corso di arrampicata giulio fiorelli 20 anni di rosetta salto angel all ...

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09.06.2013 Views

di calcolo, dal rapporto fra dislivello e tempo dell’intero tratto. Anche cosi, però, l’apprezzamento non aumentò. Dovette trascorrere ancora qualche anno e manifestarsi un cambio di mentalità perché l’affluenza crescesse e perché la manifestazione venisse accettata così com’era nelle intenzioni degli ideatori. Ora, dopo 20 anni, le cose vanno meglio e la partecipazione è decisamente incoraggiante. E’ cresciuto considerevolmente il numero di persone che si avvicinano allo scialpinismo, ma, soprattutto, è cambiata la tipologia di chi lo pratica. Mentre 20 anni fa chi si dedicava a questa specialità proveniva dall’ambiente prevalentemente alpinistico e vedeva nelle escursioni con le pelli di foca un prolungamento naturale dell’attività estiva, oggi non è più così; grazie anche ai corsi organizzati dal CAI, tantissimi giovani, fra cui molte ragazze, hanno trovato nello scialpinismo uno sbocco alla loro voglia di svago puro e semplice, non più legato agli stereotipi dell’alpinismo classico. Non a caso i nuovi concorrenti sono coppie di amici, di fidanzati, di giovani sposi e di genitori con figli. E’ proprio ciò che il CAI si era prefisso in origine. Ed è bello assistere alle sfide che nascono fra coppie amichevolmente rivali, intrecciate a quella più importante per la conquista del primo premio, decisamente allettante, dal momento che si tratta di due paia di sci da alpinismo. In 20 anni sono successe tante cose e, quindi, come in tutte le ricorrenze di compleanno che si rispettino, viene anche il momento delle rievocazioni: avvenimenti che, filtrati dal ricordo, vanno ad arricchire i racconti di quanti hanno avuto la ventura di esserci fin dall’inizio. E quindi avanti con i “ti ricordi quella volta che …”. Ad esempio quella sera passata al Bar Bianco fra chiacchiere di montagna allietate dalla fisarmonica del Domenico e del Pierangelo? E quella nottata trascorsa pressoché insonne infilati in un sacco a pelo disteso su una panca, quando il Dante, alle quattro del mattino, per uscire ad ascoltare il canto dei galli forcelli, non esitò a calpestare un tappeto di corpi umani smoccolanti per il brusco risveglio? O quella volta che, era la prima edizione, il traguardo della prova di discesa era posto all’altezza della casera, fra i crocus di una primavera oramai in corso? E ti ricordi la seconda edizione, quando un temporale improvviso investì gli organizzatori intenti a preparare il tracciato? Fu un momento poco piacevole. Nel giro di pochi minuti uno splendido sabato di sole fu investito da una sarabanda di tuoni e di fulmini, accompagnati da una violenta tormenta di neve. I tracciatori della pista impegnati in prossimità della cima furono costretti ad acquattarsi al suolo rannicchiati uno contro l’altro per non essere spazzati via dal vento fortissimo. Addirittura un fulmine si scaricò lì vicino, fortunatamente a distanza non letale, ma a più d’uno si rizzarono tutti i capelli a causa della forte elettrizzazione I concorrenti, dopo aver superato la linea dell’arrivo, non rinunciano a raggiungere, 150 metri più in alto, la Cima della Rosetta, terrazza panoramica sulla Bassa Valtellina. 0 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO

dell’aria. E ancora il maltempo rischiò di compromettere l’edizione 1987. Nella notte fra il sabato e la domenica ci fu un’abbondante nevicata: neve gessosa sparata dal forte vento addosso a tutto ciò che fosse verticale, creando quel fenomeno che prende il nome di galaverna. Domenica mattina si dovette rifare tutto da capo; con pazienza un gruppetto di volonterosi raggiunse la cima per ripristinare il tracciato della salita. Fu durante la discesa che una grossa valanga di neve compatta e pesante si staccò con un boato dal ripido pendio sommitale, tagliandolo in tutta la sua larghezza, per arrestarsi in grossi lastroni un centinaio di metri più a valle, dopo aver cancellato una parte della pista appena tracciata, sulla quale in quel momento fortunatamente non stava transitando nessuno. La neve nuova, asciutta e compressa, non aveva legato con il manto sottostante, così che si era venuto a creare un pericoloso piano di scorrimento. Bastò il peso di uno sciatore per provocarne il distacco. Quale futuro per il Rallyno della Rosetta? Dicevamo che il consenso pare consolidato, ma la rapidità con cui cambiano le tendenze e le esigenze di chi frequenta la montagna deve indurre a non farsi trovare impreparati. Da qualche anno si assiste ad un proliferare di manifestazioni di corse in montagna, a piedi o in bicicletta, sempre più impegnative e dai connotati agonistici a volte esasperati. Sono appuntamenti molto frequentati da una larga fascia di persone, giovani e meno giovani, maschi e femmine, molte delle quali poi, durante l’inverno, si tengono in allenamento con lo sci alpinismo. Può il CAI intercettare questi nuovi montagnard senza snaturare l’essenza della manifestazione? Crediamo di sì e dobbiamo riconoscere che il Consiglio direttivo, con molta accortezza, è già intervenuto. Fermo restando che l’anima del Rallyno rimane la prova di regolarità in salita, secondo le regole in vigore dal passato, sono state introdotte nel regolamento alcune novità: la discesa a coppie è stata trasformata da prova di regolarità in prova di velocità, più adatta allo spirito di libertà del fuori pista, e, soprattutto, è stata introdotta la cronoscalata della Rosetta, per andare incontro alle richieste arrivate da più parti. Anche così il clima di festa della montagna che ha sempre caratterizzato l’appuntamento rimane intatto e, allora, W il nuovo Rallyno della Rosetta! Alcuni momenti dell’edizione 2005: in alto il campo di gara, in basso la premiazione presso il Museo Civico di Morbegno. Qui a fianco il concorrente più giovane Albo d’Oro 1985 Colli Siro Ruffoni Livio 1986 Gusmeroli Carlo Gusmeroli Vittorio 1987 Pezzini Maurizio Vaninetti Egidio 1988 Passerini Gian Mauro Passerini Luigi 1989 Salini Fabio Salini Sergio 1990 Non Effettuato 1991 Non Effettuato 1992 Moncecchi Marco Cristini Alessandro 1993 Moncecchi Marco Moncecchi Paolo 1994 Gusmeroli Aurelio Passerini Franco 1995 Fondrini Luciano Gusmeroli Giordano 1996 Angelini Renato Angelini Oliviero 1997 Speziale Marco Bianchini Renata 1998 Mogavero Stefano Montermini Andrea 1999 Botta’ Ruggero Del Barba Stefano 2000 Mogavero Stefano Montermini Andrea 2001 Pesce Maria Cristina Scortaioli Mauro 2002 Scotti Riccardo Fistolera Federico 2003 Non Effettuato 2004 Speziale Marco Botta Mirco 2005 Speziale Marco Botta Mirco Nel 1990 e nel 1991 il rallyno non è stato effettuato a causa dell’innevamento insufficiente, nel 2003 in segno di lutto, perché la settimana precedente aveva perso la vita, proprio sulla Cima Rosetta, l’amico Stefano Bono. CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO

<strong>di</strong> calcolo, dal rapporto fra<br />

<strong>di</strong>slivello e tempo dell’intero<br />

tratto.<br />

Anche cosi, però,<br />

l’apprezzamento non aumentò.<br />

Dovette trascorrere ancora<br />

qualche anno e manifestarsi<br />

un cambio <strong>di</strong> mentalità perché<br />

l’affluenza crescesse e perché<br />

la manifestazione venisse<br />

accettata così com’era nelle<br />

intenzioni degli ideatori. Ora,<br />

dopo <strong>20</strong> <strong>anni</strong>, le cose vanno<br />

meglio e la partecipazione è<br />

decisamente incoraggiante. E’<br />

cresciuto considerevolmente<br />

il numero <strong>di</strong> persone che si<br />

avvicinano <strong>all</strong>o scialpinismo,<br />

ma, soprattutto, è cambiata<br />

la tipologia <strong>di</strong> chi lo pratica.<br />

Mentre <strong>20</strong> <strong>anni</strong> fa chi si<br />

de<strong>di</strong>cava a questa specialità<br />

proveniva d<strong>all</strong>’ambiente<br />

prevalentemente alpinistico e<br />

vedeva nelle escursioni con le<br />

pelli <strong>di</strong> foca un prolungamento<br />

naturale dell’attività estiva,<br />

oggi non è più così; grazie<br />

anche ai corsi organizzati dal<br />

CAI, tantissimi giovani, fra cui<br />

molte ragazze, hanno trovato<br />

nello scialpinismo uno sbocco<br />

<strong>all</strong>a loro voglia <strong>di</strong> svago puro<br />

e semplice, non più legato<br />

agli stereotipi dell’alpinismo<br />

classico. Non a caso i nuovi<br />

concorrenti sono coppie <strong>di</strong><br />

amici, <strong>di</strong> fidanzati, <strong>di</strong> giovani<br />

sposi e <strong>di</strong> genitori con figli. E’<br />

proprio ciò che il CAI si era<br />

prefisso in origine. Ed è bello<br />

assistere <strong>all</strong>e sfide che nascono<br />

fra coppie amichevolmente<br />

rivali, intrecciate a quella più<br />

importante per la conquista<br />

del primo premio, decisamente<br />

<strong>all</strong>ettante, dal momento che<br />

si tratta <strong>di</strong> due paia <strong>di</strong> sci da<br />

alpinismo.<br />

In <strong>20</strong> <strong>anni</strong> sono successe tante<br />

cose e, quin<strong>di</strong>, come in tutte<br />

le ricorrenze <strong>di</strong> compleanno<br />

che si rispettino, viene anche<br />

il momento delle rievocazioni:<br />

avvenimenti che, filtrati dal<br />

ricordo, vanno ad arricchire<br />

i racconti <strong>di</strong> quanti hanno<br />

avuto la ventura <strong>di</strong> esserci fin<br />

d<strong>all</strong>’inizio. E quin<strong>di</strong> avanti con i<br />

“ti ricor<strong>di</strong> quella volta che …”.<br />

Ad esempio quella sera passata<br />

al Bar Bianco fra chiacchiere<br />

<strong>di</strong> montagna <strong>all</strong>ietate d<strong>all</strong>a<br />

fisarmonica del Domenico e del<br />

Pier<strong>angel</strong>o? E quella nottata<br />

trascorsa pressoché insonne<br />

infilati in un sacco a pelo<br />

<strong>di</strong>steso su una panca, quando il<br />

Dante, <strong>all</strong>e quattro del mattino,<br />

per uscire ad ascoltare il canto<br />

dei g<strong>all</strong>i forcelli, non esitò<br />

a calpestare un tappeto <strong>di</strong><br />

corpi umani smoccolanti per il<br />

brusco risveglio? O quella volta<br />

che, era la prima e<strong>di</strong>zione,<br />

il traguardo della prova <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>scesa era posto <strong>all</strong>’altezza<br />

della casera, fra i crocus <strong>di</strong> una<br />

primavera oramai in <strong>corso</strong>?<br />

E ti ricor<strong>di</strong> la seconda<br />

e<strong>di</strong>zione, quando un<br />

temporale improvviso investì<br />

gli organizzatori intenti a<br />

preparare il tracciato? Fu un<br />

momento poco piacevole.<br />

Nel giro <strong>di</strong> pochi minuti uno<br />

splen<strong>di</strong>do sabato <strong>di</strong> sole fu<br />

investito da una sarabanda<br />

<strong>di</strong> tuoni e <strong>di</strong> fulmini,<br />

accompagnati da una violenta<br />

tormenta <strong>di</strong> neve. I tracciatori<br />

della pista impegnati in<br />

prossimità della cima furono<br />

costretti ad acquattarsi<br />

al suolo r<strong>anni</strong>cchiati uno<br />

contro l’altro per non essere<br />

spazzati via dal vento<br />

fortissimo. Ad<strong>di</strong>rittura un<br />

fulmine si scaricò lì vicino,<br />

fortunatamente a <strong>di</strong>stanza<br />

non letale, ma a più d’uno si<br />

rizzarono tutti i capelli a causa<br />

della forte elettrizzazione<br />

I concorrenti, dopo<br />

aver superato la<br />

linea dell’arrivo,<br />

non rinunciano a<br />

raggiungere, 150<br />

metri più in alto, la<br />

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