compie esattamente ciò che è stato commesso ai<br />

danni dei Pellirosse dell'America del Nord: ci troviamo di fronte<br />

a un'invasione straniera e abbiamo tutto il diritto e il dovere di<br />

difendere la terra dei nostri padri. A me non interessa chi viene<br />

e chi è; a me pare una cosa curiosa che, quando venivano i<br />

nemici armati a rubarci la nostra terra, noi stavamo tutti saldi<br />

nelle trincee con le armi in mano, mentre oggi, quando l'arma si<br />

è trasformata in denaro e quando costoro sono in grado di<br />

comprare la nostra terra coi loro denari, non c'è più nessuno fra<br />

noi che protesti.<br />

Ecco, signori, come si pone questo problema.<br />

Voi sapete molto bene che i Pellirosse dell'America del Nord<br />

sono lentamente scomparsi di fronte all'invasione<br />

anglosassone. Oggi tutta l'Europa li compiange e li rimpiange<br />

perché erano una gente valorosa, ma si dice: «Che fare? Ci<br />

sono stati altri più forti».<br />

Signori, penso con terrore che, a un dato momento, l'Europa<br />

dovrà compiangere anche noi e i nostri figli. E per quanto<br />

riguarda la nostra angustiata gioventù, che, come vi ho detto, è<br />

stata tormentata per questa idea (io vengo qui dopo due anni di<br />

ingiusta reclusione), ebbene, signori, io vi dico: che cosa volete<br />

che facciano questi giovani, i quali sono stati colpiti da ogni<br />

governo, fino ad oggi? Desiderate che un bel giorno noi<br />

facciamo fagotto e partiamo in un'altra terra, per altre contrade,<br />

a guadagnarci il pane e trovare un rifugio per una vita libera?<br />

Noi non vi chiediamo troppo. Vi chiediamo una sola cosa: di<br />

lasciarci qui, su questa terra, sotto la benedizione delle ossa<br />

dei nostri antenati.<br />

Signori, mi spiace che nel messaggio del governo non si veda<br />

assolutamente nulla per noi, nemmeno un barlume di speranza<br />

e nemmeno la minima preoccupazione da parte di chi governa<br />

questa terra per i problemi che ho esposto poc'anzi.<br />

Signori, da questo problema passero a un altro problema di<br />

grande importanza: il problema della miseria. Ho portato in<br />

questa scatola alcuni pezzi di pane del Maramures e delle<br />

montagne del circondario Neamtz, affinché vediate che pane<br />

mangia il Romeno del Maramures e il montanaro delle nostre<br />

parti. Oggi, quando la gente si lamenta della produzione del<br />

grano, tutti attribuiscono la crisi al fatto che il grano si vende a<br />

un leu al chilo, ed ecco che pane mangiano questi uomini!<br />

(Il deputato Corneliu Zelea Codreanu presenta all'Assemblea<br />

un pezzo di pane nero).<br />

Bisogna che ci si stringa il cuore per il dolore e credo che ogni<br />

popolo d'Europa, vedendo questa immagine della miseria in cui<br />

vive la stirpe romena, piangerebbe di compassione. Ho portato<br />

questi pezzi di pane avvolti e riposti in questa scatola elegante,<br />

affinché vediate di quanta artificiosità e di quanta indoratura di<br />

benessere si veste questa miseria romena. Io la depongo con<br />

dolore sul banco ministeriale, e pregherei l'onorevole governo<br />

di tenerla a disposizione, affinché, chiunque abbia il coraggio di<br />

scherzare alle spalle della stirpe romena, veda, prima di tutto,<br />

di che cosa essa si nutre.<br />

Signori, di fronte alla miseria che stringe tutta questa terra,<br />

devo chiedere: qualui sono le misure con cui il governo intende<br />

opporsi a questa marcia della miseria che cresce sempre di<br />

più?<br />

Signori deputati, per me è chiaro che il governo ci si presenta<br />

con due soluzioni:<br />

1. La soluzione sentimentale del sacrificio.<br />

2. La soluzione economica della conversione.<br />

Per quanto riguarda la soluzione del sacrificio sono anch'io uno<br />

di coloro che la ammettono, ma affermerò qui un principio


immutabile: né voi né nessun altro ha il diritto di fare appello ai<br />

pochi soldi di un uomo di onore fino a quando non sarà stato<br />

restituito alle casse dello Stato l'ultimo soldo rubato dai banditi<br />

che hanno spogliato questa terra.<br />

Per quanto riguarda l'altra soluzione, la soluzione della<br />

conversione, io sono per essa. Essa però non è una medicina.<br />

Medicina e ciò che uccide la causa della malattia, cioè il<br />

microbo. La conversione è una bombola d'ossigeno che<br />

l'onorevole governo somministra all'economia nazionale<br />

moribonda.<br />

Sono per il progetto della conversione e lo voterò; ma ci tengo<br />

a dire che aspetto di vedere altre misure e specialmente le<br />

misure radicali necessarie per affrontare i disgraziati tempi che<br />

corrono.<br />

Signori deputati, il terzo punto, riguardo a cui dirò alcune<br />

parole, è la questione dei partiti e la questione della<br />

democrazia.<br />

Signori deputati, l'oggetto principale delle discussioni in risposta<br />

al messaggio del governo è stato quasi interamente: siamo<br />

contro l'abolizione dei partiti o per l'abolizione dei partiti?<br />

Riguardo a ciò io vi dichiaro il mio punto di vista. Chi e che<br />

deve decidere l'abolizione o il mantenimento dei partiti? Potete<br />

voi abolirli o mantenerli? No. Chi deve decidere è il popolo, e il<br />

paese affamato e nudo. Nel momento in cui dovrà decidere, il<br />

popolo vedrà se deve o no abolirli, In ogni caso vi dirò che il<br />

popolo non ama i partiti politici, Questo è un fatto sicuro e voi,<br />

in un regime democratico, non vi potete mantenere alla<br />

direzione di uno Stato contro la volontà del popolo. Anche<br />

questo è un fatto sicuro.<br />

Rimane ancora una questione. Diceva qualcuno: i partiti non<br />

sono nati per improvvisazione, ma sono il risultato di<br />

un'evoluzione. Si, anch'io sono per questa teoria e applico ai<br />

partiti la legge dell'evoluzione. I partiti, come tutte le cose di<br />

questo mondo, nascono, si sviluppano e muoiono. Credo che i<br />

partiti non siano la forma superiore di una perfezione che abbia<br />

conquistato il diritto all'immortalità.<br />

C'è ancora una questione, di ordine esterno. Voi vedete molto<br />

bene che tutta l'opinione pubblica d'Europa si indirizza verso le<br />

ali estreme. Ebbene, queste estreme, come due macine di<br />

mulino, macineranno pian piano tutti i partiti.<br />

Signori deputati, guardate in Europa. Ci sono due forti ali<br />

estreme: l'estrema destra e l'estrema sinistra che si rafforzano.<br />

A un certo momento una di loro vincerà. Ebbene, io vi chiedo (e<br />

lo chiedo specialmente a quelli fra voi che si sono sempre<br />

inchinati di fronte all'Europa e hanno sempre tremato al minimo<br />

alito di vento): in un'Europa in cui vince una delle estreme,<br />

potrete voi resistere alla corrente di questa Europa?<br />

Per quanto riguarda il nostro orientamento, se dobbiamo<br />

scegliere fra queste due estreme, noi siamo fra coloro che<br />

credono che il sole non sorge a Mosca, ma a Roma. Noi<br />

crediamo che i nostri padri, i nostri antenati che ci hanno portati<br />

su questa terra, le loro ossa ci trasmettano, almeno ogni mille<br />

anni, qualche buon avvertimento, qualche buona idea, nei<br />

nostri momenti difficili e dolorosi.<br />

Infatti, signori, riguardo ai partiti, la nostra generazione,<br />

guardando dall'esterno constata:<br />

1) Che un partito politico è una società anonima di sfruttamento<br />

del voto universale; 2) Che tutti i partiti sono democratici,<br />

poiché utilizzano il voto universale nella medesima maniera; 3)<br />

Che essi trascurano gli interessi del popolo e del paese<br />

soddisfacendo soltanto gli interessi particolari dei loro<br />

partigiani; che la democrazia è irresponsabile, le manca il<br />

potere della sanzione; che tutti i partiti commettono delitti, si<br />

tradiscono l'un l'altro, nessuno di loro applica punizioni contro i<br />

propri partigiani, altrimenti li perderebbe, né contro i loro<br />

avversari, poiché questi, a loro volta, commettono i loro stessi<br />

delitti.


E in tale questione permettetemi di attrarre la vostra attenzione<br />

soltanto sulle frodi compiute dalla guerra in qua, rimaste tutte<br />

senza punizione: le frodi da 12 miliardi dell'alcool metilico; le<br />

frodi da 900 milioni dell'ottone delle ferrovie; il pesce sovietico;<br />

le calosce sovietiche; i boschi del circondario Neamtz; i boschi<br />

della Bucovina, ecc. Secondo un calcolo sommario, la somma<br />

delle frodi che sono state perpetrate sul territorio di questo<br />

paese dalla guerra in qua raggiunge la cifra di 50 miliardi di lei.<br />

La democrazia vista dal di fuori ci da l'impressione di una vasta<br />

complicità fra criminali. Conclusione: la democrazia è incapace<br />

di autorità.<br />

E ancora una cosa; devo sottoporvi una questione che forse a<br />

molti non piacerà. Vi prego, signori, di tollerare la nostra<br />

severità in tutto quanto concerne la stirpe romena e l'onore.<br />

Dichiaro qui che la democrazia è al servizio dell'alta finanza<br />

nazionale o internazionale giudaica. (Interruzioni, chiasso).<br />

Signori, la prova. Sono venuto qui con una lista che vi irriterà,<br />

ma vi prego di non detestarmi, poiché non posso tacere di tale<br />

questione: si tratta di ciò che si chiama il portafoglio della banca<br />

Blank.<br />

Permettetemi di leggere, e ciascuno di voi si ritroverà in questa<br />

lista. E probabilmente la lista non è completa. Dunque:<br />

Sig. Brandsch, sottosegretario di Stato, 111.000.<br />

Sig. Carol Davila 4.677.000.<br />

Sig. Eug. Goga, credito d'ipoteca agricola, 6 milioni e 200.000<br />

lei.<br />

Al. Otelesanu: È un'ipoteca sulla proprietà della signora Eugen<br />

Goga.<br />

N. Lahovary: Non è debitore il sig. Davila, è debitrice la «Banca<br />

Tzaraneasca» 8 . Non è la stessa cosa, vi prego di rettificare.<br />

(Interruzioni, chiasso).<br />

Cornelin Z. Codreanu: Bene, signori, non dico che non vi sia<br />

del marcio. Pagherà, ma è denaro preso in prestito.<br />

(Interruzioni).<br />

Signori, pagheranno o non pagheranno, non lo so, ma lasciate<br />

che vi dica una cosa sola: quando qualcuno prende denaro a<br />

prestito da una organizzazione finanziaria del genere, è<br />

inevitabile che egli debba appoggiarla quando si trova al<br />

governo o all'opposizione e in ogni caso che non debba colpirla<br />

quando essa deve essere colpita. (Applausi da molti banchi).<br />

Corneliu Zelea Codreanu: Inoltre: Sig. Iunian 407 mila; sig.<br />

Madgearu 401.000; sig. Filipescu 1.265.000; sig. Mihail<br />

Popovici 1.519.000; sig. Raducanu 3 milioni e 450.000 (urli dai<br />

banchi della maggioranza); Banca Raducanu di Tecuci<br />

10.000.000; sig. Pangal 3 milioni e 800.000; sig. Titulescu 19<br />

milioni: e si capisce che non ho potuto avere altre informazioni<br />

precise, poiché anche il sig. Argetoianu dovrebbe essere in<br />

questa lista con 19 milioni.<br />

Voci dai banchi della maggioranza: Si capisce!<br />

Corneliu Zelea Codreanu: Io vi dico quello che ho potuto<br />

trovare. (Interruzioni, chiasso). Ce ne sono anche degli altri.<br />

Signori, io non dico che questo denaro è stato dato sotto forma<br />

di mance, no! Questo denaro è stato preso di là sotto una certa<br />

forma e adesso si tratta di vedere quali operazioni siano state<br />

compiute da quella banca e vengono richieste misure<br />

energiche in tale questione, adesso che questi uomini, che si<br />

sentono legati a quella banca, non dispongono certo della<br />

piena libertà necessaria a prendere misure categoriche contro<br />

di essa. (Applausi da diversi banchi).<br />

Signori, se si chiedono sacrifici per risanare questa terra, noi<br />

non possiamo consentire al sacrificio che si dovrebbe fare per<br />

risanare la banca Blank, al fine di pagare le spese delle nozze<br />

fatte a Parigi (dove sono stati spesi 50 milioni), (Esclamazioni,<br />

interruzioni).<br />

Signori, in conseguenza di ciò, noi proponiamo alcune soluzioni<br />

pratiche che recano l'impronta della giovinezza:


CHIE<strong>DI</strong>AMO l'introduzione della pena di morte, esclusivamente<br />

per i manipolatori fraudolenti del pubblico denaro. (Applausi da<br />

banchi diversi).<br />

V. G. Ispir: Signor Codreanu, lei si proclama cristiano e<br />

vessillifero dell'idea cristiana. Le ricordo -io sono professore di<br />

teologia- che sostenere questa idea è anticristiano. (Applausi).<br />

Corneliu Zelea Codreanu: Signor professore, permettetemi di<br />

dirvi: quando si tratta di scegliere fra la morte della mia terra e<br />

quella del delinquente, io preferisco la morte del delinquente e<br />

sono miglior cristiano se non permetto che il delinquente<br />

affligga la mia terra e la conduca alla rovina. (Applausi da<br />

banchi diversi).<br />

CHIE<strong>DI</strong>AMO il controllo e la confisca dei beni di coloro che<br />

hanno depredato questa povera terra. (Grida di «bravo»).<br />

CHIE<strong>DI</strong>AMO che venga promosso un procedimento penale a<br />

carico di tutti quegli uomini politici sul conto dei quali risulti che<br />

essi hanno agito contro il paese appoggiando affari e interessi<br />

privati. (Applausi da banchi diversi).<br />

CHIE<strong>DI</strong>AMO che in futuro venga impedito agli uomini politici di<br />

far parte dei consigli d'amministrazione delle diverse banche ed<br />

imprese. (Applausi da molti banchi).<br />

CHTE<strong>DI</strong>AMO che vengano cacciate le torme di sfruttatori<br />

rapaci venuti su questa terra per sfruttare le ricchezze del suolo<br />

e l'operosità delle nostre braccia.<br />

CHIE<strong>DI</strong>AMO che il territorio della Romania venga dichiarato<br />

proprietà inalienabile e imprescrittibile della stirpe romena.<br />

Una voce dai banchi del partito nazional-contadino: Una<br />

dichiarazione del genere esiste.<br />

Corneliu Zelea Codreanu: Non per la stirpe romena.<br />

CHIE<strong>DI</strong>AMO che siano mandati a lavorare tutti gli agenti<br />

elettorali e che venga instaurato un comando unico, al quale si<br />

sottoponga all'unanimità tutto il popolo romeno.<br />

Se nel momento presente i governanti del paese non possono<br />

prendere le misure necessarie a causa della Costituzione o<br />

delle leggi in vigore, allora noi siamo del parere che debbano<br />

sciogliersi i corpi legislativi e debba convocarsi un'Assemblea<br />

Costituente, affinché il popolo designi colui che sarà chiamato a<br />

prendere tutte le misure necessaire alla salvezza della<br />

Romania. (Applausi di molti banchi).<br />

Punto 87.<br />

<strong>DI</strong>CHIARAZIONE tenuta dal Capo della Legione nel<br />

Parlamento del Paese.<br />

Dal Mon. Of. del Novembre 1933.<br />

Perciò noi attendiamo un altro regime, un altro sistema che<br />

verrà dopo che questo sarà crollato sotto il peso e il numero<br />

delle sue colpe.<br />

Esso dovrà rispondere alle seguenti esigenze, in ordine di<br />

urgenza:<br />

1) Eliminare queste discussioni sterili e pagate a caro prezzo<br />

del parlamentarismo democratico, da cui non è uscita nessuna<br />

luce e da cui soprattutto non può uscire la decisione eroica di<br />

far fronte al pericolo in queste ore difficili.<br />

2) Sostituirle con un comando che riunisca in un solo pugno<br />

tutte le energie disparate della stirpe che si accaniscono oggi in<br />

una lotta fratricida, disciplinarle, restituire loro il morale perduto,<br />

infonder loro la fede nel nostro destino romeno e condurle sulle<br />

vie di questo destino.<br />

3) Dichiarare guerra alla miseria e all'indigenza generale<br />

indirizzando al lavoro e alla moderazione gli elementi<br />

volenterosi, mandando al lavoro con la forza tutti gli elementi<br />

parassitari che giocano nello Stato il ruolo dei fuchi nell'alveare,<br />

tutti i fannulloni che fanno la guardia ai tavolini dei caffè dal<br />

mattino alla sera, tutti gli annoiati che girano per le strade, tutti<br />

gli agenti elettorali dei Municipi, delle Prefetture, dei Ministeri e<br />

tutti gli ideologi democratici, desiderosi di tener discorsi a buon<br />

mercato.


4) Eliminare tutto ciò che è parassitismo sopra il corpo esausto<br />

del paese; ridestare, organizzare e stimolare tutte le energie<br />

creatrici della stirpe.<br />

5) Sradicare la disonestà e, confiscando gli averi dei colpevoli,<br />

restituire fino all'ultimo centesimo, all'erario dello Stato, il<br />

denaro rubato.<br />

6) Passare alla testa della moltitudine dei poveri nel bene e nel<br />

male, mangiare il medesimo pane nero e il medesimo povero<br />

pasto del lavoratore povero, poiché in questi tempi difficili la<br />

miseria morale e l'ingiustizia di trattamento feriscono più che<br />

non la miseria materiale. Alcuni vivono nel lusso con<br />

champagne e caviale, mentre altri non hanno nemmeno<br />

polenta, sotto il regime della democrazia amica del popolo.<br />

7) Render giustizia al Romeno nella sua terra. Guarire le sue<br />

ferite profonde. Riparare le ingiustizie secolari che egli ha<br />

sofferto durante i lunghi domini stranieri.<br />

8) Difendere la Romania dal pericolo rappresentato<br />

dall'invasione crescente dei giudei.<br />

9) Porre fine all'esistenza fallimentare dello Stato democratico<br />

basato sull'ideologia superata della rivoluzione francese.<br />

Compiere quell'atto di coraggio riformatore che elimini<br />

completamente e definitivamente il sistema di false astrazioni<br />

della filosofia politica di questa rivoluzione.<br />

Una grande epoca storica tramonta e in suo luogo e ora di<br />

gettar le fondamenta di una nuova epoca. Una epoca di ritorno<br />

alle realtà nazionali, dando alla nazione il suo senso reale di<br />

società naturale di individui della medesima razza, e non il<br />

senso di nazionalità giuridica del cittadino, che permette di<br />

trasformare automaticamente in Romeni masse di stranieri<br />

calati fra noi per conquistarci e per opprimerci.<br />

10) Innalzare dalle fondamenta il nuovo Stato etnico-nazionale<br />

basato sul primato della civiltà della stirpe, sul primato della<br />

famiglia e sul primato dei corpi di lavoratori.<br />

Punto 87. Il programma e lo spirito.<br />

Mi sono guardato dallo sviluppare un programma completo. Le<br />

sue grandi linee sono tracciate e conosciute (naturalmente col<br />

rischio di vederle rubate). I programmi si basano sulle realtà<br />

nazionali e, se vi sono realtà che rimangono, ce ne sono anche<br />

molte di quelle che mutano da un giorno all'altro.<br />

Un programma non può essere una combinazione di teorie<br />

adunate dalle nuvole. Esso deve basarsi sulle realtà dolenti<br />

della nostra stirpe romena. Sono le sue ferite che devono<br />

essere guarite. Cercate programmi? Essi si trovano sulle labbra<br />

di tutti. Sarebbe meglio cercare uomini, poiché in una notte<br />

chiunque può preparare un programma, ma non di programmi<br />

si sente bisogno nel paese, bensì di uomini e di volontà. Ci<br />

sono movimenti che non hanno nessun programma: vivono<br />

sfruttando i diversi problemi che si presentano nella vita. Per<br />

esempio: l'usura. Essa divora e poi muore, a meno che non le<br />

compaia davanti un'altra preda. Vi sono altri movimenti che<br />

hanno un programma. Ve ne sono altri ancora che hanno più di<br />

un programma: hanno una dottrina, hanno una religione. È<br />

qualcosa di ordine superiore che riunisce in modo misterioso<br />

migliaia di nomini decisi a foggiarsi un altro destino. Se l'uomo<br />

di programma o di dottrina servono il loro programma con un<br />

certo interesse, i legionari sono uomini di una grande fede per<br />

la quale in ogni momento sono pronti a sacrificarsi. Questa fede<br />

essi la serviranno fino in fondo.<br />

Per quanto bello e completo possa sembrare il programma dei<br />

lupisti, dei nazional-contadini, dei liberali, potete star certi che<br />

nessun lupista è pronto a morire per il programma lupista,<br />

nessun georgista per il suo e così via. Perciò io faccio meno<br />

affidamento sugli uomini radunati grazie ai programmi, i quali ti<br />

abbandoneranno nei casi difficili, che non su quelli reclutati in<br />

nome delle grandi fedi, i quali saranno con te fino alla morte.


Il nostro movimento legionario ha soprattutto il carattere di una<br />

grande scuola spirituale. Esso tende ad accendere fedi<br />

insospettate, esso mira a trasformare, a rivoluzionare le anime.<br />

Gridate ovunque che il male, la miseria, la rovina vengono<br />

dall'anima. L'anima è il punto cardinale sopra il quale si deve<br />

operare nel momento attuale. L'anima dell'individuo e l'anima<br />

del popolo.<br />

Sono una menzogna tutti i programmi nuovi e i sistemi sociali<br />

fastosamente ostentati al popolo, se alla loro ombra ghigna la<br />

medesima anima malvagia, la medesima mancanza di<br />

coscienza verso l'adempimento del dovere, il medesimo spirito<br />

di tradimento verso tutto ciò che è romeno, la medesima<br />

dissolutezza, il medesimo spreco e il medesimo lusso.<br />

Chiamate l'anima della stirpe a una vita nuova. Non cercate i<br />

successi elettorali se essi non significano nello stesso tempo la<br />

vittoria delle forze organizzate nel rinnovamento dello spirito.<br />

Programmi? Come? Credete che noi non possiamo<br />

prosciugare paludi? Non possiamo accumulare le energie delle<br />

montagne ed elettrificare il paese? Non possiamo innalzare<br />

città romene? Non possiamo far sì che i nostri campi<br />

producano il quadruplo? Non possiamo assicurare, sul nostro<br />

ricco suolo, il pane a ogni Romeno? Non possiamo emanare<br />

leggi che assicurino il buon funzionamento di un meccanismo<br />

statale adatto al tempo e alla nostra particolarità nazionale?<br />

Non possiamo elaborare piani quinquennali? Non potremmo<br />

innalzare qui, sulla cima dei Carpazi, una patria che splenda<br />

come un faro in mezzo all'Europa e sia l'espressione del nostro<br />

genio romeno? Possiamo farlo certamente! Ma il grande errore<br />

di molti uomini politici è stato quello di aver stilato programmi<br />

dettagliati, prima di aver posto le condizioni per realizzarli.<br />

Abbiamo anche noi programmi in tasca. Essi vengono studiati<br />

incessantemente, ma noi li conserviamo per il loro tempo. La<br />

gente vi chiede che cosa farete? Dite che uomini forti possono<br />

fare molte cose.<br />

Intanto il nostro programma è:<br />

1) Realizzare una forza.<br />

2) Manovrarla in modo da vincere tutte le forze avverse.<br />

3) Applicare i punti programmatici propriamente detti.<br />

Abbiamo vie legali d'azione. In ogni caso i particolari, siano<br />

tattici o programmatici, fanno parte del segreto delle operazioni<br />

delle forze in lotta.<br />

Punto 88. Dal manifesto «Rovine».<br />

Le rovine.<br />

Non c'è uomo che non sia cieco e che non veda come questa<br />

ricca Terra sia divenuta un cumulo di rovine. Rovina il podere<br />

del contadino, rovina il villaggio (pugno di uomini amareggiati<br />

che si lamentano), rovina il comune, rovina il circondario,<br />

rovinano i monti privi di abitanti, rovinano i campi incolti che non<br />

producono più nulla per il povero contadino, rovina il bilancio<br />

dello Stato, rovina il paese.<br />

E sopra queste rovine che si estendono su tutta la terra romena<br />

un gruppo di vili, un gruppo di imbecilli, un gruppo di criminali<br />

senza pudore hanno innalzato i loro palazzi, quasi a sfidare la<br />

terra che geme di dolore e a umiliare la tua sofferenza,<br />

contadino romeno!<br />

Al mondo non si vide mai un quadro più deplorevole, più<br />

doloroso e più sfacciato. Sopra milioni di poderi che vanno in<br />

rovina, sopra milioni di povere anime che gemono, si innalza<br />

beffardo il palazzo criminale del saccheggiatore della terra. Chi<br />

è costui? Cercatelo per le città sromenizzate e lo troverete. È<br />

l'imboscato del 1916. È l'eroe dei 100 km. lontano dal fronte o il<br />

traditore dei suoi fratelli e della sua terra; è l'arricchito di guerra,<br />

l'uomo d'affari, il profittatore del sangue che tu hai versato<br />

goccia a goccia dal profondo delle tue ferite.<br />

Quando nel 1918 sei ritornato, ti sei inchinato davanti a loro,<br />

vedendolo grasso, ben vestito, mentre tu eri ricoperto di cenci;


da allora egli ti ha preso in affitto, mentre tu sei caduto in suo<br />

potere con la terra che tu hai creata sui campi di battaglia.<br />

Quale destino può avere questa povera terra, quando uno<br />

Stere, condannato a morte per alto tradimento e poi graziato, è<br />

capo di partito in Romania; quando un Socor, condannato e<br />

degradato per tradimento, è parlamentare e direttore di giornale<br />

e dirige la politica romena? Quando tanti imboscati stanno alla<br />

guida del paese? Abbiamo innalzato una bandiera. Contro di<br />

loro, contro coloro che hanno rovinato il paese, contro le torme<br />

di stranieri e di sromenizzati che ci hanno succhiato anche il<br />

midollo dalle ossa, noi abbiamo innalzato una bandiera.<br />

Quando ci siamo avviati all'ombra di questa bandiera, abbiamo<br />

chiesto la benedizione dei soldati caduti sul campo di battaglia<br />

per la Grande Romania e abbiamo fatto appello a tutti coloro<br />

che sono rimasti in vita dopo quelle lotte difficili. Questa<br />

bandiera vendicatrice ha sconfitto a Neamtz le schiere sfrontate<br />

dei politicanti. Questa bandiera le ha disperse a Tutova. Questa<br />

bandiera, santificata in due battaglie, la portiamo da un capo<br />

all'altro di questa terra. Essa infonde coraggio ai nostri e ispira il<br />

terrore nei nemici.<br />

Ci siamo chiamati legionari. Noi, servitori di questa bandiera,<br />

non ci siamo solennemente impegnati per depredare il paese,<br />

non ci siamo solennemente impegnati per guadagnar partigiani<br />

a cui permettere di rosicchiare le ossa del paese.<br />

Noi ci siamo solennemente impegnati a rimanere poveri fino<br />

alla tomba: si impoveriscano anche quelli fra noi che sono<br />

ricchi, ma ci siamo solennemente impegnati a vincere. A<br />

vincere e a compiere le nostre vendette. Siamo pronti al<br />

sacrificio, siamo tutti pronti morire.<br />

Così siamo noi, i legionari. Invano e a torto ci hanno confusi<br />

alcuni della città e della provincia, credendo che noi lottiamo<br />

per renderli nostri seguaci e per dar loro in pasto questa terra.<br />

No, noi non lottiamo per questo!<br />

C. Z. C.<br />

Punto 89. Ai portatori dello spirito nuovo.<br />

LEGIONARI,<br />

I chiacchieroni dei vecchi partiti percorrono di nuovo i villaggi,<br />

chiedendo il vostro aiuto per potersi rifare. Sotto il loro potere il<br />

Romenismo è stato messo dovunque in ginocchio di fronte allo<br />

straniero arrivato da poco. I grandi interessi della patria sono<br />

trascurati. Il mondo dei politicanti vede soltanto l'interesse del<br />

partito, e per la vittoria di questo sacrifica, ogni giorno e in ogni<br />

ora, il nostro stesso avvenire di stirpe.<br />

Cadono i boschi delle montagne cadute in mano agli ultimi<br />

arrivati. Geme il cuore nel petto dei Motzi e degli abitanti del<br />

Maramures, dimenticati da tutti. I lavoratori romeni,<br />

abbandonati, ingrossano le file dei comunisti giudei. Il<br />

commercio romeno, lasciato senza protezione, cade in<br />

ginocchio nelle lotte impari con lo straniero. Nei quadri del<br />

nostro esercito glorioso penetra sempre più profondamente il<br />

germe dissolutore e corruttore delle coscienze. E per il futuro si<br />

prevedono ore difficili. Se verremo chiamati alla grande prova<br />

internazionale, chi difenderà mai la terra di questo paese e la<br />

gloria della nostra Bandiera?<br />

Il contadino romeno vende il suo prodotto sotto prezzo di costo.<br />

I sensali si sono moltiplicati e ci sommergono. I caffè sono pieni<br />

di usurai e di intermediari. Essi si arricchiscono a danno di<br />

coloro che lavorano. Il popolo è spogliato. Il Romeno,<br />

impelagato nei debiti, è diventato lo schiavo moderno del<br />

banchiere giudeo. Il paese, diviso in partiti che si divorano l'un<br />

l'altro, crolla sotto i nostri occhi. A capo dei vecchi partiti non vi<br />

sono uomini fermi e decisi e non esiste in loro un briciolo di<br />

indirizzo nazionalista, un po' di stimolo per l'elemento romeno<br />

che da molti secoli tiene sulle sue spalle la vita del paese.<br />

Legionari,<br />

Di fronte a questa situazione e prima che i politicanti<br />

condannati possano rifarsi, abbiamo estratto la spada


innalzando la bandiera del nuovo tempo. Si avverte nell'aria,<br />

sempre più accentuato, il bisogno di altri principî di vita politica<br />

e morale. La liberazione del paese dai politicanti è un<br />

imperativo del tempo. In luogo dei vecchi partiti si sente il<br />

bisogno di un rinnovamento. In luogo dei partiti sempre<br />

inchinati davanti allo straniero, c'è bisogno di una politica di<br />

autonomia nazionale e di incoraggiamento del Romenismo.<br />

Dite a coloro che vengono di nuovo a prendervi per mano che il<br />

loro tempo e finito. «Tutti questi chiacchieroni possono<br />

crepare». D'ora in poi dovete ascoltare una sola voce, arcana e<br />

segreta come Dio: l'appello della terra dei padri. Questa voce<br />

deve udirla tutta la vostra gente. Ubbiditele all'unanimità!<br />

Romeni,<br />

Quando la vostra voce e la vostra volontà proclameranno la<br />

vittoria, la Romania risorgerà. Rifiorirà. Rifioriranno in lei, come<br />

peonie, i vostri figli. Lo straniero la rispetterà. Il nemico avrà<br />

timore di lei.<br />

Soldati della Legione del Santo Michele!<br />

Poiché Dio vi ha prescritto di costruire questa nuova Romania,<br />

e dal Nistro fino al Tibisco la stirpe attende di accogliervi con<br />

applausi interminabili, prorompa dai vostri petti d'acciaio il<br />

nostro grido di lotta e di vittoria: Viva la Romania romena! Viva<br />

la Legione!<br />

Corneliu Zelea Codreanu, Capo della Legione.<br />

Punto 90. Il manifesto del prof. Cristescu (modello di<br />

manifesto).<br />

Romeni del circondario Vlasca!<br />

Un movimento nuovo e deciso, guidato dal principio di<br />

un'azione di sacrificio e di onore nell'ambito dello Stato, ha<br />

inteso l'appello del grido di dolore e di rivolta di una stirpe<br />

intera.<br />

Per questa terra ingannata da una banda di politicanti<br />

profittatori e predoni, minacciata e umiliata nei suoi fini da tutti<br />

gli stranieri e i venduti allo straniero, la Legione viene oggi<br />

come un movimento di slancio e di giovinezza, di entusiasmo e<br />

disciplina militare. Sotto lo scudo della nostra religione avita<br />

essa chiama alla lotta per l'instaurazione di una nuova vita di<br />

onore e di giustizia.<br />

A capo di essa sta il figlio della Moldavia, Corneliu Zelea<br />

Codreanu, che, affrontando persecuzioni e sopportando<br />

sofferenze, lotta incessantemente per il riscatto della nostra<br />

stirpe e per il trionfo della giustizia. Per suo ordine ho preso il<br />

comando della Legione in questo circondario, assumendo<br />

l'obbligo santo di Romeno di chiamare in questa organizzazione<br />

coloro che conservano il prezioso focolare degli avi e sono<br />

decisi a lottare in spirito di sacrificio al nostro fianco per la<br />

vittoria del romenismo e della giustizia.<br />

Romeni del circondario Vlasca!<br />

Contadini, studenti, operai, intendete l'imperativo del momento<br />

e arruolatevi nella Legione!<br />

Prof. Vasile Cristescu<br />

Punto 91. I «cuzisti».<br />

Compagni di lotta,<br />

Non dimenticherete mai che questi uomini che si chiamano<br />

«cuzisti» si sono presi gioco delle nostre sofferenze per dieci<br />

anni di seguito. Essi hanno costruito le loro fortune politiche<br />

sopra le nostre spalle, per poi sputarci sul viso già tante volte<br />

colpito dai nemici.<br />

Punto 92.<br />

Articoli delle leggi del paese alla cui osservanza devono essere<br />

richiamati gli agenti della forza pubblica (sindaci, gendarmi,


poliziotti, ecc.) che si oppongono alla propaganda della Legione<br />

abusando del loro potere.<br />

SULLE INFRAZIONI<br />

Art. 137 cod. penale: NON è considerato infrazione: l'atto<br />

imposto o autorizzato dalla legge, se esso viene eseguito nelle<br />

condizioni previste; il fatto che è stato compiuto da organo<br />

competente in virtù di un ordine di servizio, se quell'ordine è<br />

dato in forme legali dall'autorità competente e se non ha un<br />

carattere palesemente illegale. Quando l'esecuzione di un<br />

ordine di servizio costituisce un'infrazione, il capo o il superiore<br />

che ha dato l'ordine è punito come autore di quell'infrazione<br />

insieme con colui che ha eseguito l'ordine.<br />

GLI ARRESTI<br />

Art. 11 della Costituzione: La libertà individuale è garantita.<br />

Nessuno può essere detenuto o arrestato, se non in forza di un<br />

mandato giudiziario motivato, il quale deve essere comunicato<br />

al momento dell'arresto o, al più tardi, ventiquattr'ore dopo il<br />

fermo o l'arresto.<br />

Art. 254 codice penale: Il mandato deve essere emesso dal<br />

giudice istruttore, dal pubblico ministero o da altra autorità<br />

giudiziaria nell'ipotesi in cui la legge lo preveda; e riconosciuta<br />

inoltre agli ufficiali di polizia giudiziaria la facoltà d'arresto<br />

nell'interesse delle indagini preliminari.<br />

Art. 207 codice penale: Il fermo per indagini non può durare più<br />

di ventiquattr'ore; qualora qualcuno sia stato fermato per<br />

indagini oltre ventiquattr'ore, l'ufficiale di polizia giudiziaria che<br />

l'ha fermato viene punito con reclusione correzionale da 1 a 3<br />

anni e con interdizione correzionale da 1 a 3 anni.<br />

Art. 272 combinato con l'art. 245 del codice penale: Il pubblico<br />

funzionario che, usurpando un'attribuzione o abusando del suo<br />

potere legittimo o oltrepassando i limiti della propria<br />

competenza ovvero non rispettando o violando le formalità<br />

prescritte dalla legge, ovvero deviando in qualunque altro modo<br />

dai doveri inerenti alla sua funzione, arresta, detiene o ferma<br />

qualcuno oppure ordina che ciò venga fatto, commette il delitto<br />

di arresto arbitrario ed è punito con la reclusione correzionale<br />

da 1 a 3 anni e interdizione correzionale da 1 a 3 anni.<br />

PERQUISIZIONI<br />

Art. 11 della Costituzione: Nessuno può essere perquisito se<br />

non nei casi e nelle forme previste dalle leggi.<br />

Art. 13 della Costituzione: Il domicilio è inviolabile. Nessuna<br />

visita domiciliare può essere operata se non dalle autorità<br />

competenti nei casi specificamente previsti dalla legge e<br />

seconda le forme da essa prescritte.<br />

Art. 242 codice procedura penale: Se l'accusato è in stato di<br />

detenzione, ogni perquisizione della sua abitazione si svolge in<br />

sua presenza o in presenza di un suo delegato, o, se non è<br />

possibile, in presenza di un membro della sua famiglia. Quando<br />

la perquisizione viene eseguita da un ufficiale di polizia<br />

giudiziaria che non sia magistrato, la presenza di due testimoni<br />

e obbligatoria. Se l'accusato è libero, egli è chiamato ad<br />

assistere alla perquisizione senza notifica preliminare.<br />

Art. 249 codice procedura penale: Eccettuato il caso di crimine<br />

o delitto, nessuna perquisizione può essere eseguita dalle ore<br />

20 fino alle ore 6 all'interno di una abitazione contro la volontà<br />

di colui che vi abita, se non dal giudice istruttore in persona.<br />

Art. 499 codice penale: Il pubblico funzionario che,<br />

oltrepassando i limiti della propria competenza o abusando del<br />

proprio potere o senza rispettare le formalità imposte dalla<br />

legge, si introduce o rimane nell'abitazione di una persona e nel<br />

luogo in cui essa esercita la sua professione ovvero in un luogo<br />

recintato, contro la volontà di colui che vi abita o che ha il diritto<br />

di disporne, commette il delitto di violazione di domicilio ed è<br />

punito con la reclusione da 6 mesi a 2 anni. Se in questa<br />

occasione viene eseguita anche perquisizione domiciliare o<br />

altro atto arbitrario, la punizione e la reclusione correzionale da<br />

1 a 3 anni e l'ammenda da 2.000 a 5.000 lei. Il tentativo viene<br />

punito.


Art. 40 della legge di organizzazione della gendarmeria rurale:<br />

Gli atti che potrebbero ledere o restringere la libertà individuale<br />

non possono venir eseguiti se non in base a un ordine scritto,<br />

qualunque possa essere l'autorità da cui essi emanano.<br />

Art. 39 della legge di organizzazione della gendarmeria rurale:<br />

A richiesta della parte, il gendarme è obbligato a rilasciare sul<br />

luogo una copia autentica dell'ordine ricevuto.<br />

LEGISLAZIONE ELETTORALE<br />

Art. 12 Legge elettorale: I cittadini romeni eserciteranno il loro<br />

diritto di voto muniti dei certificati elettorali che saranno loro<br />

rilasciati in base alle liste elettorali.<br />

Art. 24 Legge elettorale: Qualunque cittadino può reclamare al<br />

presidente dell'ufficio elettorale di circondario contro coloro che<br />

sono incaricati di consegnargli il certificato elettorale e che<br />

rifiutano intenzionalmente di consegnarglielo. Il presidente,<br />

accolto il reclamo, ordinerà la consegna del certificato e gli<br />

incaricati sono obbligati di conformarsi alla sua disposizione.<br />

Art. 115 Legge elettorale: Coloro i quali con percosse o<br />

violenze avranno influenzato il voto di un elettore o l'avranno<br />

posto nella condizione di astenersi dal voto, saranno puniti con<br />

la reclusione da un mese fino a tre mesi e con ammenda da<br />

500 a 3.000 lei.<br />

Art. 120 Legge elettorale: Non può essere impedita l'affissione<br />

per le strade e sulle pubbliche piazze dei manifesti e delle<br />

pubblicazioni elettorali che non contengano istigazioni contro<br />

l'ordine e la sicurezza dello Stato oppure calunnie. Coloro i<br />

quali intenzionalmente le distruggeranno saranno puniti con<br />

ammenda da 500 a 2.000 lei.<br />

Art. 122 Legge elettorale: Nel caso in cui non sia il pubblico<br />

ministero a prendere l'iniziativa, venti elettori hanno il diritto di<br />

promuovere procedimento penale per la punizione dei delitti<br />

commessi in tempo di elezioni.<br />

Art. 232 codice penale: Chi, con violenza o con minacce,<br />

impedisce a un cittadino di esercitare i suoi diritti politici o civili,<br />

è punito con la detenzione semplice da 3 mesi a un anno e con<br />

l'interdizione correzionale da 1 a 2 anni.<br />

Art. 235 codice penale: Chi, con qualsiasi mezzo, impedisce il<br />

libero esercizio del diritto elettorale o falsifica in modo<br />

essenziale i lavori o gli atti di preparazione o di svolgimento<br />

delle operazioni elettorali o gli scrutini elettorali, commette il<br />

delitto di frode elettorale ed è punito con la reclusione<br />

correzionale da 1 a 3 mesi. Se il fatto è commesso da una<br />

persona incaricata di condurre, sorvegliare o assistere alle<br />

operazioni elettorali, la punizione e la reclusione correzionale<br />

da 6 mesi a 2 anni e l'interdizione correzionale da 1 a 3 anni.<br />

L'azione penale, se non è stata provocata dalla parte lesa o dal<br />

pubblico ministero, potrà essere promossa a iniziativa di<br />

almeno venti elettori.<br />

RIFIUTO <strong>DI</strong> ATTI <strong>DI</strong> SFRVIZIO<br />

Art. 243 codice penale: Il pubblico funzionario che,<br />

ingiustamente, rifiuta, omette o ritarda di compiere un atto a cui<br />

è obbligato in virtù della propria funzione o del proprio servizio,<br />

commette il delitto di rifiuto di atti di servizio ed è punito con la<br />

reclusione correzionale da 6 mesi a un anno e con ammenda<br />

da 2.000 a 5.000 lei.<br />

ABUSO <strong>DI</strong> POTERE<br />

Art. 243 codice penale; Il pubblico funzionario che, usurpando<br />

un'attribuzione o abusando del suo potere legittimo, ovvero<br />

oltrepassando i limiti della propria competenza, ovvero non<br />

tenendo nella dovuta considerazione o violando le formalità<br />

prescritte dalla legge, ovvero tralasciando in qualunque altro<br />

modo di compiere i doveri inerenti alla sua funzione, commette<br />

il delitto di abuso di potere, e punito con la reclusione<br />

correzionale da 6 mesi a 2 anni e con interdizione correzionale<br />

da 1 a 3 anni. La medesima pena si applica anche quando il<br />

fatto è compiuto allo scopo di costringere ingiustamente una<br />

persona a omettere o a tollerare qualcosa. Il tentativo viene<br />

punito.


ABUSO <strong>DI</strong> AUTORITÀ<br />

Art. 246 codice penale: Il pubblico funzionario che senza giusto<br />

motivo fa uso delle armi, nella misura in cui questo fatto non<br />

costituisca un'infrazione più grave o in seguito ad esso non si<br />

produca un'infrazione più grave, commette il delitto di abuso di<br />

autorità ed è punito con reclusione correzionale da 1 a 3 anni e<br />

interdizione correzionale da 1 a 3 anni.<br />

COMPORTAMENTO ABUSIVO<br />

Art. 248 codice penale: Il pubblico funzionario che,<br />

nell'esercizio delle proprie funzioni, rivolge ingiurie a una<br />

persona o usa la violenza nei suoi riguardi, qualora il fatto non<br />

costituisca un'infrazione più grave, commette il delitto di<br />

comportamento abusivo ed è punito con la reclusione<br />

correzionale da 1 a 8 mesi.<br />

VIOLAZIONE <strong>DI</strong> SEGRETI<br />

Art. 502 codice penale: Chi sottrae o sopprime corrispondenza<br />

chiusa o aperta oppure qualsiasi altro scritto chiuso non<br />

indirizzato a lui, commette il delitto di sottrazione di<br />

corrispondenza ed è punito con la reclusione correzionale da<br />

un mese a un anno; mentre quando ne divulga il contenuto per<br />

procurarsi un utile materiale ovvero causa ad altri un<br />

pregiudizio materiale o morale, viene punito con la reclusione<br />

correzionale da 1 a 3 anni e con l'ammenda da 2.000 a 3.000<br />

lei.<br />

Art. 503 codice penale: Chi in maniera fraudolenta ottiene o usa<br />

una comunicazione telegrafica o una conversazione telefonica,<br />

commette il delitto di intercettazione fraudolenta di<br />

comunicazione telegrafica o telefonica ed è punito con<br />

reclusione correzionale da 1 a 5 mesi. Quando l'autore<br />

dell'infrazione divulga la comunicazione telegrafica o telefonica<br />

per procurarsi un utile materiale ovvero causa ad altri un<br />

pregiudizio morale o materiale, viene punito con la reclusione<br />

correzionale da 6 mesi a 2 anni.<br />

Art. 504 codice penale: Quando il delitto prevista nel<br />

precedente articolo è commesso da pubblici funzionari, la pena<br />

è aumentata sino a due anni.<br />

Perciò: Il pubblico funzionario fa ciò che gli ordina la legge o ciò<br />

che gli ordina il suo superiore. Quando esegue un ordine<br />

impostogli dalla legge, quell'ordine deve essere eseguito nelle<br />

condizioni prescritte dalla legge, con le formalità che essa<br />

richiede, mentre, quando egli esegue un ordine di servizio<br />

impartito da un suo superiore, quell'ordine deve essere stato<br />

dato nelle forme previste dalla legge, deve essere stato<br />

emesso da un superiore che aveva il diritto di emetterlo e non<br />

deve essere contrario alla legge; inoltre chi riceve questo<br />

ordine deve avere il potere di eseguirlo.<br />

Se in base a un ordine di servizio l'inferiore commette un<br />

crimine o un delitto, è punito tanto lui quanto il superiore che ha<br />

dato quell'ordine.<br />

La libertà individuale è garantita dalla Costituzione. Ogni atto<br />

che leda questa libertà non può essere eseguito se non in base<br />

a un ordine scritto, qualunque sia l'autorità che emette questo<br />

ordine. Quando un gendarme esegue un ordine che investe la<br />

libertà di una persona (arresto, perquisizione domiciliare), se<br />

quella persona lo richiede, il gendarme è obbligato a rilasciargli<br />

all'atto dell'arresto etc. una copia autenticata dell'ordine che egli<br />

esegue.<br />

La Costituzione del paese prevede che nessuno sia arrestato<br />

se non in base a nn mandato giudiziario, mentre questo<br />

mandato deve essere esibito all'arrestato proprio all'atto del suo<br />

arresto o, al più tardi, ventiquattro ore dopo l'arresto (cfr. art. 11<br />

della Costituzione).<br />

Il codice penale esige che il mandato d'arresto sia emesso dal<br />

giudice istruttore o dal procuratore o da altra autorità giudiziaria<br />

competente.<br />

La legge attribuisce facoltà agli ufficiali di polizia giudiziaria<br />

(procuratore, giudice istruttore, giudice di circoscrizione rurale,


commissario, capo di posto) di trattenere per indagini colui che<br />

è considerato colpevole, ma questo fermo non deve<br />

oltrepassare le ventiquattr'ore; altrimenti, l'ufficiale di polizia<br />

giudiziaria che lo ha trattenuto sarà punito ex art. 207 codice<br />

penale.<br />

Quando un pubblico funzionario arresta o ordina l'arresto di<br />

qualcuno senza che la legge gli attribuisca il potere di farlo o di<br />

ordinarlo ovvero se arresta qualcuno a suo arbitrio senza tener<br />

conto delle formalità richieste dalla legge, sarà punito ex art.<br />

272 codice penale per arresto arbitrario.<br />

Perciò, quando un agente della forza pubblica viene ad<br />

arrestarti, domandagli in che qualità lo fa e chiedigli di esibirti<br />

l'ordine scritto.<br />

La Costituzione afferma che nessuno può essere perquisito, se<br />

non nei casi previsti dalla legge e soltanto nelle forme che essa<br />

stabilisce (art. 11 della Costituzione).<br />

Il domicilio è inviolabile. Nessuna visita domiciliare può essere<br />

eseguita se non dalle autorità legali e solo secondo le formalità<br />

richieste dalla legge. Le autorità che hanno questo potere sono:<br />

gli ufficiali di polizia giudiziaria (giudice istruttore, procuratore,<br />

giudice di circoscrizione rurale, commissario, capo di posto), i<br />

quali possono eseguire perquisizione domiciliare solo con<br />

l'autorizzazione scritta del giudice istruttore. Se colui che<br />

subisce la perquisizione domiciliare è arrestato, la perquisizione<br />

nella sua abitazione non può essere eseguita che in sua<br />

presenza o in presenza di persona da lui delegata o, almeno, in<br />

presenza di un membro della sua famiglia. Quando la<br />

perquisizione 1a opera un commissario o un capo di posto,<br />

devono essere presenti anche due testimoni. Se l'accusato è in<br />

libertà, deve essere chiamato ad assistere alla perquisizione<br />

(art. 208 cod. proc. pen., art. 247, 249 cod. proc. pen.).<br />

Le perquisizioni domiciliari non possono essere effettuate tra le<br />

ore 8 di sera e le 6 di mattina, se non nell'ipotesi di crimine o<br />

delitto. Il giudice istruttore le può eseguire in qualunque<br />

momento (art. 249 cod. proc. pen.).<br />

Il pubblico funzionario che si introduce nell'abitazione o nel<br />

cortile di una persona senza il permesso di colui che vi abita,<br />

abusando del suo potere e non avendo alcuna autorizzazione,<br />

sarà punito ex. art. 499 c. p. per violazione di domicilio. E, se in<br />

tale occasione egli ha effettuato anche perquisizione<br />

domiciliare ovvero ha insultato o colpito chi vi abita, sarà punito<br />

ancor più gravemente (art. 499 c. p.).<br />

Tutti i cittadini romeni iscritti nelle liste elettorali hanno il diritto<br />

di votare. Ogni legionario che ha compiuto i 21 anni ha il dovere<br />

di iscriversi nelle liste elettorali.<br />

Se non ti viene dato il certificato elettorale, reclama<br />

immediatamente presso il presidente dell'ufficio elettorale di<br />

circondario.<br />

I manifesti elettorali possono essere affissi per le strade e nelle<br />

piazze pubbliche in qualsiasi momento, non soltanto in periodo<br />

elettorale. Tutti i legionari devono sapere che le ordinanze con<br />

cui i Prefetti di Circondario interdicono ciò sono illegali.<br />

Chi distrugge i manifesti elettorali sarà punito ex art. 120 della<br />

legge elettorale.<br />

Chi impedisce a un cittadino di votare sarà punito ex art. 232 c.<br />

p.<br />

Nessuno ha il permesso di votare più volte. Chi vota più volte<br />

sarà punito ex art. 235 c. p. Se coloro che assistono all'interno<br />

di un seggio elettorale (delegati) o coloro che dirigono e<br />

sorvegliano le operazioni di voto falsificano i risultati, saranno<br />

puniti secondo l'art. 235 c. p. Venti elettori potranno reclamare<br />

presso la Procura del Regno.<br />

Se un legionario presenta un esposto a un'autorità e richiede lo<br />

svolgimento di un'indagine, ma coloro che sono obbligati ad<br />

accogliere la richiesta non vi aderiscono, dimostrando così il<br />

loro odio contro di noi, il legionario deve sapere che quel<br />

pubblico funzionario può essere punito secondo l'art. 243 c. p.


Le autorità, operando in violazione di legge, commettono<br />

spesso abusi di potere, specialmente nei confronti dei legionari,<br />

sia per garantire un utile a un loro protetto, sia per procurare un<br />

danno a un legionario. Questi abusi sono puniti conforme all'art.<br />

245 c. p. I legionari non devono lasciarsi pestare sotto i piedi.<br />

Se un pubblico funzionario, un'autorità (prefetto di circondario,<br />

ecc.) fanno uso della forza delle armi senza fondati motivi, sono<br />

punibili secondo l'art. 246 c. p.<br />

Il pubblico funzionario deve comportarsi correttamente con<br />

coloro che egli deve servire. Se, durante l'esercizio delle sue<br />

funzioni, insulta e colpisce coloro che egli deve servire, sarà<br />

punito secondo l'art. 248 c. p.<br />

Il segreto epistolare è garantito dalla Costituzione. Nessuno ha<br />

il permesso di aprire le lettere chiuse di un altro, né di leggere<br />

quelle aperte, poiché sarà punito secondo l'art. 502 c. p.<br />

Accade che cialtroni governativi, o autorità, aprano le lettere,<br />

anche raccomandate, indirizzate ai legionari, invocando per<br />

questo comportamento la censura e lo stato d'assedio. I<br />

legionari devono sapere che si tratta di veri e propri abusi e che<br />

nessuna legge al mondo attribuisce a chicchessia il diritto di<br />

aprire le lettere di un altro o di fermare i giornali e le<br />

pubblicazioni che vengono spedite per posta ai legionari, o di<br />

ascoltare furtivamente le conversazioni telefoniche dei<br />

legionari.<br />

Il contenzioso legionario centrale.<br />

Punto 93. La poesia del capo di cuib.<br />

VINCEREMO!<br />

Dai monti vien di buccina una voce<br />

E intorno a te c'è tanto affanno atroce!<br />

Tu, educato nel vecchio insegnamento,<br />

Entra deciso nel combattimento.<br />

Svegliati, su! S'è accampato uno stuolo<br />

Di cavallette sopra il nostro suolo.<br />

Leva la fronte, o lo rovineranno:<br />

Sempre più stretti i confini si fanno.<br />

Sia che adesso ti trovi sopra il monte<br />

O al piano esteso fino all'orizzonte,<br />

Sulla collina oppure presso l'onda<br />

D'un fiume o in una vallata profonda,<br />

L'appello accogli senza esitazione.<br />

Siamo migliaia noi della Legione:<br />

Fra noi ci son ragazzi di valore,<br />

Uomini e bimbi, e a tutti ferve in cuore<br />

Una brama: l'avito suol che il Nistro<br />

Racchiude col Tibisco e il vecchio Istro 9<br />

Appartenga in futuro solo a noi<br />

Insieme con tutti i tesori suoi<br />

Immensi ... Ascolta, sei forse contento<br />

Che si sia perso, come fumo al vento,<br />

Il sacrificio dei caduti? E il cuore<br />

Ti regge, nel veder che il popol muore<br />

Di fame, e lo stranier, giunto col vento,<br />

Proprietario dell'oro e dell'argento,<br />

Sta a crogiolarsi nella sazietà<br />

In splendidi palazzi di città?<br />

Sveglia, Romeno! Entra nella Legione:<br />

Ed il brivido della decisione<br />

Santa nei nostri ranghi sentirai<br />

E benedetto dai morti sarai!<br />

5 Marzo 1933.<br />

PETRE E STEFAN, contadino,<br />

Capo del gruppo legionario Balcesti-Arges<br />

Questo opuscolo contiene la legge fondamentale della Legione,<br />

la sola che impegna ufficialmente l'organizzazione. Tutto ciò<br />

che è comparso prima d'ora è abolito.


Camerati,<br />

Ho scritto questo libretto in modo che sia di facile<br />

comprensione a voi tutti. E adesso all'opera! IL<br />

<strong>CAPO</strong> DELLA LEGIONE<br />

IL GIURAMENTO DEI LEGIONARI<br />

MOTZA E MARIN<br />

GIURO di fronte a Dio,<br />

Di fronte al vostro santo sacrificio per Cristo e per la Legione,<br />

Di allontanare da me i piaceri terreni,<br />

Di staccarmi dall'amore umano,<br />

E per la Resurrezione della mia stirpe,<br />

Io ogni momento,<br />

Di essere pronto a morire.<br />

LO GIURO!<br />

IL GIURAMENTO DEI GRA<strong>DI</strong> I.EGIONARI<br />

Cari camerati,<br />

Tutte le volte che mi sono trovato di fronte a un sacrificio<br />

legionario, mi sono detto: Che cosa terribile sarebbe, qualora<br />

sopra il nobile supremo sacrificio dei camerati si radicasse una<br />

casta vittoriosa a cui si aprissero le porte della vita degli affari,<br />

delle speculazioni fantastiche, dei furti, delle crapole, dello<br />

sfruttamento. Per ciò, alcuni sarebbero morti per servire agli<br />

altrui appetiti di arricchimento, di vita comoda e di sfrenatezze!<br />

Ecco, ora Iddio ci ha condotti qui, di fronte al più grande<br />

sacrificio che il Movimento Legionario avrebbe potuto dare.<br />

Poniamo il cuore, il capo e il corpo di Motza e del suo<br />

compagno Marin a fondamento della Nazione Romena.<br />

Fondamento oltre i secoli per le future grandezze romene.<br />

Poniamo quindi Motza e Marin a fondamento della futura élite<br />

romena, la quale sarà chiamata a fare di questa stirpe ciò che<br />

la nostra mente a stento intravvede.<br />

Voi, che rappresentate i primi inizi di questa élite, giurate di<br />

comportarvi in modo da essere veramente il sano principio del<br />

grande avvenire dell'élite romena, di difendere l'intero<br />

movimento legionario, affinché esso non scivoli lungo la china<br />

dell'affarismo, del lusso, del benessere, dell'immoralità, del<br />

soddisfacimento di ambizioni personali o di appetiti di umana<br />

grandezza. Giurerete che avete compreso, che perciò non<br />

esiste più alcun dubbio nella vostra coscienza, che Ion Motza e<br />

Vasile Marin non hanno fatto il loro sovrumano sacrificio<br />

affinché alcuni di noi, oggi o domani, si rimpinzino e<br />

banchettino sul loro sepolcro. Essi non sono morti perché noi<br />

sconfiggiamo, col loro sacrificio, una casta di sfruttatori al fine di<br />

installarci noi nei palazzi di questa casta, continuando lo<br />

sfruttamento del paese e del lavoro altrui, continuando la vita di<br />

affari, di lusso, di dissolutezza. In tal caso, con la nostra vittoria<br />

la misera moltitudine dei Romeni cambierebbe soltanto<br />

l'insegna degli sfruttatori, mentre questa terra spremuta<br />

raccoglierebbe le sue forze estenuate per sopportare una<br />

nuova categoria di vampiri che le succhi il sangue: cioè noi.<br />

MOTZA, tu non sei morto per questo. Tu hai compiuto il tuo<br />

sacrificio per la stirpe.<br />

Giurerete quindi che avete compreso, che essere élite<br />

legionaria nel nostro linguaggio non significa soltanto lottare e<br />

vincere, ma significa sacrificarsi permanentemente al servizio<br />

della Stirpe, poiché il principio di élite è legato all'etica di<br />

sacrificio, di povertè, di vita aspra e severa, e che laddove<br />

termina il sacrificio di sé, là termina l'élite legionaria.<br />

Giureremo perciò di impegnare i nostri successori a venire al<br />

sepolcro di Motza e di Marin, a deporre il loro giuramento di<br />

osservare queste condizioni essenziali dell'élite, condizioni per<br />

le quali noi stessi giuriamo:<br />

1. Di vivere in povertà, estinguendo in noi gli appetiti di<br />

arricchimento materiale.<br />

2. Di vivere una vita aspra e severa, rifiutando il lusso e il<br />

superfluo.<br />

3. Di vanificare ogni tentativo di sfruttamento da parte dell'uomo<br />

sull'uomo.


4. Di sacrificarci continuamente per la nostra terra.<br />

5. Di difendere con tutte le nostre forze il movimento legionario<br />

contro tutto ciò che potrebbe trascinarlo su strade di<br />

compromessi; o contro tutto ciò che potrebbe abbassare il suo<br />

sublime orizzonte etico.<br />

MOTZA E MARIN,<br />

LO GIURIAMO!<br />

Bucarest, 12 Febbraio 1937.<br />

I <strong>DI</strong>ECI COMANDAMENTI<br />

a cui il legionario deve attenersi per non deviare dalla sua<br />

strada gloriosa in questi giorni di oscurità, di sventura e di<br />

tentazione satanica. Affinché tutto il mondo sappia che noi<br />

siamo legionari e restiamo legionari per l'eternità.<br />

1. NON CREDERE in nessun modo alle informazioni, alle<br />

notizie sul movimento legionario lette in qualunque giornale -<br />

anche quando questo sembri nazionalista- o sussurrate<br />

all'orecchio da agenti o pure da uomini onesti. Il legionario non<br />

crede se non all'ordine e alla parola del suo Capo, Se questa<br />

parola non viene, significa che nulla è cambiato e che il<br />

legionario prosegue tranquillo avanti per la sua strada.<br />

2. STAI BENE ATTENTO con chi hai a che fare. E valutalo<br />

come si deve, sia quando e un avversario che vuole ingannarti,<br />

sia quando è un amico stolto che è stato ingannato da un<br />

avversario.<br />

3. GUARDATI come da una grande calamità dallo sconosciuto<br />

che ti esorta a fare qualcosa. Egli ha un interesse e vuole<br />

perseguire il suo interesse tramite te o vuole comprometterti di<br />

fronte agli altri legionari. Il legionario agisce soltanto dietro<br />

ordine o per sua propria iniziativa.<br />

4. SE qualcuno vuole tentarti o comprarti, sputagli in faccia. I<br />

legionari non sono né stupidi né merce d'acquisto.<br />

5. EVITA coloro che vogliono farti doni. Non accettare nulla.<br />

6. ALLONTANATI da coloro che ti adulano e ti lodano.<br />

7. DOVE esistono soltanto tre legionari, costoro vivano fra loro<br />

come fratelli: Unità, unità e ancora unità! Sacrifica tutto, immola<br />

te stesso, i tuoi desideri e tutto il tuo egoismo per questa unità.<br />

Essa, l'unità, ci darà la vittoria. Chi è contro l'unità, è contro la<br />

vittoria legionaria.<br />

8. NON PARLAR MALE dei tuoi compagni. Non accusarli. Non<br />

mormorare all'orecchio e non tollerare che ti si mormori.<br />

9. NON SPAVENTARTI se non ricevi ordini, notizie, risposte<br />

alle lettere, o se ti pare che la lotta ristagni. Non allarmarti, non<br />

prender le cose sul tragico, ché Dio e al di sopra di noi e i tuoi<br />

capi conoscono la via giusta e sanno quello che vogliono.<br />

10. NELLA TUA SOLITU<strong>DI</strong>NE prega Iddio, in nome dei nostri<br />

morti, affinché ci aiuti a sopportare tutti i colpi sino alla fine delle<br />

sofferenze, sino alla grande risurrezione e alla vittoria<br />

legionaria.<br />

Marzo 1935<br />

Corneliu Zelea Codreanu<br />

L'ASSOCIAZIONE, «AMICI DEI LEGIONARI» 10<br />

Statuto<br />

Ecco lo statuto dell'associazione:<br />

«Ho preso l'iniziativa di stabile un legame fra coloro che non<br />

sono divenuti e non possono divenire legionari. Esistono molti<br />

che sono stati spiritualmente a fianco di questo movimento, ma<br />

non hanno potuto esservi inquadrati, sia perché funzionari di<br />

Stato o di imprese private, sia perché commercianti o<br />

imprenditori impediti da molte difficoltà nelle loro professioni,<br />

sia perché costituiti spiritualmente in modo da non essersi<br />

potuti completamente integrare nella severa spiritualità di<br />

questo movimento. Esiste tuttavia in questa terra una buona<br />

parte di Romeni, i quali riconoscono la necessità di offrire un<br />

aiuto a questi giovani che gelano sul fronte della lotta per il<br />

paese.


«Guardate da ogni parte: paesi come l'Italia, il Belgio e la<br />

Germania risorgono a nuova vita e di vittoria in vittoria tracciano<br />

nuove strade sotto il sole. «Solo noi, solo noi Romeni stiamo<br />

fermi. Noi guardiamo indifferenti tutte le agitazioni della nostra<br />

gioventù e crediamo a tutte le calunnie che le vengono gettate<br />

sopra.<br />

«Una domanda ci strazia il cuore; Saremo noi, sarà questa<br />

stirpe destinata soltanto alla sconfitta? Non potremo anche noi<br />

dare al mondo una grande vittoria romena? «Queste<br />

considerazioni ci hanno indotto a costituire una forma di<br />

associazione destinata ai non militanti che intendano prestare il<br />

loro aiuto alla gioventù chiamata "Gli Amici dei Legionari"».<br />

DECISIONE DELLA <strong>DI</strong>REZIONE LEGIONARIA<br />

Ci siamo presentati alla direzione del movimento legionario, da<br />

cui ci è stata data la seguente risposta:<br />

«Accettiamo con molta gioia la Vostra proposta. Essa ci sarà di<br />

reale aiuto per la vittoria. Questa proposta risolve anche un<br />

altro problema.<br />

«Intorno a noi abbiamo amici, indifferenti e nemici.<br />

Considereremmo un disastro qualora domani, quando la<br />

tromba della vittoria suonerà sulla terra romena, coloro che<br />

sono stati veti amici della stirpe fossero messi con disprezzo da<br />

parte, mentre a coloro che ci hanno avversato o sono rimasti<br />

indifferenti fino alla vigilia della vittoria fossero attribuiti incarichi<br />

con ricompense immeritate, come eroi dell'ultima ora. Questa<br />

triste prospettiva ci perseguita da molto tempo. Infatti, se il<br />

secondo giorno dopo la vittoria si verificasse una cosa del<br />

genere, tutta l'opera legionaria sarebbe annientata.<br />

«Perciò la Vostra proposta è portatrice di salvezza: sulla sua<br />

base potremo conoscere coloro che ci sono stati amici nel<br />

momento del bisogno, coloro che sono rimasti indifferenti a tutti<br />

i tentativi di questa stirpe e coloro che ci hanno avversati,<br />

avversando il destino della stirpe.<br />

«Noi non perseguiamo una vendetta, ma sentiamo la necessità<br />

di creare un sentimento di responsabilità in mezzo a questo<br />

popolo romeno. Ciascuno dovrà sapere che egli risponderà del<br />

suo atteggiamento. Non può vivere un popolo disposto a<br />

seguire tutte le opinioni che si presentano, tutti gli<br />

atteggiamenti, tutti i mutamenti e tutti i compromessi».<br />

COLORO CHE NON POSSONO ESSERE ACCETTATI<br />

La direzione del movimento legionario ha dunque approvato<br />

questa iniziativa, ma ha posto tre condizioni:<br />

«Accettiamo questi amici cristiani di ogni partito, di ogni gruppo,<br />

di ogni categoria sociale. Non ci interessa né la classe, né il<br />

gruppo politico di cui fanno parte e in cui possono restare<br />

anche in avvenire.<br />

«Non accettiamo però assolutamente l'amicizia:<br />

A) <strong>DI</strong> COLORO CHE CI HANNO ATTACCATO CON VILTÀ O<br />

HANNO TENUTO CON VILTÀ UN ATTEGGIAMENTO<br />

SIMPATIZZANTE.<br />

B) Di coloro che hanno dimostrato, nei rapporti con noi o con<br />

altri, di essere uomini SENZA CARATTERE.<br />

C) Di coloro che sono stati SCORRETTI, guadagnandosi<br />

fortune con affari sporchi o mediante appropriazione di pubblico<br />

denaro.<br />

«Chiunque, perciò, può entrare in questo mondo degli «AMICI<br />

DEI LEGIONARI», eccezion fatta per queste tre categorie».<br />

CON<strong>DI</strong>ZIONI <strong>DI</strong> ISCRIZIONE «In seguito a questa risposta<br />

abbiamo concordemente stabilito le seguenti direttive:<br />

I. Gli Amici dei Legionari aiutano i legionari materialmente e<br />

moralmente secondo le loro possibilità, mensilmente o<br />

annualmente.<br />

II. Essi sono completamente fuori dell'organizzazione<br />

legionaria, le cui norme di accettazione sono molto più severe.<br />

III. Essi non si conoscono fra loro e non si riuniscono mai.<br />

IV. Essi non possono essere conosciuti nemmeno dai legionari.


V. La prima riunione di queste persone si terrà nel giorno della<br />

Vittoria. Allora essi verranno convocati nominalmente dal Capo<br />

della Legione, saranno conosciuti dai legionari e festeggiati da<br />

tutto il popolo.<br />

VI. Possiedono un numero d'ordine e una parola d'ordine.<br />

VII. Saranno informati correttamente e al tempo giusto su tutti i<br />

problemi legionari importanti.<br />

«Questa associazione è stata fondata Venerdì 6 Novembre<br />

1936.<br />

Note<br />

1- Della libertà.<br />

2- La capriola della Legione.<br />

3- Michele il Prode.<br />

4- Specie di casa dello studente.<br />

5- Stefano il Grande.<br />

6- Gli originali delle lettere si trovano nell'album apposito che le<br />

raccoglie. (Nota di Codreanu).<br />

7- Gazzetta Ufficiale.<br />

8- Banca Contadina.<br />

9- Danubio.<br />

10- Il comitato, al punto 76, (Nota di Codreanu)

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