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e Fab - CUSI

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1<br />

Aprile 2013 - N. 140<br />

PERIODICO DEL C.U.S.I.<br />

FONDATO NEL 1951 DA ALDO DE MARTINO<br />

POSTE ITALIANE s.p.a. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003<br />

(CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 2, DCB PARMA<br />

Sulle nevi del TrenTino<br />

collaudo dell’univerSiade<br />

ai cnu di caSSino anche<br />

una delegazione ruSSa...<br />

Malagò<br />

(e <strong>Fab</strong>bricini)<br />

SPorTivi al<br />

verTice coni<br />

ciao, PieTro


Sport Universitario<br />

N. 140 - Aprile 2013<br />

C.U.S.I.<br />

(Centro Universitario Sportivo Italiano)<br />

Sede: Roma - Via Brofferio, 7<br />

Tel. (06) 37.22.206 fax (06) 37.24.479<br />

Presidente:<br />

Leonardo Coiana<br />

vice Presidenti:<br />

Artemio Carra, Lorenzo Lentini.<br />

consiglio Federale: Nicola Aprile,<br />

Gianfranco Beltrami, Gianluca Bianchi, Francis Cirianni,<br />

Elio Cosentino, Riccardo D’Elicio, Mario Di Marco,<br />

Carlo Dolfi, Francesco Franceschetti, Gianni Ippolito,<br />

Romano Isler, Piero Jaci, Eugenio Meschi,<br />

Giacomo Zanni.<br />

Segretario generale: Antonio Dima<br />

direttore Tecnico: Mauro Nasciuti<br />

collegio Sindacale: Danilo Zantedeschi - Presidente<br />

collegio dei Probiviri: Enrico Bordi - Presidente<br />

Sport Universitario<br />

direttore responsabile:<br />

Ruggero Cornini<br />

direttore editoriale:<br />

Giorgio Gandolfi<br />

I testi vanno inviati a<br />

grgandolfi@libero.it<br />

Le foto a: info@grafichestep.com<br />

Stampa:<br />

Grafiche STEP, Via Barbacini 10/b, 43122 Parma<br />

Tel. 0521/771707 - info@grafichestep.com<br />

editore:<br />

Cusi, Via Brofferio, 7 Roma<br />

Autoriz. Tribunale di Parma n. 434 (ottobre 1969)<br />

Associato alla Unione<br />

Stampa Periodica Italiana<br />

«Sport Universitario», pubblicazione quadrimestrale in<br />

cinquemila copie, viene distribuito gratuitamente ad<br />

amministratori pubblici, dirigenti centrali e periferici,<br />

docenti, studenti, giornalisti, atleti e federazioni sportive, società.<br />

La collaborazione è aperta a tutti.<br />

Manoscritti e fotografie non si restituiscono. Gli articoli<br />

pubblicati possono essere riprodotti citando la fonte.<br />

Gli articoli firmati impegnano soltanto la responsabilità<br />

degli autori. Di ogni riproduzione è citata la fonte.<br />

EDITORIALE<br />

Anno nuovo,<br />

vita nuova al Coni<br />

I<br />

nizio d’anno con grandi novità. Al<br />

Coni è finita l’era Petrucci-Pagnozzi<br />

con l’insediamento di Giovanni<br />

Malagò e del nuovo segretario<br />

generale Roberto <strong>Fab</strong>bricini. Lo sport<br />

italiano ha saputo rinnovarsi guardando<br />

al futuro e trovando nuovi stimoli. Malagò<br />

è un uomo di sport, di grande caratura,<br />

con la dovuta esperienza: ha saputo<br />

circondarsi di un buon gruppo di dirigenti<br />

ora particolarmente motivati. Certo il<br />

compito che spetta loro non è dei più<br />

semplici stante la situazione politica ed<br />

economica del Paese.<br />

A fianco di Malagò ci saranno come vice<br />

presidenti Franco Chimenti (Federgolf)<br />

vicario e Giorgio Scarso (scherma).<br />

Fanno parte della Giunta anche Luciano<br />

Buonfiglio, Paolo Barelli, Giancarlo Abete,<br />

Sergio Anesi, <strong>Fab</strong>io Pigozzi; primo dei non<br />

eletti Di Rocco seguito da Angelo Binaghi,<br />

Riccardo Fraccari, Ugo Matteoli e Flavio<br />

Roda. In quota atleti entrano Alessandra<br />

Sensini e Fiona May. In rappresentanza<br />

dei tecnici Valentina Turisini.<br />

Rappresentante dei Comitati regionali<br />

è <strong>Fab</strong>io Sturani, quello dei Delegati<br />

provinciali è Guglielmo Talento. Per gli<br />

Enti di promozione sportiva confermato<br />

Massimo Achini. Roberto <strong>Fab</strong>bricini è<br />

stato nominato segretario generale e Carlo<br />

Mornati nelle funzioni di vicesegretario<br />

generale.<br />

Solo due componenti facevano parte della<br />

vecchia Giunta ed esattamente Giancarlo<br />

Abete (Federcalcio) e Massimo Achini<br />

(Csi). Tutti gli altri sono di nuova nomina<br />

esclusi ovviamente i tre membri Cio<br />

(Franco Carraro, OIttavio Cinquanta, Mario<br />

Pescante) e Luca Pancalli, presidente del<br />

Comitato Paraolimpico, membri di diritto.<br />

Per quanro riguarda lo sport universitario,<br />

va rilevata la presenza in Giunta di <strong>Fab</strong>io<br />

Pigozzi, presidente mondiale dei medici<br />

sportivi, nonché Rettore dell’Università del<br />

Foro Italico.<br />

Tutto quanto è successo al Coni in questo<br />

primo scorcio d’anno. Ben diversa invece<br />

la situazione in campo politico dove al<br />

momento di andare in stampa non sono<br />

ancora state fatte le scelte per un nuovo<br />

Presidente della Repubblica e per una<br />

nuova compagine governativa, esigenze<br />

ora primarie per il bene della Nazione.<br />

Intanto la tornata elettorale ha fatto<br />

registrare significative nomine in<br />

Parlamento quali quelle di Josefa Idem<br />

(Pd) e Valentina Vezzali (Lista Monti) oltre<br />

a Franco Carraro (Pdl) e Laura Coccia<br />

(Pd), atleta disabile. Ed ancora Luciano<br />

Rossi (Pdl) che riporta il tiro a volo in<br />

Senato, lo sciabolatore Marco Marin (Pdl)<br />

nonché Fossati dell’Uisp e Molea dell’Aics,<br />

tutte e due del Pd. Sempre che non sia<br />

necessario ritornare alle urne, lo sport si<br />

aspetta molto dal nuovo Governo: sport<br />

nelle scuole, nelle università, una legge<br />

per gli stadi e comunque per gli impianti,<br />

meno imposte, garanzie sui finanziamenti.<br />

Più sport e quindi più salute!<br />

Due parole per il ministro uscente Piero<br />

Guidi, più volte chiamato in causa,<br />

invocato, stimolato, sollecitato da<br />

queste colonne alla causa dello sport:<br />

ha partorito il suo primo piano nazionale<br />

per la promozione dell’attività sportiva<br />

con uno stanziamento di trentasei milioni<br />

di cui ventitré dedicati all’impiantistica.<br />

Potremmo dire solo per l’emergenza.<br />

Grazie Ministro, ma forse ci aspettavamo<br />

qualcosa di diverso.<br />

Questo numero del giornale presenta, in<br />

vista dell’Universiade, tra i vari argomenti,<br />

una ricostruzione (un “inserto”) sulla<br />

massima manifestazione mondiale<br />

dello sport universitario. Sedici pagine<br />

dall’origine ad oggi, Ospita poi uno<br />

stupendo ricordo di Pietro Mennea<br />

dovuto alla penna (!) di Giorgio Cimbrico.<br />

Merita di essere letto per ripercorrere la<br />

carriera di uno che certamente è stato<br />

tra i più grandi dello sport italiano e che<br />

personalmente mi ha regalato a Città del<br />

Messico una delle emozioni più belle della<br />

mia vita.<br />

r.c.<br />

2


LA GiuntA Coni A trento<br />

ALLA viGiLiA deLL’universiAde<br />

C<br />

ol Congresso di Reggio<br />

Calabria, proseguirà una<br />

stagione particolarmente<br />

intensa per il mondo<br />

sportivo universitario e dunque<br />

del Cusi. Perché dopo i Cnu della<br />

neve magistralmente organizzati<br />

da Cus Brescia e Cus Trento<br />

con un’involontario eccesso di<br />

neve- non era mai successo- ecco<br />

3<br />

profilarsi i giochi estivi di Cassino<br />

e poi l’Universiade di Kazan, nel<br />

cuore della Russia. E a dicembre<br />

l’Universiade del Trentino, una<br />

bella sorpresa indubbiamente<br />

ma che chiama a raccolta tutto il<br />

volontariato dello sport universitario<br />

impegnando a fondo le strutture<br />

del Cusi mentre a Trento si sta<br />

lavorando con grande impegno<br />

Malagò, 54 anni compiuti il 13 marzo, eletto il 19 febbraio 2013. Ha deciso di devolvere il suo<br />

stipendio annuo, 90 mila euro netti, ad associazioni sportive impegnate nel sociale come la<br />

Maddaloni di Scampia.<br />

di Giorgio Gandolfi<br />

per evitare gli errori di Tarvisio in<br />

piena sintonia con la federazione<br />

universitaria. Lo si è intuito nei<br />

giorni di San Martino di Castrozza<br />

quando la maggioranza dei<br />

consiglieri federali capeggiati da<br />

Leonardo Coiana ed Antonio Dima<br />

hanno incontrato il presidente del<br />

Cus Trento, Gianluca Tasin e Sergio<br />

Anesi, presidente del comitato<br />

organizzatore dell’Universiade della<br />

neve nonchè fresco membro della<br />

Giunta Coni.<br />

Ovviamente Anesi non ha mancato<br />

di invitare l’intera Giunta del Coni,<br />

il neo Presidente Malagò in testa,<br />

alla vigilia dell’Universiade a Trento<br />

raccogliendo ampi, entusiastici<br />

consensi. Con il neo segretario<br />

generale Roberto <strong>Fab</strong>bricini in prima<br />

fila, naturalmente, esponente del<br />

Coni da una vita ma anche grande<br />

Amico dello sport Universitario.<br />

Con questa coppia al vertice del<br />

Comitato Olimpico sono cambiate<br />

tante cose e lo si è già notato in<br />

questi giorni.<br />

La prima riunione del nuovo<br />

Governo del Coni nelle<br />

immagini di Mezzelani/<br />

GMt. A sinistra, il presidente<br />

Malagò col manifesto<br />

dell’universiade.<br />

dall’alto, il segretario<br />

generale roberto <strong>Fab</strong>bricini<br />

con il vice segretario Carlo<br />

Mornati, argento a sydney<br />

2000 nel canottaggio quindi<br />

Anesi, Abete ed altri membri<br />

della Giunta.


Sergio Anesi<br />

nel corso dei<br />

Campionati<br />

universitari invernali<br />

ha premiato il<br />

concittadino<br />

Riccardo Tonetti<br />

(nella foto con<br />

Bertolini e Laura<br />

Pedersoli) quindi<br />

con Gianluca Tasin,<br />

presidente del Cus<br />

Trento, grande<br />

impegno per i<br />

Giochi.<br />

sergio Anesi:<br />

“nuovi rapporti con lo sport universitario”<br />

I<br />

n attesa del Congresso di<br />

Reggio Calabria (11 maggio),<br />

ecco delinearsi il seguito di<br />

una stagione particolarmente intensa<br />

per il mondo sportivo universitario<br />

e dunque il Cusi. Perché dopo i<br />

Cnu della neve magistralmente<br />

organizzati da Cus Brescia e Cus<br />

Trento con un’involontario eccesso<br />

di neve – non era mai successo<br />

– ecco profilarsi i giochi estivi di<br />

Cassino e poi l’Universiade di Kazan,<br />

nel cuore della Russia. E a dicembre<br />

l’Universiade del Trentino, una bella<br />

sorpresa indubbiamente ma che<br />

chiama a raccolta tutto il volontariato<br />

dello sport universitario impegnando<br />

a fondo le strutture del Cusi mentre<br />

a Trento si sta lavorando con un<br />

grande impegno per evitare gli errori<br />

di Tarvisio in piena sintonia con la<br />

federazione universitaria. Lo si è<br />

intuito nei giorni di San Martino di<br />

Castrozza quando la maggioranza<br />

dei consiglieri federali capeggiati<br />

da Leonardo Coiana ed Antonio<br />

4


Dima hanno incontrato Sergio<br />

Anesi, presidente del comitato<br />

organizzatore dell’Universiade della<br />

neve nonchè fresco membro del<br />

Coni.<br />

Entrato nel mondo della Fisu per<br />

la sua appartenenza ed esperienza<br />

negli sport del ghiaccio, Sergio<br />

Anesi non immaginava che di lì<br />

a poco il suo raggio d’azione si<br />

sarebbe allargato da Bruxelles<br />

sino a Roma, nelle ampie stanze<br />

del Coni dove nei giorni scorsi si<br />

è visto affidare dal neo presidente<br />

Malagò la delega degli sport<br />

invernali. Dalla piccola Baselga di<br />

Pinè sino a ruoli internazionali come<br />

quello di presidente del Comitato<br />

organizzatore dell’Universiade<br />

trentina e della commissione<br />

tecnica internazionale della Fisu.<br />

Incombenze che non fanno certa<br />

paura a questo personaggio delle<br />

montagne e delle nevi, pronto a<br />

battersi per un ruolo di primo piano<br />

dello sport universitario e dunque<br />

del Cusi come ha avuto occasione<br />

di sottolineare nei suoi interventi<br />

durante i campionati universitari<br />

e nella cena ufficiale davanti alle<br />

autorità politiche e sportive della<br />

regione, ricevendo un lungo<br />

applauso da parte del presidente<br />

Coiana e dei consiglieri federali.<br />

“La possibilità di allacciare nuovi<br />

rapporti fra il mondo dello sport<br />

5<br />

Al vertice del Coni, due autentici sportivi<br />

Entrato di forza nel<br />

“caravanserraglio degli<br />

scrittori della domenica”,<br />

come si è definito nel suo<br />

splendido libro di storie<br />

delle donne, Giovanni<br />

Malagò pratica molti<br />

sport, tanti sport, calcio<br />

compreso ovviamente<br />

e con un ottimo stile<br />

come dimostrano questa<br />

immagini riprese in pieno<br />

movimento durante<br />

un torneo nelle serate<br />

romane.<br />

E che dire di Roberto <strong>Fab</strong>bricini pronto a spaziare dai campi di atletica, al<br />

ruolo di telecronista e poi nelle gare di tennis? Ecco forse lo stile sulla terra<br />

battuta può non sembrare convincente ma chi lo segue assicura che quando<br />

la pallina supera la rete sono autentiche bombe. Per chi batte o le riceve?


e quello universitario – ha detto<br />

– mi troveranno in prima linea. È<br />

grazie al Cusi se sono stato inserito<br />

nelle commissioni della Fisu e<br />

se negli ultimi tempi sono state<br />

sostenute le nostre iniziative per<br />

portare l’Universiade nel Trentino.<br />

Io vengo dal basso dello sport, ho<br />

fondato società, organizzato gare<br />

e campionati che a lungo andare<br />

sono diventate cose importanti. Se<br />

il presidente Malagò porterà avanti<br />

quanto scritto nel suo programma<br />

avremo modo di rapportarci<br />

con le federazioni e di trovare la<br />

collaborazione giusta per portare<br />

all’universiade le persone giuste.<br />

In questi anni abbiamo avuto<br />

modo di rapportarci con persone<br />

che rappresentavano il Cusi e che<br />

hanno avuto modo di mostrarci la<br />

loro validità professionale, come<br />

Mauro Nasciuti, come Artemio<br />

Carra, il presidente Coiana, fino a<br />

Riccardo D’Elicio la cui esperienza<br />

nell’ambito dell’Universiade ci è<br />

stata particolarmente preziosa.<br />

Noi dirigenti trentini abbiamo<br />

ancora molto da imparare ma col<br />

loro aiuto, con quello del Rettore,<br />

troveremo sicuramente le strade<br />

ideali per arrivare al traguardo<br />

che ci prefiggiamo. Nell’ambito<br />

locale abbiamo trovato le persone<br />

giuste in Paola Toffol, presidente<br />

dell’Azienda turistica e nel direttore<br />

Le reginette del fondo con D’Elicio, Tasin e Nasciuti. Sotto, Paola Toffol con quelle della libera.<br />

Nelle foto dall’alto, Sergio Anesi con il vice<br />

presidente Artemio Carra e Wilma <strong>Fab</strong>bricini.<br />

L’intervento “chiarificatore” del Presidente<br />

Leonardo Coiana alla cena ufficiale, molto<br />

applaudito, quindi Pino Leto al tavolo delle<br />

verifiche con Angelo Orsillo alla sua prima<br />

full immersion sulle nevi.<br />

6


Ivan Cristoforetti. Nel corso delle<br />

loro visite sulle nostre montagne,<br />

i dirigenti della Fisu si sono resi<br />

conto delle grandi strutture esistenti<br />

e della predisposizione ad eventi<br />

mondiali. Il Cusi ha condiviso le<br />

nostre preoccupazioni per la 26°<br />

Universiade e del carico della<br />

gestione, considerato che siamo<br />

partiti da zero per arrivare a questo<br />

evento di portata mondiale: i quattro<br />

Soci, Provincia, Università, Cusi<br />

e Città di Trento sono riusciti a<br />

collegare le 13 località interessate<br />

con 26 Comuni che ospiteranno i 36<br />

sport. Noi siamo abituati da sempre<br />

alle difficoltà e sapremo gestirle<br />

7<br />

anche in questa occasione. Siamo<br />

pronti ad ospitare i 3mila atleti ed<br />

il contorno di dirigenti e tecnici,<br />

siamo in contatto con Eurosport<br />

per garantire la trasmissione delle<br />

gare, stiamo trattando anche con la<br />

Rai per l’inaugurazione ; abbiamo<br />

già l’adesione di 43 Paesi. Questo<br />

nostro coordinamento è nato<br />

dall’esperienza di altre città come<br />

Torino. Daremo la giusta credibilità<br />

a quello che siamo riusciti a fare<br />

anche sull’esperienza maturata nelle<br />

precedenti Universiadi. Ci saranno<br />

delle belle novità. Anche questi<br />

Campionati universitari ci hanno<br />

aiutato a crescere.<br />

Lo sprint vincente di Tonetti<br />

Riccardo Tonetti, è iscritto alla Facoltà di Economia di Trento, in procinto di laurearsi. Ha già<br />

partecipato ad alcune gare mondiali. Fresco reduce dalle gare in Slovenia, è arrivato in tempo<br />

ai Cnu per conquistare due titoli per il Cus Trento. Eccolo allo sprint dello slalom con 1’33.97.<br />

Soltanto Bertolini, terzo nelle due fasi, ha fatto meglio di lui nella prima manche con 44.91<br />

contro 44.95 (foto Sport Universitario)


Gianluca tasin, un presidente per tutte le stagioni<br />

P<br />

assa dagli sci alla scrivania, dal<br />

tormentone dell’Universiade ai Passi<br />

Alpini dei Campionati Nazionali<br />

Universitari con la stessa nonchalance<br />

Gianluca Tasin, presidente del C.U.S. Trento, ora<br />

impegnato a tempo pieno sulla strada che porta<br />

ai Giochi Universitari. Anche se è un figlioccio<br />

del calcio, visto che aveva la strada spianata per<br />

sfondare nel Trento di serie C, lui arrembante<br />

terzino destro degli allievi, la sua maturità<br />

sportiva l’ha sviluppata in altri settori quali nuoto,<br />

pallanuoto, moto enduro, triathlon, vela e bisogna<br />

dire che sono stati impegni che gli hanno fatto<br />

molto bene, visto il fisico che si ritrova. Il tutto<br />

prima di laurearsi in economia e di diventare<br />

Private Banker per un importante gruppo bancario<br />

nazionale. Gli si legge in faccia la felicità di lavorare<br />

per qualcosa a cui tiene in modo particolare e lo<br />

ha dimostrato in questi brevi anni di presidenza<br />

e nell’impegno offerto in occasione dei CNU in<br />

Trentino a San Martino di Castrozza.<br />

“Oggi siamo schierati in prima linea nell’imparare<br />

tutto quanto è indispensabile per non incorrere<br />

in qualche errore “burocratico”, nel rispettare il<br />

protocollo, nel mettere a disposizione tutto quanto<br />

è indispensabile. L’apertura dei Giochi sarà diversa<br />

dal solito, non vi sarà nessuna inaugurazione nel<br />

classico stadio ma ci fonderemo alla nostra città,<br />

saremo nel cuore pulsante di Trento, in Piazza<br />

Duomo, dove sorge la cattedrale di San Vigilio che<br />

è la principale chiesa cittadina ed è stata edificata<br />

nel XIII secolo e dedicata al patrono della città.<br />

Proprio in questa piazza abbiamo dato inizio al<br />

conto alla rovescia che ci porterà l’11 dicembre<br />

2013 all’inaugurazione dell’Universiade Invernale.<br />

L’obiettivo è quello di sviluppare il radicamento<br />

territoriale, di prenderci per mano e percorrere<br />

assieme il sentiero che porta alla vetta.<br />

In questo percorso non sono mancati coloro<br />

che rappresentano le “colonne portanti”<br />

dell’Universiade, il presidente del Comitato<br />

Organizzatore Trentino 2013 e membro della<br />

giunta nazionale del CONI Sergio Anesi,<br />

l’assessore al turismo della Provincia autonoma<br />

di Trento, Tiziano Mellarini, l’assessore allo sport,<br />

Marta Dalmaso, il Magnifico Rettore Davide Bassi<br />

e ovviamente il sindaco di Trento, Alessandro<br />

Andreatta”.<br />

In verità sono due i Gianluca al vertice del C.U.S.<br />

trentino, visto che anche il vice presidente, Porta,<br />

ha lo stesso nome del presidente che scherzando ci<br />

dice “la differenza tra me e lui è che il mio nome si<br />

scrive tutto attaccato mentre il suo si divide in Gian<br />

e Luca”. Ma non si rischia di fare confusione, anche<br />

perché con loro ci sono altri protagonisti che pur<br />

lavorando in silenzio operano per la buona riuscita<br />

dei progetti. A cominciare dal Prof. Paolo Bouquet<br />

delegato del Rettore per lo sport e Vice-presidente<br />

del comitato Organizzatore Trentino 2013, per<br />

finire al segretario generale Filippo Bazzanella (che<br />

peraltro è il direttore del C.U.S. Trento).<br />

Altro punto di forza del Team è il capo ufficio<br />

stampa di Trentino 2013, Diego Decarli (nella foto),<br />

presidente dei giornalisti della provincia autonoma,<br />

una lunga militanza nell’Agenzia Ansa e, cosa che<br />

non stona affatto,<br />

grande esperto di vini<br />

che in questa zona<br />

sono davvero ottimi,<br />

anzi eccellenti.<br />

Qual è l’obiettivo<br />

degli organizzatori?<br />

“Fare vivere<br />

l’Universiade alla<br />

città e lo faremo<br />

con manifestazioni,<br />

concerti ed eventi<br />

che non ci vedranno<br />

chiusi in ambienti<br />

asettici e distanti dall’opinione pubblica, anzi,<br />

saremo parte integrande della vita e dei ritmi della<br />

città; tutto questo sarà possibile anche grazie al<br />

lavoro corale dei volontari che saranno coordinati<br />

da Antonella Bellutti. L’”esercito” sarà composto<br />

da oltre un migliaio tra studenti, collaboratori ed<br />

interpreti.<br />

Il fatto di dovere organizzare questi Giochi in meno<br />

di due anni di tempo, rappresenta indubbiamente<br />

una bella sfida che noi abbiamo voluto cogliere<br />

perché crediamo nelle potenzialità del nostro<br />

territorio, crediamo nel lavoro di squadra e siamo<br />

convinti che serve l’aiuto di tutti per tessere le basi<br />

per un evento che rimarrà nella storia della Città e<br />

nella storia dei Giochi. Dalla nostra abbiamo che<br />

l’Universiade arriverà dopo i mondiali di Fiemme<br />

2013, la 3Tre di Madonna di Campiglio e il Tour<br />

de Ski, dunque dopo un lungo rodaggio. Per<br />

fortuna i nostri comitati organizzatori, quelli di<br />

Trento, Monte Bondone, Baselga di Pinè, Pergine<br />

Valsugana, Fiemme e Fassa hanno già acceso<br />

i motori e si stanno operando per sviluppare al<br />

meglio idee e progetti. Abbiamo la fortuna di poter<br />

contare su grandi professionisti e come quando<br />

si scala in parete ci si fida del proprio compagno<br />

di cordata anche noi possiamo fidarci gli uni degli<br />

altri. Molte le località delle gare, certo ci sarà<br />

da girare ma fa parte del gioco, come avviene<br />

d’altronde in quasi tutte le Universiadi. Cercheremo<br />

di affrontare la logistica degli spostamenti nel<br />

modo giusto con pullman attrezzati e scortati dalle<br />

forze dell’ordine. Ci saranno impianti con una certa<br />

anzianità ma anche altri nuovi, come quello di<br />

Predazzo che è già stato ampliato per il mondiale.<br />

A Canazei-Alba si vivranno giornate intense con<br />

l’hockey, insomma ci attendono giornate di grande<br />

sport”.<br />

“Vorrei concludere con una frase di Battistino<br />

Bonali, alpinista e scalatore orobico: <br />

Questa semplice frase descrive perfettamente la<br />

consapevolezza e le aspettative di tutti noi verso<br />

il futuro, sappiamo che dobbiamo essere noi a<br />

“rimboccarci le maniche”, dobbiamo metterci<br />

in discussione, dobbiamo dimostrare ciò che<br />

valiamo. Siamo una grande comunità di persone<br />

e cuori che crede nel grande progetto delle<br />

Universiadi ma prima di tutto crede nella capacità<br />

delle singole persone e nell’utilità di un lavoro di<br />

squadra.<br />

8


Mario Lovato, Cus Parma, oro e bronzo<br />

SLALOM GIGANTE FEMMINILE<br />

1. Borghetti Giulia MILANO<br />

2. Re Elena TORINO<br />

3. Cumani Benedetta TORINO<br />

SLALOM GIGANTE MASCHILE<br />

1. Tonetti Riccardo TRENTO<br />

2. Bertolini Francesco BRESCIA<br />

3. Lovato Mario PARMA<br />

SLALOM FEMMINILE<br />

1.Baruzzo Claudia TORINO<br />

2.Borghetti Giulia MILANO<br />

3.Cumani Benedetta TORINO<br />

9<br />

SLALOM MASCHILE<br />

1. Tonetti Riccardo TRENTO<br />

2. Lazzarini Alessandro LAGHI<br />

3. Bertolini Francesco BRESCIA<br />

SUPERG FEMMINILE<br />

1. Re Elena TORINO<br />

2. Borghetti Giulia MILANO<br />

3. Crazzolara Elisa TRENTO<br />

SUPERG MASCHILE<br />

1. Lovato Mario PARMA<br />

2. Delsante Rocco PARMA<br />

3. Bertolini Francesco BRESCIA<br />

Fondo maschile tecnica classica<br />

MAJ CHRISTIAN BERGAMO<br />

MOSCONI PIETRO BERGAMO<br />

GIOVINE DARIO TORINO<br />

Fondo maschile tecnica libera<br />

MOSCONI PIETRO BERGAMO<br />

MAJ CHRISTIAN BERGAMO<br />

GIOVINE DARIO TORINO<br />

Fondo femminile tecnica libera<br />

MAGNALDI ERICA TORINO<br />

RIVERO MARIANNA TORINO<br />

DAVARE ANNA PADOVA<br />

Fondo femminile tecnica classica<br />

PONTE VALENTINA TORINO<br />

RIVERO MARIANNA TORINO<br />

MAGNALDI ERICA TORINO<br />

MAx DUBINI, IL SENATORE<br />

è sempre ai campionati universitari anche se è …fuori corso da qualche<br />

C’<br />

anno. La sua figura sulle piste è inconfondibile, alto e massiccio com’è,<br />

questo milanese, Max Dubini, che ama la montagna e soprattutto lo sport<br />

universitario che segue da tanti anni, anche da dirigente come fece vent’anni<br />

fa quando con Alessandro Montanini organizzò proprio qui a San Martino di Castrozza i<br />

campionati universitari per il Cus Parma. “Non c’era la neve di questi giorni – ricorda – ma<br />

furono ugualmente degli ottimi campionati. Da allora non me ne sono perso uno”.<br />

Ingegnere tessile, con attività nella Brianza, abita nel cuore di Milano in quella via Senato<br />

che prese il nome proprio dall’istituzione che vi sorse alla fine del 1400 su volere del Re<br />

di Francia. Anche lui sembra proprio un senatore, più romano che lombardo in verità, tipo<br />

quelli che appaiono nei films storici.<br />

Ricorda con nostalgia quando partecipò al suo primo campionato nel 1951 a St.Moritz e<br />

la discesa libera del ‘56 a Bormio quando fu fra i primi. Ai Cnu, nel periodo universitario,<br />

gareggiò per il Cus Milano nel peso e nell’alto ma la sua attività ha abbracciato anche il<br />

tennis col Milano Club e poi il basket col Cus Milano in serie B. “Ho giocato anche a rugby<br />

nell’Amatori” conclude con un pizzico di nostalgia questo personaggio che ha presenziato a<br />

diverse Universiadi a cominciare da quelle del 1995, Jaca in Spagna e Fukuoka, in Giappone.


Benedetta Cumani e Laura Re coi loro fans. Artemio Carra e il saluto ai neo campioni. Giorgio Madella e i complimenti a Tonetto.<br />

da Passo rolle a san Pellegrino,<br />

meno quindici gradi e la bora<br />

A<br />

nche le macchine fotografiche<br />

si sono inceppate per il<br />

freddo mentre Francesco<br />

Franceschetti, rimpiangendo<br />

la calura estiva della sua padania, diceva<br />

al microfono di Laura: “E pensare che<br />

organizzai due Cnu invernali senza un<br />

centimetro di neve... qui ce n’è troppa”.<br />

In effetti la trasferta da San Marino di<br />

Castrozza all’altro santo, Pellegrino,<br />

nell’infuriare di una bella nevicata, col<br />

vento che ricopriva le strade già innevate<br />

rendeva difficile il viaggio, immaginarsi il<br />

gigante anche se sulla pista più bella del<br />

Gli “eroici” fuori gara<br />

mondo, come Nasciuti ricordava avergli<br />

detto Tomba, era già difficile difficile<br />

stare in piedi. Dunque onore ai campioni<br />

e ai meno campioni in quattro giorni di<br />

belle sfide che hanno visto emergere le<br />

ragazze piemontesi nel fondo mentre<br />

nel gigante Lovato ha portato a casa<br />

una bella medaglia davanti al compagno<br />

di squadra, Rocco che sembrava quasi<br />

vincente. Mai dire mai.<br />

Giorni di gare benedette dalla neve e<br />

anche dal nuovo Papa visto che la sera<br />

della cena ufficiale si sono fermati un<br />

pò tutti davanti al mega schermo del<br />

Rosetta per assistere all’uscita del nuovo<br />

pontefice. E quando è apparso sono<br />

bastati pochi minuti perchè il telefonino<br />

di Francesco Franceschetti squillasse per<br />

sentirsi dire: “Francesco, non ti basta<br />

Soltanto D’Elicio eTasin sono identificabili: gli<br />

altri un pò meno, Franceschetti, Carra, Wilma<br />

e Nasciuti con doppio strato. Foto fatta con la<br />

Nikon tascabile (Sport Universitario)<br />

10


La delegazione più numerosa, quella del Cus Torino. Gianni ippolito col tris torinese: Rivero, Ponte, Magnaldi. Le interviste di Laura Pedersoli.<br />

Mario Lovato sfreccia davanti al compagno rocco in 1’16.73<br />

11<br />

il vice presidente Cusi Artemio Carra e Gianfranco Beltrami<br />

coi vincitori di San Pellegrino (foto di Marco Pellegrini)<br />

la presidenza del Cus Bologna?”. Da un<br />

Passo all’altro per raggiungere Passo<br />

Cereda per le gare di fondo dove Anna<br />

Rosa amministrava il programma con la<br />

sua tradizionale disinvoltura assecondata<br />

dall’ex compagna nella nazionale<br />

juniores, Sara Rigoni (nella foto), delle<br />

Guardie forestali, terza recentemente a tre<br />

secondi dall’olimpionica Laura Bettega.


Riccardo Tonelli del Cus Trento trionfatore nel gigante e nello slalom visto dall’obiettivo di<br />

Marcello Martinelli. Il giorno prima aveva gareggiato in Slovenia. Lo rivedremo naturalmente in<br />

gara nell’Universiade di casa sua. Sotto, Francesco Bertolini del Cus Brescia, un argento e due ori,<br />

con 44”91 nella prima manche (Tonetti 44.95) ma poi 49.24 nella seconda (e il vincitore 49.02).<br />

Riccardo Tonetti si<br />

autointervista con<br />

Bertolini al suo fianco<br />

quindi Rocco Del<br />

Sante si complimenta<br />

con Francesco<br />

Romano (n.51)<br />

che l’ha superato<br />

con 1.15”84 (il<br />

parmigiano 1’16”88)<br />

ma non è ancora<br />

arrivato Lovato<br />

(1’16”73).<br />

A destra Carra si<br />

complimenta col<br />

concittadino Rocco<br />

Del Sante delle<br />

Fiamme Oro, un<br />

altro potenziale<br />

concorrente per la<br />

prossima Universiade<br />

già presente in quella<br />

del 2011.<br />

12


Il trionfo dei bergamaschi. Christian Maj (21”27.7) e Pietro Mosconi (21”29.4)<br />

tagliano il traguardo e poi premiati sul podio.<br />

A destra, è il momento delle ragazze con Max Dugini (Sport Universitario)<br />

Dario Giovine, Christian Maj e Pietro Mosconi<br />

all’arrivo e poi la premiazione.<br />

13<br />

Fantasmi nella nebbia di Passo Cereda<br />

Paola Toffol premia Borghetti, Baruzzo e<br />

Cumani. Sotto Madella col delegato Fisu,<br />

l’iraniano Saveh Shemshaki Bahram (foto<br />

Sport Universitario)


via Filadelfia, giungla d’asfalto,<br />

di Roberto Beccantini<br />

Torino 1948, il vecchio Filadelfia. I granata in allenamento nel loro stadio: guidano il gruppo Loik, Mazzola, Castigliano, Grava, il portiere di riserva Gandolfi, Gabetto, Ossola. Il Torino-record in<br />

Nazionale con 10 giocatori su 11 che nel ‘47 batterono l’Ungheria 3-2. Maroso, Gabetto, Menti, Grezar, Ballarin, Rigamonti, Castigliano, Loik, Sentimenti IV, Mazzola, Ferraris.<br />

V<br />

ia Filadelfia, Torino. Memorabili<br />

quegli anni, e quella giungla<br />

d’asfalto. Anni Settanta. Lo<br />

stadio Comunale e, attraversata<br />

la strada, il campo Combi, dove si allenava<br />

la Juventus. Quattrocento metri più in là, la<br />

tana del Toro. Cemento armato, cemento<br />

amato. Luoghi della memoria. Quando<br />

Juventus e Toro erano i re. In teoria – e,<br />

spesso, anche in pratica – al cronista<br />

riusciva la doppietta: mattina Juventus,<br />

pomeriggio Toro. O viceversa. Un privilegio<br />

mica da niente. All’epoca vivevo a Torino<br />

e lavoravo per «Tuttosport». Quattro anni<br />

di basket, e poi dal 1974, subito dopo i<br />

Mondiali della Germania Ovest campione<br />

e dell’Olanda totale, il passaggio al calcio.<br />

Più Juventus che Toro. Più Combi che<br />

Filadelfia. Ma anche Toro, anche Filadelfia.<br />

Altri tempi. Si parlava con tutti, a patto<br />

che tutti ne avessero voglia. Il cronista<br />

che arrivava primo, aveva il vantaggio di<br />

poter scegliere. Non c’erano zone miste,<br />

e neppure secondini travestiti da addetti<br />

stampa, come adesso: che origliano,<br />

che segnano, che riferiscono. Il contatto<br />

era fisico, senza barriere. Bisognava<br />

avere pazienza, bisognava battere la<br />

concorrenza e la diffidenza. Per tacere delle<br />

domenica di campionato o dei mercoledì<br />

di coppa: all’epoca, i giorni canonici erano<br />

quelli. Quelli, e basta. Ci si sistemava in<br />

prossimità della porta degli spogliatoi,<br />

nel ventre del Comunale. Il primo a uscire<br />

era l’allenatore, Giovanni Trapattoni o Gigi<br />

Radice. Parlavano una decina di minuti,<br />

fitto fitto. Dopodiché, una sbirciatina<br />

all’orologio e liberi tutti: di entrare e<br />

passeggiare fra shampoo e accappatoi.<br />

C’erano giocatori ancora sotto le docce.<br />

Altri che armeggiavano col phon. Le<br />

interviste del «dopo» nascevano così, in un<br />

cimitero di lattine, panini e cerotti.<br />

CAMPO TORINO<br />

Le pietre e l’erbaccia del «Filadelfia», che<br />

poi era il nome della via e non dell’arena,<br />

battezzata «Campo Torino». Ricordo, su<br />

tutti, un collega che non c’è più. Ferruccio<br />

Cavallero, inviato de «La Stampa». Era<br />

figlio di Luigi, morto nello schianto di<br />

Superga, anch’egli giornalista a «La<br />

Stampa». Ferruccio scomparve a 33 anni,<br />

fulminato da un tumore. Aveva riccioli<br />

veneziani, seguiva spesso entrambe le<br />

squadre, era molto più estroverso del<br />

sottoscritto, soprattutto con le ragazze.<br />

Il Combi era un respiro, il Filadelfia un<br />

palpito: là si allenavano soltanto, qui aveva<br />

tenuto bottega Valentino Mazzola. Non ho<br />

dimenticato la sala riservata alla interviste.<br />

Vado a memoria: un tavolo lungo e largo<br />

e, tutto intorno, quadri e trofei aggrediti<br />

14


ogni pietra raccontava un mito<br />

Torino 1973: Ve lo immaginate bianconeri e granata che guardano tranquillamente un allenamento nel covo del calcio torinese? Allora succedeva. A sinistra Giagnoni, i giornalisti Beppe Conti e<br />

Angelo Caroli, Claudio Sala, <strong>Fab</strong>io Capello, Spinosi; al centro Flora Gandolfi col marito Helenio Herrera, Alberto Refrigeri, Bruno Bernardi, Franco Costa, Roberto Beccantini, Santin, Cinesinho.<br />

Infine sfida calcistica al Filadelfia, Giagnoni e Giorgio Gandolfi<br />

dalla polvere e dalla nostalgia. C’erano<br />

tribune cadenti, ogni pietra raccontava un<br />

episodio e ogni episodio, nel passaparola<br />

dei testimoni, si dilatava a impresa. Al<br />

Combi si parlava in scudetto, al Filadelfia<br />

in dialetto. Ferruccio aveva uno slang<br />

tutto suo, i cui confini si perdevano tra il<br />

pacioso «esageruma-nen» e il collerico<br />

«boiafaus».<br />

I GEMELLI DEL GOL<br />

I gemelli del gol, all’anagrafe Francesco<br />

Graziani e Paolino Pulici, poi il poeta del<br />

gol, cioè Claudio Sala, giaguaro Castellini,<br />

l’aria «lordista» di Renato Zaccarelli, e<br />

15<br />

l’immancabile freddura: siete uomini o<br />

caporali? Caporale. Da Vittorio Caporale,<br />

il libero che chiamava il fuorigioco in<br />

anticipo sugli studi e sulle mode. Perché<br />

sì, il Toro che Radice allevava al Filadelfia<br />

era un laboratorio, Graziani fu uno dei<br />

primi ad andare in pressing sistematico sul<br />

portatore di palla. Durarono poco, quella<br />

squadra e quell’idea, ma lasciarono tracce<br />

profonde.<br />

Il Fiadelfia è stata una grande palestra di<br />

vita e di emozioni, un’agorà senza pulpiti,<br />

in cui il giovane cronista e il tifoso anziano<br />

si mischiavano per scambiarsi facile<br />

scienza e complicata memoria. Ogni faccia<br />

nuova veniva squadrata e tradotta per<br />

risalire alla squadra del cuore. Difficilmente<br />

sbagliavano, gli addetti all’identificazione<br />

del giornalista. Il tifo, però, non era ancora<br />

la guerra di rilegione che è diventato. Era<br />

religione, senza guerra.<br />

Rammento, dei miei pomeriggi al Filadelfia,<br />

i cieli foschi e gli sfondi grigi: sembrava<br />

di essere in un pezzo di Londra, dentro<br />

uno di quegli stadi che, come il vecchio<br />

Highbury, sembravano usciti dalla penna<br />

di Charles Dickens, così densi di passato<br />

e così gonfi di malinconia. Quante volte<br />

ne ho discusso con Vladimiro Caminiti: il<br />

5 settembre saranno vent’anni dalla sua<br />

morte. Camin aveva un debole per tutto<br />

ciò che trasudava storia, poesia. Dunque,<br />

anche per il Filadelfia, del quale rispettava<br />

l’aura di fortezza sbrecciata ma guerriera.<br />

Le gradinate non si limitavano a decorare<br />

il paesaggio: lo illustravano più e meglio di<br />

qualsiasi guida. Lo facevano immaginare.<br />

UN MONUMENTO<br />

Ogni foto che mi riporta a quella polvere<br />

di stelle e a quelle nuvole di cicche, non<br />

mi trasmette mai l’idea di un fantasma<br />

sbucato dal fondo di un armadio. Al<br />

contrario. Il Filadelfia non è stato, per<br />

me, un semplice monumento: è stato<br />

un momento, e resterà sempre un<br />

«memento».


Ciao, Pietro<br />

U<br />

na vita di studio in pista,<br />

una vita di studio dopo,<br />

quattro lauree, venti libri,<br />

molto lavoro, molto impegno. E quel<br />

record del mondo così simile a una<br />

tesi, presentata alle Universiadi, e<br />

così solida, così degna di una maxima<br />

cum laude da diventare un classico:<br />

19”72, quasi 17 anni davanti a tutti<br />

e a tutto, prima di Michael Johnson<br />

e prima di quella evoluzione della<br />

specie, di quella mutazione che si<br />

chiama Usain Bolt. I vecchi studenti<br />

diventati professori vanno onorati.<br />

Specie quando se ne vanno nel<br />

rimpianto forte e nel dolore vero.<br />

QUELLI CHE SAPEVANO<br />

Pietro Mennea aveva più sfaccettature<br />

di uno di quei diamanti che sanno<br />

tagliare ad Anversa, a Amsterdam. Lo<br />

avevamo capito mentre era in vita, lo<br />

cogliamo a pieno ora, dopo che se n’é<br />

andato nel primo giorno di primavera,<br />

e di quanto fosse grave, disperata, la<br />

sua condizione al corrente erano solo<br />

sua moglie Manuela, sua sorella e<br />

Giovanni Malagò che in questi mesi<br />

di Giorgio Cimbrico<br />

di sfida per conquistare il vertice del<br />

Foro Italico aveva avuto il consiglio<br />

dell’antico scugnizzo di Barletta, della<br />

Freccia del Sud, del bianco che era nero<br />

dentro, in un’autodefinizione che Pietro<br />

aveva inventato lì per lì, di fronte a un<br />

perplesso Muhammad Alì: ma come,<br />

l’uomo più veloce del mondo aveva la<br />

pelle chiara? si domandò Il Più Grande<br />

trovandosi di fronte a questo giovanotto<br />

molto normale, con occhi e mento<br />

puntuti.<br />

La morte improvvisa è stata una<br />

sorpresa annichilente? No, non sino in<br />

fondo perché, per caso, tre mesi prima<br />

di quel 21 marzo, capitò di vederlo in<br />

un collegamento televisivo con il Salone<br />

d’Onore (sì, la stessa aula dove sarebbe<br />

stata allestita la camera ardente)<br />

e Pietro apparve irriconoscibile,<br />

invecchiato, smagrito, pallido, in<br />

testa poche stoppie di capelli bianchi.<br />

Quell’immagine spinse a un tentativo<br />

di ricerca, di raccolta d’informazioni,<br />

ma nessuno seppe dare una risposta.<br />

Pietro era già assediato dal male, vicino<br />

alla capitolazione finale, ma questo lo<br />

abbiamo capito solo quando è arrivata<br />

la notizia, quando è stata confermata<br />

19”72<br />

e sulle tv è iniziata a passare la sua<br />

epopea, la sua chanson de geste, le<br />

immagini messicane, la disperata<br />

volata di Mosca, il dito al cielo, il cielo<br />

nell’immensa stanza del Lenin.<br />

LE ULTIME INTERVISTE<br />

E le più drammatiche, le più dolorose,<br />

nella loro normalità, erano le ultime:<br />

un’intervista a Sky prima dei Giochi<br />

di Londra, con Pietro sorridente,<br />

amabile e puntuto. Reale. Vivo.<br />

C’è stata una presa di coscienza<br />

in quei momenti che si sono<br />

prolungati in giorni, quelli della<br />

morte, dell’omaggio al Coni<br />

(primo e unico a essere esposto e<br />

onorato), del funerale, del corteo<br />

verso Prima Porta, la Spoon River<br />

romana dove dormono Berlinguer<br />

e Fanfani, Rascel e Modugno, uno<br />

che sapeva volare: era stato spazzato<br />

via un personaggio della storia<br />

(segue a pagina 33)<br />

16


d’Italia – non solo dello sport, non<br />

sotto il segno<br />

confessa di sentire un grande freddo<br />

solo dell’atletica – un compagno MAGLIE DELLA SALUTE e ritorna al gioco di sguardi corso tra DIE ALT, PER I TEDESCHI<br />

di strada fidato, balzano, geniale,<br />

Dopo aver pensato di sapere molto<br />

loro nelle lunghe parentesi di lavoro<br />

aumentato di sette etti in vent’anni di<br />

capace di clamorosi addii, di eterni<br />

di lui, sono stati giorni di scoperta,<br />

passate a Formia; Carlo Vittori che<br />

allenamento, uno dei vanti suoi e di<br />

ritorni, l’uomo che volle farsi re e<br />

in un’allegria da naufraghi. Stefano<br />

ammette, con voce che vorrebbe esser<br />

contrariamente al personaggio di<br />

dell’universiAde<br />

chi lo seguì negli anni dell’ingresso<br />

Tilli che racconta di quei loro giorni<br />

ferma, “di non aver mai pensato di<br />

in scena a Monaco di Baviera, della<br />

Kipling riuscì a lungo a tenere il trono<br />

nella foresta di Otaniemi, a preparare<br />

dover parlare di questa morte: io ho più<br />

delusione di Montreal, del vertice<br />

di fronte a tanti assalti di titani e<br />

il miracolo della 4x100 d’argento<br />

di 80 anni, Pietro ne aveva 60”; Livio<br />

messicano, della battaglia, soprattutto<br />

centauri che, all’apparenza, avevano<br />

dei Mondiali ’83, tra il lavaggio della<br />

Berruti che, in nome della coerenza,<br />

con se stesso, di Mosca, dell’estate<br />

avuto dalla sorte un patrimonio fisico<br />

“maglia della salute” che Pietro portava<br />

sottolinea ancora una volta la loro<br />

di Giorgio Gandolfi clamorosa che seguì quando bastava<br />

più cospicuo. La corona europea<br />

come una magica corazza sotto la<br />

diversità: “Eravamo come Platone e<br />

un colpo di pistola per accenderlo,<br />

S<br />

è<br />

ono<br />

ancora<br />

passati<br />

sulla<br />

esattamente<br />

sua testa<br />

ottant’anni canottiera, da e i consigli che il vecio<br />

Aristotele”. E poi le immagini che sono<br />

farlo volare, renderlo velocissimo<br />

e<br />

quando<br />

il 12 settembre<br />

Torino ospitò<br />

gli anni<br />

quei Giochi regalava che al bocia; Sara Simeoni che<br />

state tramandate e che vale ancora la<br />

al caldo, al freddo, sotto la pioggia,<br />

saranno<br />

poi sarebbero<br />

34. Perché<br />

diventati<br />

Pietro<br />

l’Universiade.<br />

pena sfogliare: Primo Nebiolo che esce<br />

creando fotofinish che sembrano<br />

era il sublime ostinato,<br />

dalla cabina telefonica di Mosca dove<br />

L’Universiade al singolare mai al plurale come<br />

dei nonsense: primo lui, nessuno<br />

quello che un giorno aveva steso un<br />

aveva scorso un elenco degli abbonati<br />

si dovrebbe usare anche per l’Olimpiade. La<br />

piano su se stesso e lo ha rispettato,<br />

in cirillico perché non se la sentiva di<br />

alle sue spalle che potesse esser<br />

moneta che abbiamo reperito nel mercato dei<br />

nel sacrificio, nel desiderio che si è<br />

assistere a quella finale che divenne<br />

colto dal’occhio della macchina.<br />

collezionisti è una vibrante immagine dell’epoca<br />

trasformato in trionfo della volontà.<br />

un dramma con scioglimento a lieto<br />

Non aver approfittato di quel lungo<br />

assieme alla copertina del settimanale della<br />

fine. E ancora loro due, Pietro e Primo,<br />

attimo corrente rimane nel cahier del<br />

Gazzetta del Popolo mentre le foto si riferiscono<br />

un anno prima, sulla pista messicana,<br />

rammarico di Vittori. Era e continua<br />

allo UN storico MONACO arrivo di GUERRIERO<br />

Beccali nella gara dei<br />

dopo la galoppata del sogno che il<br />

a esser convinto, il professore, che<br />

1.500<br />

Un fachiro,<br />

vinta<br />

hanno<br />

davanti<br />

detto,<br />

al neo<br />

un<br />

zelandese<br />

monaco-<br />

Loveleck<br />

presidente dello sport universitario (e di<br />

una salita sul’altopiano di Mexico<br />

col<br />

guerriero,<br />

record<br />

hanno<br />

del mondo,<br />

scritto.<br />

4’49”.<br />

La verità<br />

L’abbraccio fra i<br />

lì a poco pontifex mondiale dell’atletica)<br />

City avrebbe cancellato il settembre<br />

due<br />

vera<br />

fuoriclasse<br />

l’ha trasmessa,<br />

giunti<br />

ancora<br />

spalla<br />

una<br />

a spalla<br />

volta,<br />

alla fine,<br />

aveva organizzato nel migliore dei posti del ’79, avrebbe portato Pietro a<br />

sintetizza Carlo Vittori: lo spirito “Sai cosa dell’epoca rispose così a chi come le due<br />

possibili, ai 2200 metri di altura dove un tempo tra 19”50 e 19”60. Oggi<br />

simpatiche gli domandava fanciulle se non che gli poi pesasse sono la grande<br />

Tommie Smith aveva forzato i cancelli l’ipotesi, con solide fondamenta,<br />

Ondina quella vita Valli, dura? con Che pantaloncini lui stava da facendo maschietto,<br />

del cielo con calligrafia smisurata: continua ad avere una sua forte<br />

Ci solo sarebbero quello che state gli altre piaceva, manifestazioni quello che<br />

passi da due metri e 70, ginocchia fascinazione, contribuisce ad<br />

universitarie, amava”. Un’etica anche del quelle lavoro invernali degna di ma la<br />

altissime, trionfo a braccia alzate. E ora, arricchire la storia di Pietro Il Grande,<br />

tappa quella di rappresentata Torino resta da come Max punto Weber di partenza di<br />

dopo quel bronzo californiano, dopo di Mennea il Vecchio, die Alt, come<br />

un’organizzazione in uno dei suoi saggi che più è andata famosi sviluppandosi<br />

quel coraggioso che seppe sfidare lo chiamavano i tedeschi come fosse<br />

nel affiancava tempo sino l’ambizione a raggiungere, permessa ai giorni a nostri,<br />

i benpensanti e i seguaci più fedeli stato un grande pittore, nelle lunghe<br />

la pochi, sintesi e il dell’altra primo che Olimpiade, viene in mente quella dei<br />

dello zio Sam, arrivava con un decimo stagioni di un meriggio con il sole mai<br />

giovani, è Harold dei Abrahams veri dilettanti e la sua perchè storia là, con gli<br />

abbondante di vantaggio Pietro Mennea basso. Oggi, serve ad alimentare la<br />

Una singolare espressione di Mennea in una<br />

eredi di solida di Olimpia, comunanza c’è lo con sport un di Vittori lusso, quello foto dei di Romano Rosati.<br />

da Barletta, meno di 1,80, poco meno fresca leggenda di chi ha visto i suoi<br />

dell’epoca, Sam Mussabini.<br />

di 70 chili,<br />

17


professionisti. E se non sono davvero<br />

professionisti, come nel baseball, non<br />

li vogliono. A costo di eliminare dai<br />

Giochi uno sport antico come la lotta:<br />

ovviamente non fa audience.<br />

Il De Coubertin<br />

dei Giochi<br />

Universitari,<br />

Jean Petitjean,<br />

presidente del<br />

Puc Parigi. A<br />

destra l’ingresso<br />

degli azzurri ai<br />

Giochi di Torino<br />

1933 dove nella scherma trionfò Renzo<br />

Nostini destinato a diventare presidente del<br />

Cusi.<br />

unA storiA ineditA in PiLLoLe<br />

1905 Stati Uniti: nascita della prima<br />

associazione sportiva universitaria dopo<br />

l’entusiasmo provocato dall’Olimpiade di<br />

S.Louis e in Europa di altre associazioni<br />

in Ungheria, Polonia, Germania, Svezia e<br />

Norvegia.<br />

1919 Francia: Nasce a Strasburgo la<br />

CIE, Confédération Internationale des<br />

Étudiants, fondata da Jean Petitjean<br />

(1889-1969).<br />

1923: Francia, prima edizione a Parigi<br />

dei mondiali universitari allo Stade de<br />

la Porte Dorèe riservati all’atletica.<br />

Petitjean, semina entusiasmo.<br />

1928 Italia: Roma ospita la seconda<br />

edizione dei Giochi Mondiali Universitari<br />

con 400 atleti di 5 Nazioni.<br />

1933 Italia: a Torino si inaugura lo stadio<br />

con i Giochi Universitari con due record<br />

del mondo.<br />

1945 Cecoslovacchia: nascita postbellica<br />

a Praga della UIE, Unione International<br />

des Etudiantes (dissolta la CIE) con 43<br />

paesi.<br />

1947 Francia: Giochi Mondiali<br />

universitari a Parigi della PESD (Phisical<br />

Education and Sport Departiment) il ramo<br />

sportivo della Uie: al termine scissione di<br />

una parte del movimento sportivo.<br />

1949 Italia: dopo la scissione, nascita<br />

a Merano della Fisu, Federation<br />

International du Sport Universitaire,<br />

sotto la presidenza di Paul Schleimer<br />

(1949-1961) con l’assemblea organizzata<br />

dal Cusi (28 agosto-4 settembre) e la<br />

prima “Semaine Internationale du Sport<br />

Universitaire.<br />

1951 Berlino: dal 6 al 15 agosto,<br />

2.000 atleti di 42 paesi danno vita<br />

all’XI° Campionato del mondo<br />

universitario mentre in Lusseburgo<br />

si disputa la II° Settimana internazionale<br />

della Fisu con 12 delegazioni.<br />

1956 Parigi: nella Conferenza<br />

internazionale si accordano i<br />

rappresentanti di UIE, FISU e <strong>CUSI</strong> che<br />

danno vita ad una sola Associazione.<br />

1957 Francia: a Parigi i Giochi<br />

universitari riunificati per i 50 anni della<br />

UNEF (Union National des Etudiantes<br />

de France) 1.287 partecipanti<br />

e 32 Nazioni fra cui Cina, Usa e Canada.<br />

Scrive Jean Petitjean: “Vive les Jeux<br />

Universitaire Mondiaux de Rome!”<br />

Poi il dirottamento a Torino.<br />

1959 Italia: organizzazione a Torino della<br />

prima Universiade sotto l’egida della Fisu<br />

con partecipazione unificata.<br />

1961: Elezione di Primo Nebiolo<br />

alla presidenza della Fisu.<br />

18


Lo studioso francese Jean Durry che<br />

attraverso le pagine di University Sport,<br />

la prestigiosa rivista della Fisu edita da<br />

Yvan Dufour e David Vandenplas, sta<br />

ricostruendo la storia del movimento<br />

studentesco grazie a preziosi documenti<br />

emersi da varie fonti e forniti anche<br />

dal figlio di Jean Petitjean che si può<br />

considerare il “padre” dello sport<br />

universitario, l’antesignano di Primo<br />

Nebiolo.<br />

19<br />

1933<br />

Il ventenne triestino Giorgio<br />

Oberweger in gara ai Giochi<br />

torinesi del ‘33, divenne uno dei<br />

personaggi più rappresentativi<br />

dell’atletica. Il mese successivo<br />

a Trieste realizzò il primo dei 10<br />

record italiani lanciando il disco<br />

a 46,437.<br />

Sotto lo stadio di Torino<br />

appena inaugurato e una fase<br />

di una partita di basket, sport<br />

che esordì proprio nei giochi<br />

universitari.<br />

Al centro la Foresteria che<br />

ospitava i dirigenti oggi<br />

utilizzata per Scienze Motorie.


A ondina valli in regalo un orologio per i quattro ori<br />

Grandi protaGonisti<br />

Trebisonda “Ondina”<br />

Valli, Bologna,<br />

1916, vinse la prima<br />

medaglia olimpica al<br />

femminile ai Giochi di<br />

Berlino 1936 e 4 ori a<br />

Torino 1933: 100 piani, 80 ad ostacoli,<br />

salto in alto e staffetta 4x100.<br />

Luigi Beccali, 1907,<br />

Milano. A Los Angeles<br />

‘32 vinse l’oro nei 1.500<br />

stabilendo il primato<br />

olimpico con 3’51”2.<br />

L’anno dopo il record<br />

del mondo in 3’49 con quello dei<br />

Giochi Universitari a Torino. Dopo il<br />

36’ si stabilì negli Stati Uniti<br />

Le azzurre Valli, Testoni, Cosselli, Bongiovanni; Ondina fotografata<br />

nel salto: gareggiò per 12 stagioni sempre impegnata nel “derby”<br />

con la concittadina Testoni.<br />

A destra l’accampamento con le tende spartane riservate agli atleti.<br />

L<br />

a settimana dedicata ai Giochi mondiali<br />

universitari a Torino 1933 registrò un<br />

clamoroso successo tecnico e di pubblico:<br />

nel nuovo stadio inaugurato una settimana<br />

prima ci furono 70mila spettatori nella prima giornata<br />

quindi una media di 50mila nel periodo dal 3 all’11<br />

settembre con due record del mondo, autori l’italiano<br />

Luigi Beccali 3’49 (che avrebbe vinto l’oro nei 1.500<br />

all’Olimpiade di Los Angeles) e lo statunitense Glenn<br />

Morris nei 110 ostacoli con 14”4/10. Vinse poi<br />

l’oro nel decathlon all’Olimpiade di Berlino: tornato<br />

in patria si diede al football e al cinema. Beccali fu<br />

anche grande protagonista della staffetta olimpica che<br />

guidò al successo con un rush finale negli 800 metri<br />

recuperando due posizioni. La pista di 446,38 metri<br />

registrò questo clamoroso collaudo con la grande<br />

sfida fra Beccali e il neozelandese Loveleck: i due a fine<br />

gara si abbracciarono fra l’entusiasmo del pubblico.<br />

In campo femminile su tutte l’azzurra Ondina<br />

(Trebisonda) Valla, bolognese di 17 anni con quattro<br />

ori (100 m. salto in alto, staffetta e 80 ostacoli) poi<br />

vincitrice nel ’36 a Berlino del primo oro conquistato<br />

da un’italiana. Non era partita come probabile<br />

vincitrice, come avvenne poi anche ai giochi, andava<br />

bene sia nella velocità che negli ostacoli, oltretutto<br />

era stata battuta due volte da Claudia Testoni, sua<br />

tradizionale rivale poi le correzioni fatte dal tecnico<br />

americano Comstock fecero il “miracolo” cosicchè<br />

vinse a Torino con 11”6 e come premio la sua società<br />

le regalò un cronometro. Grande protagonista anche<br />

la francese Blondeau imbattibile in vasca sulla corta<br />

distanza. Bellissima la chiusura dei Giochi così come<br />

era stata spettacolare l’apertura con molti atleti nei<br />

costumi nazionali e tanti applausi al passaggio delle<br />

varie delegazioni che hanno seguito quest’ordine<br />

anche nella giornata conclusiva: Belgio, Canada,<br />

Bolivia, Cecoslovacchia, Lituania, Egitto, Estonia,<br />

Francia, Germania, Inghilterra, Austria, Spagna,<br />

Nuova Zelanda, Svizzera, Usa, Ungheria, Finlandia,<br />

Portogallo, Belgio, Danimarca, Argentina, Polonia,<br />

Norvegia, Romania, Cina con un unico atleta e Italia.<br />

Peccato che il tempo non sia stato clemente come<br />

nelle precedenti giornate che hanno permesso di<br />

gareggiare, c’è minaccia di pioggia ma la cerimonia<br />

va avanti con gli interventi del Podestà, Conte Thaon<br />

de Revel e del presidente della Confederazione<br />

internazionale degli studenti che ha sottolineato<br />

“l’ospitalità eccezionale del popolo italiano nonché<br />

l’alta qualità degli impianti messi a disposizione con<br />

uno stadio che in pochi mesi è sorto dove prima<br />

c’erano soltanto campi incolti”. A lui si sono uniti nei<br />

complimenti i consoli Clapaire e De Rocca Serra cui ha<br />

fatto seguito il suono “lento e grave”, come scriveva<br />

un anonimo cronista, della campana della Maratona<br />

col vessillo della Confederazione internazionale che<br />

veniva ammainato. A conclusione, le note della marcia<br />

reale e di Giovinezza. Escono gli universitari, entrano<br />

i grandi del calcio con la prima partita del campionato<br />

fra la Juventus ed il Livorno, una Juventus leggendaria<br />

forte di diversi giocatori che l’anno dopo avrebbero<br />

vinto il mondiale di calcio ripetendosi quattro anni<br />

dopo in Francia. Ci sono Combi, Rosetta, Caligaris,<br />

Monti, Bertolini, Cesarini, Ferrari, Orsi, tanto per<br />

citarne alcuni dei bianconeri che non hanno problemi<br />

a liquidare i toscani con quattro reti. L’indomani grandi<br />

titoli sui giornali italiani ma anche su quelli francesi. Il<br />

più importante quotidiano sportivo, L’Auto, sottolinea<br />

fra l’altro “l’eccellente qualità della pista” mentre Paris<br />

Soir parla di “organizzazione impeccabile grazie ai<br />

grandi sacrifici del governo italiano che sono stati<br />

ampiamente ricambiati dagli universitari di tutto il<br />

mondo col loro impegno e con risultati eccezionali.<br />

20


A cominciare da quello di Beccali che ha eguagliato<br />

il record di Ladoumegue e dell’americano Morris<br />

che ha ripetuto a sua volta il primato dello svedese<br />

Wennstrom.”. Per Paris Match la grande sorpresa è<br />

stata “la signorina Valla, una piccola ma magnifica<br />

atleta, autentica rivelazione dei giochi”.<br />

La festa in Italia è proseguita a Milano dove gli atleti<br />

stranieri in partenza sono stati festeggiati dalle autorità<br />

e dai tifosi in piazza del Duomo mentre gli azzurri in<br />

serata si sono trasferiti a Roma dove era previsto il<br />

ricevimento da parte del primo ministro Mussolini. A<br />

Palazzo Littorio l’incontro col segretario del Partito,<br />

Starace quindi il trasferimento a Piazza Venezia nello<br />

studio del Duce. L’accoglienza degli atleti e degli<br />

accompagnatosi nell’immenso studio di Mussolini, un<br />

grande salone occupato soltanto da una scrivania: ogni<br />

atleta si è presentato indicando il suo nome e la sua<br />

specialità facendo il saluto romano e ricevendo dalle<br />

mani del Duce la medaglia per la vittoria conseguita. Si<br />

concludono così due settimane di grande sport in un<br />

Paese ancora lontano dal dramma della guerra. Ma è<br />

anche l’inizio dell’avventura dello sport mondiale.<br />

RISULTATI ATLETICA MASCHILE<br />

100:1) Pflug (Ger) 10”7/10; 2) Virtanen (Finl) 10”8/10,<br />

21<br />

3) Di Blas (It) 10” 9/10; 4) Clegg (Ing), 5) Nagy (Ung)<br />

200: 1) Engel (Cec) 22” 1/10, 2) Pflug (Ger) 22” 2/10;<br />

3) Ferrario (It) 22”3/10, 4) Gonnelli (It), 5) Virtaneu<br />

(Fr)<br />

400: 1) Fuqua (Usa) 47”8/10 nuovo record dei Giochi,<br />

2) Voigt (Ger) 48” 3/10, 3) Metzer (Ger) 48”5/10, 4)<br />

Fiser (Cec), 5) Boisset (Fr), 69 Lawrence (Ing)<br />

800: 1) Dessecher (Ger) 1’54” record dei Giochi<br />

Universitari; 2) Danz (Ger) 1’55”, 3) Cerati (It) 1’55”;<br />

4) Soderman (Finl) 5) Pochad (Ger)<br />

3000: 1) Cerati (It) 8’43; 2) McCluakey (Usa) 8’44, 3)<br />

Hrop (Cec) 9’2, 4) Hellpap (Ger), 5) Gourik (Ung), 6)<br />

Stepp (Ger)<br />

110 hs: 1) Morris (Usa) 14”4/10, record del mondo<br />

eguagliato; 2) Wagner (Ger) 14”9/10; 3) Valle (It)<br />

15”6/10.<br />

1.500: 1) Beccali (It) 3’49” nuovo record dei giochi e<br />

del mondo; 2) Loveleck (Nuova Zelanda) 3’49”5/10;<br />

3) Dessecher (Geer) 4’3; 4) Helpap (Ger) 4’4”. 5) Page<br />

(Ing), 6) Gomori (Ung), 6) Krasler (Ger).<br />

Staffetta 4x400: 1° Germania (Ruhle, Nottbrock,<br />

Metzuer, Voigt) 3’17”; 2) Francia (Skawinski, Faure,<br />

Gaillard, Boisset) 3’19”; 3) Italia (Craighero, Rabaglino,<br />

Curtoni, Giacomelli) 3’22”.<br />

Asta: 1) Junberg (Sve) 3,90; 2) Pojmaevich<br />

(Argentina) 3.80; 3) Goletto (It) 3.80, 4) Markl (Cec)<br />

3.80.<br />

Lungo: 1) Kuttis (Est) 7,26; 2) Tolamo (Finl) 7,03; 3)<br />

Sievert (Ger) 6,93; 4) Tabai (It) 6,89.<br />

Alto: 1) Bodosi (ung) 1,91; 2) Kvuse (Est) 11,91,<br />

3) Bergstrom (Sve) 1,85, 4) Tommasi (It) 1,85; 5)<br />

Solyom (Ung) 1,85; 6) Stoeck (Ger) 1,85.<br />

Giavellotto: 1) Varnzegl (Ung) 64.85; 2) Sule (Est)<br />

64.03; 3) Weimann (Germania) 64,02; 4) Stoeck (Ger)<br />

62,34; 5) Suksi (Finl) 60,40<br />

Peso: 1) Kunsti (Finl) 15,52 nuovo record dei Giochi;<br />

2) Vilding (Est) 15,09; 3) Sievert (Ger) 14,95; 4) Dimza<br />

(Est) 14,29; 5) Solty (Ungh) 14,27<br />

STAFFETTA OLIMPICA (160: 400, 200, 200, 800).<br />

Nuovo record del mondo: 1) Italia (Giacomelli,<br />

Ferrario, Gonnelli, Beccali) 3’28. 2) Germnia<br />

(Nottbrock, Pflug, Eldracher, Danz) 3’3. 3) Ungheria;<br />

4) Francia, 5) Inghilterra, 6) Cecoslovacchia<br />

Staffetta 4x100: 1) Germania (Eldracher, Stein, Vent,<br />

Pflug) 42”; 2) Italia Di Bas, Ferrario, Gonnelli e Gesa)<br />

42”6/10; 3) Cecoslovacchia, 4) Francia, 5) Ungheria,<br />

6) Inghilterra.<br />

Disco finale: 1) Laborde (Usa) 48,90, nuovo record dei<br />

Giochi 2) Vliding (Est) 45,40, 3) Sievert (Ger) 44.54,<br />

4) Oberwegher (It) 44,29<br />

Pentathlon: 1) Sievert (Germania) 4.163 (lungo 6,99,<br />

giavellotto 57,55, 200: 22”, disco 44.08, 1.500: 5’10)<br />

record dei Giochi.<br />

ATLETICA FEMMINILE<br />

100: Prima batteria: 1) Ondina Valla (It) 12” 8/10<br />

nuovo record dei Giochi universitari) precedente<br />

Braumuller 13”3/10; 2) Vosse (Ing) 13” 4/10. 2°<br />

batteria 1) Testoni (It) 13”, 2) Brown (Ing) 13”; 3)<br />

Cosselli (It) 13” 4/10.<br />

Finale: 1) Valla 12” 9/10; 2) Brown (Ing) 13”, 3)<br />

Testoni (It) 13”, 4) Eltermaies (Est), 5) Voose (Ing), 6)<br />

Cosselli (It).<br />

Giavellotto: 1) Cox (Ing) 29,16, 2) Lee (Ing) 28.81; 3)<br />

Cosselli (It) 4) Bongiovanni (It).<br />

Alto: 1) Ondina Valla (It) 1,45, 2) Haisler (Ing) 1,40; 3)<br />

Evers (Lettonia) 1,40, 4) Testoni (It) 5)Cosselli (It) 6°<br />

Sleight (Ing)<br />

Disco: 1) Bongiovanni (It) 25,62; 2) Booth (Ing) 24,26;<br />

3) Ireland (Ing) 22,10.<br />

Lungo: 1) Testoni (It) 5,30; 2) Pajes (Ung) 4,97; 3)<br />

Valle (It) 4,85: 4) Eltermanis (Lett), 5) Booth (Ing), 6<br />

Lee (Ing).<br />

80 hs: 1) Valla (It) 13”2/10<br />

Giavellotto: 1) Cox (Ing) 29,16.


dopo dortmund, alla conquista<br />

della spagna del generale Franco<br />

Nel luglio del 1957 scrivera Ignazio Lojacono sulle pagine di Sport<br />

Universitario: “Tanto per cambiare ancora una volta la Nazionale italiana sarà<br />

rappresentata ai Giochi universitari di San Sebastian da un ente privato, non<br />

riconosciuto ufficialmente dallo Stato anche se invidiato ed ammirato da<br />

tante altre organizzazioni similari straniere che pur avendo trovato maggiori<br />

comprensioni nei rispettivi Governi, non ritengono di avere raggiunto il<br />

potenziale tecnico organizzativo del Cusi.<br />

Abbiamo visto accadere cose ben più gravi in questo nostro caro Paese e non<br />

ci meraviglia perciò questa ennesima forma di nichilismo, tanto più grave<br />

in quanto si verifica in una nazione che è ben lungi dall’aver raggiunto le<br />

posizioni di punta in campo internazionale dove ogni sciupio o boicottaggio di<br />

utili iniziative dovrebbe essere severamente bandito ed eventualmente punito.<br />

Ciò nonostante noi proseguiamo allegramente per la nostra strada e<br />

continuiamo a realizzare nei fatti ciò che i poco sensibili responsabili non<br />

vogliono riconoscere nel diritto. Una volta usciti dalla nostra frontiera,<br />

riconosciuti o meno, noi siamo gli sportivi degli Atenei d’Italia lasciando dietro<br />

il risentimento della polemica.<br />

Ignazio Lojacono<br />

Vignette<br />

dei Giochi<br />

di Torino 1933<br />

e il logo<br />

di Parigi 1957<br />

e di Mosca<br />

1980.<br />

A San Sebastian 1955,<br />

Giusy Leone vinse i 100<br />

e 200 metri: eccola all’arrivo<br />

con un bel vantaggio.<br />

Venne così premiata dal<br />

generalissimo Franco presente<br />

in tribuna con la moglie.<br />

La sfilata degli azzurri<br />

fra i quali la fiorettista<br />

Carla Bigi oro a squadre.<br />

22


ROMA 1927<br />

PARIGI 1947<br />

Il discorso inaugurale del<br />

presidente della Repubblica,<br />

Auriol<br />

La prima pagina della rosea con l’articolo di Brera quindi Gavazzeni,<br />

M. Mangiarotti con Cesare Pavesi, Irene Camber e Castagnaro.<br />

23<br />

e l’on. turati duellò col campione francese<br />

Mentre negli Stati Uniti centomila persone seguono i feretri di Sacco e Vanzetti,<br />

dopo la loro condanna a morte, a Roma si apre la prima Olimpiade mondiale<br />

universitaria, come viene definita, con la sfida calcistica fra Italia e Svizzera<br />

dominata (10-1) dai campionissimi Allemandi, Pitto, Bernardini e Martin II°. Sempre<br />

negli Usa parte un aereo “Orgoglio di Detroit” per il giro del mondo in 24 giorni.<br />

I Giochi, davanti a 50mila persone, sono aperti da una singolare sfida di scherma,<br />

quella dell’on. Augusto Turati col campione universitario francese, Lemoine. Poi il<br />

discorso introduttivo di PetitJean accolto da scroscianti applausi. Azzurri implacabili<br />

nella scherma con Chiavacci, i fratelli Renzo ed Enrico Maioli, Bartolaja, Piutti,<br />

Volponi, Rastelli e Gerace che vincono quasi tutto. L’oro nel lungo è di Tommasi<br />

(7,03) mentre nel calcio la vittoria finale è assicurata col 3 a 0 sull’Austria e l’1 a 0<br />

con l’Ungheria, partita diretta dall’arbitro Barlassina cui si deve il primo Almanacco<br />

del calcio.<br />

La rivolta dei triestini e il mostruoso Zatopeck<br />

di Renzo Nostini Tempi duri quelli di fine anni ’50 quando come rappresentante sportivo di una nazione che aveva perso<br />

la guerra, occorreva passare attraverso Praga, cioè un’organizzazione sportiva dell’Est per ottenere un’ufficializzazione internazionale.<br />

A Parigi nel 1947 c’erano con me Marcello Garroni, che cominciava una grande carriera al Coni e Giovanni Berlinguer, uomo di partito,<br />

di sinistra. Si univano tutte le forze sportive e non solo. Fu necessario sin dall’inizio di quei Giochi mondiali universitari coalizzarci<br />

perché ad un certo punto capimmo che volevano fare sfilare ed anche gareggiare gli atleti di Trieste non nella rappresentativa italiana<br />

ma in una formazione a parte. Fu la rivolta delle nostre file. Il Cusi aveva oltre cento atleti, i triestini erano molti – ricordo in particolare<br />

l’ostacolista Filiput – però tutti diventammo triestini. Mancava poco alla sfilata inaugurale e al discorso del Presidente francese<br />

Auriol (loro il massimo esponente del Governo, noi bistrattati) i nostri azzurri erano seduti per terra decisi a non muoversi. Poi le<br />

cose si aggiustarono, i triestini furono riconosciuti italiani, non si arrivò a imporci un vessillo di Trieste a parte: in fondo quello fu un<br />

allenamento per le soluzioni di emergenza che la storia del Cusi e della Fisu avrebbe poi imposto, quando la politica entrava in rotta di<br />

collisione con lo sport e che riguardavano<br />

a turno tanti paesi.<br />

Aveva 25<br />

anni Emil<br />

Zatopek<br />

quando<br />

partecipò<br />

ai Giochi<br />

Universitari<br />

di Parigi<br />

reduce dal<br />

primo record<br />

nei 5000.<br />

Fu campione<br />

universitario<br />

vincendo nei<br />

1.500 con<br />

3’52 8/10<br />

e nei 5.000<br />

con<br />

14’20”8/10.


MERANO 1949 DORTMUND 1953<br />

di Emanuele<br />

Scarpiello<br />

È storicamente giusto<br />

dire che la nascita della<br />

Fisu è legata all’esistenza<br />

del Cusi: nel 1949 il<br />

Cusi organizzò a Merano<br />

una manifestazione<br />

internazionale studentesca<br />

definita “settimana<br />

internazionale” che<br />

segnò per il movimento<br />

universitario mondiale<br />

il momento dell’unione,<br />

finalmente, fra est e ovest,<br />

fra i due organismi, le due<br />

organizzazioni. E quella<br />

unificazione fu la Fisu.<br />

Capita bene da tutto il<br />

mondo ma non da quello sportivo italiano nella sua rappresentanza al vertice.<br />

Due anni dopo il Lussemburgo ospitò la seconda setitmana internazionale e<br />

l’Italia fu presente soltanto con alcuni dirigenti perchè il Coni non ritenne di<br />

dare i soldi per la trasferta degli atleti. Ci andammo io, Gianni Ghitti e Santino<br />

Melissano. Il Cio era scettico sull’attività sportiva studentesca, ufficialmente<br />

scettico, in realtà timoroso di concorrenza e il Coni si adeguava. Il Lussemburgo<br />

ospitò tutti in tenda e fu tutto sommato una bella cosa nata da una brutta<br />

necessità.<br />

UN NUMERO SPECIALE. Inesauribile, Renzo Nostini diede<br />

vita ad un nunero speciale con le firme di Pio Romani, Alberto<br />

Marchesi, Remigio Pesso e Mauro Lais tutti destinati a fare<br />

molta strada nel mondo del Coni e del giornalismo sportivo.<br />

Ballotta, 3,90<br />

nell’asta<br />

Favia, Camber<br />

e il maestro Centrone<br />

Con 12 ori l’Italia chiuse in<br />

Germania una settimana da<br />

protagonista tanto che Iren<br />

Camber (titolo del fioretto e a<br />

squadre) ricevette assieme al<br />

fuoriclasse brasiliano Da Silva<br />

(15,92 nel triplo) la medaglia sul<br />

palco da parte del Presidente<br />

della Repubblica federale Theodor<br />

Heuss. La scherma fu dominata<br />

dagli azzurri (in alto la squadra<br />

con Favia, Aureggi, Lucarelli,<br />

Calabrese, Montorsi, D’Assunta,<br />

Mandruzzato, Benvenuti,<br />

Ravagnan, Fiorillo, Tiburzi,<br />

Lucchesi, Mantovani, De Rubertis),<br />

oro per Greppi nei 100m, alla<br />

staffetta femminile 4x100 e nel<br />

tennis singolare, doppio misto.<br />

24

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