Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura
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contadini e pastori riciclati a suo tempo nell’industria e<br />
ora scaraventati nel purgatorio <strong>del</strong>la cassa integrazione.<br />
Nel conto bisogna mettere anche la rete <strong>del</strong> commercio,<br />
gonfiata a dismisura proprio per fronteggiare la mancanza<br />
di lavoro: nella sola città di Nuoro sono state concesse<br />
millecento licenze, seimila in tutta la provincia.<br />
Quanti riescono a stare a galla nell’imbuto vorticoso<br />
<strong>del</strong>la crisi?, quanti riescono a mantenersi onesti? Il varco<br />
per l’infiltrazione di mafia e ’ndrangheta, che hanno<br />
bisogno di lavare danaro e operare in terre pulite, diventa<br />
più facile.<br />
Ma dopo anni e anni di accertamenti non si riesce a<br />
chiudere il cerchio. Con molta presunzione, i sacerdoti<br />
<strong>del</strong>la sarditudine a oltranza avvertono che non c’è<br />
pericolo: la Barbagia, giurano, è impermeabile a culture-altre.<br />
Ci crede anche Salvatore Mulas, questore di<br />
Nuoro: «Qui mafia e camorra non possono combinare<br />
granché. Al di là <strong>del</strong>le ataviche allergie dei sardi, il problema<br />
è quello <strong>del</strong>le braccia. Se pure pensassero di imboccare<br />
la strada <strong>del</strong>l’estorsione programmata, avrebbero<br />
bisogno di manovalanza locale. E non ne troverebbero».<br />
Altri ritengono invece che mafia e camorra non vogliano,<br />
almeno in <strong>Sardegna</strong>, imporre il racket, cioè l’abicì<br />
<strong>del</strong>la piccola <strong>del</strong>inquenza di casa loro. Forse è vero<br />
l’esatto contrario: la grande criminalità chiede in <strong>Sardegna</strong><br />
discrezione e possibilità di fare buoni investimenti.<br />
Nei primi mesi <strong>del</strong> ’94 la Guardia di Finanza apre un’inchiesta<br />
sull’acquisto di alcuni residence a San Teodoro,<br />
località sacra nell’industria <strong>del</strong>le vacanze: sembra siano<br />
stati comprati con denaro riciclato proveniente da sequestri<br />
e traffico di stupefacenti. L’indagine è tuttora<br />
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aperta. Nel Sulcis, dove invece ci sono mafiosi in soggiorno<br />
obbligato, l’economia di sussistenza non apre la<br />
via al racket. La crisi economica è di proporzioni talmente<br />
gravi che, davanti alla minaccia di un taglieggiamento,<br />
i commercianti abbasserebbero all’istante le saracinesche.<br />
Cosa resta da fare, allora? Anche in questo<br />
<strong>caso</strong>, come per San Teodoro e altri investimenti in Gallura,<br />
si fanno soltanto congetture: mancano le stampelle<br />
dei fatti. Si dice che i mafiosi anticipino danaro ai negozianti<br />
in crisi e incassino a vendita avvenuta. Insomma<br />
piccolo, piccolissimo strozzinaggio, a cappio sufficientemente<br />
largo. Dopotutto, se i commercianti vengono<br />
strangolati ha da perdere anche la mafia e i suoi esattori.<br />
Le mille voci <strong>del</strong> dio-tritolo continuano comunque a<br />
farsi sentire. Nelle campagne di Orgosolo, casa <strong>Mesina</strong><br />
dunque, viene aperto un cantiere per realizzare una diga<br />
sul Cedrino. Appalto da quaranta miliardi (quaranta<br />
miliardi <strong>del</strong> 1990), sessanta buste-paga garantite per tre<br />
anni. È una formidabile valvola di sfogo contro la disoccupazione<br />
locale e, dettaglio non secondario, si tratta di<br />
un progetto serio. A cose fatte, consentirà l’irrigazione<br />
di tremila ettari di terra. La ditta che ha vinto la gara inizia<br />
e interrompe i lavori in brevissimo tempo. Cos’è accaduto?<br />
Prima viene incendiata l’auto <strong>del</strong> direttore <strong>del</strong><br />
cantiere, qualche giorno dopo una ruspa devasta e distrugge<br />
un prefabbricato dove sono custoditi gli attrezzi.<br />
In una lettera inviata al cosiddetto ente committente,<br />
il Consorzio di Bonifica, vengono poste precise condizioni<br />
per riprendere l’attività: “… ogni possibile e concreto<br />
provvedimento per garantire l’incolumità di uomini<br />
e mezzi”. Al sindaco di Orgosolo, che protesta per<br />
l’ennesimo attentato capace soltanto di far andar via im-<br />
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