Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura
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prenditori e sogni d’occupazione, arriva la vendetta trasversale:<br />
una bomba contro l’abitazione di un suo parente.<br />
La politica <strong>del</strong> tritolo è questa, il pane <strong>del</strong> nuovo<br />
banditismo lievita insieme la farina <strong>del</strong>la vecchia criminalità<br />
e quella di un esercito di dilettanti pronti a tutto.<br />
In pieno fuoco incrociato irrompe la nuoreseria a denominazione<br />
d’origine controllata attraverso la requisitoria<br />
d’un consigliere regionale <strong>del</strong>la sinistra: “Una società<br />
pastorale arretrata caratterizzata da un immobilismo<br />
arcaico, rivelatasi impermeabile ai processi di modernizzazione,<br />
incapace di aprirsi al nuovo, impregnata di<br />
una cultura spesso portatrice di valori deteriori, prigioniera<br />
di miti e codici che si perdono nella notte dei tempi.<br />
Una società che teorizza la violenza quale strumento<br />
per dirimere le controversie e i conflitti; animata da un<br />
malinteso senso <strong>del</strong>la balentìa che altro non è se non<br />
violenza gratuita e fine a se stessa; da un individualismo<br />
onnipotente e indefinito che calpesta qualsiasi interesse<br />
collettivo”. È un siluro, questo, che va a colpire quella<br />
sorta di strapaesano orgoglio barbaricino. E fa ancora<br />
più male perché il tiratore scelto è locale, nuorese da generazioni.<br />
Comunque, ce ne sarà anche per lui: il negozio<br />
di famiglia, al centro <strong>del</strong> centro <strong>del</strong>la città, viene devastato<br />
da un ordigno. Gli attentatori non cercavano la<br />
strage: volevano giusto mandare un messaggio in un codice<br />
adeguato ai tempi. Miccia a lenta combustione, annotano<br />
i carabinieri. Miccia a depressione rapida per<br />
chi se la vede balenare tra i piedi.<br />
Tra i bersagli c’è anche un personaggio duro, tutt’altro<br />
che disponibile a certe smancerie sociologiche: Remo<br />
Berardi, presidente degli industriali nuoresi, circa<br />
82<br />
250 iscritti in tutta la provincia al sindacato di categoria.<br />
Padre di una ragazza rapita dall’Anonima e liberata in<br />
circostanze avventurose, vive sul filo di lana. A capo di<br />
un consorzio che si aggiudica un appalto da cinquantasei<br />
miliardi per costruire la strada di circonvallazione,<br />
gli viene riservato un trattamento particolare. Si comincia<br />
con i pettegolezzi al veleno: il suo progetto ha vinto<br />
nonostante non proponesse il prezzo migliore, anzi lo<br />
scarto è talmente grande da gridare vendetta. Da qui a<br />
sussurrare che c’è collusione con il Municipio ci vuol<br />
poco. Per giorni e giorni l’argomento divora la noia <strong>del</strong>le<br />
serate nuoresi, affoga nei bianchini ingollati nei bar<br />
<strong>del</strong> Corso, nelle chiacchiere che seguono fino a notte<br />
tarda in ristorante. L’imprenditore getta acqua sul furiosissimo<br />
incendio <strong>del</strong>la polemica, ma non riesce a fermare<br />
l’avviamento di voci incontrollate e malevole. Poi<br />
gli arriva qualcosa di più, un segnale preciso: una bomba<br />
lanciata in piena notte contro la sua villetta. Per un<br />
<strong>caso</strong> non esplode. «Eravamo tutti in casa».<br />
Da quel momento cominciano appostamenti e controlli<br />
telefonici. Polizia e carabinieri vogliono arrivare ai<br />
mandanti. Interessa soprattutto al governo regionale,<br />
fortemente preoccupato dalla possibile reazione di altri<br />
industriali. Le <strong>del</strong>icate condizioni economiche <strong>del</strong>la<br />
provincia non potrebbero reggere un esodo imprenditoriale<br />
verso centri meno esplosivi, più tranquilli. Tre<br />
anni dopo, situazione immutata, il procuratore generale<br />
<strong>del</strong>la repubblica Francesco Pintus lancia solennemente<br />
l’allarme: «…desta particolare preoccupazione l’attuale<br />
situazione economica, nella quale il pericolo di una<br />
definitiva vanificazione dei tradizionali posti di lavoro,<br />
l’assenza di alternative occupazionali e la sempre meno<br />
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