Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura
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gosolo. I carabinieri già lo conoscevano: una notte, era<br />
adolescente, neanche un pelo di barba, lo avevano beccato<br />
con un fucile rubato. Condanna a cinque anni. Davanti<br />
al magistrato che gli annunciava un futuro di galera,<br />
c’era dovuto andare con la mamma, zia Caterina, undici<br />
figli e una vita di pietra nella Barbagia <strong>del</strong>la miseria,<br />
<strong>del</strong> silenzio, dei morti ammazzati. Tenuto per un braccio,<br />
quasi trascinato in quel palazzo con gli androni scuri:<br />
il tempio <strong>del</strong>la giustizia, affollato e rumoroso come<br />
un mercato. Quanta gente conosciuta c’era.<br />
Orgosolo, 1956. Poco più tardi la Rivista sarda di<br />
criminologia pubblica i risultati di un’indagine sul malessere:<br />
«Si può dunque, in ultima analisi, affermare<br />
che la geografia <strong>del</strong>la pastoralità, <strong>del</strong>la criminalità e<br />
<strong>del</strong>la patologia mentale tendono in <strong>Sardegna</strong> a corrispondere<br />
con la geografia <strong>del</strong>l’isolamento». Un questionario<br />
distribuito a quasi 250 persone rivela che il<br />
17 per cento è analfabeta e il 65 per cento ha la licenza<br />
elementare. La “geografia <strong>del</strong>l’isolamento” racconta<br />
anche qualche altro dettaglio: abitanti per chilometro<br />
quadrato 50,8; ovini 110, più <strong>del</strong> doppio. L’isola <strong>del</strong>le<br />
pecore. Conclusione: «Si può avanzare l’ipotesi che il<br />
banditismo non sia l’espressione di una cultura primariamente<br />
e immutabilmente violenta, ma che rappresenti<br />
piuttosto una risposta, in forme devianti, a una<br />
violenza esterna. A una prevaricazione secolare che ha<br />
marginalizzato l’Isola, subordinandola politicamente<br />
ed economicamente, il mondo pastorale ha offerto diverse<br />
forme di “resistenza” alla sua distruzione, che si<br />
sono esplicitate e si esplicitano anche con l’abnorme<br />
fenomeno <strong>del</strong> banditismo».<br />
Così dicevano, anzi scrivevano, accademici e intel-<br />
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lettuali al ritorno da sporadiche spedizioni nel Nuorese,<br />
dov’erano andati a vedere da vicino uno <strong>strano</strong> popolo<br />
che, più di venti secoli prima, era stato capace di “inventare”<br />
una razza canina (il pastore di Fonni) per difendersi<br />
dai legionari di Roma.<br />
Osservata al microscopio <strong>del</strong>l’antropologo, questa<br />
folla muta poteva contare su tante attenuanti. <strong>Sardegna</strong><br />
perché banditi, diceva molti anni fa il titolo di un libroinchiesta<br />
per spiegare e tentare di capire (far capire) una<br />
regione a pallettoni.<br />
In questo clima Graziano <strong>Mesina</strong> cresce. Cresce in<br />
tutti i sensi. E dietro di lui si preparano le nuove generazioni:<br />
qualche “resistente” convinto, molti macellai,<br />
mezzemaniche accecate dal sogno di una ricchezza facile<br />
facile. Gente educata a non avere regole, codici, rispetto.<br />
Dice il giornalista Indro Montanelli: «Della sua<br />
isola non è rimasto che il nome, e poco altro. Sulle montagne<br />
ora imperversano i criminali, nemmeno lontani<br />
parenti dei banditi d’annata. E son convinto che lui,<br />
l’ultimo lupo solitario, li disprezza. Anche se non me lo<br />
dirà mai. Il fatto è che ha sbagliato secolo. È l’ultimo reperto<br />
vivente di un mondo che non c’è più. Se potessi,<br />
lo metterei sotto vetro. Come una reliquia».<br />
Salvatore Contini, autotrasportatore di Olbia, è in<br />
qualche modo quello che rappresenta meglio di chiunque<br />
altro i nuovi campioni <strong>del</strong>l’orrore. Sposato, va avanti<br />
e indietro con un piccolo camion quando gli propongono<br />
un colpo non impossibile: sequestrare il giornalista<br />
Leone Concato. Sta finendo la primavera <strong>del</strong> ’77 e<br />
sulla Costa Smeralda arrivano i primi caldi e i primi<br />
ospiti. Concato viene portato via il 27 maggio, inghiottito<br />
nel nulla. Non tornerà mai più a casa. Contini, uno<br />
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