corso di arrampicata giulio fiorelli 20 anni di rosetta salto angel all ...

corso di arrampicata giulio fiorelli 20 anni di rosetta salto angel all ... corso di arrampicata giulio fiorelli 20 anni di rosetta salto angel all ...

caimorbegno.org
from caimorbegno.org More from this publisher
09.06.2013 Views

ad aprile, riguardava lo scialpinismo e l’altro, a luglio, era rivolto al perfezionamento delle tecniche di ghiaccio e di roccia. La durata di ciascun modulo è stata di una settimana. Le lezioni di sci alpinismo si sono svolte parte in Val Martello e parte, a causa della scarsità di neve, nella regione dello Stubai in Austria, mentre il corso di roccia e ghiaccio si è svolto a Chamonix presso l’ENSA (Ecole Nationale de Ski e d’Alpinisme). La settimana di sci è consistita in salite quotidiane di 1300/1500 m di dislivello, durante le quali eravamo divisi in gruppi di tre allievi, assistiti da un istruttore che aveva il compito di valutarci sia attraverso un’attenta osservazione della nostra progressione e di come veniva scelto il tracciato, sia attraverso domande specifiche; unica eccezione una giornata dedicata alla prova di discesa, trascorsa sulle piste di una stazione sciistica per essere sottoposti al giudizio di alcuni maestri di sci. Al rientro, dopo una doccia veloce, seguivano le lezioni teoriche, la cena, ed infine, per concludere, un briefing nel corso del quale veniva presentata nei dettagli l’escursione del giorno successivo. Devo dire che la settimana di scialpinismo è stata molto intensa perché, alla prestazione fisica richiesta giornalmente, si aggiungeva lo sforzo per mantenere la lucidità mentale indispensabile per eseguire correttamente, sempre sotto l’occhio vigile degli istruttori, tutte le manovre richieste. Al termine di ogni giornata l’istruttore compilava un rapporto di valutazione per ciascun allievo e assegnava un punteggio; sulla scorta dei punteggi giornalieri è stata poi redatta la valutazione finale che attestava il superamento o meno del corso. Con le stesse modalità si è svolta a luglio la settimana di ghiaccio e roccia; il tempo ha condizionato in parte il programma previsto, perché ha impedito di effettuare salite di un certo interesse in alta quota. Devo aggiungere che l’esperienza è stata molto valida sia dal punto di vista umano sia da quello tecnico; sia con i compagni di corso, provenienti da tutta Italia, sia con gli istruttori si è instaurato, infatti, un bellissimo rapporto che ha reso possibile il confronto fra storie di vita e mentalità diverse. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, l’elevato grado di preparazione degli insegnati, sia degli istruttori della Scuola Centrale che dei membri della Commissione Centrale Materiali, ha sempre garantito un alto grado di approfondimento dei contenuti trattati. Non ci resta che complimentarci con te per l’impegno e la serietà con cui svolgi le attività di istruttore e di alpinista, augurandoci che un numero sempre maggiore di nuovi allievi possa frequentare i nostri corsi, acquisire le basi tecniche necessarie per trarre piacere dallarrampicata e dallo sci-alpinismo, apprezzando nel contempo lo spirito e la equilibrata passione che caratterizzano il tuo approccio alla montagna. Le lisce placche di Stomaco Peloso si tuffano nel verde della Val di Mello; due allievi del corso le risalgono alla ricerca del Nirvana. CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO

Alpinista, guida e custode di rifugio Giulio Fiorelli di Giuseppe (Popi) Miotti Ho conosciuto tardi il Giulio: quando cominciammo a frequentare la Val Masino, il gestore della Gianetti era celebre per essere di “mano pesante” quando presentava il conto e noi sbarbatelli preferivamo evitare di sperimentare dal vivo quel che si diceva. Così per molti anni salii in Val Porcellizzo solo quando il rifugio era chiuso e nei meravigliosi autunni di quegli anni feci un po’ tutte le classiche della zona. Forse la prima volta che mi fermai a dormire fu il giorno che scendemmo dopo aver fatto la Via del Fratello: ero contuso dopo un grande volo e sia io che Ermanno Gugiatti preferimmo sostare mentre l’amico Mario si precipitava a valle. Da allora e per molti anni, per motivi più che altro sentimentali, presi a salire spesso in Gianetti e, visto che ciò che mi attirava lassù era la figlia minore del Giulio, ebbi modo di approfondire anche la conoscenza del temibile “cerbero” della Val Porcellizzo. Ovviamente arrivare a conoscerlo meglio non fu impresa facile, ci dividevano età, esperienze e culture diverse, ma soprattutto era d’ostacolo la maschera che il Giulio indossava ormai come una seconda pelle. Capire che dietro quel personaggio se ne celava un altro assai differente, fu una piacevole sorpresa e anche un insegnamento. 0 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO

Alpinista, guida e<br />

custode <strong>di</strong> rifugio<br />

Giulio Fiorelli<br />

<strong>di</strong> Giuseppe (Popi) Miotti<br />

Ho conosciuto tar<strong>di</strong> il Giulio: quando cominciammo a frequentare la Val Masino, il<br />

gestore della Gianetti era celebre per essere <strong>di</strong> “mano pesante” quando presentava<br />

il conto e noi sbarbatelli preferivamo evitare <strong>di</strong> sperimentare dal vivo quel che si<br />

<strong>di</strong>ceva. Così per molti <strong>anni</strong> salii in Val Porcellizzo solo quando il rifugio era chiuso e<br />

nei meravigliosi autunni <strong>di</strong> quegli <strong>anni</strong> feci un po’ tutte le classiche della zona. Forse<br />

la prima volta che mi fermai a dormire fu il giorno che scendemmo dopo aver fatto<br />

la Via del Fratello: ero contuso dopo un grande volo e sia io che Ermanno Gugiatti<br />

preferimmo sostare mentre l’amico Mario si precipitava a v<strong>all</strong>e. Da <strong>all</strong>ora e per molti<br />

<strong>anni</strong>, per motivi più che altro sentimentali, presi a salire spesso in Gianetti e, visto<br />

che ciò che mi attirava lassù era la figlia minore del Giulio, ebbi modo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re<br />

anche la conoscenza del temibile “cerbero” della Val Porcellizzo. Ovviamente arrivare<br />

a conoscerlo meglio non fu impresa facile, ci <strong>di</strong>videvano età, esperienze e culture<br />

<strong>di</strong>verse, ma soprattutto era d’ostacolo la maschera che il Giulio indossava ormai come<br />

una seconda pelle. Capire che <strong>di</strong>etro quel personaggio se ne celava un altro assai<br />

<strong>di</strong>fferente, fu una piacevole sorpresa e anche un insegnamento.<br />

0 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!