corso di arrampicata giulio fiorelli 20 anni di rosetta salto angel all ...

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09.06.2013 Views

atto che quella attuale sta ottenendo buoni risultati, soprattutto nel realizzare il collegamento stradale con le contrade che ne sono ancora sprovviste; ma un collegamento intervallivo tra la val Tartano e la Bergamasca sarebbe proprio così importante? Storicamente so bene che la val Tartano, e soprattutto la val Lunga, ha avuto una lunga consuetudine con la val Brembana, sia dal punto di vista economico (basti pensare che la maggior parte del formaggio d’alpeggio veniva portato a spalle alla fiera dei Branzi) che da quello dei rapporti di buon vicinato: a quei tempi sì, sarebbe stata senza dubbio utile un strada migliore, ma oggigiorno? Adesso i rapporti che intercorrono sono quelli derivanti dal movimento turistico degli escursionisti e dal reciproco interesse nel mantenere ed aumentare questo flusso: gli appassionati della montagna apprezzerebbero che un ambiente come quello della testata della val Lunga venisse ridisegnato con un’opera di questo tipo? In altre parole, la “solitudine” della val Tartano, che oggi rappresenta una diversità subita rispetto all’idea diffusa di sviluppo montano, un domani, forse non lontano, non potrebbe rivelarsi la sua ricchezza? Inoltre le due valli orobiche del versante valtellinese confinanti con la Val Tartano, la val Madre a est e la valle del Bitto a ovest, hanno già ambedue il collegamento, l’una con Foppolo e l’altra con Mezzoldo. Se ne vuole un terzo per creare un ulteriore circuito automobilistico che porti il turista a fermarsi dove vi sono le condizioni ricettive migliori? In tal caso la val Tartano risulterebbe fortemente svantaggiata nei confronti della vicina Foppolo che vanta una struttura turistica di primo piano, mentre la particolarità del nostro territorio, per lo più ripido e valangoso, non offre spazi per nuovi significativi insediamenti abitativi che una strada di quel tipo renderebbe impliciti. Vien da sognare che con quei soldi, ammesso di trovarli, si potrebbe finanziare un piano di piccoli interventi, dalla regolamentazione delle acque minori all’adeguamento delle mulattiere, al mantenimento dei sentieri, alla riconversione edilizia delle innumerevoli baite isolate in degrado, da destinare ad una domanda turistica di tipo nuovo. Questi lavori terrebbero occupati una decina di operai per dieci/venti anni! Per il turismo di domani, ma anche per chi intende proseguire l’attività di allevatore, autentica vocazione tradizionale della valle, non sarebbero forse più utili questi interventi minimali, che opere dispendiose ed appariscenti, forse giustificate nel passato, ma oggi poco compatibili con un patrimonio naturale di cui si è presa maggiore coscienza? Sono, quindi, a mio parere, da ben valutare l’impatto ambientale ed i costi-benefici che ne deriverebbero, in un àmbito per lo meno provinciale e di Parco delle Orobie, in una prospettiva di Piano Territoriale, al di là della riconosciuta ed apprezzata capacità realizzativa dell’Amministrazione. Il primo lago di Porcile, autentica gemma incastonata nei monti della Val Tartano. CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO

ll 26 luglio 1866 gli alpinisti inglesi William Douglas Freshfield e Charles Comyns Tucker, accompagnati dalla guida savoiarda Francois Devouassoud, raggiunsero per primi la vetta del Cengalo (3367 m - IGM) lungo quella che in seguito diventò la via normale. Nelle pagine seguenti proponiamo il resoconto dell’ascensione scritto da Freshfield stesso. Il brano, traduzione inedita dall’inglese, è un estratto dal volume: Douglas. W. Freshfield: Italian Alps, Oxford 1937- Basil Blackwell, che contiene le descrizioni dei viaggi e delle ascensioni dell’autore sulle montagne del Ticino, dell’Alta Engadina, della Lombardia, del Trentino e del Veneto. (rm) La prima volta sul Cengalo … Quell’estate tornammo per la terza volta ai Bagni di Masino. Fummo costretti dal maltempo ad entrare in valle dalla via d’accesso principale, invece che da uno degli scomodi, ma più gratificanti passaggi frequentati dagli alpinisti. Per un’ora la carrozzabile fra la Valtellina e i Bagni si snoda lungo una scoscesa e stretta gola. E’ solo dopo il villaggio di Cataeggio, pittorescamente immerso fra rocce e vegetazione, che, oltrepassato l’imbocco della Val Sasso Bisolo, la vallata si apre e comincia ad intravedersi la catena frastagliata che comprende il Passo del Ferro. Prima di raggiungere San Martino si incontra lo stupendo masso, conosciuto dai contadini come Sasso di Remenno. Avvicinandosi si ha la conferma della sua fama di più grande blocco di frana nelle Alpi. Accanto al gigante si ergono molti altri massi di straordinaria grandezza. Sulla cima di uno di loro si trova un orto a cui si accede per mezzo di una scala a pioli. Su terrazzi come questi la neve si scioglie presto e le capre non possono raggiungere gli ortaggi. Lo scopo del nostro ritorno nella stessa località dopo così poco tempo era quello di ripetere sulle cime le esplorazioni già compiute sui passi. Il problema da risolvere, da cui eravamo attratti con così grande interesse, ora era lì, tutto per noi. Mr. Ball (John Ball, ottimo arrampicatore e topografo, intorno al 1860 redasse alcune guide molto apprezzate dagli alpinisti dell’epoca per la loro accuratezza e precisione – n.d.t.) aveva pronosticato che il Cengalo, l’elevazione più alta a ovest della Cima di Castello e la principale vetta dominante la Val Bregaglia, fosse inaccessibile da questa parte, ma da ciò che avevamo visto l’anno precedente eravamo propensi a credere che per una volta il profeta avesse parlato frettolosamente. Le rocce del versante meridionale (le pareti sud e ovest dominano entrambe l’Alpe Porcellizzo) erano sembrate in quell’occasione in questa pagina: vista della vetta del Cengalo, con buona parte della via di salita, dalla sommità del Badile. A fianco: il Colle del Cengalo, la Punta Sertori e il Pizzo Badile dallo Spigolo Vinci al CAI MORBEGNO Cengalo. CAI MORBEGNO

ll 26 luglio 1866 gli alpinisti inglesi William Douglas Freshfield e<br />

Charles Comyns Tucker, accompagnati d<strong>all</strong>a guida savoiarda Francois<br />

Devouassoud, raggiunsero per primi la vetta del Cengalo (3367 m<br />

- IGM) lungo quella che in seguito <strong>di</strong>ventò la via normale. Nelle<br />

pagine seguenti proponiamo il resoconto dell’ascensione scritto<br />

da Freshfield stesso. Il brano, traduzione ine<strong>di</strong>ta d<strong>all</strong>’inglese, è un<br />

estratto dal volume: Douglas. W. Freshfield: Italian Alps, Oxford<br />

1937- Basil Blackwell, che contiene le descrizioni dei viaggi e delle<br />

ascensioni dell’autore sulle montagne del Ticino, dell’Alta Enga<strong>di</strong>na,<br />

della Lombar<strong>di</strong>a, del Trentino e del Veneto. (rm)<br />

La prima volta sul Cengalo<br />

… Quell’estate tornammo per la<br />

terza volta ai Bagni <strong>di</strong> Masino.<br />

Fummo costretti dal maltempo<br />

ad entrare in v<strong>all</strong>e d<strong>all</strong>a via<br />

d’accesso principale, invece<br />

che da uno degli scomo<strong>di</strong>,<br />

ma più gratificanti passaggi<br />

frequentati dagli alpinisti.<br />

Per un’ora la carrozzabile<br />

fra la Valtellina e i Bagni si<br />

snoda lungo una scoscesa<br />

e stretta gola. E’ solo dopo<br />

il villaggio <strong>di</strong> Cataeggio,<br />

pittorescamente immerso fra<br />

rocce e vegetazione, che,<br />

oltrepassato l’imbocco della<br />

Val Sasso Bisolo, la v<strong>all</strong>ata si<br />

apre e comincia ad intravedersi<br />

la catena frastagliata che<br />

comprende il Passo del<br />

Ferro. Prima <strong>di</strong> raggiungere<br />

San Martino si incontra lo<br />

stupendo masso, conosciuto<br />

dai conta<strong>di</strong>ni come Sasso <strong>di</strong><br />

Remenno. Avvicinandosi si ha<br />

la conferma della sua fama<br />

<strong>di</strong> più grande blocco <strong>di</strong> frana<br />

nelle Alpi. Accanto al gigante<br />

si ergono molti altri massi <strong>di</strong><br />

straor<strong>di</strong>naria grandezza. Sulla<br />

cima <strong>di</strong> uno <strong>di</strong> loro si trova un<br />

orto a cui si accede per mezzo<br />

<strong>di</strong> una scala a pioli. Su terrazzi<br />

come questi la neve si scioglie<br />

presto e le capre non possono<br />

raggiungere gli ortaggi.<br />

Lo scopo del nostro ritorno<br />

nella stessa località dopo<br />

così poco tempo era quello<br />

<strong>di</strong> ripetere sulle cime le<br />

esplorazioni già compiute sui<br />

passi. Il problema da risolvere,<br />

da cui eravamo attratti con<br />

così grande interesse, ora era<br />

lì, tutto per noi. Mr. B<strong>all</strong><br />

(John B<strong>all</strong>, ottimo arrampicatore<br />

e topografo, intorno al 1860<br />

redasse alcune guide molto<br />

apprezzate dagli alpinisti<br />

dell’epoca per la loro accuratezza<br />

e precisione – n.d.t.) aveva<br />

pronosticato che il Cengalo,<br />

l’elevazione più alta a ovest<br />

della Cima <strong>di</strong> Castello e la<br />

principale vetta dominante<br />

la Val Bregaglia, fosse<br />

inaccessibile da questa parte,<br />

ma da ciò che avevamo visto<br />

l’anno precedente eravamo<br />

propensi a credere che per una<br />

volta il profeta avesse parlato<br />

frettolosamente. Le rocce del<br />

versante meri<strong>di</strong>onale (le pareti<br />

sud e ovest dominano entrambe<br />

l’Alpe Porcellizzo) erano<br />

sembrate in quell’occasione<br />

in questa pagina:<br />

vista della vetta<br />

del Cengalo,<br />

con buona parte<br />

della via <strong>di</strong> salita,<br />

d<strong>all</strong>a sommità del<br />

Ba<strong>di</strong>le.<br />

A fianco: il Colle<br />

del Cengalo, la<br />

Punta Sertori e il<br />

Pizzo Ba<strong>di</strong>le d<strong>all</strong>o<br />

Spigolo Vinci al<br />

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Cengalo.<br />

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