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Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura

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puccio, m’ammazzano e vanno a dire che nella banda<br />

c’ero anch’io».<br />

Nella sua autobiografia, scritta frettolosamente e<br />

piuttosto vaga, non entra nel dettaglio di questa ipotesi.<br />

Che, a suo tempo, preferisce affidare ai giornali. Fino a<br />

dire che la prova provata <strong>del</strong>la sua innocenza sono proprio<br />

i Servizi. «Mi hanno seguito senza tregua, sono stati<br />

il mio angelo custode. Telefoni sotto controllo e loro<br />

sempre dietro. A meno che non decidessi di seminarli»,<br />

puntualizza con la solita dose di spacconeria.<br />

Pur immaginando di essere guardato a vista e ascoltato<br />

minuto per minuto, ricorre a un piccolo test per sapere<br />

in che misura lo stanno tenendo sotto tiro. Dalla<br />

casa <strong>del</strong>la sorella, a Orgosolo, telefona a un amico, gli<br />

chiede di andare a Nuoro a prendere certe foto e di fargliele<br />

avere in serata. L’amico, che la sera precedente era<br />

stato avvertito <strong>del</strong>l’esperimento, parte portandosi dietro<br />

una scia di segugi. Al ritorno, pochi chilometri dal<br />

cartello stradale trasformato in colabrodo dai pallettoni,<br />

incappa in un posto di blocco. «Polizia, documenti<br />

prego». Patente e carta di circolazione. Subito dopo comincia<br />

un’accurata perquisizione, saltano fuori due foto<br />

che un agente studia con grande attenzione cercando<br />

forse di capire chi ritraggono. Alla fine è tutto a posto.<br />

«Può andare». Sempre marcato a vista, fino al modesto<br />

appartamento dove Graziano abita quando sta a Orgosolo:<br />

soffitti bassi, arredamento da offerta speciale, un<br />

grande televisore bianco e nero nel soggiorno davanti a<br />

un piccolo tavolo tondo.<br />

Uscire da quella casa senza essere visti può apparire<br />

impossibile. Ma un sistema c’è: <strong>Mesina</strong> lo scova e lo comunica<br />

a pochissime persone che gli preme non far pas-<br />

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sare dall’ingresso principale, pericolosamente affacciato<br />

sulla strada. Don Luigino Monni è uno di questi. Ha<br />

una sorta di “pass”: appare all’improvviso, quasi fosse<br />

un miracolato, all’improvviso scompare. Il trucco è banale:<br />

da una porticina aperta alla fine di un anditino è<br />

possibile, sia pure con qualche acrobazia, finire in una<br />

via parallela a quella principale. Ci vuole un attimo.<br />

Questo cosa significa? Significa che <strong>Mesina</strong> riesce ad<br />

avere incontri non registrati dai Servizi, in qualche <strong>caso</strong><br />

riesce pure ad andarsene con lo stesso sistema. «Quante<br />

volte credevano fossi a casa. Io ero in giro». Neppure<br />

per un attimo accoglie la possibilità che i suoi angeli custodi,<br />

come gli piace chiamarli, sapessero anche <strong>del</strong>l’uscita<br />

secondaria ma, naturalmente, non ci hanno fatto<br />

sopra tanto chiasso.<br />

Per <strong>Mesina</strong> questa ipotesi non regge per una ragione<br />

soltanto: «Se davvero li avessi avuti sempre dietro, prima<br />

o poi sarebbe stato un macello».<br />

Il timore di un conflitto a fuoco lo terrorizza. Se Farouk<br />

morisse, l’Italia non glielo perdonerebbe. Se fosse<br />

ucciso o venisse arrestato qualcuno <strong>del</strong>la banda, sarebbe<br />

considerato un traditore, un infame. Letto e interpretato<br />

con l’occhio d’una certa cultura barbaricina,<br />

questo significherebbe l’apertura di una faida, la probabilissima<br />

morte <strong>del</strong>la sorella e <strong>del</strong>lo zio. La stessa vita<br />

<strong>del</strong>la madre, nonostante l’età, potrebbe essere in bilico.<br />

Conto non chiuso se accadesse qualcosa <strong>del</strong> genere,<br />

Graziano non potrebbe più tornare in <strong>Sardegna</strong>, dovrebbe<br />

pensare anche a un killer in trasferta ad Asti, rovinerebbe<br />

la sua fama di bandito corretto, rispettoso<br />

<strong>del</strong>le regole d’un tempo. Soprattutto perderebbe, insieme<br />

al buon nome faticosamente conquistato nell’arci-<br />

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