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Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura

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pia che per lui la porta <strong>del</strong>la mia casa è sempre aperta.<br />

Troverà un letto e un piatto di minestra».<br />

Con una protezione così autorevole, il <strong>caso</strong> Farouk<br />

diventa un trampolino di lancio verso la ribalta nazionale,<br />

sotto quei riflettori che Graziano ama tanto. Anche<br />

se sa molto bene che si tratta <strong>del</strong>l’esame più difficile <strong>del</strong>la<br />

sua esistenza. Comunque vada a finire, non potrebbe<br />

in ogni <strong>caso</strong> tirarsi indietro, l’amico a cui non si può dire<br />

no ci resterebbe male. Si tratta, dopotutto, di muoversi<br />

con intelligenza e cautela: l’esperienza maturata in prigione<br />

e nella vita alla macchia basta e avanza. L’importante<br />

è che l’ostaggio torni a casa e che nessuno <strong>del</strong>la<br />

banda dei rapitori venga ferito o arrestato a ridosso <strong>del</strong>le<br />

trattative. A risponderne sarebbe lui.<br />

Mon<strong>signor</strong> Giovanni Melis conosce il nome <strong>del</strong> misterioso<br />

personaggio che ha convinto <strong>Mesina</strong>, molto riluttante,<br />

a occuparsi <strong>del</strong> <strong>caso</strong> Kassam. Il suo non è un<br />

segreto confessionale, ma rifiuta di svelarlo perché è rimasto<br />

in qualche misura vincolato a una sorta di patto<br />

di sangue. A distanza di tempo, nella casa d’accoglienza<br />

per sacerdoti in pensione, un ampio appartamento nel<br />

quartiere di Sant’Avendrace a Cagliari, si stupisce che<br />

l’altissimo-onnipotente uomo <strong>del</strong> mistero non si sia fatto<br />

più vivo. Neppure quando <strong>Mesina</strong> viene arrestato ad<br />

Asti e pare scomparire definitivamente nell’oceano carcerario.<br />

Impossibile dargli una mano in quel momento<br />

oppure c’è stata qualche incomprensione? Mon<strong>signor</strong><br />

Melis, che gli anni hanno reso ancora più saggio, ammesso<br />

che sia possibile, non vuole mettere il dito sulla<br />

piaga. Un sorriso solare gli attraversa il viso rugoso<br />

quando conferma, mano sul cuore, che <strong>Mesina</strong> si è occupato<br />

<strong>del</strong> sequestro solo perché è stato costretto. «Io<br />

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ero presente, potrei testimoniarlo». E sempre lui, la pecora<br />

tornata all’ovile <strong>del</strong>l’onestà, ha «consentito di riportare<br />

quella creatura a casa».<br />

L’ex vescovo di Nuoro rivela soltanto una minuscola<br />

parte di quello che sa. Durante le trattative per il rilascio<br />

di Farouk, ha affidato le “relazioni esterne” a don Luigino<br />

Monni ma nel frattempo ha proseguito a lavorare<br />

per conto suo. Nelle lunghe ore di meditazione, e forse<br />

di noia (ma questo non glielo sentirete dire), rimugina<br />

su una vicenda che non considera affatto conclusa.<br />

Se ne intende: anni e anni di attività pastorale in Barbagia<br />

non ne hanno fatto soltanto un vescovo “storico”.<br />

Ha detto messa per i funerali di almeno un centinaio di<br />

morti ammazzati. Violando una regola che rende i preti<br />

intoccabili e imponendo loro nello stesso tempo di non<br />

mettere il naso in casa d’altri, ha chiamato a raccolta la<br />

sua gente contro la violenza. Ha insultato la sedicente<br />

civiltà <strong>del</strong>la balentìa, sempre con durezza e senza sfumature.<br />

Il fatto di essere <strong>del</strong> luogo lo ha forse salvato ma<br />

non è riuscito a farne un presenzialista da cerimonia.<br />

Quando è stato necessario ha polemizzato con gli intellettuali<br />

che processavano l’omertà. «Facile parlare di<br />

coraggio civile quando si sta lontano da qui o ben protetti<br />

nelle redazioni dei giornali». In altri termini, non la<br />

giustificava ma capiva l’omertà. Mon<strong>signor</strong> Melis è forse<br />

stato il solo ad avere accettato fino in fondo il principio<br />

<strong>del</strong>la espiazione <strong>del</strong>la pena e <strong>del</strong>la redenzione, il solo<br />

ad avere accolto e trattato l’ex bandito come nessuno<br />

avrebbe fatto: il cittadino, il fratello <strong>Mesina</strong>, senza la<br />

pretesa di considerarlo sempre sotto esame.<br />

Graziano se ne accorge e anche per questo impegna<br />

tutto se stesso nel tentativo di portare a buon fine la mis-<br />

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