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Formulazioni ■ Luana Perioli e Cinzia Pagano - Dip. di Chimica e Tecnologia del Farmaco – Università degli Studi di Perugia Michele Sisani - Prolabin & Tefarm, Spin Off dell’Università degli Studi di Perugia Marco Aitis - Officine Laborall Idrotalciti come agenti texturizzanti, opacizzanti e reologici Il termine texture in cosmetica indica la consistenza di un prodotto (crema, rossetto, gloss) e rappresenta un’importante caratteristica in quanto generalmente condiziona fortemente l’apprezzamento e quindi la scelta da parte dell’utente. L’efficacia cosmetica viene valutata in relazione a un impiego ripetuto mentre le caratteristiche sensoriali, soprattutto quelle derivanti dal tatto, sono immediate Durante l’applicazione, soprattutto sulla pelle, determinano subito l’insorgenza di sensazioni (skin feel) responsabili del giudizio sul prodotto. L’impiego di texturizzanti come skin feel enhancers è quindi non trascurabile al fine di rendere più gradevole e accettabile un prodotto migliorando generalmente scorrevolezza e spandibilità, riducendo l’untuosità e cercando di far apparire la formulazione “ricca” e idonea all’uso a cui è destinata. Così, per esempio, se un consumatore sta valutando un prodotto idratante per la pelle, inconsciamente si aspetterà un prodotto fresco, ricco di acqua, in grado di aumentare l’elasticità della pelle e quando avrà modo di toccare la formulazione, l’evocazione delle sensazioni attese determinerà la sua opinione sul cosmetico. Il texturizzante da introdurre in un prodotto deve essere scelto in base al tipo di formulazione 36 (idrogel, lipogel, emulsione ecc.) ma generalmente si possono individuare delle classi sia di natura inorganica (silice, talco, nitruro di boro, borosilicati) che organica (nylon, metacrilati, poliuretani, siliconi, sali di lisina, derivati dell’amido) [1]. Chimicamente questi composti sono molto diversi tra loro ma, fatta eccezione di siliconi e polimeri, sono generalmente polveri microfini costituite da particelle sferoidali oppure lamellari con elevata area superficiale e facilmente dispersibili in fasi solide o semisolide sia idrofile che lipofile. La loro introduzione in una formulazione cosmetica permette di migliorarne le caratteristiche tattili, di scorrevolezza e spalmabilità, conferendo minore untuosità, opacità e, non ultimo, elevata stabilità. Questi additivi fino a poco tempo fa erano richiesti soprattutto da prodotti dell’area make-up mentre ora l’impiego si è allargato a tutta la sfera skin care, destinata anche alla grande distribuzione. Texturizzanti Tra i prodotti texturizzanti recentemente rivestono particolare interesse le argille anioniche o idrotalciti (HTlc), solidi inorganici lamellari non tossici e biocompatibili, che si presentano come poveri microfini, ampiamente utilizzate in campo cosmetico e farmaceutico [2,3] sia per le proprietà migliorative nei confronti delle formulazioni semisolide sia come carriers di principi attivi. Piuttosto rare in natura sono facilmente sintetizzabili in laboratorio con metodi green che prevedono l’impiego di materie prime semplici e poco costose (principalmente sali di magnesio, alluminio e zinco) e di sola acqua come solvente. Durante la sintesi è possibile controllare il grado di cristallinità con l’ottenimento di un prodotto subito utilizzabile senza ulteriori purificazioni e trattamenti. Le HTlc sintetiche inoltre offrono numerosi vantaggi rispetto alle argille cationiche Kosmetica • dicembre 2012

Formulazioni<br />

■ Luana Perioli e Cinzia Pagano - Dip. di Chimica e Tecnologia del Farmaco – Università degli Studi di Perugia<br />

Michele Sisani - <strong>Prolabin</strong> & <strong>Tefarm</strong>, Spin Off dell’Università degli Studi di Perugia<br />

Marco Aitis - Officine Laborall<br />

Idrotalciti<br />

come agenti<br />

texturizzanti,<br />

opacizzanti e reologici<br />

Il termine texture in cosmetica indica la consistenza di un prodotto (crema, rossetto, gloss) e rappresenta<br />

un’importante caratteristica in quanto generalmente condiziona fortemente l’apprezzamento e quindi la<br />

scelta da parte dell’utente. L’efficacia cosmetica viene valutata in relazione a un impiego ripetuto mentre<br />

le caratteristiche sensoriali, soprattutto quelle derivanti dal tatto, sono immediate<br />

Durante l’applicazione, soprattutto<br />

sulla pelle, determinano<br />

subito l’insorgenza<br />

di sensazioni (skin feel)<br />

responsabili del giudizio sul<br />

prodotto. L’impiego di texturizzanti come<br />

skin feel enhancers è quindi non trascurabile<br />

al fine di rendere più gradevole e accettabile<br />

un prodotto migliorando generalmente<br />

scorrevolezza e spandibilità, riducendo<br />

l’untuosità e cercando di far apparire la<br />

formulazione “ricca” e idonea all’uso a cui<br />

è destinata. Così, per esempio, se un consumatore<br />

sta valutando un prodotto idratante<br />

per la pelle, inconsciamente si aspetterà un<br />

prodotto fresco, ricco di acqua, in grado di<br />

aumentare l’elasticità della pelle e quando<br />

avrà modo di toccare la formulazione, l’evocazione<br />

delle sensazioni attese determinerà<br />

la sua opinione sul cosmetico. Il texturizzante<br />

da introdurre in un prodotto deve essere<br />

scelto in base al tipo di formulazione<br />

36<br />

(idrogel, lipogel, emulsione ecc.) ma generalmente<br />

si possono individuare delle classi<br />

sia di natura inorganica (silice, talco, nitruro<br />

di boro, borosilicati) che organica (nylon,<br />

metacrilati, poliuretani, siliconi, sali di lisina,<br />

derivati dell’amido) [1]. Chimicamente<br />

questi composti sono molto diversi tra loro<br />

ma, fatta eccezione di siliconi e polimeri, sono<br />

generalmente polveri microfini costituite<br />

da particelle sferoidali oppure lamellari<br />

con elevata area superficiale e facilmente<br />

dispersibili in fasi solide o semisolide sia<br />

idrofile che lipofile. La loro introduzione<br />

in una formulazione cosmetica permette di<br />

migliorarne le caratteristiche tattili, di scorrevolezza<br />

e spalmabilità, conferendo minore<br />

untuosità, opacità e, non ultimo, elevata<br />

stabilità. Questi additivi fino a poco tempo<br />

fa erano richiesti soprattutto da prodotti<br />

dell’area make-up mentre ora l’impiego si è<br />

allargato a tutta la sfera skin care, destinata<br />

anche alla grande distribuzione.<br />

Texturizzanti<br />

Tra i prodotti texturizzanti recentemente<br />

rivestono particolare interesse le argille<br />

anioniche o idrotalciti (HTlc), solidi inorganici<br />

lamellari non tossici e biocompatibili,<br />

che si presentano come poveri microfini,<br />

ampiamente utilizzate in campo cosmetico<br />

e farmaceutico [2,3] sia per le proprietà<br />

migliorative nei confronti delle formulazioni<br />

semisolide sia come carriers di principi<br />

attivi. Piuttosto rare in natura sono<br />

facilmente sintetizzabili in laboratorio con<br />

metodi green che prevedono l’impiego di<br />

materie prime semplici e poco costose<br />

(principalmente sali di magnesio, alluminio<br />

e zinco) e di sola acqua come solvente.<br />

Durante la sintesi è possibile controllare<br />

il grado di cristallinità con l’ottenimento<br />

di un prodotto subito utilizzabile senza<br />

ulteriori purificazioni e trattamenti. Le<br />

HTlc sintetiche inoltre offrono numerosi<br />

vantaggi rispetto alle argille cationiche<br />

Kosmetica • dicembre 2012


naturali di cava (es. bentonite) in<br />

quanto pure sia chimicamente che<br />

microbiologicamente.<br />

L’aggiunta di HTlc modifica l’aspetto<br />

delle formulazioni che risultano<br />

opache e perlescenti contribuendo<br />

a renderle più accattivanti per il<br />

consumatore. Un prodotto opaco<br />

infatti risulta più cremoso e viene<br />

percepito come più ricco ed efficace<br />

[1], soprattutto nel caso di maschere<br />

e fondotinta.<br />

Come si può osservare dalla figura 1 quando<br />

HTlc viene dispersa in un gel incolore<br />

e trasparente (B) si distribuisce omogeneamente<br />

generando un prodotto di aspetto<br />

denso e bianco, più “robusto” e consistente<br />

(A). Osservando da vicino il gel addizionato<br />

di HTlc (solo 1% p/p) nella figura 2,<br />

è possibile notare che esso appare consistente,<br />

carico, quasi rigonfio e spumoso,<br />

bianco opaco e perlato.<br />

Opacizzanti e perlanti<br />

L’effetto opacizzante, e soprattutto quello<br />

perlante, sono da attribuire alla capacità<br />

riflettente dei cristalli. Quando questi<br />

sono inseriti in un mezzo semisolido (es.<br />

formulazione cosmetica) producono questo<br />

effetto sia in condizioni di riposo che<br />

di scorrimento. I microcristalli di HTlc,<br />

di natura lamellare, si disperdono molto<br />

facilmente e omogeneamente nel mezzo<br />

e si dispongono in maniera casuale. Grazie<br />

a questa disposizione le lamelle sono<br />

in grado di “intercettare” i raggi luminosi<br />

incidenti e quindi di rifletterli in tutte le<br />

direzioni facendo apparire la formulazione<br />

opaca e perlata (fig. 3A).<br />

Quando questo prodotto viene sottoposto<br />

a stress (shear) meccanico (agitazione,<br />

estrusione, stesura) durante il suo prelevamento<br />

e il suo impiego, le lamelle non sono<br />

più collocate casualmente nello spazio ma<br />

si allineano in modo ordinato orientando<br />

il materiale nella direzione del flusso [4].<br />

Questo, oltre a favorire lo scorrimento del<br />

materiale, fa si che la riflessione della luce<br />

avvenga nella stessa direzione producendo<br />

un maggiore effetto perlato (fig.3B).<br />

Questo effetto è gradevole in tutte le formulazioni<br />

cosmetiche ma è principalmente<br />

desiderabile soprattutto nei fondotinta e<br />

nei primers che devono possedere caratteristiche<br />

matt e coprenti e donare al tempo<br />

stesso luminosità alla pelle. Inoltre, in<br />

Kosmetica • dicembre 2012<br />

Figura 2<br />

considerazione delle caratteristiche eudermiche,<br />

rimineralizzanti, sebo adsorbenti<br />

e curative in generale [5-9], le HTlc sono<br />

ottimi ingredienti anche per formulazioni<br />

dedicate a pelli sensibili, grasse e impure.<br />

Le idrotalciti prese in considerazione sono<br />

a base di idrossidi doppi di magnesio e<br />

alluminio (MgAl-HTlc) e zinco e alluminio<br />

(ZnAl-HTlc) che, essendo polveri microfini<br />

bianche, possono conferire solo una colorazione<br />

bianca. La fase successiva è stata<br />

quella di capire che cosa succedesse a seguito<br />

dell’aggiunta di un colorante e quindi<br />

Figura 3<br />

è stata selezionata una formulazione,<br />

un detergente liquido commerciale<br />

di aspetto giallognolo e trasparente,<br />

a cui è stata aggiunta idrotalcite (1%<br />

p/p) e un colorante (blu alimentare<br />

diluito). È stato sorprendente notare<br />

che la presenza di idrotalcite, oltre<br />

che opacizzare la formulazione, ha<br />

permesso una omogenea dispersione<br />

del colorante con l’ottenimento<br />

Figura 1<br />

di una formulazione opaca, perlata e<br />

uniformemente colorata (fig. 4). La<br />

formulazione, lasciata a riposo per alcuni<br />

mesi a temperatura ambiente, è risultata<br />

essere molto stabile e non ha mostrato<br />

alcuna separazione o sedimentazione. È<br />

stato dunque interessante riuscire a capire<br />

come la microstruttura della formulazione<br />

sia influenzata dalle lamelle di idrotalcite<br />

e in che modo un texturizzante possa<br />

agire positivamente anche sulla stabilità e<br />

le proprietà di scorrimento del materiale.<br />

Agenti reologici<br />

Tutte le formulazioni cosmetiche semisolide<br />

devono essere facilmente prelevabili<br />

dai contenitori in cui vengono confezionate<br />

e anche facilmente applicabili (spandibili,<br />

spalmabili ecc). L’aggiunta di un<br />

texturizzante, al fine di aumentarne la<br />

consistenza e, in definitiva, la sua densità,<br />

non deve però invalidare le sue proprietà<br />

di scorrimento nel senso che l’uso del<br />

prodotto deve risultare semplice, agevole<br />

e gradevole per avere un buon impatto sul<br />

consumatore.<br />

37


Formulazioni<br />

Il texturizzante quindi deve modificare solo<br />

apparentemente la densità del prodotto<br />

oppure possedere anche caratteristiche<br />

in grado di influire positivamente sulla<br />

reologia del sistema. Quest’ultimo caso è<br />

proprio quello delle idrotalciti che, grazie<br />

alla particolare forma piatta dei cristalli,<br />

di struttura lamellare, sono in grado di<br />

disporsi in modo ordinato orientando le<br />

lamelle e quindi il fluido nella direzione del<br />

flusso [4]. È infatti noto che la presenza di<br />

HTlc in un fluido conferisce un comportamento<br />

pseudoplastico di tipo tissotropico<br />

lasciando immaginare buona stabilità del<br />

prodotto in condizioni di riposo e buone<br />

caratteristiche di scorrimento (shear) a<br />

seguito di sollecitazioni (stress).<br />

Come osservato precedentemente, la formulazione<br />

addizionata di HTlc ha mostrato<br />

stabilità nel tempo e inoltre è risultata<br />

anche facilmente estrudibile/versabile,<br />

prelevabile e spandibile.<br />

Per non affidare queste valutazioni solo<br />

all’osservazione, è stato necessario eseguire<br />

delle analisi reologiche che potessero<br />

confermare o smentire le caratteristiche<br />

presentate dal prodotto. Le analisi sono<br />

state condotte con un moderno reometro<br />

costituito da due piatti rotanti (geometria<br />

cono-piatto, diametro 40 mm angolo 1°).<br />

Figura 4<br />

38<br />

Sono stati effettuati studi dinamici sia in<br />

continuo (viscometry) sia in oscillatorio<br />

(oscillation stress sweep).<br />

Il primo reogramma (viscometry) (fig. 5)<br />

riporta le curve derivanti da una semplice<br />

misura di viscosità (shear stress vs share<br />

rate) eseguita a 25°C (temperatura ambiente),<br />

che rappresenta generalmente la<br />

temperatura di conservazione.<br />

Figura 5<br />

E possibile osservare che il sapone, oltre<br />

che migliore dal punto di vista estetico,<br />

migliora anche come viscosità (linea rossa)<br />

in quanto si presenta più viscoso del<br />

corrispettivo senza idrotalcite (linea blu).<br />

Ciò conferma le maggiori corposità e robustezza<br />

e anche la stabilità. L’incremento di<br />

viscosità è tuttavia moderato e la sua plasticità<br />

permette un facile prelevamento; nel<br />

grafico infatti non si osserva l’insorgenza<br />

di un valore limite di scorrimento in quanto<br />

il prodotto scorre subito, appena viene<br />

applicato lo stress.<br />

Nel secondo grafico (fig. 6) sono riportate<br />

delle misure di viscoelasticità alla temperatura<br />

di 25°C (oscillation stress sweep)<br />

attraverso le quali vengono determinati i<br />

moduli G’ (entità di energia immagazzinata<br />

durante un ciclo di oscillazione) e G’’ (misura<br />

dell’energia dissipata durante un ciclo<br />

di oscillazione) che forniscono importanti<br />

informazioni relative alla stabilità del prodotto.<br />

Dall’osservazione dei due reogrammi<br />

(linee blu), relativi a moduli G’ e G’’ del<br />

prodotto senza HTlc, risulta chiaramente<br />

che il modulo G’’ è sempre nettamente<br />

maggiore di G’ a significare che il modulo<br />

viscoso (energia dissipativa) è sempre<br />

maggiore del modulo elastico (energia immagazzinata).<br />

Ciò significa che il prodotto<br />

non possiede una buona stabilità in quanto<br />

esso tende a deformarsi in seguito all’applicazione<br />

di uno stress, modificando così<br />

la sua struttura originaria: tale comportamento<br />

è tipico di sistemi instabili.<br />

Kosmetica • dicembre 2012


Valutando i moduli G’ e G’’ (linee verdi)<br />

del sapone addizionato di HTlc si osserva<br />

una minore differenza tra di essi e inoltre è<br />

molto interessante notare che per frequenze<br />

al di sopra di 8 Hz il modulo G’ aumenta<br />

fino ad assumere valori maggiori rispetto<br />

a G’’. Questo aspetto è molto interessante<br />

in quanto la presenza delle lamelle di<br />

HTlc migliora le proprietà meccaniche del<br />

prodotto che diventa più stabile a sollecitazioni<br />

esterne garantendo l’integrità della<br />

formulazione per tutto il periodo di confezionamento,<br />

trasporto, conservazione fino<br />

all’utilizzo da parte dell’utente.<br />

Questi dati sono molto interessanti in quanto<br />

rivelano che la presenza dell’HTlc è in<br />

grado di interferire positivamente sulla microstruttura<br />

del sapone migliorando la sua<br />

stabilità alle sollecitazioni esterne.<br />

Questo è proprio un bel risultato perché<br />

significa che durante lo stress oscillatorio<br />

la microstruttura viene sollecitata e interviene<br />

attivamente l’azione dell’idrotalcite<br />

che contribuisce ad aumentare il modulo<br />

elastico. Il sistema quindi risulta in grado di<br />

sopportare lo stress e immagazzinare energia<br />

senza che la sua struttura ne risenta:<br />

la presenza di idrotalcite aumenta le sue<br />

caratteristiche elastico-conservative.<br />

Conclusioni<br />

In considerazione delle proprietà riscontrate,<br />

grazie all’impiego di idrotalciti, è possibile<br />

concludere che tali materiali sono<br />

molto interessanti nella progettazione e<br />

Kosmetica • dicembre 2012<br />

Figura 6<br />

realizzazione di molte formulazioni cosmetiche.<br />

Infatti le HTlc risultano polivalenti<br />

e possono svolgere più funzioni contemporaneamente<br />

contribuendo a migliorare<br />

le caratteristiche tecniche del prodotto.<br />

È possibile avere effetto texturizzante,<br />

opacizzante, perlante, stabilizzante e migliorare<br />

le caratteristiche reologiche grazie<br />

all’impiego di un solo materiale, opportunamente<br />

scelto in base alla caratteristiche<br />

chimico-fisiche della formulazione. Inoltre<br />

le strutture lamellari dell’idrotalcite possono<br />

essere “precaricate”, ovvero ingredienti<br />

attivi possono essere intercalati tra gli<br />

strati del microcristallo, che può quindi<br />

fungere da carrier di molecole biologicamente<br />

attive portando numerosi vantaggi<br />

quali rilascio modificato, fotoprotezione,<br />

miglioramento della biodisponibilità locale,<br />

ecc. Da non trascurare che la possibilità<br />

di impiegare un ingrediente polivalente<br />

permette di realizzare un prodotto finito<br />

con una composizione molto più semplice,<br />

semplicità richiesta dall’utente che è molto<br />

attento nello scegliere prodotti con ridotto<br />

potere allergizzante.<br />

L’enorme versatilità, unita a stabilità, biocompatibilità<br />

e innovatività conferisce<br />

alle idrotalciti la possibilità di coniugare<br />

perfettamente aspetti funzionali, di efficacia,<br />

di estrema gradevolezza e sicurezza di<br />

impiego. Secondo le nuove tendenze infatti<br />

il formulatore è molto più interessato di<br />

prima alla validità e all’efficacia del cosmetico<br />

e valuta molto attentamente le caratteristiche<br />

delle materie prime da impiegare<br />

tendendo a escludere materiali poco convincenti<br />

[10].<br />

Le HTlc, che sono argille anioniche sintetizzate<br />

in laboratorio, possono essere considerate<br />

l’evoluzione delle argille naturali<br />

e possono favorevolmente penetrare in un<br />

mercato che non è più volto al naturale a<br />

tutti i costi, che non accetta più compromessi<br />

per proporre un cosmetico “naturale<br />

e bio”. È cambiato infatti il mondo delle<br />

materie prime, e anche il modo di produrle,<br />

non ci si rivolge più al mondo vegetale,<br />

con illimitata fiducia e ostinazione ma si<br />

ricercano prodotti altamente tecnologici,<br />

sicuri e certificati, ottenuti con moderne<br />

tecniche biotech e soprattutto con il ricorso<br />

alla green chemistry [10].<br />

© RIPRODUZIONE RISERVATA<br />

Bibliografia<br />

[1] Autori vari. Manuale del Cosmetologo. Tecniche Nuove editore. Milano (2007).<br />

[2] U. Costantino, V. Ambrogi, M. Nocchetti, L. Perioli. Hydrotalcite-like compounds: versatile layered hosts of<br />

molecular anions with biological activity. Micropor. Mesopor. Mater. (2008) 107, 149-160.<br />

[3] C. del Hoyo. Layered double hydroxides and human health: an overview. Appl. Clay Sci. (2007) 36, 103-121.<br />

[4] L. Perioli. Argille anioniche: agenti reologici in formulazioni cosmetiche. Kosmetica (2011) 2, 58-66.<br />

[5] JH. Choy, SJ. Choi, JM. Oh, T. Park. Clay minerals and layered double hydroxides for novel biological<br />

applications. Appl. Clay Sci. (2007) 36, 122–132.<br />

[6] L.Perioli, E. Massetti. Argille anioniche: trattamento pelli grasse, seborroiche e acneiche. Kosmetica, (2010) 6,<br />

46-54.<br />

[7] N. Bejoy. Hydrotalcite, the clay that cures. Resonance, (2001) 57-61.<br />

[8] C. Viseras, C. Aguzzi, P. Cerezo, A. Lopez-Galindo. Uses of clay minerals in semisolid health care and<br />

therapeutic products. Appl. Clay Sci. (2007) 36, 37–50.<br />

[9] U. Costantino, M. Nocchetti, M. Sisani, R. Vivani. Recent progress in the synthesis and application of<br />

organically modified hydrotalcites. Z. Kristallogr, (2009) 224, 273–281.<br />

[10] E. Perani. Efficace, personalizzato e multifunzione. Kosmetica, (2012) 3, 20-21.<br />

39

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